ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04019

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 190 del 14/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: FANTINATI MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2014
TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 14/03/2014
Stato iter:
23/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/11/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/11/2016

CONCLUSO IL 23/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04019
presentato da
FANTINATI Mattia
testo di
Venerdì 14 marzo 2014, seduta n. 190

   FANTINATI, BUSINAROLO e TURCO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   sono oltre 9 milioni i processi pendenti in campo fra civile e penale «alla data del 30 giugno 2013», ha spiegato il Ministro uscente Anna Maria Cancellieri nel corso della sua relazione alla Camera, il 21 gennaio 2014: «si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale. Si registra un calo delle pendenze rispetto al 2012, per tutti i gradi di giudizio, del 4 per cento, che arriva al 6 per cento in Corte di appello; nonché la riduzione del 20 per cento in tema di ricorsi in materia di equa riparazione per l'irragionevole durata dei processi»;
   nei Paesi Ocse, in media, servono 511 giorni per risolvere una controversia di natura commerciale. Quei giorni, in Italia, lievitano a 1.210;
   lo scorso mese di giugno, il rapporto Ocse «Giustizia civile: come promuovere l'efficienza», ha di fatto inserito l'Italia nella lista nera. Nel nostro Paese il tempo medio stimato per la conclusione di un procedimento nei tre gradi di giudizio, infatti, è di 788 giorni. Con un minimo di 368 giorni in Svizzera e un massimo di quasi otto anni in Italia. E questo nonostante si tratti di due Paesi, ha evidenziato l'Ocse, che destinano al sistema giudiziario la stessa quota del proprio Pil: lo 0,2 per cento;
   la cattiva giustizia costa all'Italia un punto di pil all'anno. Un peso enorme che non è sfuggito al presidente della Bce, Mario Draghi, che un anno fa quantificò in diciotto miliardi di euro il costo dovuto alle lentezze nelle aule di tribunale. Perché c’è un collegamento tra gli errori della giustizia e l'economia italiana: soprattutto se una multinazionale rinuncia a investire nel nostro Paese — ad aprire fabbriche o filiali — per paura di affrontare eventuali contenziosi dai tempi biblici;
   a sottolineare lo stato della nostra giustizia civile, ormai divenuta una vera e propria emergenza nazionale, arriva l'iniziativa dell'ordine degli avvocati di Vicenza che hanno presentato una richiesta di fallimento del tribunale della loro città per insolvenza, regolarmente depositata, inviata al ministero della giustizia e al Csm;
   un'iniziativa che accende i riflettori sulla giustizia civile, «un gesto politico il nostro — ha spiegato Fabio Mantovani, presidente degli avvocati vicentini — che serve a far comprendere quanto sia grave la situazione» e che denuncia una volta di più la cronica carenza di penalisti e amministrativi;
   secondo i dati forniti dal Csm, in Veneto, la pianta organica prevede 242 giudici di primo grado, ma di questi circa il 10 per cento manca all'appello. All'inizio dell'anno giudiziario, risultavano avviati 238.856 procedimenti, il 6,34 per cento in più rispetto all'anno precedente;
   la crisi economica e la conseguente chiusura di molte aziende venete rende il quadro ancora più drammatico. Le nostre imprese sono già in croce per una crisi che non vede spiragli, e non possono essere flagellate anche dal cattivo funzionamento della giustizia. Solo nell'ultimo anno, le istanze di fallimento sono aumentate di circa 11 per cento con l'8 per cento a Verona e i picchi di Rovigo e Treviso, rispettivamente del 19,7 e 19,9. Una mole di lavoro esagerata se si considera che le richieste presentate ai tribunali veneti sono state 3,353, contro le 3.007 dell'anno scorso;
   anche sul fronte della giustizia penale, il Veneto è schiacciato da un'enorme quantità di denunce: le procure della regione, ogni anno, sono sommerse e travolte da quasi centomila notizie di reato, 250 al giorno;
   nonostante questa sia una delle zone economiche più sviluppate d'Europa «l'organico è fermo agli anni ’50» denunciano i magistrati;
   «sono numeri — ha dichiarato il presidente della Corte d'Appello di Venezia, Antonino Mazzeo Rinaldi — che confermano ancora una volta il dato di fondo: il distretto riesce, con gli organici di cui è provvisto, a sostenere il flusso dei procedimenti in entrata ma sicuramente non è calibrato ai fini di una efficace azione di smaltimento delle pendenze arretrate» –:
   quali siano le iniziative che il ministro interrogato intenda adottare al fine di provvedere ad una riorganizzazione e ad un rafforzamento delle piante organiche nei tribunali del Veneto. (4-04019)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 novembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 708
4-04019
presentata da
FANTINATI Mattia

  Risposta. — Mediante l'atto di sindacato ispettivo in esame, gli interroganti chiedono di conoscere quali siano le iniziative intraprese dal Ministero della giustizia per assicurare adeguate dotazioni organiche del personale di magistratura agli uffici giudiziari del Veneto secondo indici rapportati al bacino di utenza ed ai flussi dei procedimenti, anche tenuto conto della effettiva scopertura.
  Dalle informazioni acquisite presso la competente articolazione ministeriale risulta che l'organico dei magistrati previsto per il distretto della Corte d'appello di Venezia si compone di 415 unità, alle quali vanno aggiunti due posti di magistrato, rispettivamente assegnati al tribunale di sorveglianza di Venezia ed all'ufficio di sorveglianza di Padova in virtù del decreto ministeriale 11 luglio 2016, che ha già incrementato di complessive undici unità le piante organiche del personale della magistratura di sorveglianza.
  Il numero dei magistrati effettivamente in servizio nel distretto è, allo stato, di 376 unità, con un indice di scopertura pari al 9,83 per cento inferiore alla media nazionale dell'11,69 per cento.
  Come noto, le procedure necessarie alla copertura dei posti vacanti rientrano nelle attribuzioni del Consiglio superiore della magistratura e situazioni di particolare criticità possono essere fronteggiate attraverso il ricorso agli istituti della applicazione, endodistrettuale o extradistrettuale, di magistrati.
  In proposito va sottolineato che, dunque, le misure richiamate esulano dalle attribuzioni del Ministero della giustizia.
  Compete, difatti, al presidente della corte d'appello disporre, all'interno del distretto, l'assegnazione temporanea di magistrati ad altri uffici, mentre il Consiglio superiore della magistratura delibera, previo interpello, l'applicazione presso uffici giudiziari siti in distretti diversi da quello in cui il magistrato presta servizio.
  In particolare, in base alla vigente circolare del Consiglio superiore della magistratura n. 19197 del 27 luglio 2011, l'applicazione endodistrettuale compete – previo impulso del capo dell'ufficio che intenda avvalersi di risorse aggiuntive per fronteggiare situazioni di criticità – in via esclusiva al Presidente della Corte d'appello medesima.
  I citati provvedimenti postulano la valutazione comparativa delle esigenze dell'ufficio
a quo e dell'ufficio richiedente, né possono essere assunti senza il consenso del magistrato.
  Tutto ciò premesso in ordine alla attuale previsione organica ed alle effettive scoperture del personale di magistratura nel distretto del Veneto, mi preme sottolineare come l'adozione di misure strutturali a sostegno degli uffici giudiziari attraverso politiche di valorizzazione e potenziamento del personale abbia rappresentato una delle priorità dell'azione del mio dicastero.
  In questa prospettiva, l'assetto conseguente alla riforma della geografia giudiziaria è stato oggetto di continua osservazione, nel complesso degli interventi, non ancora esauriti, di tipo normativo ed organizzativo, necessari a costruire una struttura ordinamentale idonea a rispondere in modo soddisfacente alla domanda di giustizia ed alle esigenze del territorio.
  Il complesso percorso di revisione sta ora attraversando una ulteriore, importante fase.
  È stato recentemente elaborato lo schema di decreto ministeriale concernente la determinazione delle piante organiche degli uffici, giudicanti e requirenti, di primo grado, conseguente proprio alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, e che recepisce le esigenze degli uffici secondo la loro dislocazione territoriale.
  La determinazione delle unità aggiuntive è stata effettuata sulla base di specifici parametri statistici – popolazione, flussi,
cluster dimensionali – integrati da indicatori qualificativi della domanda di giustizia, quali il numero di imprese presenti sul territorio e la loro concentrazione per circondario, l'incidenza della criminalità organizzata, l'accessibilità del servizio per i cittadini.
  Alla stregua dei predetti criteri, agli uffici giudicanti di primo grado del distretto della Corte d'appello di Venezia sono stati complessivamente assegnati 29 ulteriori posti di giudice.
  Agli uffici requirenti del distretto sono state, invece, assegnate 9 unità aggiuntive.
  Lo schema di decreto è attualmente all'esame del Consiglio superiore della magistratura per il prescritto parere e, all'esito, il Ministero curerà con la necessaria tempestività gli ulteriori adempimenti.
  Analogo impegno è riservato ad assicurare il numero delle unità di magistrati in servizio, agevolando anche il processo di ricambio generazionale.
  Sono, difatti, attualmente in corso due procedure di selezione e reclutamento, rispettivamente, di 340 e 350 magistrati ordinari, che consentiranno, tra il gennaio 2017 e il gennaio 2018, l'entrata in servizio di 690 nuovi magistrati, anche grazie alla riduzione, operata con il decreto-legge n. 168 del 2016, del tirocinio formativo da diciotto a dodici mesi.
  Sarà, inoltre, prossimamente bandito un nuovo concorso per la copertura di ulteriori 350 posti e mi preme sottolineare che si procederà, con cadenza annuale, all'espletamento di procedure concorsuali per la selezione di 350 magistrati ordinari, come già avvenuto nell'ultimo triennio.
  Proprio al fine di stabilizzare la permanenza nelle sedi di assegnazione è stato, infine, previsto nel decreto-legge citato anche l'innalzamento da tre a quattro anni del termine di legittimazione perché i magistrati possano partecipare alle procedure di trasferimento, bandite dal Consiglio superiore della magistratura.

Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

giurisdizione giudiziaria

Veneto

azione civile

sistema giudiziario