ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03987

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 188 del 12/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: MURA ROMINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 12/03/2014
Stato iter:
07/08/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2014
PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/08/2014

CONCLUSO IL 07/08/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03987
presentato da
MURA Romina
testo di
Mercoledì 12 marzo 2014, seduta n. 188

   MURA. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   ci sono oltre 4 milioni di cittadini italiani residenti all'estero, ai quali si sommano i milioni di cittadini di discendenza italiana e negli ultimi anni si è affermata una nuova emigrazione, di giovani studenti, ricercatori, professionisti ed imprenditori;
   dai dati presentati nel 2012 dalla Commissione per la spending review del Ministero degli affari esteri, insediata nel 2011, emerge che il bilancio del Ministero, pari allo 0,22 per cento del bilancio statale, è decisamente più esiguo di quello dei principali Paesi europei: il costo complessivo della rete estera è pari al 44 per cento del bilancio, e la spesa per il personale all'estero raggiunge il 38,5 per cento;
   il piano presentato dal Ministero degli affari esteri sul «Riorientamento della rete consolare», prospetta un calendario di soppressioni strutturato in tre fasi (la soppressione di 7 sedi entro il 30 novembre 2013, di altre 5 sedi entro il 20 febbraio 2014 e di ulteriori due entro il 30 giugno 2014);
   oltre alle chiusure pubblicate nel calendario, è stata annunciata la soppressione di altre 23 sedi, tra le quali 3 rappresentanze diplomatiche, 11 uffici consolari, 7 sportelli consolari, 5 Istituti di cultura e 8 sezioni distaccate di Istituti di cultura;
   il piano di «Riorientamento della rete consolare», a giudizio dell'interrogante, contraddice quanto indicato dalla Commissione spending review, perseverando nella logica dei tagli lineari ai servizi, ma lasciando inalterata la composizione della spesa, in particolare quella riguardante il personale;
   a quanto consta all'interrogante, in occasione del suddetto piano, il Ministero degli affari esteri non ha chiesto nessun parere al Consiglio generale degli italiani all'estero, di fatto contravvenendo a quanto prescritto dalla legge del 6 novembre del 1989 n. 368, all'articolo 3, comma 1, lettera e) secondo il quale: «Il C.G.I.E. esprime parere obbligatorio sugli orientamenti del Governo concernenti linee di riforma dei servizi consolari, scolastici e sociali» –:
   quali siano i risparmi reali derivati dalla soppressione delle sedi consolari individuate dal Ministero;
   se non sia necessario rivedere il numero e le sedi da sopprimere, dopo aver sentito il parere del Consiglio generale degli italiani all'estero;
   quale sia il livello di assistenza assicurato ai connazionali all'estero, nei territori dove sono stati cancellati importanti presidi quali le sedi consolari. (4-03987)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 agosto 2014
nell'allegato B della seduta n. 281
4-03987
presentata da
MURA Romina

  Risposta. — Come noto, la riorganizzazione della rete estera costituisce un preciso obbligo di legge nel quadro della spending review (da ultimo previsto decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modifiche nella legge 7 agosto 2012, n. 135), che coinvolge le amministrazioni pubbliche. Per il Ministero degli affari esteri, l'esercizio impone specifici obiettivi di riduzione delle strutture all'estero tra rappresentanza diplomatiche, Uffici consolari e Istituti italiani di cultura (IIC).
  In uno spirito di piena trasparenza, la Farnesina ha inteso condividere con gli attori istituzionali interessati il percorso di individuazione delle sedi da includere nel nuovo piano, coinvolgendo le competenti Commissioni parlamentari, il Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), nonché le organizzazioni sindacali, proprio allo scopo di raccogliere punti di vista e sensibilità diverse.
  Proprio in occasione dell'assemblea generale del CGIE svoltasi alla Farnesina dal 27 al 29 novembre 2013, era stata sottoposta al Consiglio una «rosa» di possibili sedi da avviare a chiusura e si era chiesto allo stesso di voler fornire valutazioni che potessero agevolare l'Amministrazione nell'individuare quelle da inserire definitivamente nel piano. L'operato del Ministero è andato dunque al di là degli adempimenti formali strettamente connessi alle previsioni della legge n. 368 del 1989, non limitandosi a richiedere al Cgie un semplice parere, che, peraltro, si ricorda, ai sensi di legge, non è vincolante.
  L'obbligo normativo è stato considerato come un'opportunità di riallocazione delle risorse finanziarie ed umane, in costante decrescita, al fine di riorientare progressivamente la rete diplomatica, consolare e culturale (tuttora fortemente eurocentrica, in quanto concepita ben prima del cammino dell'integrazione europea) verso aree del mondo di nuova priorità strategica o più emergenti sul piano economico, nuovi poli geopolitici ove oggi si impone l'esigenza della presenza istituzionale.
  Si è scelto pertanto di chiudere alcuni uffici prevalentemente concentrati in aree ove le nostre collettività risultano maggiormente integrate, contestualmente aprendo in aree del mondo strategiche per i nostri interessi di particolare crescita economica.
  Sono state utilizzate le sinergie con il Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) per consentire a Santo Domingo e Tegucigalpa – una volta chiuse le nostre ambasciate – l'invio di personale italiano presso le locali delegazioni, a garanzia della piena continuità del dialogo istituzionale con le autorità di governo dei due Paesi.
  Nonostante i vincoli esistenti, il Governo ha comunque voluto tenere conto di alcune istanze apportando talune modifiche alla lista delle sedi in chiusura. Per esempio gli IIC di Stoccarda e Lione, allo scopo di salvaguardare gli obiettivi di promozione della cultura italiana all'estero sono stati espunti dalla lista.
  Alla luce di quanto sopra, giova ricordare nel dettaglio che con la delibera del 4 aprile 2014 il Consiglio dei ministri ha suggellato ufficialmente il piano di riorganizzazione, di concerto con l'amministrazione finanziaria, che è dunque in via di definitivo perfezionamento e questo dicastero ha certificato le relative stime di risparmio nel quadro dell'esercizio della
spending review che sono stimati nell'insieme dei provvedimenti di riorganizzazione della rete pari a circa 11 milioni di euro.
  L'individuazione delle sedi della rete consolare è stata frutto di un processo istruttorio che ha considerato numerosi elementi, tra cui il volume dell'attività consolare, il numero dei connazionali, il livello di integrazione delle comunità nelle realtà locali, la distanza degli uffici dalle strutture che ne recepiscono le competenze, la relativa facilità nei collegamenti.
  La Farnesina si è mantenuta in linea con la necessità di un complessivo ripensamento dell'assetto dell'organizzazione consolare, cominciando proprio dall'Europa. Si vorrebbe concentrare le principali funzioni in pochi grandi Consolati
«hub» – competenti per macroaree ed in grado di sfruttare le economie di scala – affiancati da reti di strutture periferiche più leggere, con ampia utilizzazione di risorse e strutture reperibili in loco.
  Il Ministero conferma comunque – anche in linea con quanto previsto dall'ordine del giorno unitario Micheloni/Mussini/Puppato approvato lo scorso 28 maggio in Aula Senato – l'impegno a garantire adeguati servizi consolari ai connazionali all'estero, sia di nuova emigrazione attraverso lo sviluppo delle tecnologie informatiche, sia verso quella più tradizionale, per la quale si prevedono diverse forme di presenza consolare, come ad esempio gli uffici consolari onorari (è già operativo l'Ufficio onorario di Scutari in luogo del consolato chiuso nel novembre scorso, gli uffici di Amsterdam e Timisoara sono stato istituiti, mentre sono in via di definizione le procedure volte all'istituzione di altri uffici onorari in molte delle altre circoscrizioni interessate dal ridimensionamento quali Newark, Alessandria, Spalato eccetera). Nel contempo, giova sottolineare che si procede a mirati rafforzamenti degli organici delle sedi che ricevono le competenze di quelle in chiusura per consentire un'operatività efficace a fronte delle accresciute competenze.
  Infine, ampie sono le potenzialità da percorrere in ambito informatico con l'applicazione di nuovi sistemi all'attività consolare che consentirà via via agli utenti registrati di fruire a distanza di alcuni servizi.

Il Viceministro degli affari esteriLapo Pistelli.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

CONSIGLIO GENERALE DEGLI ITALIANI ALL' ESTERO ( CGIE ), L 1989 0368

EUROVOC :

consolato