ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03889

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 184 del 06/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: LOMBARDI ROBERTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/03/2014
Stato iter:
31/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/07/2015
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/03/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/07/2015

CONCLUSO IL 31/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03889
presentato da
LOMBARDI Roberta
testo di
Giovedì 6 marzo 2014, seduta n. 184

   LOMBARDI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   Roberto Mancini, sostituto commissario di Polizia a Roma, ha lavorato nella sezione anticamorra della Criminalpol dal 1986 e, a partire dal 1994 e per tutto il resto della sua attività lavorativa, ha condotto una lunga serie di indagini relative al traffico illecito di rifiuti, i cui risultati sono poi confluiti nell'ambito del processo per disastro ambientale e inquinamento delle falde acquifere, condotto dal Pm Alessandro Milita;
   tra il 1997 e il 2001, Mancini ha collaborato con la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, presieduta da Massimo Scalia, svolgendo numerose missioni in Italia, nella «terra dei fuochi», e all'estero;
   durante tale collaborazione, il sostituto commissario ha effettuato decine di sopralluoghi in discariche di rifiuti tossici e radioattivi, entrando in contatto con le scorie sversate dalla camorra e dalle industrie chimiche;
   ha visitato le centrali nucleari italiane, è sceso nel ventre delle miniere di sale in Germania – protetto solo da una mascherina – ha percorso metro per metro i luoghi dell'orrore in provincia di Caserta, ha seguito i percorsi dei camion carichi di veleni del nord Italia spediti verso la terra dei fuochi;
   nel 2002 gli è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin: il Comitato di verifica del Ministero delle finanze, organo consultivo che emana pareri sulla dipendenza da causa di servizio delle infermità contratte da dipendenti pubblici, civili o militari, ha certificato che il suo tumore del sangue dipende da «causa di servizio»;
   Mancini ha presentato quindi una richiesta di risarcimento danni allo Stato per malattia professionale, vedendosi riconoscere solo un equo indennizzo pari a 5 mila euro e solo da parte del Ministero dell'interno;
   il sostituto commissario si è poi rivolto alla Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, in qualità di rappresentante dell'organo ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento, chiedendo che gli venisse risarcita quella malattia contratta a causa della contaminazione con sostanze nocive, avvenuta durante le indagini svolte per la commissione parlamentare;
   la Presidenza, per il tramite degli uffici, ha declinato qualsiasi responsabilità in relazione ad ogni forma di risarcimento –:
   per quale motivo Mancini fu inquadrato nell'Ispettorato della Polizia di Stato in data 16 aprile 1998, cioè 7 mesi dopo l'effettivo inizio della sua collaborazione con la Commissione, sancito dal giuramento avvenuto il 23 settembre 1997;
   con quali mansioni Mancini fu inquadrato nell'Ispettorato della Polizia della Camera dei deputati;
   se vi siano mansioni svolte durante la sua attività per conto della Commissione d'inchiesta che non siano state espressamente autorizzate o coordinate attraverso l'Ispettorato della Polizia della Camera;
   se, a fronte di una malattia tanto grave e per cui è stato accertato il nesso causale con il servizio prestato in favore dello Stato, appaia ragionevole e dignitoso un indennizzo pari a 5.000 euro, come quello riconosciuto a Mancini. (4-03889)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 31 luglio 2015
nell'allegato B della seduta n. 473
4-03889
presentata da
LOMBARDI Roberta

  Risposta. — Il sostituto commissario della Polizia di Stato Roberto Mancini è deceduto il 30 aprile 2014 per un particolare tipo di linfoma insorto a seguito delle missioni effettuate tra gli anni 1997 e 2001 nei territori ubicati al confine tra le province di Napoli e Caserta, su incarico ufficiale della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
  Durante il servizio reso presso l'ispettorato generale di pubblica sicurezza presso la Camera dei deputati, aveva partecipato a tutte le attività, esterne ed interne, svolte dalla menzionata commissione parlamentare e aveva compiuto numerose e frequenti missioni in territorio nazionale ed estero.
  La predetta infermità era stata riconosciuta come dipendente da causa di servizio nell'aprile 2010, con conseguente concessione dell'equo indennizzo a cui si fa riferimento nell'interrogazione.
  Quando era ancora in vita, il signor Mancini aveva presentato un'istanza finalizzata al riconoscimento dello status di soggetto equiparato a vittima del dovere; status che gli è stato attribuito nel settembre 2014, con conseguente inserimento del suo nominativo nella XVII pubblicazione della graduatoria nazionale delle posizioni – regolarmente ostensibile sul sito web istituzionale del Ministero dell'interno – (pos. 2238), secondo l'ordine cronologico degli eventi.
  I decreti a firma del capo della polizia – direttore generale della pubblica sicurezza, con i quali sono stati erogati ai familiari superstiti i benefici connessi allo status citato sono stati già predisposti e sono in via di liquidazione.
  Si soggiunge che, nell'immediatezza del decesso, sono stati concessi alla vedova un contributo e un sussidio straordinario a carico del fondo di assistenza per il personale della Polizia di Stato.
  Inoltre, sono state avviate le procedure concernenti il pagamento di un contributo per le spese funerarie e mediche e di una elargizione una tantum, in caso di assenza di reddito da parte della vedova.
  Si rappresenta, altresì, che è stata avviata la procedura per l'eventuale inserimento della figlia del signor Mancini in un piano di assistenza connesso alla definizione della pratica pensionistica, ciò che comporterebbe la corresponsione mensile di una somma variabile in base al reddito, al momento non quantificabile.
  Peraltro, la Prefettura di Roma, nel mese di maggio 2014, dopo aver acquisito i dati economici e matricolari del signor Mancini, ha trasmesso la pratica all'Inps, per il pagamento della pensione ordinaria indiretta.
  La vedova del signor Mancini, dal canto suo, ha chiesto il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio dell'infermità letale, quale aggravamento della patologia già riconosciuta dipendente da causa di servizio al predetto, sia ai fini della pensione privilegiata di reversibilità che dell'equo indennizzo. La Commissione medico-ospedaliera di Roma ha riconosciuto l'aggravamento il 5 giugno 2014.
  Il successivo 16 giugno è stata trasmessa, sempre all'Inps, tutta la documentazione per la liquidazione del trattamento speciale previsto dall'articolo 93 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973 (Testo unico delle norme sul trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e militari dello Stato).
  In particolare alla vedova spetta, per la durata di un triennio dal decesso del coniuge, un trattamento speciale di importo pari a quello della pensione privilegiata di prima categoria, calcolato sull'intera base pensionabile. Dopo i tre anni, la predetta manterrà il diritto al trattamento di pensione privilegiata di reversibilità nella misura dell'80 per cento fino al perdurare delle condizioni previste dalla legge.
  Si rappresenta ancora che il 26 settembre 2014 è stato emesso il decreto ministeriale n. 1927/2014 di liquidazione del beneficio dell'equo indennizzo di prima categoria, ai sensi del combinato disposto delle leggi n. 1094/1970 e n. 724/1994.
  Infine, si informa che il 15 maggio 2014 al signor Mancini è stata conferita, alla memoria, la medaglia d'oro al valore civile con la seguente motivazione: «Per l'essersi prodigato, nell'ambito della lotta alle ecomafie, con straordinario senso del dovere ed eccezionale professionalità nell'attività investigativa per l'individuazione, nel territorio campano, di siti inquinati da rifiuti tossici illecitamente smaltiti. L'abnegazione e l'incessante impegno profuso, per molti anni, nello svolgimento delle indagini gli causavano una grave patologia che ne determinava prematuramente la morte. Mirabile esempio di spirito di servizio e di elette virtù civiche, spinti fino all'estremo sacrificio, Regione Campania 1994-2014».
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

indennizzo

malattia professionale

polizia

rischio sanitario

sostanza tossica

commissione d'inchiesta

traffico illecito

assicurazione infortuni sul lavoro

deposito dei rifiuti