ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03877

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 184 del 06/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: LABRIOLA VINCENZA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 06/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CATALANO IVAN MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 06/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 06/03/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 02/05/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03877
presentato da
LABRIOLA Vincenza
testo di
Giovedì 6 marzo 2014, seduta n. 184

   LABRIOLA e CATALANO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il «braccialetto elettronico» fu introdotto dal decreto-legge n. 341 del 2000, convertito con modificazioni dalla legge n. 4 del 2001, con l'obiettivo specifico di affievolire l'emergenza legata al sovraffollamento carcerario, ma purtroppo la media di utilizzo nel 2010 non superò i dieci braccialetti l'anno con una spesa di diversi milioni di euro;
   in dieci anni, dal 2001 al 2011, lo Stato ha speso poco più di 81 milioni di euro per l'utilizzo di circa 14 braccialetti elettronici. È quanto ha messo nero su bianco dalla Corte dei conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, nel testo della deliberazione numero 11 resa nota il primo ottobre 2012, emanata in relazione a diverse situazioni di criticità che oggi gravitano attorno al pianeta carcere. E, tra queste, la magistratura contabile ha dedicato un apposito capitolo all'utilizzo del braccialetto elettronico;
   nell'ambito delle misure alternative all'arresto o alla detenzione in carcere è stata prevista dal 2001 (ex articolo 16 del decreto-legge n. 341 del 2000) la possibilità di controllare a distanza e senza oneri diretti di sorveglianza il soggetto arrestato e/o detenuto nel domicilio, attraverso l'applicazione, al polso o alla caviglia, di un «braccialetto elettronico» realizzato in modo tale da segnalarne gli spostamenti dai limiti del domicilio;
   l'analisi della Corte, pertanto, richiama l'attenzione sulle circostanze dell'introduzione di tali sistemi, sul contratto di fornitura e sui livelli di spesa complessiva sostenuti «al solo fine di poter esprimere una valutazione sulla redditività ed opportunità gestionale e di ottenere conferme, correzioni o cessazioni dell'impiego di tali strumenti»;
   la Corte ha rilevato che la convenzione stipulata con Telecom, prevede, oltre il noleggio e la manutenzione, anche la gestione operativa della piattaforma tecnologica, che rappresenta la componente finanziariamente più onerosa. Nel periodo di vigenza della convenzione, comunque rinnovata dal Ministro Cancellieri sino al 2018, il costo del sistema ha superato i 10 milioni annui. In particolare, l'Amministrazione dell'interno ha convenuto con Telecom un importo, una tantum, di 8,64 milioni di euro (Iva esclusa) per l'attivazione del servizio ed un compenso annuo di 9,083 milioni di euro (sempre Iva esclusa), in rate semestrali, pari, per 8 anni, a 72.664.000,00;
   in totale, la magistratura contabile, ha rilevato che sono stati spesi 81,3 milioni di euro. Nonostante lo stesso Viminale avesse sollevato dubbi per lo scarso utilizzo del braccialetto elettronico e il relativo elevato costo, la Corte ha rimarcato che il contratto con la Telecom è stato rinnovato, migliorato tecnologicamente e prevedendo un aumento del numero di dispositivi utilizzabili (da 400 a 2.000), in relazione a un potenziale incremento delle richieste da parte dell'autorità giudiziaria connesse a misure collegate con il decreto svuota carceri;
   nel frattempo, comunque, si è inserita Fastweb che ha deciso di presentare ricorso al TAR contro l'accordo e a quel punto si è scatenata la battaglia di fronte alla giustizia amministrativa con tanto di annullamento della convenzione da parte del tribunale regionale e il successivo intervento del Consiglio di Stato che ha respinto il contro-ricorso Telecom, rimandando però tutto alla Corte di giustizia dell'Unione europea;
   la recente approvazione della legge di conversione del decreto n. 146 del 2013 cosiddetto «svuota-carceri», poi convertito con modificazioni dalla legge n. 10 del 2014 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di venerdì 21 febbraio prevede tra le altre misure l'utilizzo dei braccialetti elettronici che da adesso in poi saranno la regola e non più l'eccezione;
   ad oggi comunque e nonostante le nuove prescrizioni di legge quello che in Italia è uno strumento che stenta a decollare, in altri Paesi, Gran Bretagna, Francia e in Russia è una realtà consolidata –:
   quali iniziative i Ministri interrogati abbiano intenzione di assumere per garantire anche nel nostro Paese l'uso corretto del braccialetto elettronico;
   quali azioni intendano avviare per assicurare la massima trasparenza nell'affidamento dei relativi appalti;
   quali iniziative concrete abbiano intenzione di assumere per verificare il corretto funzionamento di tale dispositivo in merito alla copertura del segnale di rilevamento che sembra essere il più rilevante dei problemi che sino ad ora ne hanno impedito il corretto utilizzo.
(4-03877)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2000 0341

EUROVOC :

componente elettronico

verifica ispettiva

carcerazione