ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03870

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 184 del 06/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI NICOLA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 06/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/03/2014
Stato iter:
11/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/06/2015
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/06/2015

CONCLUSO IL 11/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03870
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Giovedì 6 marzo 2014, seduta n. 184

   MOLTENI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   da notizie di stampa si apprende che è stato formulato un piano di spending review per il comparto sicurezza con cui il Ministro dell'interno ha previsto la chiusura di 267 presidi di polizia in tutta Italia;
   dalla metà di febbraio questori e prefetti hanno ricevuto in visione il suddetto piano ed entro metà marzo dovranno formulare il loro parere, comunque non vincolante, come sembra dispongano le circolari a firma del Ministro dell'interno e del capo dipartimento di pubblica sicurezza;
   la regione Liguria, più di altre, sarà colpita duramente dai tagli paventati in detto piano, addirittura con la soppressione di 20 uffici territoriali e l'ulteriore declassamento di altri presidi;
   in particolare, risulterebbero a rischio di chiusura: nella provincia di Genova tre uffici (i Posti di polizia ferroviaria di Chiavari e Ronco Scrivia e la squadra nautica di Genova) e declassate le due sottosezioni di polizia ferroviaria di Genova Brignole e Genova Sampierdarena, nella provincia di La Spezia cinque uffici (il posto polizia ferroviaria Sarzana, la sezione polizia postale La Spezia, l'ufficio frontiera marittima La Spezia, la Squadra Nautica La Spezia e il nucleo artificieri ufficio frontiera La Spezia), nella provincia di Imperia cinque uffici (il distaccamento polizia stradale Sanremo, il posto polizia ferroviaria Imperia Oneglia, il posto polizia ferroviaria Sanremo, la sezione polizia postale Imperia e la squadra nautica Imperia), mentre nella provincia di Savona ben sette uffici (il commissariato di pubblica sicurezza Alassio, il distaccamento polizia stradale finale Ligure, la sezione polizia postale Savona, l'ufficio frontiera marittima Savona, la squadra nautica Savona, il distaccamento nautico Alassio e il nucleo artificieri ufficio frontiera Savona);
   nel 2012 la Liguria era una delle regioni meno sicure, con tre province su quattro tra le prime posizioni nella classifica stilata dal Sole 24 ore sulla base dei dati del Ministero dell'interno (Genova in sesta posizione, Imperia in decima e Savona in dodicesima) con un numero maggiore di reati rispetto ad altre città come, ad esempio, Napoli (in trentesima posizione) o Palermo (in trentatreesima posizione);
   i dati forniti dal presidente della corte d'appello di Genova, Mario Torti, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a gennaio 2014, hanno confermato anche per l'anno 2013 questo trend negativo e, in generale, un incremento «particolarmente notevole e preoccupante» dei crimini, soprattutto per alcuni tipi di reati (ad esempio furti in appartamento, passati nell'ultimo anno da 2.750 a 3.254, rapine e omicidi);
   in questo particolare momento di difficoltà, in cui crisi e immigrazione clandestina contribuiscono ad aumentare il numero dei reati e delle situazioni a rischio e come confermano i dati ufficiali anche sopra indicati, le forze dell'ordine e i loro presidi, già ridotti ai minimi termini a causa dei continui tagli al comparto sicurezza, andrebbero invece sostenuti e potenziati, non indeboliti o soppressi;
   privare il territorio di importanti presidi che garantiscono la tutela della sicurezza e il contrasto alla criminalità di fatto andrà a penalizzare ulteriormente i cittadini –:
   se il Governo ritenga compatibile con il degrado della sicurezza e dell'ordine pubblico in atto nella regione Liguria il piano di soppressione e declassamento dei presidi indicati in premessa, che ridurrebbe sensibilmente le capacità delle forze dell'ordine nel campo della prevenzione e del contrasto alla criminalità, se non si ritenga invece più opportuno rinunciarvi ed altresì potenziare il comparto sicurezza in Liguria, in termini di nuove risorse sia strumentali che di personale, mediante l'utilizzo delle disponibilità del Fondo unico di giustizia, creato dal Ministro dell'interno e dove sono giacenti le somme sequestrate e confiscate ai mafiosi.
(4-03870)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 11 giugno 2015
nell'allegato B della seduta n. 440
4-03870
presentata da
MOLTENI Nicola

  Risposta. — Si risponde congiuntamente alle interrogazioni indicate in oggetto, concernenti l'eventuale chiusura di alcuni uffici di polizia in varie zone del territorio nazionale (Liguria, province di Bologna, Siena, Viterbo).
  Le questioni segnalate nelle interrogazioni in esame sono legate ad un piano di razionalizzazione della presenza delle forze dell'ordine sul territorio, sottoposto nei primi mesi dello scorso anno al parere delle autorità provinciali di pubblica sicurezza, ma a tutt'oggi non ancora definito, essendo sopravvenuto una circostanza pregiudiziale, cioè la presentazione da parte del Governo di un disegno di legge sulla riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, contenente alcune importanti indicazioni proprio in tema di riorganizzazione del sistema della sicurezza.
  Con tale provvedimento normativo l'esecutivo ha indicato al Parlamento, rimettendosi alle sue valutazioni, un indirizzo di fondo che persegue lo scopo di evitare duplicazioni e sovrapposizioni dispersive e di favorire la gestione associata dei servizi strumentali, in adesione ai principi di efficienza della spesa pubblica.
  Un ulteriore criterio direttivo individuato dal disegno di legge, più settoriale, è legato, invece, al tema della sicurezza ambientale agroalimentare, per il quale è prevista la possibilità anche di un'eventuale confluenza del corpo forestale dello stato in altra forze di polizia.
  Il provvedimento non intacca l'impianto della legge n. 121 del 1981, imperniato sul necessario pluralismo delle forze di polizia sulle funzioni di coordinamento a livello centrale come anche sul territorio. Si è consapevoli, d'altra parte, che la valorizzazione del coordinamento è pienamente funzionale al processo di spending review, consentendo di realizzare più agevolmente il duplice obiettivo di incrementare l'efficienza del sistema e di ridurre gli sprechi grazie al moltiplicarsi delle sinergie operative.
  Il disegno di legge è attualmente all'esame del Parlamento. Solo quando il legislatore ne avrà puntualizzato i contenuti, il Governo potrà procedere alla definizione del piano di razionalizzazione.
  Si può affermare fin d'ora che gli interventi ipotizzati nel piano saranno dettati da esclusive esigenze di efficientamento, senza che ne venga a soffrire la qualità del prodotto sicurezza, che, semmai, verrà accresciuta da una migliore e più adeguata rispondenza alle esigenze del paese, in una logica di effettiva prossimità al cittadino.
  L'idea di fondo è quella di dar vita a una nuova pianificazione strategica che tenga conto di oggettivi e rigorosi indicatori di contesto, tali da restituire la più fedele immagine del territorio, della sua realtà socio-economica e dei fenomeni delittuosi che la connotano.
  A tale riguardo va sottolineato che in alcuni settori più di altri – come quello delle telecomunicazione, dell'informatica, e dei trasporti – il mutamento tecnologico e infrastrutturale del Paese è stato molto rapido, con caratteri di sostenuta innovazione. Tuttavia, la ridefinizione degli assetti strutturali e funzionali della polizia di Stato, con riferimento soprattutto alle sue specialità, non è sempre andata di pari passo con tale processo, con la conseguenza di un rischio di arretramento della risposta rispetto alle nuove minacce alla sicurezza che si sono venute affermando.
  Sotto altro profilo, occorre considerare il peso sempre maggiore che ha finito con l'assumere la percezione della sicurezza e l'esigenza di conferirle un più adeguato rilievo anche in sede di pianificazione e organizzazione dei servizi di controllo del territorio. Ciò nel presupposto, maturato anche alla luce delle esperienze di altri paesi occidentali, che la sicurezza percepita sia indissolubilmente legata alla visibilità e alla capacità di intervento dell'operatore di polizia piuttosto che alla mera presenza di strutture.
  Sulla scorta di tali elementi di valutazione, il progetto di riorganizzazione potrà articolarsi in linea di massima su due linee direttrici fondamentali.
  La prima, da concertare con il comando generale dell'arma dei carabinieri, sarà fondata su un criterio di compensazione tra le due forze a competenza generale nel presidio del territorio. L'obiettivo primario concerne nella sostanza il migliore impiego delle risorse umane in aree in cui le carenze di organico dei due corpi di polizia e i mutati scenari della sicurezza suggeriscono una diversa e più razionale distribuzione del personale, rendendo così possibile il recupero di aliquote da destinare a compiti operativi.
  La seconda direttrice riguarderà, invece, la razionalizzazione dei presìdi delle quattro specialità di base della polizia di Stato (stradale, ferroviaria, postale e di frontiera) e dei reparti speciali (squadre nautiche, squadre dei sommozzatori, squadre a cavallo e nuclei artificieri).
  A tal proposito va sottolineato che la polizia postale ha ormai assunto compiti aventi spiccate connotazioni di alta specializzazione tecnologica, orientati alla tutela delle infrastrutture immateriali e, in particolare, al contrasto del crimine informatico nelle sue più variegate forme.
  L'organizzazione attuale, concepita quando l'attività era essenzialmente quella di scorta alla corrispondenza e di vigilanza agli uffici postali, va dunque adeguata alle nuove esigenze. Il territorio con cui oggi si confronta la polizia postale è la rete, un luogo virtuale che richiede professionalità e risorse tecniche diverse da prima, ma che postula soprattutto un'organizzazione completamente nuova, in grado di privilegiare il rapporto con gli uffici giudiziari competenti per i reati informatici.
  Sul versante estero è di fondamentale importanza privilegiare le aree, come il continente americano e alcuni paesi d'oriente, nelle quali si concentrano i maggiori flussi di traffico digitale.
  Va anche considerato che l'informatica e i sistemi di comunicazione sono, infatti, diventati gli strumenti di uso abituale delle associazioni criminali di tipo mafioso e di tipo terroristico e il loro contrasto, nella logica di corrispondere simmetricamente alla minaccia, richiede l'adeguamento costante delle strumentazioni in dotazione alle forze dell'ordine.
  Anche la polizia stradale e quella ferroviaria saranno interessate da un processo di innovazione, perché dagli anni novanta ad oggi i volumi di traffico sono notevolmente aumentati così come le direttrici principali hanno subito notevoli cambiamenti.
  In ragione di queste trasformazioni, gli interventi allo studio – dopo oltre venticinque anni dall'ultimo processo di riorganizzazione – avranno l'obiettivo di potenziare la presenza degli operatori di polizia stradale in particolare lungo le arterie viarie più importanti.
  Analoghe considerazioni vanno svolte in relazione alla sicurezza dei traffici ferroviari, la cui fisionomia è venuta fortemente a evolversi in ragione di molteplici fattori di cambiamento, a cominciare dallo sviluppo dell'alta velocità per arrivare alla separazione della rete di traffico dai gestori di servizio e alla trasformazione delle grandi stazioni, divenute da semplici luoghi di transito punti di incontro e di allocazione di attività commerciali. È del tutto evidente come sia necessario ripensare all'organizzazione della polizia ferroviaria disegnandone i contorni alla luce del predetto mutato scenario.
  Per quanto riguarda la polizia di frontiera, un criterio direttivo per gli interventi di razionalizzazione che potranno interessare i presìdi di frontiera marittima e aerea è strettamente collegato all'abolizione dei controlli alle frontiere interne, in attuazione dell'accordo Schengen.
  Il piano di razionalizzazione riguarderà anche i presìdi relativi ai reparti speciali a carattere sussidiario.
  L'opera di riordino seguirà un criterio basato sulla valorizzazione delle specifiche vocazioni delle singole forze di polizia e sulla salvaguardia delle professionalità più consolidate nei vari settori.
  Nel complesso è possibile affermare che attraverso l'insieme degli interventi di ottimizzazione ipotizzati per le specialità e i reparti speciali sarà possibile recuperare risorse per compiti prettamente operativi, a beneficio di un miglioramento complessivo dei servizi e dell'azione di polizia. 
  In conclusione, il piano di riorganizzazione – che, si ribadisce, è attualmente allo studio e terrà conto dell'approdo che avrà il dibattito parlamentare sul disegno di legge relativo alle pubbliche amministrazioni – risponde esclusivamente a una logica del costante miglioramento organizzativo, senza perdere di vista, tuttavia, le esigenze di razionalizzazione della spesa pubblica.
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

lotta contro la criminalita'

Liguria

polizia

risorsa economica

mafia

sicurezza pubblica