ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03817

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 182 del 04/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: COLONNESE VEGA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 04/03/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 04/03/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 10/03/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03817
presentato da
COLONNESE Vega
testo di
Martedì 4 marzo 2014, seduta n. 182

   COLONNESE, FICO, SILVIA GIORDANO, TOFALO, CANCELLERI, LIUZZI, NICOLA BIANCHI, DE ROSA, MANNINO e CRISTIAN IANNUZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   risulta agli interroganti che in data 5 giugno 2013 un cittadino, avvocato Roberto Ionta, inoltrava formale denuncia alla Commissione delle comunità europee affermando che lo Stato italiano, aderendo al «Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'Unione europea» (detto «Fiscal Compact») violava l'articolo 126, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e il protocollo n. 12, articolo 1, nonché l'articolo 17 del regolamento n. 1175 del 2011;
   lo Stato italiano, infatti, aderendo al fiscal compact, dallo stesso ratificato nel 2012, che prevede il rapporto deficit/prodotto interno lordo allo 0,5 per cento e il rientro entro venti anni del rapporto debito/prodotto interno lordo al 60 per cento, non rispetta i dettami del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, come integrato dal Trattato di Lisbona, nonché il regolamento n. 1175 del 2011;
   difatti il Trattato di stabilità cui l'Italia ha aderito con ratifica del 2012 non ha la stessa valenza giuridica e non può derogare e/o abrogare il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, come integrato dal Trattato di Lisbona, e i parametri di Maastricht e il patto di stabilità e crescita (trattato di Amsterdam) che prevedono il rapporto deficit/prodotto interno lordo al 3 per cento, previsti anche nel regolamento n. 1175 del 2001;
   il Trattato di stabilità è un mero accordo intergovernativo mai votato in Parlamento europeo e non ratificato da tutti e ventotto i membri dell'Unione europea (non ratificato da Regno Unito e Repubblica Ceca) pertanto, non fa parte, come anche in esso indicato, del corpus normativo dell'Unione europea e di conseguenza non ha la medesima valenza giuridica del diritto comunitario che quindi non può essere derogato neanche temporaneamente e/o abrogato dallo stesso. Un esempio già verificatosi è quello della Costituzione europea che non fu ratificata da Francia e Paesi Bassi e non trovò applicazione nell'Unione;
   l'Italia, quindi, alla luce di quanto sopra esposto, rispettando e applicando il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'Unione europea incorrerebbe secondo gli interroganti nella violazione del trattato sul funzionamento dell'Unione europea che, si ripete, all'articolo 126, paragrafo 2, prevede il rapporto dei disavanzi pubblici rimandando poi al protocollo allegato n. 12 sulla procedura per disavanzi eccessivi che all'articolo 1 prevede proprio il rapporto disavanzo/prodotto interno lordo al 3 per cento, che l'Italia è tenuta a rispettare. L'Italia violerebbe anche l'articolo 17 del regolamento n. 1175 del 16 novembre 2011 del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1466/97; l'articolo 17 prevede infatti il rapporto del 3 per cento rispetto al prodotto interno lordo della posizione di bilancio statale, regolamento che deve pertanto rispettare quale norma di grado superiore nel diritto comunitario e direttamente vincolante per l'Italia rispetto al fiscal compact;
   in data 25 luglio 2013, Matteo Salto, in qualità di capo unità aggiunto di politiche fiscali e analisi (DG ECFIN) della Commissione europea, in risposta all'istanza del cittadino suddetto, pur riconoscendo la differenza di valore tra accordo e normativa europea, rigettava la denuncia adducendo motivazioni secondo gli interroganti lacunose e contraddittorie;
   con legge costituzionale il 20 aprile 2012 n. 1 è stato introdotto nella Costituzione il principio dell'equilibrio strutturale delle entrate e delle spese di bilancio;
   in una recente intervista Giuseppe Guarino, professore emerito nell'università degli studi di Roma «La Sapienza», ha definito il fiscal compact «una scorciatoia» per l'applicazione dell’austerity in Italia malgrado sussistano motivazioni giuridiche che prevedono l'obbligo per il Governo italiano di liberarsi dagli attuali vincoli che gravano sulla politica di bilancio ed esigere finanche «che sia la Commissione dell'Unione europea ad attestare pubblicamente che il limite valido all'indebitamento annuo è quello del 3 per cento e non altro»;
   nel 2009 era stata aperta la procedura per deficit eccessivo (Edp) contro l'Italia, dopo che i conti pubblici avevano sforato il tetto del 3 per cento del rapporto deficit/prodotto interno lordo fissato dai parametri di Maastricht. Nel maggio 2013 la Commissione europea chiudeva la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia e dopo pochi giorni accordava a Francia, Spagna e Portogallo il permesso di derogare dall'obiettivo fino al 2015 incluso –:
   quali siano le motivazioni giuridiche, oltre che politiche ed economiche, che giustifichino l'applicazione in Italia del Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'Unione europea, nonostante esso, ad avviso degli interroganti, non rispetti i valori stabiliti nel TFUE e nel regolamento n. 1175/2011;
   quali posizioni intenda assumere il Governo rispetto al Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'Unione europea e se provvederà ad inoltrare la richiesta di deroga del rapporto deficit/prodotto interno lordo fissato dal fiscal compact. (4-03817)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

procedura CE d'infrazione

spese di bilancio

convergenza economica

Unione europea