ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03685

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 178 del 24/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: DISTASO ANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 24/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/02/2014
Stato iter:
30/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/11/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/11/2017

CONCLUSO IL 30/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03685
presentato da
DISTASO Antonio
testo di
Lunedì 24 febbraio 2014, seduta n. 178

   DISTASO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   secondo il rapporto di Legambiente «Ecosistema Rischio», appena presentato, il numero di comuni italiani a rischio idrogeologico è in aumento e sarebbe pari a circa l'80 per cento del totale;
   alla base di questa situazione allarmante ci sono fattori come la mancanza di politiche preventive, la scarsità di risorse a disposizione per opere di messa in sicurezza del territorio e la mancanza di norme in grado di garantire politiche in merito ai criteri di edificabilità;
   secondo il rapporto vi sono realtà regionali che hanno visto crescere, negli ultimi anni, il numero di comuni in situazione di potenziale rischio. Un esempio è costituito dalla Puglia, nel cui territorio vengono calcolati in 200 i comuni a rischio idrogeologico;
   durante l'ultimo Governo Berlusconi fu varato un piano straordinario di durata decennale per la messa in sicurezza delle aree del Paese maggiormente a rischio con una dotazione di 4 miliardi di euro, ma le successive vicende istituzionali non hanno consentito fino a questo momento un suo reale avvio e al momento, secondo le stime elaborate da ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), appena il 4 per cento tra gli interventi considerati più urgenti sarebbero stati portati a conclusione;
   l'articolo 1, comma 111, della legge di stabilità per il 2014 (legge n. 147 del 2013) reca un'articolata disciplina volta, per un verso, a destinare risorse già esistenti o allo scopo finalizzate a interventi contro il dissesto idrogeologico immediatamente cantierabili e, per l'altro, a recare uno stanziamento e a definire una nuova disciplina delle modalità di finanziamento di tali interventi. La norma estende, inoltre, il periodo di tempo nel quale è consentita la nomina di commissari straordinari per la rimozione delle situazioni a più elevato rischio idrogeologico;
   per le finalità indicate il comma 111 prevede una specifica procedura, con precise scadenze temporali: entro il 1o marzo 2014 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare proceda alla verifica della compatibilità degli accordi di programma e dei connessi cronoprogrammi con l'esigenza di massimizzare la celerità degli interventi in relazione alle situazioni di massimo rischio per l'incolumità delle persone e, se del caso, propone alle regioni le integrazioni e gli aggiornamenti necessari; entro il 30 aprile 2014, deve avvenire la finalizzazione, da parte dei soggetti titolari, delle risorse disponibili sulle contabilità speciali concernenti gli interventi contro il dissesto idrogeologico, agli interventi immediatamente cantierabili contenuti nell'accordo;
   il comma 111 prevede inoltre che, a decorrere dal 2014, ai fini della necessaria programmazione finanziaria, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare presenti al CIPE, entro il mese di settembre, una relazione che dia conto degli interventi in corso di realizzazione, della prosecuzione ed evoluzione degli accordi di programma, del fabbisogno finanziario necessario per gli esercizi successivi;
   nei giorni scorsi il Ministro pro tempore ha affermato che le priorità da perseguire sono quattro:
    chiudere entro metà febbraio il confronto con le regioni per individuare le priorità da affrontare immediatamente con i fondi di coesione e sviluppo;
    attivare al più presto i fondi già stanziati nelle contabilità speciali e a disposizione dei commissari;
    approvare quanto prima la legge sul consumo del suolo;
    approvare il collegato ambientale, soprattutto nelle parti che prevedono il riassetto della governance delle strutture che si occupano di dissesto idrogeologico;
   nella seduta del 3 ottobre 2013 l'VIII Commissione ambiente della Camera ha approvato, con il parere favorevole del Governo pro tempore, un'articolata risoluzione sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari sul tema della messa in sicurezza del territorio indicando priorità e linee d'azione;
   il tema del dissesto idrogeologico, come dimostrato da molti episodi anche recenti, deve rappresentare una priorità assoluta delle politiche del Governo –:
   quali siano i dati aggiornati in possesso del Governo in merito alle aree a rischio idrogeologico sull'intero territorio nazionale e, in particolar modo, in Puglia;
   quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere per portare a realizzazione il piano straordinario sul dissesto idrogeologico e per varare ulteriori misure utili a mettere in sicurezza il territorio;
   in che modo il Ministro interrogato intenda dare concreta attuazione agli impegni di cui alla risoluzione della Commissione ambiente della Camera sopra indicata e ai quattro punti richiamati in premessa ancora in attesa di realizzazione. (4-03685)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 novembre 2017
nell'allegato B della seduta n. 894
4-03685
presentata da
DISTASO Antonio

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa al rischio di dissesto idrogeologico, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  Il dato complessivo sullo stato dei dissesti, a livello nazionale, è un elemento critico per il quale l'impegno del Governo si è dimostrato prioritario in questi anni. Una serie di dispositivi hanno, infatti, permesso una rinnovata gestione del problema.
  Al riguardo, occorre evidenziare che il 24 giugno 2014, con il decreto-legge n. 91, articolo 10, comma 1, i presidenti di regione sono subentrati nelle funzioni dei Commissari straordinari delegati per l'espletamento delle procedure relative alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico individuati negli accordi di programma, sottoscritti tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e regioni, ai sensi dell'art. 2, comma 240, della legge 23 dicembre 2009, n. 191.
  Al comma 11 dell'articolo 10 è, peraltro, istituita, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, un'apposita struttura di missione contro il dissesto idrogeologico per fronteggiare le situazioni di criticità delle aree metropolitane interessate da fenomeni di esondazione e alluvione.
  Il lavoro sinergico, tra il Ministero dell'ambiente e la struttura di missione si è concretizzato con l'attuazione di Piano operativo nazionale 2015-2020, definito dalle, proposte presentate dalle regioni attraverso l'utilizzo del sistema ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la difesa del suolo).
  In questo contesto, il piano stralcio per le aree metropolitane costituisce una prima fase attuativa del Piano Nazionale. Il piano stralcio aree metropolitane è stato finanziato, come indicato all'articolo 2, comma 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2015, che individua 450 milioni di euro a valere sul fondo di sviluppo e coesione 2014-2020, come da delibera n. 32/2015 del comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), 110 milioni, ai sensi del comma 8, articolo 7 del decreto-legge n. 132 del 2014, 40 milioni di euro a valere sulle disponibilità del Ministero dell'ambiente, di cui all'articolo 1 comma 111, legge n. 147 del 2013, nonché ulteriori 56.438.142,00 di euro sullo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  Tutti gli interventi sono stati validati dalle regioni secondo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015 proposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che definisce le procedure, le modalità ed i criteri per il finanziamento degli interventi in modo da garantire la necessaria trasparenza nella programmazione delle risorse finanziarie rese disponibili e la migliore efficacia del loro utilizzo rispetto agli obiettivi di protezione dell'incolumità di persone e beni esposti a rischio idrogeologico.
  Occorre, inoltre, precisare che con il decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014, articolo 7, comma 2, è stato stabilito che, «a partire dalla programmazione 2015, le risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico sono utilizzate tramite accordo di programma sottoscritto dalla regione interessata e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che definisce, altresì, la quota di cofinanziamento regionale». Tali risorse sono gestite dai presidenti di regione, nel ruolo di commissari di Governo con contabilità speciali e poteri speciali e di deroga.
  Al comma 3, si istituisce un fondo con cui provvedere alla revoca, anche parziale, delle risorse assegnate alle regioni e agli altri enti con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, convertito con modificazioni, dalla legge 3 agosto 1998, a 267.
  Con l'articolo 7 comma 8, per fronteggiare le situazioni di criticità ambientale delle aree metropolitane interessate da fenomeni di esondazione e alluvione, è stata assegnata alle regioni, la somma complessiva di 110 milioni di euro, a valere sulle risorse del fondo sviluppo e coesione 2007-2013, per interventi di sistemazione idraulica dei corsi d'acqua.
  Tra le ulteriori misure di salvaguardia, intraprese, vi è il capo VII del collegato ambientale, approvato il 28 dicembre 2015, con legge numero 221, che ha individuato importanti disposizioni in materia di difesa del suolo, tra cui un fondo di 100 milioni di euro, a valere sul FSC 2014-2020, per la progettazione di interventi contro il dissesto idrogeologico, con l'obiettivo di stimolare l'avanzamento delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico da inserire nel piano nazionale contro il 2015-2020.
  Allo stesso modo, già il comma 111 della legge n. 147 del 2013 aveva imposto che le risorse esistenti sulle contabilità speciali relative al dissesto idrogeologico, non impegnate alla data del 31 dicembre 2013, nel limite massimo complessivo di 600 milioni di euro, nonché le risorse finalizzate allo scopo dalle delibere Cipe n. 6/2012 e n. 8/2012 del 20 gennaio 2012, pari rispettivamente a 130 milioni di euro e 674,7 milioni di euro, fossero utilizzate per i progetti di mitigazione del rischio idrogeologico immediatamente cantierabili.
  Infine, si ricorda che l'attività legislativa sul disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato, sta proseguendo il suo
iter parlamentare. Dopo che il testo è stato approvato alla Camera dei deputati il 12 maggio 2016, il disegno di legge si trova attualmente all'esame della Commissione, al Senato della Repubblica.
  Per quanto concerne i dati relativi al rischio idrogeologico a livello nazionale, il rapporto Ispra 2015, «Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio», presenta i dati aggregati delle mappe della pericolosità da frana e della pericolosità idraulica, perimetrate dalle autorità di bacino, regioni e province autonome sul proprio territorio di competenza.
  Per la regione Puglia, i dati del rapporto dimostrano una percentuale di aree ad elevata pericolosità di frana pari a 8,9 per cento, rispetto alla superficie regionale, di cui il 3 per cento rappresenta aree ad elevata e molto elevata pericolosità.
  Allo stesso modo, le aree a pericolosità idraulica bassa della regione Puglia, risultano essere in percentuale del 5 per cento rispetto alla superficie regionale, mentre quelle a pericolosità idraulica media il 4,2 per cento e quelle a pericolosità alta il 3,1 per cento.
  Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio, nonché a tenersi informato anche attraverso gli altri Enti istituzionali competenti.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Puglia

risoluzione

idrologia

protezione dell'ambiente