ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03620

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 175 del 17/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: PANNARALE ANNALISA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 17/02/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 17/02/2014
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 17/02/2014
MATARRELLI TONI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 17/02/2014
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 17/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/02/2014
Stato iter:
24/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/02/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/02/2015

CONCLUSO IL 24/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03620
presentato da
PANNARALE Annalisa
testo di
Lunedì 17 febbraio 2014, seduta n. 175

   PANNARALE, DURANTI, FRATOIANNI, MATARRELLI e SANNICANDRO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   in considerazione del fatto che nell'anno 2013 il numero degli sbarchi di cittadini stranieri si è più che triplicato rispetto al precedente anno, nel corso del Tavolo nazionale di coordinamento, tenutosi il 12 dicembre 2013, è stata condivisa la necessità di reperire ulteriori strutture di accoglienza nelle more dell'approvazione della graduatoria per l'attivazione dei nuovi posti SPRAR per il triennio 2014/2016 che consentiranno l'ampliamento della capacità ricettiva con una disponibilità di oltre 21 mila posti;
   a seguito di tale condivisa considerazione, in data 8 gennaio 2014 il Ministero dell'interno – DLCI-Servizi Civili-0121/0077 – indirizzava a tutte le Prefetture la circolare protocollo 0000104 dell'8 gennaio 2014, impegnando con urgenza le stesse ad individuare per l'accoglienza degli stranieri, in stretto raccordo con gli enti locali e in particolare i comuni, strutture – preferibilmente non alberghiere – messe a disposizione da enti pubblici o selezionate tramite indagine di mercato nell'ambito privato/sociale, dando preferenza a soggetti già accreditati e con una comprovata esperienza in materia, con cui attivare convenzioni. Il Ministero, inoltre, richiama l'opportunità di attivare tavoli di coordinamento regionale segnalando, a chiusura della circolare, l'urgenza nell'attuazione della stessa;
   le diffuse e gravi condizioni di sovraffollamento dei CARA, cui sono soggetti quotidianamente i migranti ivi ospitati, non possono che rappresentare un'ulteriore violazione di diritti e delle norme previste, in quanto costituiscono un chiaro ostacolo alla necessità di spazi di accoglienza dedicati e determinano condizioni igienico-sanitarie precarie, oltre che un disagio sociale e un rischio elevato in termini di potenziale coinvolgimento in situazioni di conflittualità;
   il centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari, il più capiente tra quelli pugliesi, ospita attualmente 1.457 cittadini stranieri a fronte di una capienza massima di 744 unità. Le condizioni di estremo disagio conseguenti al sovraffollamento, in particolare in alcuni periodi, risultano essere del tutto insostenibili, al punto da essere sfociate nel recente passato in gravi, deprecabili disordini che hanno messo a repentaglio l'incolumità sia degli ospiti che degli operatori, come anche riferito dalle cronache. Accanto a tali, estreme, esplosioni di conflittualità nei mesi scorsi, si registrano nelle ultime settimane, ormai quasi quotidianamente, numerose manifestazioni del tutto pacifiche inscenate nel centro cittadino da cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, i quali, pur avendo titolo ad essere ospitati nel CARA di Bari, non possono accedervi a causa della indisponibilità di posti letto;
   alla data attuale, nonostante quanto descritto, la prefettura di Bari non ha ancora avviato alcuna consultazione con gli enti locali per individuare, in raccordo con gli stessi, ulteriori strutture d'accoglienza, così come richiesto dalla circolare del Ministero dell'interno citata;
   è noto agli interroganti che altre sedi prefettizie abbiano già provveduto a diffondere la circolare presso gli enti locali, avviando processi di concertazione con gli stessi e con soggetti del privato sociale, volti ad individuare le strutture d'accoglienza come rappresentato nella circolare citata. In taluni casi, si è già provveduto a sottoscrivere protocolli e stipulare convenzioni d'affidamento del servizio di accoglienza;
   a fronte dell'urgente necessità di fornire soluzioni alle problematiche esposte, sarebbe auspicabile che la prefettura, di concerto con gli enti locali, segnalasse al Ministero iniziative che contemplino anche la possibilità di riuso di immobili di proprietà pubblica, ormai dismessi dalle loro originarie destinazioni d'uso, che oggi e da tempo giacciono abbandonati al degrado, così come sembrano mostrare analoghe buone prassi in crescente diffusione in Europa e, in misura minore, in Italia. Nella città di Bari, vi sono ad esempio diverse caserme vuote, un ospedale militare di grandi dimensioni chiuso e inutilizzato, ed altri edifici neppure oggetto di apposito inventario finalizzato a tal scopo –:
   quali siano le intenzioni del Ministro interrogato circa l'attuazione della circolare Ministero dell'interno – DLCI-Servizi Civili-0121/0077 – Protocollo 0000104 dell'8 gennaio 2014 – A2 – presso tutte le prefetture con la massima urgenza;
   se non ritenga di intervenire con tempestività presso tutte le prefetture che ad oggi non hanno dato seguito agli impegni previsti dalle disposizioni contenute nella suddetta circolare. (4-03620)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 24 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 380
4-03620
presentata da
PANNARALE Annalisa

  Risposta. — Gli eccezionali flussi migratori dell'anno appena decorso hanno indotto il Governo a ripensare l'intero sistema dell'accoglienza in modo da collocarlo al di fuori della logica emergenziale degli ultimi dieci anni. Dal marzo 2002 al dicembre 2012, infatti, l'Italia aveva gestito il fenomeno con gli strumenti propri della protezione civile, cioè con ordinanze di necessità e urgenza, previa dichiarazione dello stato di emergenza.
  L'impegno profuso per la riorganizzazione del sistema di accoglienza ha condotto all'elaborazione, d'intesa tra Governo, regioni e autonomie locali, di un piano operativo nazionale sul quale la Conferenza unificata ha sancito l'intesa proprio nella seduta del 10 luglio 2014. La portata innovativa del piano sta nel fatto che la gestione dei flussi acquisisce la connotazione di attività ordinaria strutturata e programmabile. La sua attuazione si fonda sul metodo della concertazione tra lo Stato e il mondo delle autonomie territoriali.
  Il motore della complessa macchina dell'accoglienza è il Ministero dell'interno che, per la ripartizione dei migranti sul territorio nazionale e l'organizzazione delle altre misure previste dal piano, si avvale del supporto e delle indicazioni del Tavolo di coordinamento nazionale, a cui partecipano, oltreché le amministrazioni statali interessate, la conferenza delle regioni, l'Unione province d'Italia e l'Associazione nazionale comuni italiani, nonché dei tavoli regionali presso le prefetture dei capoluoghi di regione.
  Tra le numerose novità del piano vi è l'istituzione di un'inedita tipologia di struttura governativa – l’
hub – concepita come base logistica ampia dove avverranno, tra le altre attività, l'identificazione, il fotosegnalamento, il triage sanitario e l'informazione legale del migrante. Tali strutture potranno sostituire progressivamente i centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), favorendo, sin dalla prima accoglienza, l'individuazione del profilo migratorio del cittadino straniero, al fine della sua successiva collocazione nelle strutture del sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati.
  Gli
hub saranno allestiti su base regionale o interregionale e quindi anche in Puglia ne opererà uno.
  In attesa della compiuta realizzazione del piano operativo nazionale, la distribuzione dei migranti giunti sulle coste italiane avviene comunque secondo criteri di ripartizione regionale e utilizzando i centri di accoglienza temporanei attivati su tutto il territorio nazionale, in attuazione della circolare dell'8 gennaio 2014 citata nell'interrogazione. Tali strutture ospitano attualmente circa 36 mila 500 migranti.
  Per quanto riguarda specificamente la situazione nella provincia di Bari, si informa che sono attivi un centro di accoglienza per richiedenti asilo a Bari, che ospita circa 1.600 stranieri, e due centri temporanei a Gioia del Colle e Gravina in Puglia, in cui sono presenti circa 180 stranieri.
  L'eccezionale flusso di migranti che sta interessando anche questa provincia ha reso necessaria l'individuazione in tempi brevi di ulteriori soluzioni temporanee.
  In tale ottica, per consentire ai cittadini stranieri senza fissa dimora, ma in possesso di regolare permesso di soggiorno, di integrarsi nel territorio, il comune di Bari ha progettato un centro di accoglienza da realizzare con il finanziamento del Ministero dell'interno, che ha già dato la propria disponibilità all'operazione.
  Il progetto prevede la collocazione in un'area di proprietà comunale di moduli prefabbricati, idoneamente attrezzati, all'interno di uno spazio destinato a servizi collettivi e portierato per un totale di 200 posti letto.
  In tal senso, lo scorso 15 gennaio la prefettura e il comune hanno sottoscritto un accordo per la realizzazione e la gestione del centro.
  In precedenza, per l'allestimento di un centro temporaneo, il Comune capoluogo aveva considerato la possibilità di utilizzare alcune caserme o spazi cittadini dismessi, come le aree ricomprese nel complesso unitario delle ex caserme «Milano» e «Capozzi». Tale ultima soluzione, suggerita anche nel testo dell'interrogazione, è risultata impraticabile anche a causa della molteplicità di interventi necessari per rendere agibile la struttura. In ogni caso, le aree in questione sembrano ormai destinate alla realizzazione della cosiddetta «cittadella della giustizia», dove saranno allocati tutti gli uffici giudiziari del capoluogo.
  La situazione dei richiedenti asilo che arrivano di continuo nella città di Bari è stata affrontata dalla locale prefettura anche in sinergia con la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.
  L'accelerazione delle procedure gestite da tale organismo ha consentito un più rapido
turn over nei centri di accoglienza, incrementando la possibilità di ospitare giornalmente i richiedenti.
  Per quanto riguarda la gestione del centro di accoglienza per richiedenti asilo – aspetto anch'esso toccato nell'interrogazione – si assicura che il centro è quotidianamente monitorato ed è oggetto di continua manutenzione ordinaria e straordinaria.
  Gli sporadici disordini che si sono verificati nella struttura non sono stati determinati dal sovraffollamento, ma dal protrarsi dei tempi di attesa per l'esame delle istanze di protezione internazionale e dalla difficile convivenza tra diversi gruppi etnici.
  La prefettura e la questura sono intervenute su queste problematiche, riuscendo a conseguire la riduzione dei tempi di attesa (come già detto) e a contenere le insofferenze di natura etnica.
  Più in generale, si informa che, proprio per accelerare l’
iter delle istanze – a Bari come nel resto del territorio nazionale –, il 10 novembre 2014 il Ministro dell'interno ha adottato, in base al decreto-legge n. 119 del 2014, convertito nella legge n. 146 del 2014, un decreto che dispone il raddoppio sia delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale che delle relative sezioni, portandone il numero complessivo da 20 a 40 e rideterminandone gli ambiti della competenza territoriale.
Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aiuto sociale

amministrazione locale

cittadino straniero

asilo politico

ente pubblico