ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03519

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 170 del 10/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: CORDA EMANUELA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/02/2014
Stato iter:
08/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2015
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2015

CONCLUSO IL 08/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03519
presentato da
CORDA Emanuela
testo di
Lunedì 10 febbraio 2014, seduta n. 170

   CORDA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   a ridosso della Valle dei Ciclamini, in località Calancoi, ubicata a nord-est della città Sassari, sorge un'estensione di centomila metri quadrati (10 ettari), utilizzata in origine come cava da cui si estraeva tufo per l'edilizia;
   Calancoi è divenuta discarica nel 1983 ed ha funzionato come tale fino al 1997. Per 14 anni su di essa si sono riversati rifiuti di ogni genere, da quelli solidi urbani a inerti pericolosi, ceneri da inceneritore, fanghi da inceneritore e rifiuti speciali;
   le attività minerarie sono caratterizzate, come noto, dall'avere un forte impatto sul territorio che subisce modificazioni sia morfologiche sia dal punto di vista dei processi ambientali. In particolare, questi ultimi portano ad una serie di problematiche che interessano tutte le matrici ambientali – suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, aria – compromettendo inoltre la biodiversità e l'identità dei luoghi. Nel passato, per di più, la gestione delle attività minerarie prescindeva dall'obiettivo della tutela dell'ambiente e, piuttosto, le modalità di messa in dimora dei materiali di scarto erano improvvisate ed ispirate alla massima economicità e rapidità. Inoltre, i bacini di accumulo erano generalmente realizzati nei compluvi naturali con la messa in opera di sbarramenti a carattere temporaneo. Nel tempo tali cumuli di materiale, ancora ricchi di minerali, sono stati esposti all'azione erosiva dello scorrimento superficiale delle acque determinando una contaminazione da metalli pesanti nelle diverse matrici ambientali;
   queste considerazioni e le difficoltà nel realizzare gli interventi di messa in sicurezza e/o bonifica risolutivi delle problematiche di quest'area, hanno indotto alla redazione del piano di bonifica delle aree minerarie dismesse del Sulcis-Iglesiente-Guspinese il cui obiettivo principale era il risanamento ambientale delle aree prioritarie di intervento (perimetrate attraverso l'ordinanza commissariale n. 2 del 23 febbraio 2008 ed illustrate negli allegati 1 e 2 del piano) nonché la predisposizione dei cronoprogrammi delle attività di bonifica da porre in essere;
   a tale scopo, il piano commissariale ha individuato delle macro-aree a cui vengono ricondotte le aree minerarie caratterizzate da analoghi problemi ambientali, così da individuare possibili soluzioni comuni ed uscire, in tempi quanto più brevi possibile, dall'emergenza ambientale;
   i criteri di individuazione di tali macro-aree, indipendenti o concomitanti, vengono selezionati in:
    primario interesse di recupero produttivo o turistico dell'area;
    rilevanti dimensioni dell'attività mineraria (coltivazione e trattamento);
    rilevanti dimensioni del fenomeno di inquinamento derivato dall'attività mineraria;
    ubicazione nel medesimo bacino idrografico o in piccoli bacini idrografici costieri adiacenti;
    concorso di diverse aree minerarie all'inquinamento di singole matrici ambientali;
    collegamento diretto con il medesimo centro di trattamento mineralogico;
   sono svariati gli interventi intrapresi negli anni da parte delle autorità locali, qui di seguito elencati:
    nel 1999 è avvenuto il primo finanziamento da parte della regione Sardegna a favore del comune di Sassari per far fronte ai primi interventi di progettazione ed esecuzione di bonifica per un importo, espresso in lire, di un miliardo e trecentomilioni (ovvero euro 671.393,97), stanziati in modo seguente: per l'anno 1999 trecento milioni e per l'anno 2001 un miliardo;
    nel mese di giugno 2003 è stato consegnato all'amministrazione comunale il progetto di caratterizzazione dell'area, eseguita in base alla vecchia normativa ambientale costituita dal decreto ministeriale n. 471 del 1999, meglio noto come «decreto Ronchi». Nel mese di settembre la Giunta comunale di Sassari ha approvato il progetto e nel mese di dicembre è stata indetta la gara d'appalto;
    nel 2005 l'amministrazione comunale ha fatto richiesta di inserimento di Calancoi nel sito di interesse nazionale, a cui è seguita la consegna, da parte dei tecnici, di due elaborati titolati «rapporto conclusivo delle indagini previste dal piano di caratterizzazione» e «progetto preliminare di bonifica»; il sito di bonifica «Aree industriali di Porto Torres» è stato inserito nell'elenco dei siti d'interesse nazionale dall'articolo 14 della legge 31 luglio 2002, n. 179. L'area potenzialmente inquinata è stata perimetrata, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge n. 426 del 1998, con il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 7 febbraio 2003. L'area perimetrata ha una superficie totale di oltre 4.600 ettari. Con decreto ministeriale del 3 agosto 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 219 del 20 settembre 2005, è stata altresì inserita nella perimetrazione del sito di interesse Nazionale di Porto Torres, compresa la discarica di Calancoi;
   le principali criticità ambientali, per quel che riguarda il suolo ed il sottosuolo, che si riscontrano nell'area riguardano una compromissione connessa specialmente alla presenza di attività industriali in esercizio nonché di discariche non controllate di rifiuti tossico-nocivi e industriali speciale contaminazione da metalli pesanti BTEXS, idrocarburi Leggeri e pesanti, IPA, alifatici clorurati cancerogeni. Per quel che concerne, invece, le acque di falda, l'area marino costiera e le aree fluviali, si evidenzia una contaminazione di tipo diffuso da metalli, BTEXS, solventi clorurati, IPA, idrocarburi e clorobenzeni, con presenza di notevoli spessori di prodotto surnatante; talvolta è stata rinvenuta anche la presenza di sottonatante. La qualità delle acque dell'area marina risulta compromessa in quanto fortemente condizionata dai reflui industriali e civili. Inoltre, il Rio Mannu a causa dei numerosi processi produttivi industriali ed agricoli della zona, dei diversi scarichi di reflui urbani nonché dello scarico a mare di materiale di dragaggio del porto industriale, risulta fortemente contaminato;
   il 13 dicembre 2013 sono stati avviati i lavori relativi al risanamento ambientale e sistemazione naturale, con un primo intervento di messa in sicurezza, grazie al progetto redatto dall'RTP (Raggruppamento temporaneo di professionisti), costituito dalla Montana spa e dagli ingegneri Antonio Fraghì e Roberto Mura;
   un milione di euro è la cifra stabilita per l'intervento che verrà eseguito dall'RTI, il raggruppamento temporaneo di imprese costituito da due ditte locali: la nuova Prima srl e la Rina srl, a seguito di un'apposita gara ad evidenza pubblica, espletata anche per la scelta dei progettisti. I lavori, finanziati nell'ambito del POR 2007-2013, mirano a mettere in sicurezza il sito, intervenendo su vari aspetti: in particolare, l'intervento riguarderà la stabilità dei pendìi e la verifica dei rischi connessi a possibili incendi o a contaminazioni della falda;
   l'intervento dovrebbe consentire la realizzazione di nuovi pozzi sia per l'aspirazione del biogas ancora presente, sia per l'estrazione dei percolati. Dovrebbe essere inoltre messa in opera una torcia mobile dotata di biofiltro per il trattamento del biogas, prima dell'emissione in atmosfera. I lavori prevedono inoltre il monitoraggio dei comparti ambientali limitrofi: le sorgenti delle acque dei pozzi idrici situati nel raggio di un chilometro, le acque superficiali e i sedimenti fluviali del rio Bunnari;
   si ritiene altresì necessario migliorare il sistema di gestione dei rifiuti, promuovendo la prevenzione, la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti, la raccolta differenziata, nel rispetto della normativa comunitaria, al fine di conseguire gli obiettivi percentuali previsti dal decreto legislativo n. 22 del 1997, il riuso, il riciclaggio e il recupero di materia e di energia, minimizzando il conferimento in discarica dei rifiuti in applicazione di quanto disposto dal decreto legislativo n. 36 del 2003, elevando la sicurezza dei siti per lo smaltimento e favorendo lo sviluppo di un efficiente sistema di imprese e assicurando la piena attuazione delle normative di settore attraverso la pianificazione e la realizzazione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti su scala di ambiti territoriali ottimali; è inoltre necessario introdurre innovazioni di processo nei sistemi di gestione dei rifiuti promuovendo la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti e favorendo il recupero energetico, in particolar modo dei rifiuti biodegradabili inclusi tra le fonti di energia rinnovabili ai sensi della difettiva 2001/77/CE;
   i sopracitati interventi dovrebbero realizzarsi solo se vi è la certezza delle risorse finanziarie. A fronte quindi dell'inaridirsi delle risorse finanziarie pubbliche per le bonifiche e della persistenza di un quadro normativo che sembrerebbe favorire l'inazione, piuttosto che la soluzioni dei problemi ambientali e sanitari causati dalle aree contaminate, non si è trovato di meglio che proporre l'ennesima sanatoria con la legge n. 13 del 2009, che in particolare all'articolo 2 riduce la complessa gestione degli interventi di bonifica e della pianificazione del futuro delle aree interessate a un «condono tombale»:
   l'assessorato all'ambiente del comune di Sassari ha inviato all'Arpas una richiesta di esito in merito agli esami di laboratorio effettuati durante il sopralluogo del mese di dicembre 2013 –:
   quale sia lo stato attuale dei lavori dell'area di Calancoi. (4-03519)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 aprile 2015
nell'allegato B della seduta n. 404
4-03519
presentata da
CORDA Emanuela

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale si chiede di conoscere lo stato dei lavori dell'area di Calancoi, si rappresenta quanto segue.
  Il sito di interesse nazionale «Aree industriali di Porto Torres» è stato inserito nell'elenco dei siti di interesse nazionale, dall'articolo 14, della legge 31 luglio 2002, n. 179, ed è stato perimetrato con decreto del Ministro dell'ambiente del 7 febbraio 2003. Successivamente, con decreto del 3 agosto 2005, è stata altresì inserita nella predetta perimetrazione la discarica di Calancoi, ubicata a circa 4 km dall'abitato del comune di Sassari.

  Tale discarica è stata realizzata occupando una vecchia cava per l'estrazione di materiali lapidei e presenta una base di 8,5 ettari e un'area sommitale di 1,5 ettari, con uno spessore dei rifiuti di 25-55 metri. Dal 1983 al 1997 ha visto conferiti in essa rifiuti di diversa tipologia, quali rifiuti solidi urbani, inerti, ceneri, rifiuti speciali e fanghi da inceneritore, per un quantitativo complessivo stimato in 2 milioni di metri cubi.
  Attualmente il perimetro della discarica risulta recintato e la superficie si presenta rivegetata.
  Le indagini ambientali eseguite finora hanno evidenziato l'instabilità dei versanti del corpo di discarica, l'assenza sul fondo di uno strato impermeabile a garanzia dell'isolamento del corpo rifiuti dal suolo sottostante e l'assenza di uno strato impermeabile di copertura superficiale.
  L'ammasso di rifiuti procura, seppur in diminuzione, emissioni gassose che possono migrare verso l'atmosfera attraverso le fratture sia laterali della discarica che della copertura superficiale.
  La raccolta del percolato avviene tramite numero 3 pozzi di estrazione (S3, S4 e S5, realizzati per la caratterizzazione preliminare dell'abbancamento dei rifiuti) e viene collettata in una cisterna per il successivo invio ad impianto di trattamento. Non esistono sistemi per la raccolta e la gestione del biogas mentre sono stati realizzati i pozzi A1, A2, A3, B1-B8 per l'esecuzione di test di aerazione nel corpo della discarica per lo studio della propagazione dell'aria e dell'ossigeno all'interno dell'ammasso rifiuti.
  Riguardo le bonifiche, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha stanziato, per il sito in parola, risorse per complessivi euro 6.752.727,00 a valere sui fondi del decreto ministeriale n. 308 del 2006 e trasferite alla regione Sardegna con decreto ministeriale del 14 aprile 2011.
  Per quanto concerne l'utilizzo delle risorse suddette, il 22 settembre 2009 è stato sottoscritto tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione Sardegna, la provincia di Sassari, il comune di Sassari e il comune di Porto Torres, l'accordo di programma «Per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel sito di interesse nazionale di Porto Torres», per un importo complessivo di euro 8.232.727,00, di cui euro 6.752.727,00 stanziati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e euro 1.480.000,00 stanziati dalla regione Sardegna.
  Tale accordo, disciplina, in particolare, l'intervento concernente «Caratterizzazione integrativa, progettazione degli interventi di messa in sicurezza di emergenza e messa in sicurezza permanente e realizzazione dei primi interventi di messa in sicurezza di emergenza della discarica di Calancoi, nel comune di Sassari», il cui valore ammonta a complessivi euro 3.000.000,00, di cui euro 2.000.000,00 a carico delle risorse ministeriali ed euro 1.000.000,00 a valere sui fondi regionali; soggetto attuatore è il comune di Sassari.
  Nel febbraio 2013 è stata sottoscritta la convenzione fra la regione autonoma della Sardegna e il comune di Sassari, per l'attuazione degli interventi citati, tra cui: la caratterizzazione integrativa dell'area della discarica, la progettazione e realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e la progettazione degli interventi di messa in sicurezza permanente alla quale, nel successivo mese di settembre 2013, è seguita l'aggiudicazione dei lavori alle S.r.l. R.T.I. Nuova Prima e RINAC.
  Gli interventi di messa in sicurezza della discarica, ricomprendono anche:
   l'installazione di un sistema di rilevamento superficiale costituito da circa 70 capisaldi topografici;
   l'installazione di un sistema di rilevamento profondo costituito da numero 5 colonne inclinometriche;
   la realizzazione di prove Lugeon a fondo foro in corrispondenza dei 5 sondaggi;
   il monitoraggio termico di 40 pozzi esistenti o in corso di realizzazione, l'installazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle temperature in numero 3 pozzi;
   l'analisi termografica aerea della superficie della discarica e controllo da terra;
   il monitoraggio sistematico della concentrazione biogas dai numero 29 pozzi esistenti e dai numero 6 pozzi in corso di realizzazione nonché dalla superficie della discarica;
   il decespugliamento delle superfici e mantenimento delle fasce tagliafuoco e di isole di inerti nell'intorno dei pozzi.

  Per la gestione del percolato e del biogas è prevista la realizzazione di numero 6 pozzi (R1-R6) di grande diametro per il campionamento dei rifiuti e per la contestuale installazione del sistema di collettamento del biogas e del percolato.
  Sono previste inoltre, l'installazione di una torcia mobile e biofiltro per il trattamento del biogas estratto, la realizzazione di un impianto di approvvigionamento energetico a pannelli fotovoltaici, la realizzazione di un sistema antincendio ad acqua.
  Per la progettazione ed esecuzione degli interventi di messa in sicurezza della discarica sopra riportati, la convenzione sottoscritta in data 14 febbraio 2013 fra la regione autonoma della Sardegna e il comune di Sassari ha messo a disposizione risorse finanziarie pari a circa euro 1.054.502,58.
  La conferenza di servizi istruttoria del 5 marzo 2014, nel prendere atto degli interventi di prevenzione e messa in sicurezza e delle indagini integrative proposte dal comune di Sassari, ha formulato nel merito tecnico ulteriori prescrizioni, quali:
   la trasmissione di una relazione sintetica delle misure di prevenzione già attuate nonché di un report trimestrale contenente i dati relativi ai quantitativi di percolato emunto e smaltito;
   la trasmissione degli esiti del monitoraggio sulla stabilità dei rilevati del corpo di discarica;
   la trasmissione degli esiti dell'indagine termografica per i tre pozzi;
   il rispetto delle normative in materia di prevenzione infortuni per il personale addetto stante il potenziale rischio di deflagrazione a seguito della esecuzione di perforazioni.

  Inoltre, per quanto attiene la fase di caratterizzazione, è stata prescritta la trasmissione di un dettagliato piano integrativo di indagine basato su un articolato modello concettuale preliminare che utilizzi i numerosi dati a disposizione e schematizzi il sito in termini di sorgenti, percorsi e bersagli, concordando con Arpa Sardegna le attività di indagine per il controllo e validazione dei risultati.
  Infine si rappresenta che, con nota del 25 novembre 2014, il comune di Sassari ha inviato a questo ministero un report di avanzamento dei lavori di messa in sicurezza nell'area dell'ex discarica di Calancoi (aggiornato al mese di ottobre 2014) ed un riscontro puntuale alle prescrizioni della conferenza di servizi istruttoria del 5 marzo 2014, documenti, questi, che saranno posti, all'ordine del giorno della prossima conferenza di servizi per il sito di interesse nazionale Aree industriali di Porto Torres.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

SASSARI - Prov,SARDEGNA

EUROVOC :

deposito dei rifiuti

discarica abusiva

inquinamento prodotto dalle navi

disastro naturale

inquinamento atmosferico

ambiente marino

gestione dei rifiuti

incenerimento dei rifiuti