ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03512

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 169 del 07/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: GUIDESI GUIDO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 07/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 07/02/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03512
presentato da
GUIDESI Guido
testo di
Venerdì 7 febbraio 2014, seduta n. 169

   GUIDESI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il 30 gennaio 2014 è apparso sulla Gazzetta di Mantova un articolo dal titolo che non lascerebbe spazio ad alcun dubbio: «I mafiosi al telefono: “Viadana è in mano nostra”»;
   la frase sopracitata sarebbe al centro di una intercettazione effettuata dal servizio di analisi criminale del Girer, Gruppo interforze per la ricostruzione dell'Emilia Romagna;
   l'intercettazione risalirebbe al marzo 2006 e la direzione distrettuale antimafia (DDA) identificherebbe l'attuale assessore del comune di Viadana, Carmine Tipaldi, come una delle persone citate dai mafiosi;
   il comune di Viadana è retto da un'amministrazione di centro-sinistra, sostenuta da una coalizione composta da PD, IDV ed UDC, con a capo il sindaco Giorgio Penazzi;
   secondo la cronaca del giornale locale mantovano, la frase precedentemente citata sarebbe stata pronunciata proprio a Viadana da Nicola Lentini, oggi in carcere, che allora era l'astro nascente della ’ndrina di Isola di Capo Rizzuto, durante una conversazione telefonica con tale Luigi Morelli, alias Pinguino, che si trovava a Cutro (Crotone), anch'esso presunto affiliato alla ’ndrangheta, in cui direbbe altresì: «Ci possono dare 30, 40, 50 anni che importa? Ormai Viadana è nostra»;
   l'intercettazione sarebbe stata autorizzata, a favore della direzione distrettuale antimafia, per il lavoro di raccolta prove per smantellare le cosche del Crotonese;
   nella circostanza, Lentini non sarebbe solo: lo direbbe chiaramente al telefono. Tra gli amici, citerebbe un certo Carmine, «Pizzimenti», il figlio di Santo;
   il testo dell'intercettazione, che è agli atti del faldone dell'operazione Pandora, è trascritto in un documento ufficiale, che il servizio analisi criminale del Girer, il gruppo interforze per la ricostruzione dell'Emilia Romagna, ha inviato il 21 marzo 2013 alle prefetture di Mantova, Modena e Reggio, nell'ambito dell'accesso alla white list, l'elenco delle aziende pulite a cui attingere per gli interventi di ricostruzione nelle zone terremotate;
   le prefetture avevano chiesto al Ministero dell'interno, come è prassi, il monitoraggio della società Tipaldi Costruzioni Srl, ditta dell'assessore ai servizi sociali del comune di Viadana, per inserirla nella white list;
   il Ministero avrebbe risposto con una relazione di sei pagine, che comprenderebbe l'elenco dei dipendenti della ditta di Tipaldi, tra cui figurano alcuni curricula non proprio immacolati, e l'intercettazione della telefonata tra Lentini e Morelli;
   alla fine della trascrizione del testo, sarebbe stilato l'elenco dei personaggi: secondo gli investigatori, «Pizzimenti» sarebbe identificabile in Carmine Tipaldi, figlio di Santo, nato a Crotone il 24 maggio del 1972, emigrato a Viadana il 3 maggio del 1993;
   tale Nicola Lentini è figlio di Paolo Lentini, alias Pistola, storico sicario degli Arena, ritenuto killer e contabile della cosca. Un altro signore citato nella conversazione è Giovanni U Giannuzzu, nato nel 1971, sposato con Daniela Arena;
   la trascrizione dell'intercettazione riporta i saluti da parte di «zio Tonino» – «Sarò sempre al suo fianco» – e l'invito di Nicola a raggiungerlo a Viadana: «ti pago io il viaggio», «c’è Tonino Muto a disposizione». Nicola racconta la serata: «abbiamo mangiato, bevuto e fatto». Fino alla dichiarazione di vittoria: «Gisellè, qua Viadana è nostro. Ora ci possiamo prendere 30, 40 e 50 anni, l'ergastolo, ma Viadana è il nostro»;
   secondo i riscontri della direzione distrettuale antimafia, Lentini a Viadana aveva l'ordine di controllare gli affari della cosca. Affari, che, stando alle sue parole, stavano già andando a gonfie vele, nel 2006;
   otto mesi dopo, nel novembre 2006, Nicola Lentini e Luigi Morelli verranno arrestati nell'operazione Pandora, che spedisce in carcere 37 persone presunte affiliate ai clan Nicoscia e Arena di Isola Capo Rizzuto e dispone il sequestro di beni mafiosi per 40 milioni di euro, proventi del traffico di stupefacenti e di estorsioni, reinvestiti nel settore edilizio;
   nel 2009 il giovane Nicola sarà condannato a 17 anni di carcere, riconosciuto colpevole (con l'aggravante mafiosa) del tentato omicidio di Vincenzo Riillo, ferito in un agguato l'11 aprile 2006 ad Isola. Una condanna che la corte d'appello, l'anno scorso, ha ridotto a 13 anni;
   nel 2010, Nicola Lentini verrà condannato pure a sei anni in primo grado nell'ambito dell'operazione antimafia Ghibli, in cui finisce invischiato anche Morelli, condannato a sei anni poi ridotti a 4;
   incredibilmente, dato il curriculum di questi personaggi che catturano la scena della relazione del Girer, la prefettura dà comunque l’«ok» all'inserimento della ditta Tipaldi nella white list. Gli elementi emersi nelle sei pagine non vengono infatti ritenuti sufficienti ad escluderla. La prefettura dà il via libera e dà un colpo di spugna ai sospetti sull'assessore Carmine Tipaldi;
   il sindaco di Viadana, Penazzi, continua tuttavia a difendere e sostenere il proprio assessore;
   dopo due settimane dalla telefonata intercettata, come risulta scritto nella relazione del Girer, a Viadana si tengono le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, nelle quali Carmine Tipaldi sarà il consigliere più votato, con 316 preferenze;
   le indagini relative all'operazione Pandora delineano il traffico delle attività delle cosche dei Nicoscia e degli Arena, padroni di Isola di Capo Rizzuto, di cui gli investigatori seguono il percorso delle ramificazioni in Lombardia e in Emilia;
   dagli atti del processo si comprende come gran parte delle risorse finanziarie delle cosche crotonesi provengano da imprenditori che stanno facendo fortuna al Nord, nei settori degli appalti pubblici, degli autotrasporti e nell'edilizia privata. Un'economia legata all'usura e alla pratica delle false fatture. Nel Viadanese, già prima del 2000, bazzicano soggetti «di profonda caratura criminale»;
   l'assessore viadanese Carmine Tipaldi, nella bufera per la pubblicazione delle intercettazioni dell'Antimafia in cui viene associato alla ’ndrangheta, si è autosospeso dal PD ma non ha lasciato il suo posto in giunta a Viadana, perché il sindaco Penazzi gli ha confermato la fiducia. Questa è la decisione resa nota dal PD al termine dell'incontro che il segretario provinciale Antonella Forattini ha avuto con lo stesso Tipaldi, il segretario del circolo di Viadana Centro, Fabrizio Nizzoli, e il sindaco di Viadana, Giorgio Penazzi;
   secondo quanto emerge dagli scritti del giornalista-saggista Tizian Giovanni, presidente dell'associazione antimafia «DASUD», il quale ha svolto investigazioni sul fenomeno ’ndranghetista, il territorio sul quale agisce la ’ndrangheta emiliana è vasto e comprende una parte di Lombardia. Di questa mappa criminale il Mantovano è parte integrante, strategico per i business dei clan insediati nella pianura padana;
   i capitali riconducibili agli affiliati delle cosche originarie dalla provincia di Crotone hanno trovato fertili impieghi nell'economia locale, da Modena, Reggio Emilia, Parma, Brescello e Gualtieri;
   gli inquirenti sospettano l'esistenza di una vera e propria organizzazione distaccata da quella calabrese, anche se non interamente autonoma, una cellula strutturata che in gergo viene chiamata «locale» di ’ndrangheta. E la provincia di Mantova, seppure in Lombardia, ricadrebbe sotto la giurisdizione delle ’ndrine reggiane anziché della struttura chiamata «La Lombardia»: una sorta di consiglio di amministrazione con il compito di coordinare l'azione delle singole famiglie ’ndranghetiste sparse sul territorio, la cui esistenza è stata certificata con le sentenze dei processi «Crimine-Infinito» (300 arresti tra Calabria e Lombardia nel luglio 2010);
   la cosca emiliana sarebbe composta dai clan Arena, Grande Aracri, Nicoscia. Gli stessi che in Calabria fino al 2006 hanno insistito su Isola Capo Rizzuto e Cutro. Non a caso, uno dei personaggi di spicco è Michele Pugliese, che risiedeva a Gualtieri, e a Viadana veniva a trovare il padre, Franco Pugliese;
   le dinamiche ancora in atto nel Mantovano non lasciano ben sperare. Gli incendi dolosi sono sempre più numerosi, così come risultano in ascesa le minacce, l'usura, il recupero crediti con metodi mafiosi ed, ancora, l'accaparramento di appalti e subappalti nei cantieri del post terremoto da parte delle aziende legate ai Grande Aracri e agli Arena;
   appare conseguentemente opportuno che il Ministero dell'interno disponga l'acquisizione delle relazioni degli inquirenti e provveda, qualora vi siano i presupposti, a sciogliere l'amministrazione in carica per infiltrazioni mafiose –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti di cronaca sopra riferiti, se abbia già approntato tutte le iniziative opportune per far luce sulla vicenda, se abbia convocato il prefetto di Mantova, quale organo periferico del Ministero dell'interno, al fine di acquisire le motivazioni per le quali abbia ritenuto di inserire il nominativo della Tipaldi Costruzioni Srl nella white list, e se non ritenga, infine, opportuno assumere le iniziative di competenza per lo scioglimento dell'amministrazione in carica a Viadana e la conseguente nomina, di commissari che portino il comune a nuove elezioni in primavera. (4-03512)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

MANTOVA,MANTOVA - Prov,LOMBARDIA

EUROVOC :

amministrazione locale

partito politico

arresto

migrante