ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03511

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 169 del 07/02/2014
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 3/00600
Firmatari
Primo firmatario: CIMBRO ELEONORA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/02/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LAFORGIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
CIVATI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
CASSANO FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
CASATI EZIO PRIMO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
COMINELLI MIRIAM PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/02/2014
GUERINI LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
MAURI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
MOSCA ALESSIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
GUERRA MAURO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014
GUERINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 07/02/2014
Stato iter:
20/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/02/2014
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/02/2014

CONCLUSO IL 20/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03511
presentato da
CIMBRO Eleonora
testo di
Venerdì 7 febbraio 2014, seduta n. 169

   CIMBRO, CIVATI, CASSANO, CASATI, COMINELLI, COVA, COLANINNO, DANIELE FARINA, LORENZO GUERINI, MAURI, MOSCA, GUERRA, GIUSEPPE GUERINI e LAFORGIA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   in data 21 novembre 2013 è stata presentata  un'interpellanza urgente avente per oggetto la Franco Tosi Meccanica e in particolare la preoccupante situazione di stallo sul piano occupazionale e produttivo della medesima che si è aggravata con il passare del tempo principalmente a causa della mancanza di interventi risolutivi per la messa in sicurezza dell'integrità e della continuità dell'azienda;
   è stata richiesta la cassa integrazione in deroga il 25 luglio 2013 per circa 250 persone e a oggi non è stata ancora approvata. Di fatto da diversi mesi molte di questi dipendenti non percepiscono alcuna entrata ed è, invece, assolutamente necessario, nel pieno rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, approvare nel più breve tempo possibile la procedura di cassa integrazione in deroga e provvedere ad un'azione di Governo che, in questo particolare momento di crisi finanziaria per il Paese, sostenga le primarie esigenze economiche di operai ed impiegati specializzati che nel corso degli anni hanno reso la Franco Tosi Meccanica un'azienda rinomata a livello mondiale;
   a oggi l'azienda si trova nella procedura di amministrazione straordinaria in base alla legge Prodi bis che prevede come prerogative essenziali il mantenimento dell'integrità del valore dell'azienda e la continuità dell'attività al fine di tutelare creditori, dipendenti ed agire nel rispetto delle politiche industriali del Ministero dello sviluppo economico;
   la procedura di amministrazione straordinaria prevede la presentazione di un piano industriale entro 60 giorni dall'inizio del mandato e la nomina di un comitato di garanzia, elementi fondamentali per un approccio lineare e formalmente corretto per la procedura;
   lo stato delle finanze a disposizione dell'azienda, provenienti dai flussi di cassa interna, sono determinanti rispetto alla scelta di un affitto o vendita dell'azienda in quanto le finanze a disposizione dettano un preciso arco temporale per le possibili soluzioni da attuare a tutela della procedura. Di fatto le cronache riportano la recente perdita di due importanti contratti in Centro e Sudamerica: Bolivia e Nicaragua. Dall'inizio della procedura di amministrazione straordinaria la perdita di commesse ha danneggiato l'integrità del valore dell'azienda, i possibili flussi di cassa proveniente da tali commesse e il valore dell'azienda stessa nei confronti di futuri acquirenti;
   tema assolutamente necessario per mantenere in essere la procedura è la continuità aziendale. Il ricorso alla procedura di commissariamento è stata omologata dal tribunale di Milano in seguito alla relazione dell'avvocato Barazzoni che lega la continuità aziendale alla manifestazione di interesse per l'affitto d'azienda da parte di quattro soggetti di livello internazionale ricevute nel mese di settembre 2013. Rispondendo alla precedente interpellanza presentata il 6 novembre 2013, il Ministero dello sviluppo economico aveva dichiarato «Dopo aver analizzato il percorso delineato dal bando, finalizzato all'affitto dell'azienda, il commissario straordinario ha incontrato tutti coloro che hanno manifestato interesse in detta procedura» ed ancora «Il Commissario sta predisponendo un programma di cessione del complesso aziendale, in contatto con il Ministero, avuto, in particolare, riguardo alle iniziative da assumere anche in via di urgenza, ove indispensabili. Da questo punto di vista le ultime notizie citate dall'onorevole Cimbro, sono oggetto in questo momento di verifica, potrebbero rientrare appunto nelle iniziative da assumere in via d'urgenza, dove però l'obiettivo comunque rimane quello del programma di cessione del complesso aziendale.». Inoltre, le cronache hanno riportato le dichiarazioni del commissario straordinario dottor Andrea Lolli alle organizzazioni sindacali incontrate il giorno 20 novembre 2013 alle quali lo stesso garantiva di procedere con una gara d'affitto entro il 31 dicembre 2013; a tale incontro erano presenti Mirco Rota, segretario generale Fiom Cgil Lombardia e Luigi Dedei, segretario regionale Fim Cisl Lombardia. Ad oggi, tali dichiarazioni non trovano riscontro. Le cronache riportano inoltre che alcuni soggetti industriali abbiano fatto capire informalmente del decadere del loro interesse, mentre non si conosce la formale posizione degli altri soggetti ancora interessati o di altri eventuali nuovi soggetti;
   la situazione della Franco Tosi è allarmante a tal punto da riaccendere le memorie dello spettro del fallimento chiesto da tre aziende nel mese di luglio 2013. La legge Prodi bis prevede la conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento qualora non siano rispettati i tempi dettati dal piano industriale, ovvero quando i risultati di legge non siano raggiungibili; nel caso della Tosi, le finanze per l'attuazione non sono note e non si conoscono le posizioni delle aziende possibilmente interessate alla luce della recente perdita di importanti commesse internazionali. Il fattore tempo è determinante, così come riportato dall'interpellanza urgente presentata nel novembre 2013 nella quale già si avvisava del possibile aggravarsi della situazione;
   il 24 gennaio 2014 si è tenuto un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico durante il quale le rappresentanze sindacali hanno espresso severi dubbi inerenti gestione della procedura. Il tema espresso chiaramente è il seguente: più lunghi i tempi, più alto il rischio di depauperamento del patrimonio industriale e più certa l'ipotesi «spezzatino». Tale tesi sindacale è stata chiaramente supportata da una lettera inviata al Ministero dello sviluppo economico e al commissario Andrea Lolli nel mese di dicembre 2013 firmata da oltre 200 dipendenti gli stessi che, preoccupati per il loro destino lavorativo, durante l'incontro tenutosi a Roma la settimana scorsa hanno manifestato davanti al Ministero dello sviluppo economico e davanti alle portineria della storica azienda di Legnano;
   in questo contesto la soluzione dell'affitto potrebbe portare nell'immediato ulteriori vantaggi per il rilancio industriale ed il mantenimento dell'integrità del valore dell'azienda stessa in quanto il mercato esige al più presto un dialogo ed un confronto con un soggetto industriale. Tale soggetto deve essere credibile e in grado di garantire la propria capacità tecnico-finanziaria per la gestione dell'azienda dal punto di vista operativo, la presentazione di garanzie bancarie necessarie ai progetti internazionali, la formulazione di preventivi e l'esecuzione di ordini, nonché la rinegoziazione e mantenimento degli stessi. La perdita di commesse è sicuramente legata alla stringente esigenza di un mercato che necessita di una controparte industriale il prima possibile. Si ricorda anche il delicato tema della denominazione aziendale;
   un'ulteriore considerazione nasce dal fatto che quanto prima si affitta il ramo produttivo dell'azienda, tanto prima si può legare un soggetto industriale alla stipula di un contratto che obbliga lo stesso a presentare un'offerta per l'acquisto dell'attività. La nota più grave ad oggi è che tergiversando su quale fosse la migliore via da percorrere, la gestione da parte del tribunale di Milano e successivamente da parte del Ministero dello sviluppo economico non abbia portato alla stipula e firma di nessun accordo vincolante da parte di alcun soggetto industriale né per l'affitto né tanto meno per la vendita dell'attività;
   ad oggi appare altamente improbabile la possibilità di completare le procedure burocratiche previste per un acquisto dell'azienda entro il mese di giugno 2014. La procedura di vendita potrebbe richiedere un lasso di tempo molto più importante, tale da costringere i termini per la cessione nell'anno 2015. La conseguenza del dilatarsi dei tempi a tal punto metterebbe chiaramente a repentaglio l'integrità del valore dell'azienda e l'esistenza stessa della fabbrica, fino a non rendere possibile il configurarsi di un piano industriale per il rilancio in continuità operativa. A tale data gli unici interessi per l'acquisto potrebbero provenire da realtà industriali di più ridotte dimensioni e scopi interessate solamente a tante piccole porzioni del tutto e «l'ipotesi spezzatino» diventerebbe l'unico possibile epilogo alla vicenda Tosi. Si sottolinea che il core business da un punto di vista impiegatizio della fabbrica di Legnano è infatti costituito dalla produzione di turbine a vapore che potrebbe impiegare centinaia di dipendenti. I rami d'azienda service e «idraulica» possono essere gestiti impiegando solo pochi tecnici dislocati in altre sedi e con produzione conto terzi. Alcune aziende concorrenti stanno già tentando di assumere specifici dipendenti della Franco Tosi e disperdere il know-how tecnologico. Il tempo è un fattore di assoluta importanza per la conservazione di questo asset aziendale chiaramente legato all'integrità del valore aziendale da mantenersi;
   in questo contesto è emersa una circostanza che desta gravissima preoccupazione riguardante la gestione aziendale. In assenza di un piano industriale approvato dal Ministero, senza alcuna forma di pubblicità, in totale assenza di una procedura competitiva che avrebbe sicuramente tutelato il più alto valore di cessione, sembrerebbe siano stati ceduti o si stiano per cedere disegni e/o l'utilizzo di tecnologia con cartiglio Franco Tosi Meccanica relativo a turbine a vapore. Come riportano diversi articoli, i sindacati dell'azienda intendono, qualora tali fatti siano confermati e accertati, rivolgersi alla procura della Repubblica e al tribunale di Milano e presentare formalmente un esposto al fine di sorvegliare sulla procedura di amministrazione straordinaria ed evitare qualsiasi frazionamento in una fase così delicata per l'azienda –:
   quali ulteriori iniziative i Ministri, per quanto di competenza, intendano intraprendere al fine di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi della società Franco Tosi Meccanica s.p.a. ed entro quale data tali iniziative verranno intraprese, soprattutto, per quanto concerne la cassa integrazione straordinaria;
   quale sia l'orientamento del Ministro dello sviluppo economico, sulla base dei dati forniti dal commissario straordinario e a fronte della precisa analisi della situazione effettuata dal medesimo, rispetto alla scelta da attuarsi, posto che risulta evidente che, nel rispetto delle competenze e responsabilità specifiche, il problema della Franco Tosi richieda una risposta politica che sia lungimirante e, pur in una situazione di gravissima crisi economica, possa garantire quel patrimonio produttivo e di competenze che hanno reso l'Italia competitiva sul piano internazionale. (4-03511)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 177
4-03511
presentata da
CIMBRO Eleonora

  Risposta. — Il Ministero dello sviluppo economico segue le vicende della «Franco Tosi Meccanica – FTM» con impegno costante fin dai primi eventi di criticità che hanno coinvolto l'azienda.
  In data 18 giugno 2013, è stato depositato ricorso per il fallimento della società Franco Tosi meccanica (Ftm); successivamente, in data 25 luglio 2013 il Tribunale di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza della Ftm nominando quale Commissario Giudiziale, senza gestione dell'impresa, l'avvocato Gian Paolo Barazzoni.
  Il commissario, d'accordo con il tribunale di Milano, nel rilevare la possibilità di facilitare la cessione dell'azienda attraverso un preliminare contratto di affitto, ha pubblicato un invito a manifestare interesse per affittare l'azienda.
  A seguito del parere del Ministero dello sviluppo economico ex articolo 29 del decreto legislativo 270 del 1999, predisposto in data 23 settembre, il 28 settembre 2013 il Tribunale ha disposto l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria rilevando i presupposti per il riequilibrio dell'azienda, pur in pendenza dell'esito della procedura di affitto avviata.
  Il Ministro dello sviluppo economico ha nominato in data 16 ottobre 2013 il dottor Andrea Lolli quale commissario straordinario della procedura Franco Tosi meccanica. In data 24 gennaio 2014 (a seguito di richiesta di proroga) è stato depositato il programma di cessione dei complessi aziendali il quale prevede, tra l'altro, il ricorso alla garanzia di Stato sui finanziamenti per la gestione corrente dell'impresa.
  Considerando l'importanza di procedere in tempi stretti, il commissario ha rappresentato l'avviare quanto prima la procedura di vendita al fine di evitare un ulteriore slittamento dei tempi necessari al completamento delle fasi preliminari della gara di affitto, stimati dai 30 ai 60 giorni.
  In effetti, la gara incardinata durante il periodo di commissariamento giudiziale verteva su un perimetro non compatibile, ad opinione del commissario straordinario, con l'unitarietà dell'azienda, obiettivo prioritario della procedura di amministrazione straordinaria, né nel bando originario vi erano garanzie sufficienti alla tutela dell'azienda stessa e obblighi precisi in merito al successivo acquisto da parte dell'affittuario. Tutto ciò, con il concreto rischio di pregiudicare l'ottimale definitiva ricollocazione dell'azienda sul mercato.
  In tale contesto, proprio al fine di corrispondere alle esigenze di celerità da più parti rappresentate e comunque connesse all'utile esperimento del tentativo conservativo, il Ministro dello sviluppo economico ha condiviso le valutazioni del commissario ed ha invitato lo stesso a predisporre gli atti necessari al più rapido avvio della procedura di vendita.
  Le azioni di cui sopra sono state fondate anche sul presupposto che il commissario, nel programma in corso di approvazione, dà conto della possibilità di una autonoma gestione dell'attività di impresa mediante il ricorso a finanziamenti garantiti dal Tesoro dello Stato.
  Peraltro, è da sottolineare che il termine massimo previsto dal decreto legislativo 270 del 1999 per un programma di cessione è di 12 mesi solari, salvo proroga del tribunale. Tale periodo è ritenuto congruo al fine di addivenire alla migliore allocazione sul mercato dell'azienda nel contemperamento delle esigenze dei creditori e dei dipendenti preservando al contempo il patrimonio industriale.
  In relazione a quanto riportato nell'atto circa le commesse in Bolivia e Nicaragua, il commissario ha precisato, con nota del 6 febbraio 2014, che le stesse erano già ampiamente compromesse prima dell'apertura della procedura di amministrazione straordinaria, a causa degli enormi ritardi pluriennali accumulati. Peraltro, per quanto riguarda la commessa Misicuni, il commissario ha specificato che la stessa è stata oggetto di risoluzione da parte delle autorità boliviane dando come motivazione della «terminacion por incumplimento» la pronuncia della dichiarazione di insolvenza di Ftm del 24 luglio 2013.
  Quanto alla vicenda riguardante la vendita di disegni, la stessa è stata già ampiamente smentita dal commissario anche durante la riunione informativa con le organizzazioni sindacali del 24 gennaio 2014, citata nell'atto di sindacato. In particolare, il commissario ha precisato che le iniziative cui si fa riferimento, riguardanti la concessione dell'utilizzo dei disegni sono «legittime, approfonditamente valutate dal Commissario e da suoi collaboratori e considerate, oltre che economicamente vantaggiose, utili per lo sviluppo di iniziative commerciali della società in collaborazione con partner industriali su nuovi mercati».
  In riferimento alla denominazione sociale, il commissario ha ricordato come il tema sia oggetto di contenzioso risalente al 2008 e che ha visto soccombere la società sia in primo che in secondo grado. Il 6 gennaio 2014 si è tenuta l'udienza in Cassazione e di cui si attende l'esito nei prossimi mesi.
  Infine, secondo quanto riferito dal medesimo commissario, non vi è evidenza di decadimento di attenzione da parte di soggetti che precedentemente avevano palesato interesse per la Ftm ma bensì, sono pervenute recentemente ulteriori manifestazioni di interesse.
  In definitiva, si ritiene di poter condividere le scelte operate sino ad oggi dal commissario, volte ad assicurare il perseguimento delle finalità della procedura di amministrazione straordinaria, attraverso la vendita dell'azienda secondo le procedure previste dalla legge.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica industriale

cassa integrazione

firma di accordo

contratto

locazione