ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03464

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 167 del 05/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: OTTOBRE MAURO
Gruppo: MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Data firma: 05/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 05/02/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 08/09/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03464
presentato da
OTTOBRE Mauro
testo di
Mercoledì 5 febbraio 2014, seduta n. 167

   OTTOBRE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   sul giornale La Repubblica del 31 gennaio 2014 è apparso un articolo dal titolo «Olio italiano ma solo sull'etichetta, ecco la truffa che indigna l'America»;
   l'articolo riporta un'inchiesta del New York Times – corredata da 15 vignette satiriche – che si chiede quanto è puro il nostro extravergine d'oliva e, soprattutto, se è davvero «italiano», l'attacco frontale del NYT entra nelle pieghe di un fenomeno che un'inchiesta di Repubblica aveva già portato alla luce alla fine del 2011;
   infatti, se è vero che quando è di qualità l'olio ottenuto spremendo le olive nostrane è il migliore, o certamente tra i migliori del mondo, è altrettanto vero – senza generalizzare – che sulla produzione e la commercializzazione dell'olio extravergine «made in Italy» si allungano da qualche anno ampie zone d'ombra;
   Spagna, Grecia, Tunisia, Marocco sono i principali Paesi dai quali l'Italia olio e quell'olio – lo hanno accertato in questi tre anni indagini giudiziarie concluse con massicci sequestri – in alcuni casi viene manipolato, miscelato e imbottigliato in modo fraudolento, mischiato con olio italiano, corretto per lo più con beta-carotene (per mascherare il sapore) e clorofilla (per modificarne il colore) e, infine, venduto infine con etichetta «extravergine made in Italy»;
   olio di semi e olio di sansa sono le «basi» più utilizzate da produttori disonesti, per lo più sono imbottigliatori e non produttori, tecnicamente si tratta di adulterazione e contraffazione;
   «È una metastasi che danneggia il settore penalizzando i produttori onesti, un “tutti contro tutti” che ha finito per rendere tutti più poveri» – dice Pietro Sandali, direttore generale di Unaprol, un fenomeno che, stando anche ai risultati di recenti indagini, non si arresta, un po’ per le maglie larghe della legge in materia e un po’ perché il business dell'olio, magagne comprese, è diventato un mare troppo grande;
   «Abbiamo denunciato questa piaga in tempi non sospetti e per questo ci consideravano dei matti pericolosi che non avevano a cuore le sorti del settore – spiega Stefano Masini, responsabile consumi della Coldiretti – Le lobby che proteggono l'agromafia, perché di questo stiamo parlando, ci hanno persino portato in tribunale. Pensavano di chiudere la partita così, di metterci a tacere. Poi sono arrivate le indagini, i sequestri, le tonnellate di olio che partivano per gli Stati Uniti e altri paesi con etichette «bugiarde»;
   il Nafs del Corpo forestale dello Stato nel 2013 ha smascherato 204 ditte contraffattrici e ha comminato sanzioni per quasi 5 milioni di euro, «La legge “salva olio” approvata a febbraio 2013 è stata ed è di straordinaria importanza – ragiona il vicecomandante Amedeo De Franceschi – ci ha consentito di utilizzare le intercettazioni telefoniche e ambientali per i reati alimentari, ha introdotto nuove misure di repressione e contrasto alle frodi, ma non basta»; soprattutto, non risulta ancora pienamente applicata;
   grazie all'azione delle forze dell'ordine partite di olio contraffatto spuntano fuori dai container in partenza (lo scorso anno 110 milioni di litri sono stati esportati negli Stati Uniti, un calo del 13 per cento rispetto a dodici mesi prima), o vengono prelevate direttamente nelle aziende; a dicembre 2013 i carabinieri dei Nac hanno scoperto un circuito che commercializzava olio contraffatto e privo di etichettatura: 14 tonnellate erano già pronte per arrivare sulle tavole natalizie;
   contro l'articolo del NYT e le relative vignette satiriche, tese a diffondere l'idea che gran parte dell'olio d'oliva in commercio sia adulterata, sì è scagliato il presidente della sezione agroalimentare di Confindustria Bari Francesco Divella, ma in precedenza era intervenuta anche l'Associazione dei produttori della Toscana, «Ancora una volta – afferma Divella – questo settore subisce l'onta di un uso distorto e tendenzioso delle informazioni sui media, dettato da interessi concorrenti. Questo episodio non rende ragione ad una delle risorse più preziose della nostra economia»;
   mentre le associazioni di categoria aderenti a Confindustria Assitol e Federolio chiedono un incontro urgente con il Ministero dello sviluppo economico per difendere l'immagine dell'olio italiano negli Usa, Divella fa notare che «l'episodio del New York Times è solo un esempio eclatante delle tante notizie di stampa contenenti informazioni e giudizi sommari diffuse continuamente dai media, anche nazionali, sul settore agroalimentare»;
   il discredito gettato sul comparto oleario e, con questo, su tutto l'agroalimentare italiano è, a parere dell'interrogante, un fatto inaccettabile che richiede importanti misure di tutela, infatti l'attacco alla produzione italiana potrebbe tradursi in grave danno economico per tutte le regioni produttrici di olio extravergine d'oliva: Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Trentino, Sicilia;
   ad essere danneggiati non sono solo i grandi produttori ma, soprattutto, i piccoli produttori che con grande fatica e dedizione sono riusciti a crearsi un loro spazio nel mercato internazionale, grazie non solo alla elevata qualità del loro prodotto ma anche alla loro onestà, tra questi i produttori della zona del Garda Trentino, il cui olio extravergine riceve da tempo importanti riconoscimenti sia a livello nazionale e sia internazionale –:
   quali misure intenda intraprendere per dare piena attuazione alla legge «salva olio» del 2013, al fine di tutelare l'immagine e garantire l'autenticità dell'olio di oliva extravergine, di cui l'Italia è, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, di gran lunga, il maggior produttore e per la salvaguardia di tutto il comparto agroalimentare che rappresenta la principale fonte di fatturato nell'export italiano. (4-03464)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

produzione nazionale

protezione delle comunicazioni

lotta contro la criminalita'

etichettatura

commercializzazione

contraffazione

denominazione di origine