ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03326

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 160 del 27/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/01/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 27/01/2014
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03326
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Lunedì 27 gennaio 2014, seduta n. 160

   MELILLA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il carcere di Teramo ha un indice di sovraffollamento della popolazione carceraria del 72,50 per cento, infatti ha una capienza massima di 229 detenuti, ma ne ospita 395, cioè 166 in più;
   questo sovraffollamento determina condizioni di detenzione inaccettabili e contrarie alla funzione rieducativa della pena, come impone la Costituzione italiana, e alla normativa europea;
   nell'ultimo anno vi sono stati 9 casi di tentativi di suicidio e 34 atti di grave autolesionismo;
   il personale di polizia penitenziaria lavora in condizioni disagiate e con carichi pesanti –:
   se non intenda assumere rapidamente iniziative volte a superare questa situazione di grave sovraffollamento del carcere di Teramo. (4-03326)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-03326
presentata da
MELILLA Gianni

  Risposta. — Come noto, il tema del sovraffollamento carcerario ha rappresentato una delle prioritarie criticità con le quali ci si è dovuti confrontare sin dall'inizio di questa legislatura.
  Il complesso delle iniziative assunte ha, tuttavia, costituito l'occasione per avviare un ripensamento integrale dei modelli di esecuzione della pena, che potranno condurre ad un nuovo equilibrio tra esigenze di sicurezza della collettività, tutela delle vittime dei reati, concreta attuazione dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali dell'individuo.
  Gli Stati generali dell'esecuzione penale, nati proprio dall'esigenza di avviare un ripensamento multidisciplinare dell'esecuzione della sanzione penale, potranno segnare una tappa importante lungo il percorso avviato dalla necessaria attuazione delle prescrizioni della Corte europea dei diritti dell'uomo.
  L'esito dei lavori, che hanno riunito oltre duecento diverse professionalità nella condivisa riflessione sulla pena e sul sistema penitenziario, è stato illustrato proprio nelle giornate del 18 e 19 aprile 2016 a Rebibbia, alla presenza del Capo dello Stato e di esponenti delle istituzioni e della società civile. Ha registrato l'interessata partecipazione del vice Segretario generale del Consiglio d'Europa e del Commissario europeo per giustizia.
  Ha «aperto l'orizzonte di una nuova cultura della pena» ed ha offerto alla pubblica riflessione una nuova prospettiva sul mondo del carcere.
  Questa nuova prospettiva, unitamente alla definitiva archiviazione della vicenda Torregiani, deliberata dalla Corte europea per i diritti dell'uomo nel marzo 2016, segna un passaggio avanzato del percorso riformatore intrapreso.
  In tal senso, le misure normative adottate e la centralità accordata dal Governo all'utilizzo sempre più ampio delle misure alternative al carcere, come elemento strutturale di una nuova politica di esecuzione della pena, emergono anche dalla nuova architettura offerta dal regolamento del Ministero della giustizia, che ha previsto l'istituzione del nuovo Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, coniugando la sperimentata capacità del settore minorile nel trattamento al di fuori del circuito penitenziario con l'esecuzione penale esterna per gli adulti.
  Il bilancio che può tracciarsi all'esito dell'applicazione delle norme che, su più fronti, hanno inteso restituire alla detenzione carceraria il carattere di extrema ratio, come previsto dalla Costituzione, è decisamente incoraggiante: al 31 maggio 2016, la popolazione carceraria è scesa a 53.873, di cui sono ben 42.535 i detenuti che si trovano in regime di esecuzione esterna.
  Ed è ancor più incoraggiante registrare il mutamento culturale sull'esecuzione della pena, grazie al lavoro straordinario svolto dalla magistratura e dalla polizia penitenziaria, ed anche all'apporto degli enti locali, sempre più chiamati ad offrire possibilità di lavoro esterno per i detenuti, come peraltro si sta sperimentando in occasione dell'anno giubilare in corso.
  I dati descrivono, dunque, un trend positivo, dimostrando da parte di avvocati e magistrati la condivisione di una comune cultura innovativa, concretamente orientata nella prospettiva di cambiamento e di attuazione del dettato costituzionale.
  Ulteriori spazi di intervento saranno aperti, in tal senso, dall'esercizio della delega al Governo per la riforma dell'ordinamento penitenziario, oggetto del disegno di legge, di iniziativa governativa, A.S. n. 2067, approvato dalla Camera dei deputati ed ora all'esame del Senato.
  Gli interventi normativi finalizzati alla riduzione delle presenze in carcere sono stati accompagnati dal rafforzamento degli strumenti a presidio dei diritti delle persone detenute, attraverso l'introduzione del nuovo articolo 35-bis dell'ordinamento penitenziario.
  Quale strumento complementare di tutela dei diritti è stato, inoltre, istituito il Garante nazionale delle persone private della libertà personale, figura che intende rappresentare da un lato un sostegno di particolare prossimità alle esigenze di protezione dei diritti delle persone private della libertà, complementare rispetto all'attività della magistratura di sorveglianza, e dall'altro lato un momento di interlocuzione e stimolo all'attività dell'amministrazione.
  L'istituzione della figura del Garante risponde ad una richiesta sollevata più volte a livello nazionale e soddisfa i principi che sono alla base del sistema di NPM, National Preventive Mechanism, previsti dagli articoli da 17 a 21 del protocollo opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti, fatto a New York il 18 dicembre 2002 (ratificato con la legge 9 novembre 2012, n. 195).
  Nel quadro così delineato si inseriscono anche i dati relativi alla popolazione detenuta nelle strutture penitenziarie abruzzesi.
  In particolare, alla data del 27 giugno 2016, la popolazione detenuta e internata presente nel carcere di Teramo è scesa a 308 unità, rispetto alle 363 registrate nell'anno 2014, a fronte di una capienza regolamentare di 255 posti detentivi.
  Nonostante l'esubero dei presenti rispetto alla capienza (calcolata, sulla base del decreto del Ministero della salute del 5 luglio 1975, in 9 mq per detenuto + 5 per ogni detenuto aggiunto), non risulta violata la disposizione della CEDU atteso che tutti i detenuti hanno a disposizione non meno di 3 mq, spazio detentivo minimo tutelabile, anche ai fini risarcitori.
  Le iniziative volte a ridurre il sovraffollamento hanno dispiegato effetti anche sul fronte dei fenomeni autosoppressivi e autolesionistici, in significativa flessione nel corso del tempo: nel periodo gennaio-luglio 2015, difatti, nelle carceri abruzzesi non si è registrato alcun suicidio, a fronte dei 5 casi del 2012, i 3 del 2011 ed i 4 del 2010; si sono verificati 17 tentativi di suicidio a fronte dei 47 casi del 2011, i 43 del 2009, i 39 del 2010; sono stati registrati 116 atti di autolesionismo, a fronte dei 236 del 2010, i 224 del 2011, i 209 del 2009.
  Sebbene in diminuzione, il dato complessivo non è, tuttavia, accettabile.
  Proprio per questo, il 23 maggio 2016 ho emanato una specifica direttiva in materia per l'elaborazione di un piano di azione nazionale per la prevenzione dei suicidi in carcere, nella crescente tensione a migliorare il modello di monitoraggio e gestione del rischio di tale intollerabile fenomeno.
  La direttiva, che intende completare il quadro dei provvedimenti adottati dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria alla luce della recente riorganizzazione, in conformità alle indicazioni del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 84 del 2015, ricalca le specifiche linee guida dettate dall'Organizzazione mondiale della sanità, riprese anche dalla Conferenza unificata per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e valorizzate dal Comitato nazionale per la bioetica.
  Con essa ci si propone di introdurre – in armonia con le strategie di prevenzione e gestione proposte attraverso le nuove modalità detentive e, in particolare, con l'introduzione del sistema di vigilanza dinamica – un sistema maggiormente flessibile, in grado di attuare efficaci forme di controllo e, soprattutto, di approfondita conoscenza delle persone ristrette al fine di garantire risposte efficaci, intercettare e gestire le situazioni di maggiore disagio.
  Si inscrive, infine, nel complesso della revisione del sistema penitenziario in atto anche il cosiddetto piano carceri, congiuntamente delineato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministero della giustizia, e modulato secondo criteri di equa distribuzione della popolazione detenuta e degli spazi abitativi sul territorio nazionale.
  Anche sotto questo profilo, le riflessioni sviluppate sull'architettura carceraria, sulla migliore distribuzione e destinazione dei luoghi di esecuzione della pena rispondono all'esigenza di ottimizzare gli spazi e di conformarne l'uso nel rispetto della dignità della persona e della sicurezza della collettività.
  Nella programmazione per gli anni 2015-2010, è prevista la costruzione di un nuovo padiglione, per 200 posti, presso il carcere di Sulmona, i cui lavori sono in fase iniziale di esecuzione e per la cui realizzazione risultano stanziate somme pari a 15.610.904,53 euro.
  Proprio il 20 aprile 2016 si è, inoltre, riunito presso il Ministero della giustizia il Comitato paritetico per l'edilizia penitenziaria che, nel quadro delle complessive esigenze nazionali, ha preso atto dello stato di attuazione dell'intervento.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

TERAMO,TERAMO - Prov,ABRUZZI

EUROVOC :

stabilimento

personale carcerario

regime penitenziario