ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03264

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 157 del 22/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: DI GIOIA LELLO
Gruppo: MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Data firma: 22/01/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 22/01/2014
Stato iter:
06/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/10/2017
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/10/2017

CONCLUSO IL 06/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03264
presentato da
DI GIOIA Lello
testo di
Mercoledì 22 gennaio 2014, seduta n. 157

   DI GIOIA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   un uomo di 38 anni, Alberico di Noia, detenuto nel carcere di Lucera si è tolto la vita impiccandosi in una cella di isolamento;
   l'uomo si trovava in isolamento da cinque giorni dopo avere avuto un alterco con una guardia penitenziaria;
   l'alterco avrebbe avuto origine dal divieto, opposto dalla guardia carceraria, al detenuto di regalare una caramella al figlio che era andato a trovarlo in carcere insieme alla madre;
   l’’uomo che sembrerebbe avere avuto sempre un ottimo comportamento in carcere si sarebbe alterato poiché usualmente gli veniva concesso di dare una caramella al figlio;
   il Di Noia, si trovava in carcere dal marzo 2012, con l'accusa di tentata estorsione nei confronti di una donna;
   nel prossimo mese di febbraio, secondo quanto riportano notizie di stampa, era stata fissata una udienza per decidere se affidare o meno il detenuto ai servizi sociali;
   gli avvocati del Di Noia hanno sostenuto che al loro difeso era stata diagnosticata una tachicardia che lo rendeva incompatibile con il sistema di isolamento e i familiari hanno, a loro volta, denunciato che per 36 ore sarebbe stato loro impedito di vedere il loro congiunto e che, quando hanno potuto visionare il corpo senza vita, avrebbero notato una tumefazione sul lato destro del volto che non sarebbe riconducibile ad ipostasi;
   quello del Di Noia è, dall'inizio dell'anno, il terzo suicidio in cella, che si vanno ad aggiungere ai 49 che hanno deciso di togliersi la vita nel 2013;
   quali iniziative intenda, per quanto di competenza, intraprendere al fine di arrivare all'accertamento dei fatti sopra esposti e dissipare tutti i dubbi sulle dinamiche che hanno portato alla morte di Alberico Di Noia;
   quali ulteriori provvedimenti si intendano prendere al fine di evitare, per quanto possibile, i suicidi nelle carceri che sono la palese dimostrazione dello stato di abbandono e disagio in cui vivono i detenuti costretti a scontare la propria pena o, peggio ancora, lunghi periodi di carcere preventivo, in condizioni disumane di sovraffollamento. (4-03264)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 865
4-03264
presentata da
DI GIOIA Lello

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante, prendendo le mosse da un caso di decesso per suicidio avvenuto nel gennaio 2014 all'interno della casa circondariale di Lucera, pone quesiti riguardanti un tema di particolare delicatezza che vede il Ministero della giustizia impegnato in ogni iniziativa, necessaria ed utile, alla prevenzione del rischio di gesti di autolesionismo in ambiente carcerario.
  Quanto al caso del detenuto Alberico Di Noia, la competente articolazione ministeriale, disposta un'indagine amministrativa sull'accaduto, ha comunicato quanto segue.
  In data 15 gennaio 2014, alle ore 7,25, veniva riscontrato l'avvenuto decesso per suicidio del detenuto Di Noia.
  Dai primi accertamenti emergeva che il gesto era stato attuato mediante impiccagione, con l'ausilio di un lembo di lenzuolo annodato e legato a forma di cappio alla grata della finestra della camera detentiva.
  Il detenuto risulta essere stato soccorso tempestivamente, per quanto purtroppo inutilmente, dal personale di polizia penitenziaria e dal personale del 118, nel frattempo sopraggiunto.
  Per quanto comunicato il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Di Noia, giunto nell'istituto di Lucera in data 11 settembre 2013 proveniente dalla casa circondariale di Altamura ed appartenente alla categoria «protetti» per la tipologia
di reato contestato, era stato collocato presso il reparto osservazione dall'8 gennaio 2014, in esecuzione della sanzione disciplinare dell'esclusione dalle attività in comune per quindici giorni.
  Il detenuto, la mattina del tragico evento, sarebbe stato trasferito presso la casa circondariale di Lecce, a seguito di provvedimento provvisorio emesso dal provveditorato regionale.
  Svolti gli accertamenti richiesti, il provveditore regionale per la Puglia e Basilicata, cui è stata affidata l'indagine amministrativa, ha comunicato che «i comportamenti tenuti dal personale di polizia penitenziaria, nella gestione dell'evento critico, sono risultati corretti e tra loro ben coordinati».
  Quanto alla dinamica del decesso ed alla sua causa, dagli esiti degli accertamenti autoptici, effettuati sulla salma del Di Noia, risulta che «i dati circostanziali permettono di accreditare l'ipotesi che si è trattato di evento suicidario».
  Lo stesso provveditore regionale, acquisite le relative notizie, ha comunicato che il procedimento penale relativo al decesso del Di Noia Alberico è stato archiviato in data 20 novembre 2014.
  Per quanto riguarda, infine, eventuali impedimenti alla messa a disposizione della salma ai familiari, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha chiarito che la stessa, dopo l'evento, non poteva essere consegnata né mostrata alla famiglia in quanto posta a disposizione dell'autorità giudiziaria, il cui successivo nulla osta è stato immediatamente comunicato alla famiglia, anche attraverso numerose telefonate al difensore di fiducia.
  Il fenomeno di cui il caso di Lucera rappresenta manifestazione è alla mia costante attenzione, e mi vede direttamente impegnato in ogni iniziativa, necessaria ed utile, alla prevenzione del rischio di gesti di autolesionismo in ambiente carcerario.
  Finalità alla cui attuazione certamente concorre l'istituzione e la nomina, con decreto del Presidente della Repubblica 1° febbraio 2016 e decreto del Presidente della Repubblica 3 marzo 2016, del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
  Nella consapevolezza della drammaticità di ogni atto di autolesionismo, occorre osservare, sotto il profilo statistico, che a partire dal 2013 il numero di suicidi all'interno degli istituti penitenziari ha avuto un sensibile decremento.
  Tra il 2009 e il 2012, infatti, il numero di casi è stato sempre annualmente superiore a 55, con un picco di 63 nel 2011, mentre pari a 45 e 46 sono stati gli eventi degli anni 2007 e 2008.
  Grazie al miglioramento della situazione nei nostri penitenziari, il numero si è ridotto in maniera significativa, registrandosi 42 casi di suicidio nel 2013, 43 nel 2014, 39 nel 2015, 39 nel 2016 e 10 sino al 28 febbraio 2017.
  Sul piano comparativo, poi, l'Italia, secondo le statistiche ufficiali del Consiglio d'Europa, registra uno dei tassi più bassi di casi di suicidio. Nell'ultima rilevazione del 2013, si registra un tasso di 6,5 su 10.000 in Italia, 12,4 in Francia, 7,4 in Germania, 8,9 nel Regno Unito.
  I dati restano, in ogni caso, allarmanti e impongono un eccezionale sforzo dell'amministrazione penitenziaria, cui è demandata l'attuazione dei modelli di trattamento necessari alla prevenzione di ogni pericolo.
  Alla luce delle analisi e delle riflessioni degli Stati generali dell'esecuzione della pena, il 3 maggio 2016 ho adottato una specifica
«Direttiva sulla prevenzione dei suicidi», indirizzata al capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, prescrivendo la predisposizione di un organico piano d'intervento per la prevenzione del rischio di suicidio delle persone detenute o internate, il puntuale monitoraggio delle iniziative assunte per darvi attuazione e la raccolta e la pubblicazione dei dati relativi al fenomeno.
  In attuazione della direttiva, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha predisposto un «Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidiarie in ambito penitenziario», cui hanno fatto seguito circolari attuative trasmesse ai provveditorati regionali.

  Le misure adottate dall'amministrazione penitenziaria attengono alla formazione specifica del personale, alla raccolta ed elaborazione dei dati ed all'aggiornamento progressivo dei piani di prevenzione.
  Sono state, inoltre, impartite istruzioni ai provveditorati regionali ed alle direzioni penitenziarie per la conclusione di intese con regioni e servizi sanitari locali, al fine di intensificare gli interventi di diagnosi e cura, nonché l'attuazione di misure di osservazione e rilevazione del rischio.
  L'amministrazione ha anche operato sul piano dell'organizzazione degli spazi e della vita penitenziaria, con incentivazione di forme di controllo dinamico volte a limitare alle ore notturne la permanenza nelle celle, in modo da rendere agevole l'osservazione della persona in ambiente comune e ridurre le condizioni di isolamento.
  Allo stesso scopo, sono state adottate misure volte a facilitare, anche attraverso l'accesso protetto ad internet, i contatti con i familiari.
  Il 3 marzo 2017, inoltre, si è svolta presso il Ministero della giustizia una riunione nel corso della quale ho incontrato, con il Capo di Gabinetto, tutti i referenti centrali e periferici dell'amministrazione penitenziaria, al fine di fare il punto sulle modalità di esecuzione, al livello locale prossimo agli istituti penitenziari, delle disposizioni contenute nella direttiva sulla prevenzione dei suicidi e sollecitarne, ove necessario, la completa e rapida attuazione.
  Sono state, inoltre, programmate attività di monitoraggio e verifica periodica degli interventi di prevenzione delineati, attività che saranno svolte istituto per istituto.
  Tale iniziativa ha dato l'avvio ad un tavolo in convocazione permanente, che esaminerà costantemente i dati relativi allo stato di attuazione della direttiva che ogni referente è tenuto a raccogliere ed a trasmettere attraverso apposito monitoraggio. Le successive riunioni del tavolo, a partire dalla prima, si svolgono con stringente cadenza periodica.
  L'azione sin qui intrapresa risulterà ulteriormente rafforzata dalle misure contenute nella riforma dell'ordinamento penitenziario, appena approvata dal Parlamento ed i cui decreti attuativi sono in corso di elaborazione, che consentirà di introdurre strumenti adeguati per garantire una funzione davvero recuperatoria e risocializzante, in chiave costituzionalmente orientata, all'esecuzione penale.

Il Ministro della giustizia: Andrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

detenuto

personale carcerario

stabilimento penitenziario