ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03249

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 157 del 22/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 22/01/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 22/01/2014
Stato iter:
07/04/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/04/2014
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/04/2014

CONCLUSO IL 07/04/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03249
presentato da
CATANOSO Basilio
testo di
Mercoledì 22 gennaio 2014, seduta n. 157

   CATANOSO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   nel 2000 la St insieme alle organizzazioni sindacali firma al Ministero dello sviluppo economico un protocollo d'intesa per la costruzione del modulo M6, impianto ad alto livello tecnologico, che deve rappresentare il rilancio, a livello europeo, di St Catania. A fronte di 500 milioni di euro la St si impegna a creare 1.500 nuovi posti di lavoro;
   al gruppo progettazione memorie, fiore all'occhiello della St, e a diversi professionisti inviati in giro per il mondo ad acquisire know-how, viene affidato l'avvio del nuovo gioiello produttivo;
   dopo diversi rallentamenti (dovuti soprattutto ad una cattiva gestione da parte del management, ed all'incombente crisi del comparto dei semiconduttori) nella realizzazione del modulo, le insistenti voci di una cessione del progetto M6, trovano fondamento nella realizzazione di una società, indipendente da St, in cui soltanto il 48 per cento è la quota partecipativa di St, il 45 per cento di Intel (comparto memorie, a sua volta ceduta perché in perdita);
   nel mese di luglio 2007 viene firmata la cessione di ramo d'azienda del gruppo memorie di St presente in Italia;
   552 dipendenti di Catania, 123 di Arzano, 43 di Palermo e 1.024 di Agrate, il modulo M6 (interamente costruito con denaro pubblico) venduto per 450 milioni di euro alla nuova società costituita, passano da St a Numonyx;
   tra le motivazioni a giustificazione dell'operazione di vendita di ramo d'azienda, la completa realizzazione di M6 con l'assunzione prevista da protocollo d'intesa di 650 unità (inizialmente erano 1500);
   a giudizio dell'interrogante e della Ugl-metalmeccanici, non si comprende come una multinazionale forte come St abbia incontrato delle difficoltà a far partire M6, mentre una neonata società formata da due gruppi di aziende diverse, cedute perché in perdita da anni, potesse far decollare la produzione in M6;
   ovviamente e senza alcuna sorpresa, dopo soltanto un mese dalla nascita di Numonyx, i vertici aziendali della società dichiarano al Ministero dello sviluppo economico che lo stabilimento M6 non rientra più nei piani dell'azienda, rifiutando il finanziamento previsto per il completamento del modulo di 463 milioni di euro;
   a distanza di un anno, l'azienda, invitata dalle organizzazioni sindacali al Mise per presentare i piani industriali, dichiara di dover ricorrere alla Cassa integrazione per la totalità dei lavoratori Numonyx;
   nel frattempo il personale di Palermo ed i 71 dipendenti di Catania (addetti alla produzione) rientrano in St attraverso un'altra cessione di ramo ed i dipendenti a Catania diventano 401;
   il 10 febbraio del 2010 la Numonyx viene acquisita da Micron Technology attraverso la cessione dei pacchetti azionari proprietà di St (che di fatto dismette totalmente) e da altri partner;
   negli stessi mesi Stm forma, insieme a Sharp e ad Enel, una fabbrica destinata a produrre pannelli fotovoltaici, la 3 Sun, a cui viene venduto da Numonyx il modulo M6 per 70 milioni di euro (nel 2007 Numonyx acquistava a 450 milioni) ed eredita il contratto di programma previsto;
   Micron nel gennaio 2013 conta in Italia 3.287 dipendenti che, attraverso la cessione del Fab di Avezzano e di parte di dipendenti di Agrate che ritornano in St, diventano a dicembre del 2013, 1.075 (324 a Catania);
   nel 2013 Micron acquista un altra grossa azienda del mercato memorie, Elpida, che la proietta ai vertici delle classifiche mondiali per profitto (semiconduttori) dal decimo al quarto posto, e segna, dopo trimestri di perdite, un guadagno record che viene premiato dal mercato con un aumento della singola azione del 120 per cento;
   a seguito dell'acquisizione di Elpida, la società decide di razionalizzare il personale dando l'annuncio di un taglio del 5 per cento di tutto il personale a livello mondiale, malgrado, a giudizio dell'interrogante e della Ugl-metalmeccanici, non
sussista alcuna motivazione economica;
   dall'annuncio si spostano diverse attività dall'Italia ad altre parti del mondo, e viene fissato, dopo vari incontri istituzionali, un incontro al Mise, per annunciare l'impatto in Italia della razionalizzazione decisa;
   l'esito della riunione è stato che la Micron ha annunciato tagli per il 40 per cento della forza lavoro: 128 a Catania, 223 ad Agrate, 17 ad Avezzano e 53 ad Arzano;
   questo è, a giudizio dell'interrogante e della Ugl-metalmeccanici, l'ennesimo schiaffo al nostro territorio, regionale e nazionale, un'altra eccellenza cancellata ed umiliata;
   a giudizio dell'odierno interrogante e della Ugl-metalmeccanici bisogna intervenire energicamente nei riguardi del management, ed intervenire politicamente, affinché anche nell'ottica dei finanziamenti previsti dall'Unione europea sulla micro e nanoelettronica per portare la produzione in Europa dei semiconduttori dal 10 per cento attuale al 20 per cento entro il 2020, si vincolino tali finanziamenti nella regione Sicilia (regione ancora ad obbiettivo 1) al mantenimento dell'occupazione (e possibilmente, anche alla crescita di essa) nel distretto tecnologico Etna Valley. Micron ha già dichiarato di non essere interessata a tali finanziamenti. STMicroelectronics, invece, sembra fortemente interessata, ed in ogni caso si ritiene che essa debba assumersi la responsabilità dei lavoratori Micron, considerato che essi stessi hanno «venduto» ad un'altra azienda (Micron) che ora sembra volere abbandonare il territorio;
   non si può permettere che tutto ciò accada, e che si perdano più di 1.000 posti di lavoro ad altissimo livello professionale su un settore che si ritiene debba essere considerato strategico e fondamentale per lo sviluppo italiano –:
   quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per risolvere le problematiche esposte in premessa e tutelare i lavoratori italiani della Micron.
(4-03249)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 7 aprile 2014
nell'allegato B della seduta n. 206
4-03249
presentata da
CATANOSO Basilio

  Risposta. — In relazione all'interrogazione in esame, si rappresenta quanto segue.
  Il Ministero dello sviluppo economico segue costantemente le problematiche della società Micron e ne osserva attentamente gli sviluppi.
  Sono stati convocati, infatti, specifici tavoli di confronto per affrontare le problematiche relative alla Micron, come pure di altre aziende in crisi all'interno dello stesso comparto industriale/tecnologico della microelettronica (3SUN e ST Microelettronics) ed in particolare gli ultimi incontri si sono svolti il 26 febbraio e il 12 marzo 2014.
  All'incontro del 26 febbraio 2014 erano presenti rappresentanti de Ministero dello sviluppo economico, delle Regioni Sicilia, Campania e Lombardia, del Comune di Catania, di Confindustria Monza, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, le rappresentanze sindacali unitarie, alcuni parlamentari e una delegazione di Micron.
  L'incontro ha avuto inizio a seguito di una riunione preliminare ristretta alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni, che era stata richiesta dalle organizzazioni sindacali.
  L'azienda ha parlato dei due incontri avuti direttamente con le organizzazioni sindacali a seguito dell'ultima riunione tenutasi al Ministero dello sviluppo economico in data 28 gennaio 2014.
  Nel corso del primo di questi incontri è stato presentato un piano di riorganizzazione in relazione alle prospettive di mercato dei vari siti Micron in Italia.
  Nel corso del secondo è stata presa in considerazione la possibilità di rivedere parzialmente l'impatto sulle risorse occupazionali rispetto alla lettera del 21 gennaio 2014 che annunciava l'inizio delle procedure di mobilità per 419 unità distribuite tra i siti Micron di Agrate Brianza e Vimercate, Arzano, Avezzano e Catania. In particolare, l'azienda ha comunicato che sta cercando di ricollocare alcuni degli esuberi sia in altre aziende Micron all'estero, sia in altre aziende del territorio nazionale dello stesso sistema merceologico di Micron. A questo riguardo sono già stati presi contatti con una azienda del distretto tecnologico di Monza Brianza disponibile a riassorbire alcuni degli esuberi Micron.
  I sindacati, unitariamente, hanno comunicato di non essere soddisfatti del piano prospettato dall'azienda ritenendo che non possa essere considerato come un piano industriale sul futuro delle aziende Micron in Italia. Hanno, quindi, nuovamente richiesto la presentazione di un piano industriale sulle prospettive produttive e occupazionali del gruppo, poiché ci sono dubbi circa la sua permanenza in Italia.
  Le rappresentanze sindacali unitarie hanno espresso preoccupazione circa la possibile dispersione all'estero del patrimonio tecnologico e del personale altamente specializzato dei siti italiani di Micron.
  I sindacati, inoltre, hanno chiesto al Governo di contattare il
board Micron negli Stati Uniti e di mantenere un unico tavolo a livello nazionale per trattare non soltanto i problemi immediati riguardanti la mobilità dei 419 lavoratori (che sono scaduti il 7 aprile 2014), ma anche – e soprattutto – il piano industriale di permanenza delle aziende Micron in Italia.
  Durante l'ultimo incontro, tenutosi in data 7 marzo 2014, si sono registrati alcuni passi avanti in merito alle problematiche già esposte. I vertici aziendali hanno, infatti, assicurato la volontà della società di restare in Italia, si sono mostrati propensi a ricorrere agli ammortizzatori sociali e agli incentivi all'esodo, a ridiscutere il numero degli esuberi e a lavorare a un piano industriale che possa realmente garantire un futuro produttivo e occupazionale ai siti italiani.
  Un'apertura significativa, manifestata dal vice presidente di Micron, che i rappresentanti sindacali nazionali e territoriali dei metalmeccanici hanno accolto con interesse nel prosieguo dell'incontro.
  Entro fine marzo era stato calendarizzato un nuovo incontro per iniziare a entrare nel merito del piano industriale di Micron.
  L'obiettivo, promosso dal Ministero dello sviluppo economico, è quello di arrivare in tempi brevi a un accordo definitivo che possa salvaguardare al meglio l'importantissima realtà rappresentata da Micron per il Paese.
  Infine, per quanto concerne il settore della microelettronica in generale, si segnala che si sono tenuti in data 7 marzo 2014 due incontri: quello relativo a tutto il comparto della microelettronica e la prima riunione del tavolo sul settore specifico dei componenti elettronici.
  Durante i due appuntamenti, finalizzati a individuare le politiche di sviluppo più urgenti e adeguate per i comparti interessati, sono stati affrontati i temi di coordinamento con le strategie europee di politica industriale e per la ricerca e sviluppo connesse anche ai fondi strutturali e ai fondi tematici.
  I lavori del tavolo sulla microelettronica proseguiranno con l'elaborazione di un documento strategico per quanto concerne il comparto in generale, mentre, in materia di componenti elettronici, si è discusso principalmente degli interventi possibili al fine rafforzare la presenza delle piccole e medie imprese del settore rispetto alla possibilità di accedere alle risorse europee, anche attraverso l'accompagnamento alla realizzazione di reti di collaborazione, e della necessità di maggiori controlli sulla qualità dei prodotti importati.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica industriale

cassa integrazione

conservazione del posto di lavoro