ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03157

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 152 del 15/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: MURA ROMINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/01/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 15/01/2014
Stato iter:
24/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/02/2014
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/02/2014

CONCLUSO IL 24/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03157
presentato da
MURA Romina
testo di
Mercoledì 15 gennaio 2014, seduta n. 152

   MURA. — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   da notizie di stampa si apprende che la nave Ark Futura, noleggiata dal Gruppo Grendi, normalmente in servizio sulla, tratta Vado Ligure-Cagliari, sarebbe impegnata nell'eliminazione delle armi chimiche siriane;
   la stessa compagnia Grendi ha ufficialmente dichiarato che «il contratto di noleggio stipulato con la proprietà, prevede espressamente che, se richiesta, la nave, per periodi circoscritti, debba essere concessa in uso alla Marina militare danese, che attualmente la sta impiegando nell'ambito della missione di pace prevista dalla missione Onu-Opac per l'eliminazione della armi chimiche sequestrate in Siria»;
   queste notizie, non smentite da alcuna autorità nazionale, hanno suscitato grande preoccupazione nella popolazione e nelle istituzioni locali –:
   se corrisponda al vero quanto riportato da settimane sugli organi di informazione;
   qualora non si possa impedire il transito su territorio italiano, come si auspica se ci sia stato o ci sarà un coinvolgimento delle amministrazioni regionali e comunali dei territori interessati dal passaggio di armi ritenute pericolose, nonché del Parlamento;
   se non ritenga indispensabile accompagnare una simile eventualità con una corretta campagna di informazione, che rassicuri le popolazioni e faccia conoscere modalità, tempi, luoghi del trasporto delle armi sequestrate. (4-03157)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 178
4-03157
presentata da
MURA Romina

  Risposta. — Il Governo, anche in virtù degli impegni assunti in Parlamento l'11 settembre 2013 a seguito dell'approvazione alla Camera della mozione 1-00178 (nella quale era contenuto l'impegno «a sostenere l'iniziativa volta a far emergere, a mettere sotto controllo internazionale e a neutralizzare l'arsenale chimico siriano, con l'obiettivo irrinunciabile che non possa essere nuovamente usato, confidando che una risoluzione in tal senso sia presto adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite») e della risoluzione 6-00026 (nella quale era contenuto l'impegno «a partecipare alla definizione di una cornice politica e diplomatica che abbia il fine di avviare un processo democratico volto al riconoscimento dei diritti umani e all'eliminazione definitiva dell'arsenale chimico siriano, affinché non si abbiano a ripetere mai più in futuro simili atrocità»), è da sempre fortemente impegnato a favorire – nell'ambito della ricerca di una soluzione pacifica della crisi siriana – l'eliminazione delle armi chimiche a disposizione del regime. Armi che, si ricorda, sono state utilizzate nel corso del conflitto causando delle atrocità ai danni delle popolazioni civili inermi, come testimoniato dal terribile attacco di Al Ghouta dell'agosto 2013, rimasto impresso nella memoria comune.
  Tale impegno viene naturalmente esercitato nei contesti multilaterali appropriati dell'Onu e dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), organizzazione che per la sua azione in favore di un mondo privo da armi chimiche ha vinto nel dicembre 2013 il premio Nobel per la pace.
  Come noto la risoluzione 2118 del Consiglio di sicurezza della nazioni unite e la Decisione del Consiglio esecutivo dell'Opac sulla distruzione delle armi chimiche in Siria del 27 settembre 2013 hanno disposto un chiaro mandato per giungere in tempi rapidi allo smantellamento dell'arsenale chimico di Damasco. Il 15 novembre il Consiglio esecutivo Opac ha quindi approvato una nuova decisione, che ha fissato precise scadenze per lo smantellamento dell'intero arsenale, da completare entro il primo semestre del 2014. Il 17 dicembre il direttore generale dell'Opac ha presentato al Consiglio esecutivo il piano dettagliato per la distruzione delle armi chimiche siriane all'estero. Questo piano naturalmente richiede per la sua esecuzione la fattiva collaborazione degli Stati parte dell'organizzazione.
  Su queste basi, l'Italia ha deciso, in maniera convinta, di fornire un contributo all'organizzazione di tale operazione, mettendo innanzitutto a disposizione un velivolo dell'aeronautica militare per il trasporto degli ispettori, e, successivamente, dei contributi finanziari e materiali alle Nazioni unite e all'Opac. Ha inoltre messo a disposizione, come da richiesta dell'Opac per dare esecuzione al piano, un porto, successivamente identificato dalle competenti autorità nazionali a Gioia Tauro, per un'operazione di trasbordo degli agenti chimici. La decisione sull'identificazione del porto è stata prerogativa italiana ed è stata adottata, a seguito di attenta concertazione interministeriale, al massimo livello politico. Il processo di selezione ha tenuto conto dell'esigenza di garantire le massime condizioni di sicurezza e di tutela ambientale. Il porto di Gioia Tauro effettua già normalmente operazioni di trasbordo di materiali chimici analoghi a quelli di provenienza dalla Siria. Dette operazioni sono pienamente alla portata degli impianti portuali considerati, ivi compresa la gestione dei rischi connessi ad operazioni di questo tipo.
  Il piano per la distruzione delle armi chimiche siriane – come ampiamente illustrato il 16 gennaio 2014 dal direttore generale dell'Opac nel corso di un'audizione tenuta innanzi alle Commissioni esteri e difesa di Camera e Senato – prevede infatti il trasferimento all'estero degli agenti di maggiore pericolosità (cosiddetta di priorità 1) e la loro distruzione per idrolisi mediante apparecchiature mobili installate a bordo della nave americana Cape Ray.
  Le sostanze, inizialmente trasportate verso il porto siriano di Latakia, verranno infatti trasportate a bordo di una nave danese al porto di Gioia Tauro, dove, come noto, saranno condotte le operazioni di trasbordo sulla Cape Ray. Una volta caricata, la Cape Ray – nel pieno rispetto delle normative ambientali e dei requisiti di sicurezza – uscirà dalle acque territoriali italiane per collocarsi in acque internazionali, dove svolgerà le attività di distruzione. Il trattamento con idrolisi a bordo della Cape Ray avverrà in ogni caso al di fuori della zona di protezione ecologica marina italiana. La data dell'operazione verrà determinata in funzione dell'andamento delle attività di carico in Siria. Quanto alle tempistiche, nei contatti con i siriani in corso in ambito Opac è emersa una profonda distanza fra quanto ipotizzato da parte della Siria – per cui per ragioni di sicurezza sarebbero necessari almeno altri tre mesi per completare il carico – e quanto indicato dall'Opac, per la quale si potrebbe riuscire a completare l'operazione in questione già entro la fine di marzo e non all'inizio di giugno. L'Opac – anche tramite del suo consiglio esecutivo, di cui l'Italia fa parte – continuerà naturalmente a seguire con la massima attenzione l'andamento delle attività di carico. I residui della distruzione, che rimarranno a bordo della Cape Ray, verranno quindi trasferiti all'estero perché possano essere convertiti in sostanze utilizzabili dalle due industrie negli Stati Uniti e in Finlandia che hanno vinto la gara internazionale bandita dall'Opac.
  L'intera operazione – condotta sotto l'egida delle Nazioni unite e dell'Opac – vede impegnati in uno sforzo internazionale, oltre all'Italia, gli Stati Uniti, Russia, Cina, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Germania e Regno Unito. L'operazione costituisce la più importante iniziativa di disarmo degli ultimi anni e le modalità di trasbordo presso il porto italiano sono state concordate con gli altri Stati partecipanti, in modo da garantire il rispetto sia delle convenzioni internazionali sia della legislazione nazionale in materia di protezione ambientale.
  Si segnala che il 21 gennaio 2014 il Presidente del Consiglio ha ricevuto – insieme al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, e ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, e dell'ambiente e del mare, Andrea Orlando – i sindaci di Gioia Tauro e di San Ferdinando, il presidente della regione Calabria, il presidente dell'autorità portuale di Gioia Tauro, i membri del Comando generale delle Capitanerie di porto, l'amministratore delegato di Medcenter Container Terminal e il vicepresidente Terminal Marittimi del gruppo
Contship. In tal circostanza il governo si è impegnato a predisporre iniziative puntuali di informazione allo scopo di aggiornare la popolazione.
  Infine, si precisa che i costi del piano di distruzione dell'arsenale chimico siriano sono finanziati attraverso l'istituzione da parte dell'Onu e dell'Opac di fondi fiduciari cui gli Stati possono partecipare mediante contributi finanziari o in natura. In particolare, il Consiglio esecutivo dell'Opac ha istituito un fondo
ad hoc per la distruzione, che l'Italia ha già finanziato con 1 milione di euro a valere sul decreto missioni 2013. Da parte italiana saranno versati 2 milioni di euro sullo stesso fondo e sono state offerte due autoambulanze blindate, immagini satellitari di siti italiani siriani e servizi di trasporto per il trasferimento in Siria degli ispettori dell'Opac. I costi dell'intero piano di distruzione saranno dunque coperti per la maggior parte con le risorse versate dagli Stati sul fondo dell'Opac su base volontaria.
Il Viceministro degli affari esteriLapo Pistelli.

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