ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03125

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 150 del 13/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 13/01/2014
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 13/01/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 13/01/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 13/01/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 13/01/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 13/01/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 13/01/2014
Stato iter:
01/08/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/08/2014
MARTINA MAURIZIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 01/08/2014

CONCLUSO IL 01/08/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03125
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Lunedì 13 gennaio 2014, seduta n. 150

   GAGNARLI, MASSIMILIANO BERNINI, L'ABBATE, GALLINELLA, LUPO, PARENTELA e BENEDETTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   in data 29 maggio 2013, il M5S ha presentato una risoluzione n. 7-00024 in Commissione agricoltura della Camera dei deputati, approvata il 19 giugno 2013, con la quale il Governo si è impegnato ad eseguire una serie di azioni volte ad ottenere un equilibrio tra la tutela di una specie protetta da norme comunitarie e nazionali, quale è il lupo, e la tutela degli interessi degli allevatori;
   in data 20 novembre 2013, gli interroganti hanno presentato un primo atto ispettivo (4-02608), al quale non si è avuta ancora risposta, per evidenziare che il Consiglio regionale toscano intendeva discutere della proposta di autorizzare la caccia al lupo, come risoluzione del problema dei danni provocati alla zootecnia regionale, ad oggi fortunatamente non ancora deliberata;
   notizie recenti evidenziano che la caccia al lupo ed agli ibridi cane-lupo si è riacutizzata: in Maremma con l'ultima carcassa trovata dalla polizia provinciale nel comune di Manciano, salgono a sei i lupi (o ibridi) uccisi nella zona negli ultimi due mesi. Le carcasse, il più delle volte, sono state lasciate nelle piazze, da Saturnia a Scansano e anche alle porte del capoluogo;
   l'abbattimento dei lupi verificatosi nelle ultime settimane in tutto il territorio provinciale è motivo di seria preoccupazione, perché è una pratica illegittima che mette a rischio la sopravvivenza di una specie protetta. Tuttavia, è pur evidente che il recente intensificarsi degli abbattimenti è il segnale preoccupante dell'esasperazione degli allevatori rispetto alla sopravvivenza delle proprie attività produttive;
   è stato sostenuto anche da esponenti autorevoli della maggioranza che la strategia d'intervento, già indicata da atti di indirizzo approvati dalle Commissioni parlamentari competenti, richiede che l'Ispra realizzi in tempi rapidi un censimento della popolazione di lupi presente sul territorio nazionale, stabilendo una soglia di sostenibilità della presenza del lupo sui territori e, conseguentemente, chiedere a Bruxelles una eventuale deroga per il contenimento della specie. Solo in base al censimento degli esemplari di lupo geneticamente puro, come è successo in Francia e Spagna, si potrebbe impostare una corretta politica di gestione di questa specie protetta, e si potrebbe procedere altresì ai contenimenti di canidi e ibridi, che spesso sono veri protagonisti delle stragi di pecore che decimano le greggi. Non è più tempo di tentennamenti, né di falsi moralismi;
   a parere degli interroganti, tuttavia, tale orientamento non emergerebbe allo stato da atti di indirizzo già approvati. Risulta invece che il Governo si sia impegnato a mettere in campo, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, un piano di indennizzo nazionale per gli agricoltori danneggiati, ad incentivare l'applicazione di metodi ecologici per ridurre i danni, ad incentivare programmi di management ambientale e decise azioni preventive, a partire dalla completa cessazione di qualsiasi attività di ripopolamento a scopo venatorio sul territorio, alla piena attuazione della legge n. 157 del 1992, in particolar modo con riferimento alla gestione faunistica per quanto riguarda l'attuazione dei metodi ecologici, che vengono di consuetudine del tutto ignorati, ed altri impegni in linea con questi citati;
   appare evidente che prima di pensare ad una eventuale richiesta di deroga a Bruxelles, nelle more dei risultati del censimento chiesto ad Ispra, si debbano sbloccare le misure per le quali il Governo si è già impegnato e grazie alle quali, anche secondo il presidente di Wwf Italia Dante Caserta, sarebbe certamente possibile poter superare la problematica, nel rispetto di entrambi gli interessi, quelli di tutela della specie protetta e quelli delle attività produttive zootecniche;
   secondo il presidente Wwf Italia Caserta: «La vera sfida si gioca sulle scelte e se l'obiettivo è quello di salvaguardare sia gli allevatori sia i lupi, le parole chiave sono prevenzione e corretta gestione dell'allevamento». Il Wwf evidenzia infatti, in linea con la risoluzione sopracitata, la necessità di avviare l'adozione di strumenti anti-predazione, di indennizzi per gli allevatori colpiti, di fare un monitoraggio e una registrazione dei danni, così come una corretta gestione del randagismo che preveda anche l'allontanamento degli ibridi selvatici che minacciano il lupo –:
   quali sia la posizione del Ministro interrogato in ordine alla determinazione di soglie di sostenibilità di presenza del lupo sul territorio e alle eventuale richiesta a Bruxelles di deroghe alle norme di tutela della specie protetta;
   cosa intenda fare, nell'ambito delle sue prerogative, per dare concreta attuazione agli impegni presi con la risoluzione sopracitata, in particolare in riferimento alle azioni condivise anche dal Presidente di Wwf Italia Dante Caserta. (4-03125)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 1 agosto 2014
nell'allegato B della seduta n. 277
4-03125
presentata da
GAGNARLI Chiara

  Risposta. — L'interrogazione parlamentare indicata in oggetto viene posta per conoscere quale sia la mia posizione in ordine alla tutela della specie protetta del lupo, al riguardo rilevo quanto segue.
  Com’è noto, negli ultimi venti anni la presenza del lupo sull'Appennino si è intensificata grazie alla tutela garantita alla specie dal 1971, nonché all'aumento delle prede selvatiche sul territorio.
  Relativamente alla provincia di Grosseto, negli ultimi dieci anni, si è accertato un generale incremento degli individui di lupo così come di suoi ibridi, anche se mancano censimenti affidabili sul numero degli esemplari. Difatti, i lupi incrociandosi con cani vaganti, danno origine ad ibridi che a loro volta riproducendosi creano un inquinamento genetico delle specie.
  Nondimeno, gli stessi cani vaganti e gli ibridi, in generale, entrando in competizione con il lupo per le risorse alimentari, possono divenire un grave pericolo sia per motivi sanitari che sociali, acuendo il conflitto con gli allevatori per i danni, diretti e/o indiretti, che possono arrecare.
  Nel territorio della maremma toscana, dove il pascolo ovino viene effettuato soprattutto da parte di pastori d'origine sarda (ove il lupo non è mai stato presente e la popolazione non ha mai dovuto affrontare il confronto con tale predatore) il conflitto assume un'alta rilevanza sociale.
  A tal fine preciso che nella provincia di Grosseto insistono il 50 per cento degli ovini presenti in tutta la regione Toscana, raggiungendo una popolazione stimata intorno ai 210.000 capi. Tra questi gli ovini predati nel corso del 2012 sono stati 20, 595 nel 2013 e 15 nell'anno in corso.
  Per cui, il conseguente rapporto conflittuale insorto tra allevatori e predatori nel corso degli ultimi due anni ha portato all'uccisione di nove esemplari di lupo, di cui però solo due sono stati identificati come lupi puri, mentre gli altri sono risultati essere ibridi.
  Tale situazione, potrebbe essere anche connessa alla circostanza per la quale fino a qualche mese fa è mancato il risarcimento dei danni provocati dal lupo (specie protetta dalla «Direttiva habitat» n. 43 del 92 dell'Unione Europea all'allegato IV del documento: «Specie animali e vegetali d'interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa». In Italia la specie è protetta ai sensi della legge 11 febbraio 1992, n. 157 articolo 2) da parte della regione Toscana che, invece, prevede un indennizzo per quelli causati dagli ungulati (specie cacciabili).
  A tale riguardo, evidenzio che il corpo forestale dello Stato, quale organo specializzato di sorveglianza sulla applicazione della direttiva n. 43 del 1992 dell'unione europea habitat, ha intensificato notevolmente e da molto tempo l'attività di controllo a contrasto del fenomeno di bracconaggio nell'area, anche avvalendosi di specifiche azioni quali il «progetto europeo Life+ Ibriwolf» che prevede la cattura e la detenzione in cattività dei soli ibridi di lupo.
  In questo quadro ritengo utile rilevare che, nell'ambito del contesto legislativo destinato alla tutela del lupo, sussiste una sovrapposizione di norme nazionali e comunitarie; difatti, oltre alle tutele previste dalla convenzione di Berna e dalla direttiva habitat, si hanno quelle contenute nella legge n. 157 del 1992 – che disciplina la tutela delle specie omeoterme e il prelievo venatorio, quelle della legge n. 281 del 1991 – sul randagismo, nonché quelle della legge n. 150 del 1992 – relativa alla convenzione di Washington (Cites).
  Rilevo, inoltre, come il quadro della tutela degli ibridi di lupo risulti meritevole di approfondimenti, in quanto gli esemplari derivanti dall'incrocio tra la specie selvatica e la razza domestica da essa derivata, pur se astrattamente possono essere ricompresi nella definizione di fauna selvatica di cui all'articolo 2 della legge n. 157 del 1992, non vengono espressamente disciplinati sotto il profilo gestionale dalla stessa legge, mentre continuano ad essere tutelati – fino alla 4a generazione – dal regolamento dell'Unione europea n. 338 del 1997 attuativo della Cites, per quanto attiene alla loro detenzione e impiego commerciale.
  Da ultimo riferisco che sul caso vi è stato il diretto interessamento del prefetto di Grosseto, per i profili di pubblica sicurezza, e del competente assessorato regionale ai fini di individuare forme e modalità di risarcimento dei danni diretti o indiretti agli allevatori, finanziare protezioni passive e la gestione delle carcasse di animali nonché intensificare l'azione contro il fenomeno dei cani vaganti.
  Recentemente, nel mese di febbraio, la regione Toscana ha stanziato 5 milioni di euro, finalizzati al risarcimento dei danni sia diretti che indiretti provocati dal lupo o da suoi ibridi.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaliMaurizio Martina.

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