ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02996

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 141 del 19/12/2013
Firmatari
Primo firmatario: TIDEI MARIETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/12/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 19/12/2013
Stato iter:
24/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/02/2014
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/02/2014

CONCLUSO IL 24/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02996
presentato da
TIDEI Marietta
testo di
Giovedì 19 dicembre 2013, seduta n. 141

   TIDEI. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   lo stesso Ministro interrogato ha fornito la disponibilità del nostro Paese allo smaltimento delle armi chimiche siriane le cui componenti saranno trasportate in 150 container che verranno trasferite sulla nave americana Cape Ray per la neutralizzazione;
   sarà l'Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche (Opac) a decidere in quale porto italiano transiteranno le armi chimiche in arrivo dalla Siria sulla base di tre elementi, come dichiarato dal Ministro Bonino: «Il pescaggio, la capienza del porto e la lontananza o la vicinanza dal centro abitato»;
   si è appreso, a mezzo stampa, che secondo fonti dell'organizzazione dell'Aja trapelate le opzioni allo studio sono tre, in «regioni del centro-sud». La preferenza sarà data ad un porto abbastanza ampio da permettere l'ingresso di grandi navi;
   il litorale Nord della provincia di Roma presenta una combinazione di fattori inquinanti unici in Italia: la presenza di uno dei poli energetici più grandi d'Europa (la centrale termoelettrica Torrevaldaliga Nord nel comune di Civitavecchia, che ha una potenza installata di 1.980 Mw distribuiti su tre gruppi da 660 Mw alimentati a carbone e la centrale Termoelettrica di Torrevaldaliga Sud nel comune di Civitavecchia, che ha una potenza installata di 1.520 Mw); il porto di Civitavecchia, che rappresenta il primo scalo passeggeri del Mediterraneo, ove attraccano decine di navi da crociera ogni anno e transitano migliaia di turisti ogni giorno (circa tre milioni in un anno); la presenza di un Centro tecnico militare chimico fisico (in avanti denominato centro chimico);
   recentemente è stata paventata da articoli di giornali, peraltro mai smentiti, la possibilità di una realizzazione presso il Centro chimico di Civitavecchia di un Ossidatore termico. L'apparecchiatura in questione trova il suo utilizzo proprio nello smaltimento tramite combustione di armi chimiche;
   il porto di Civitavecchia ha una posizione centrale nel tessuto cittadino, insistendo proprio sulla parte più densamente popolata della città, dunque manca di fatto di una delle caratteristiche peculiari indicate dall'Opac per la scelta sul sito di attracco della nave container Cape Ray –:
   se, alla luce delle criticità sopra esposte, il Ministro interrogato non ritenga opportuno escludere il porto di Civitavecchia dalla rosa dei porti del Centro sud oggetto dell'interesse dell'Opac. (4-02996)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 178
4-02996
presentata da
TIDEI Marietta

  Risposta. — Il Governo, anche in virtù degli impegni assunti in Parlamento l'11 settembre 2013 a seguito dell'approvazione alla Camera della mozione 1-00178 (nella quale era contenuto l'impegno «a sostenere l'iniziativa volta a far emergere, a mettere sotto controllo internazionale e a neutralizzare l'arsenale chimico siriano, con l'obiettivo irrinunciabile che non possa essere nuovamente usato, confidando che una risoluzione in tal senso sia presto adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite») e della risoluzione 6-00026 (nella quale era contenuto l'impegno «a partecipare alla definizione di una cornice politica e diplomatica che abbia il fine di avviare un processo democratico volto al riconoscimento dei diritti umani e all'eliminazione definitiva dell'arsenale chimico siriano, affinché non si abbiano a ripetere mai più in futuro simili atrocità»), è da sempre fortemente impegnato a favorire – nell'ambito della ricerca di una soluzione pacifica della crisi siriana – l'eliminazione delle armi chimiche a disposizione del regime. Armi che, si ricorda, sono state utilizzate nel corso del conflitto causando delle atrocità ai danni delle popolazioni civili inermi, come testimoniato dal terribile attacco di Al Ghouta dell'agosto 2013, rimasto impresso nella memoria comune.
  Tale impegno viene naturalmente esercitato nei contesti multilaterali appropriati dell'ONU e dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), organizzazione che per la sua azione in favore di un mondo privo da armi chimiche ha vinto nel dicembre 2013 il premio Nobel per la Pace.
  Come noto la risoluzione 2118 del consiglio di sicurezza della Nazioni Unite e la decisione del consiglio esecutivo dell'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche sulla distruzione delle armi chimiche in Siria del 27 settembre 2013 hanno disposto un chiaro mandato per giungere in tempi rapidi allo smantellamento dell'arsenale chimico di Damasco. Il 15 novembre il Consiglio esecutivo Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha quindi approvato una nuova decisione, che ha fissato precise scadenze per lo smaltimento dell'intero arsenale, da completare entro il primo semestre del 2014. Il 17 dicembre il direttore generale dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha presentato al Consiglio esecutivo il piano dettagliato per la «distruzione delle armi chimiche siriane all'estero. Questo piano naturalmente richiede per la sua esecuzione la fattiva collaborazione degli Stati parte dell'organizzazione.
  Su queste basi, l'Italia ha deciso, in maniera convinta, di fornire un contributo all'organizzazione di tale operazione, mettendo innanzitutto a disposizione un velivolo dell'aeronautica militare per il trasporto degli ispettori e, successivamente, dei contributi finanziari e materiali alle Nazioni Unite e all'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Ha inoltre messo a disposizione, come da richiesta dell'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche per dare esecuzione al piano, un porto, successivamente identificato dalle competenti autorità nazionali a Gioia Tauro, per un'operazione di trasbordo degli agenti chimici. La decisione sull'identificazione del porto è stata prerogativa italiana ed è stata adottata, a seguito di attenta concertazione interministeriale, al massimo livello politico. Il processo di selezione ha tenuto conto dell'esigenza di garantire le massime condizioni di sicurezza e di tutela ambientale. Il porto di Gioia Tauro effettua già normalmente operazioni di trasbordo di materiali chimici analoghi a quelli di provenienza dalla Siria. Dette operazioni sono pienamente alla portata degli impianti portuali considerati, ivi compresa la gestione dei rischi connessi ad operazioni di questo tipo.
  Il piano per la distruzione delle armi chimiche siriane – come ampiamente illustrato il 16 gennaio scorso dal direttore generale dell'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche nel corso di un'audizione tenuta innanzi alle commissioni esteri e difesa di Camera e Senato – prevede infatti il trasferimento all'estero degli agenti di maggiore pericolosità (cosiddetta di priorità 1) e la loro distruzione per idrolisi mediante apparecchiature mobili installate a bordo della nave americana Cape Ray.
  Le sostanze, inizialmente trasportate verso il porto siriano di Latakia, verranno infatti trasportate a bordo di una nave danese al porto di Gioia Tauro, dove, come noto, saranno condotte le operazioni di trasbordo sulla Cape Ray. Una volta caricata, la Cape Ray – nel pieno rispetto delle normative ambientali e dei requisiti di sicurezza – uscirà dalle acque territoriali italiane per collocarsi in acque internazionali, dove svolgerà le attività di distruzione. Il trattamento con idrolisi a bordo della Cape Ray avverrà in ogni caso al di fuori della zona di protezione ecologica marina italiana. La data dell'operazione verrà determinata in funzione dell'andamento delle attività di carico in Siria. Quanto alle tempistiche, nei contatti con i siriani in corso in ambito organizzazione per la proibizione delle armi chimiche è emersa una profonda distanza fra quanto ipotizzato da parte della Siria – per cui per ragioni di sicurezza sarebbero necessari almeno altri tre mesi per completare il carico – e quanto indicato dall'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, per la quale si potrebbe riuscire a completare l'operazione in questione già entro la fine di marzo e non all'inizio di giugno. L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche – anche tramite del suo Consiglio Esecutivo, di cui l'Italia fa parte – continuerà naturalmente a seguire con la massima attenzione l'andamento delle attività di carico. I residui della distruzione, che rimarranno a bordo della Cape Ray, verranno quindi trasferiti all'estero perché possano essere convertiti in sostanze utilizzabili dalle due industrie negli Stati Uniti e in Finlandia che hanno vinto la gara internazionale bandita dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.
  L'intera operazione – condotta sotto l'egida delle Nazioni Unite e dell'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche – vede impegnati in uno sforzo internazionale, oltre all'Italia, gli Stati Uniti, Russia, Cina, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Germania e Regno Unito. L'operazione costituisce la più importante iniziativa di disarmo degli ultimi anni e le modalità di trasbordo presso il porto italiano sono state concordate con gli altri Stati partecipanti, in modo da garantire il rispetto sia delle convenzioni internazionali sia della legislazione nazionale in materia di protezione ambientale.
  Si segnala che il 21 gennaio il Presidente del Consiglio ha ricevuto – insieme al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, e ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando – i sindaci di Gioia Tauro e di San Ferdinando, il presidente della Regione Calabria, il presidente dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro, i membri del comando generale delle capitanerie di porto, l'amministratore delegato di
Medcenter container terminal e il vicepresidente terminal marittimi del Gruppo Contship. In tal circostanza il governo si è impegnato a predisporre iniziative puntuali di informazione allo scopo di aggiornare la popolazione.
  Infine, si precisa che i costi del piano di distruzione dell'arsenale chimico siriano sono finanziati attraverso l'istituzione da parte dell'ONU e dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche di fondi fiduciari cui gli Stati possono partecipare mediante contributi finanziari o in natura. In particolare, il consiglio esecutivo dell'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha istituito un fondo
ad hoc per la distruzione, che l'Italia ha già finanziato con 1 milione di euro a valere sul decreto Missioni 2013. Da parte italiana saranno versati 2 milioni di euro sullo stesso Fondo e sono state offerte due autoambulanze blindate, immagini satellitari di siti italiani siriani e servizi di trasporto per il trasferimento in Siria degli ispettori dell'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. I costi dell'intero piano di distruzione saranno dunque coperti per la maggior parte con le risorse versate dagli Stati sul fondo dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche su base volontaria.
Il Viceministro degli affari esteriLapo Pistelli.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

PORTO DI CIVITAVECCHIA

EUROVOC :

Siria

impianto portuale

arma chimica

nave

contenitore

trasporto merci