ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02975

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 139 del 17/12/2013
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 17/12/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 17/12/2013
Stato iter:
19/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/11/2014
MARTINA MAURIZIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/11/2014

CONCLUSO IL 19/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02975
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Martedì 17 dicembre 2013, seduta n. 139

   CIRIELLI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   la terra dei fuochi individua un'area della Campania che comprende 57 comuni (di cui 33 in provincia di Napoli e 24 in provincia di Caserta), con una popolazione residente di 2.405.754 abitanti, che rappresenta il 42 per cento dell'intera popolazione regionale, e una superficie territoriale pari a 1.071 chilometri quadrati), equivalente all'8 per cento di quella regionale (13.595 chilometri quadrati);
   in poco più di un anno, la zona è stata interessata da 6.034 roghi di rifiuti (materiali plastici, pneumatici fuori uso, scarti di lavorazione del pellame, stracci) e dall'intensificarsi di forme di inquinamento ambientale dovute all'abusivo smaltimento e all'abbandono incontrollato di rifiuti solidi urbani, di rifiuti speciali, pericolosi e non;
   l'allarmismo mediatico sollevato di recente intorno all'annosa vicenda della terra dei fuochi, suscita una serie di preoccupazioni per i gravi danni d'immagine che esso provoca al nostro ricco e pregiato made in Italy e, in particolare, al settore agroalimentare, universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva «ad alto valore aggiunto» per lo sviluppo del Paese;
   lo sversamento illegale dei rifiuti da parte delle organizzazioni criminali, infatti, non solo aumenta esponenzialmente il rischio di danni alla salute e alla sicurezza delle persone, ma lede in maniera ingiusta e sproporzionata anche l'immagine commerciale dell'intero settore agroalimentare regionale, ingenerando sfiducia e preoccupazioni, oltremodo amplificate sull'onda mediatica;
   l'inquinamento deve e può essere risolto con azioni di presidio e di isolamento delle terre compromesse, evitando che l'immagine negativa riservata al quadrilatero compreso tra il litorale domitio, l'agro aversano-atellano, l'agro acerrano-nolano e vesuviano e la città di Napoli, possa procurare ulteriori danni economici alle imprese agricole presenti nella regione;
   il fenomeno dell'inquinamento atmosferico, del suolo e delle acque, che interessa le zone comprese nella terra dei fuochi dovrà essere affrontato con azioni strategiche miranti, oltre che a sanare le situazioni di emergenza ambientale in agricoltura, anche a superare le criticità che hanno fatto crollare il mercato dei prodotti agricoli e agroalimentari, nel tentativo di recuperare il danno di immagine e di reputazione che l'intero settore ha accusato a livello campano;
   deve essere ricordato, infatti, che l'agroalimentare made in Italy registra un fatturato nazionale superiore ai 266 miliardi di euro, anche grazie e soprattutto alla produzione della Regione Campania, e rappresenta oltre il 17 per cento del prodotto interno lordo;
   l'agricoltura italiana, con un totale di circa 820 mila aziende, rappresenta circa il 15 per cento del totale delle imprese attive italiane;
   l'importanza del settore agricolo per l'economia nazionale non è legato solo alla produzione agroalimentare, ma anche alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale ed all'ingente numero di lavoratori occupati;
   nonostante le difficoltà in cui versa l'intera economia italiana ed il deciso rallentamento del PIL nazionale registrato nel corso degli ultimi anni, secondo i dati Istat relativi ai primi sette mesi dell'anno, nel 2013 l'Italia ha fatto segnare il record nel valore delle esportazioni agroalimentari, arrivato a 34 miliardi di euro;
   la tutela dell'identità dei prodotti nazionali contro le frodi alimentari, la contraffazione e la pirateria, garantisce la solidità delle imprese agricole italiane e tutela l'immagine ed il valore del Made in Italy;
   altrettanto pregiudizievoli e preoccupanti per l'immagine e la ripresa economica del nostro Paese sono le recenti iniziative assunte da alcune imprese italiane dirette a screditare la produzione campana attraverso campagne pubblicitarie chiaramente denigratorie e svilenti ai danni di tutti quegli imprenditori agricoli che per generazioni hanno contribuito a rendere la mozzarella di bufala campana, il pomodoro San Marzano dell'agro sarnese-nocerino, i limoni della costiera amalfitana o i vini prodotti in diverse province e comuni campani, vere e proprie opere d'arte esportate in tutto il mondo;
   occorre ristabilire la fiducia tra i consumatori, reprimendo quegli atteggiamenti discriminatori ed egoistici che rischiano di compromettere l'immagine di un Paese compatto e determinato a spegnere quei focolai della illegalità che contribuiscono a diffondere la criminalità organizzata, a gettare discredito sulla produzione italiana e a creare confusione e diffidenza nella collettività;
   il mercato interno deve prevenire e contrastare l'usurpazione e la denigrazione del made in Italy, ponendosi come garante della qualità, della salubrità, delle caratteristiche e dell'origine dei prodotti alimentari italiani, in quanto elementi funzionali a garantire la salute ed il benessere dei consumatori ed il loro diritto ad una alimentazione sana, corretta e fondata su scelte di acquisto e di consumo consapevoli;
   il successo dell'agroalimentare italiano nel mondo e l'accreditamento attribuito al marchio «Italia» non conoscono arretramenti, come dimostra la crescita costante dell’export, ma anche la diffusione dei fenomeni di imitazione e pirateria commerciale;
   il made in Italy agroalimentare è la leva esclusiva per una competitività «ad alto valore aggiunto» e per lo sviluppo sostenibile del Paese, grazie ai suoi primati in termini di qualità, livello di sicurezza e sistema dei controlli degli alimenti, riconoscimento di denominazioni geografiche e protette e produzione biologica;
   il settore agricolo ha una particolare importanza non solo per l'economia nazionale – considerati la percentuale di superficie coltivata, il più elevato valore aggiunto per ettaro in Europa ed il maggior numero di lavoratori occupati nel settore – ma, altresì, come naturale custode del patrimonio paesaggistico, ambientale e sociale;
   in agricoltura sono presenti circa 820 mila imprese, vale a dire il 15 per cento del totale di quelle attive in Italia;
   l'usurpazione e la denigrazione del made in Italy minacciano la solidità e provocano gravi danni alle imprese agricole insediate sul territorio, violando il diritto dei consumatori ad alimenti sicuri, di qualità e di origine certa;
   il codice del consumo, recependo la disciplina comunitaria in materia, attribuisce ai consumatori ed agli utenti i diritti alla tutela della salute, alla sicurezza ed alla qualità dei prodotti, ad un'adeguata informazione e ad una pubblicità veritiera, all'esercizio delle pratiche commerciali secondo principi di buona fede, correttezza e lealtà, all'educazione al consumo, alla trasparenza e all'equità nei rapporti contrattuali;
   la disciplina a tutela dei prodotti di origine italiani introduce norme specifiche per contrastare la contraffazione ed evitare qualunque fraintendimento nell'indagine di provenienza falsa e fallace;
   la circolazione di alimenti che evocano una origine ed una fattura italiana che, in realtà, non possiedono costituisce una vera e propria aggressione ed arreca danno al patrimonio agroalimentare nazionale che, come espressione dell'identità culturale dei territori, rappresenta un bene collettivo da tutelare ed uno strumento di valorizzazione e di sostegno allo sviluppo rurale –:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, accertata la gravità degli stessi, quali determinazioni intenda assumere, in particolare, tramite il Corpo forestale dello Stato, al fine di applicare la definizione precisa dell'effettiva origine degli alimenti, secondo quanto stabilito dall'articolo 4, commi 49 e 49-bis della legge 24 dicembre 2003, n. 350 sulla tutela del made in Italy, tenuto anche conto della necessità di ripristinare un dialogo di fiducia con i consumatori rispetto alla qualità e alla sicurezza dei prodotti agroalimentari. (4-02975)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 19 novembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 334
4-02975
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione, mi preme evidenziare che il corpo forestale dello Stato, per quanto di competenza, ha avviato un'intensa attività di controlli e indagini sull'intero territorio nazionale, finalizzati alla tutela dei prodotti del made in Italy agroalimentare e del diritto di riconoscibilità di queste produzioni da parte del consumatore, con riguardo, in particolare, alla materia prima agroalimentare.
  Ricordo che il regolamento del Parlamento europeo e del consiglio del 25 ottobre 2011, n. 1169, «fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori», attribuisce un ruolo di rilievo alla indicazione dell'origine e della provenienza di un determinato prodotto per non indurre in errore il consumatore.
  Al fine di migliorare la tutela dei prodotti di origine italiana, la legge 24 dicembre 2003, n. 350, e successive modificazioni e integrazioni, ha riformato gli indirizzi precedenti, prevedendo, all'articolo 4, comma 49, il divieto di dichiarare un'indicazione di provenienza falsa o fallace, anche attraverso «l'uso di segni, figure, o quant'altro possa indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana».
  A tale riguardo, il corpo forestale dello Stato ha verificato migliaia di prodotti, appartenenti a tutte le filiere alimentari (tra cui anche diversi tipi di prosciutti crudi stagionati, prodotti lattiero caseari, paste, olio, olive, grappe, paste), che appongono la dicitura
made in Italy o richiamano esplicitamente tale origine con segni o quant'altro possa indurre in inganno il consumatore.
  I citati controlli sono stati estesi anche ai fenomeni di contraffazione, laddove, oltre il richiamo con
claim nazionali è stata, altresì, accertata un'etichettatura specifica, che attestava falsamente l'origine della materia prima italiana, e addirittura casi in cui sia la materia prima che la trasformazione sono stati realizzati in Stati esteri, al contrario di quanto sostenuto in etichetta (sequestro effettuato in Puglia).
  Il corpo forestale dello Stato ha effettuato un'intensa attività investigativa sul territorio nazionale, finalizzata al contrasto del fenomeno del falso
made in Italy e del cosiddetto Italian sounding, ossia l'utilizzo fuorviante sull'imballaggio dei prodotti agroalimentari di etichette, simboli che esaltino l'italianità dei luoghi d'origine della materia prima, della ricetta e del marchio.
  In particolare, il corpo forestale dello Stato, tra le autorità di controllo in materia di tutela del
made in Italy, ha agito anche sulla scorta di norme penali che attengono alla necessità di assicurare il corretto svolgimento del commercio e di tutelare l'ordine economico contro gli inganni tesi al consumatore, configurabili come fattispecie di reato di cui agli articoli 515 e 517 del codice penale.
  Sono stati controllati 902 esercizi commerciali in tutta Italia, il cui esito ha portato alla notifica di 122 sanzioni amministrative a carico dei distributori e delle ditte produttrici, per un importo totale di oltre 300.000,00 euro e sono state redatte 15 comunicazioni di notizie di reato.
  Le attività di cui sopra, hanno condotto, altresì, al sequestro di circa 592 tonnellate di prodotti. In particolare, nella Piana di Gioia Tauro, sono state poste sotto sequestro 510 tonnellate di succo d'arancia conservato in sacchetti e fusti proveniente dal Brasile ed etichettato successivamente con origine Calabria – Italia, mentre nella provincia di Bari, sono state sequestrate 80 tonnellate di pasta. Altri sequestri sono stati operati in varie località nazionali, Rieti, Latina, Grosseto, concernenti prosciutti e altri prodotti insaccati.
  Contestualmente alla campagna relativa alla tutela del
made in Italy, inoltre, sono stati verificati altri aspetti del settore agroalimentare, quali quelli connessi alla sicurezza dei prodotti a denominazione protetta, ovvero all'igiene degli alimenti e alla salute dei cittadini.
  Sul piano operativo le due principali casistiche riscontrate dal corpo forestale dello Stato hanno riguardato prodotti agroalimentari di diverso genere che, pur riportando in etichetta evidenti richiami che ne accentuano l'italianità sono risultati poi realizzati all'estero o realizzati in Italia con materia prima di origine estera.
  Ritengo che queste azioni, insieme ad altri strumenti cogenti come la tracciabilità e l'obbligo d'indicazione dell'origine dei prodotti, in conformità alle normative europee, possano contribuire a rendere maggiormente efficace l'azione svolta degli organi di controllo e tutelare in maggior misura i consumatori e gli operatori di settore. Peraltro, unitamente ad un rafforzamento degli strumenti normativi e deterrenti (sistemi sanzionatori più stringenti) e all'implementazione e interconnessione delle banche dati, sarà più agevole individuare gli operatori più a «rischio» e rendere maggiormente efficace l'azione degli organi di controllo nell'intero comparto agroalimentare.
  In tema di controlli, mi è doveroso, altresì, riferire circa il ruolo dell'ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), organo tecnico di controllo ufficiale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che è impegnato costantemente per garantire il rispetto delle regole nelle diverse fasi della filiera produttiva, al fine di salvaguardare i consumatori dall'eventuale commercializzazione di alimenti contraffatti.
  Ed è proprio per l'importanza che il settore agroalimentare riveste per l'economia nazionale che in questi ultimi anni, l'ispettorato ha posto particolare attenzione alle produzioni di qualità più rappresentative del
made in Italy (formaggi, vini, olio d'oliva, pasta, frutta, salumi, conserve vegetali, eccetera) ivi comprese le produzioni tutelate DOP e IGP.
  Sul punto, preciso che il decreto ministeriale 14 ottobre 2013, attuativo del regolamento del Parlamento europeo e del consiglio n. 1151 del 2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari «Pacchetto qualità», all'articolo 16 (protezione
ex officio) ha individuato l'ispettorato (Icqrf) quale autorità nazionale incaricata di adottare le misure per prevenire o far cessare l'uso illegale delle denominazioni tutelate DOP-IGP prodotte o commercializzate in Italia.
  Rilevo, inoltre, che in base al citato decreto ministeriale, l'ispettorato provvede ad attivare le autorità competenti degli altri stati membri per far cessare l'uso illegale delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette italiane sul territorio dell'Unione europea.
  Nell'ambito del sistema di protezione
ex officio, l'ispettorato ha già avviato diverse segnalazioni e ha ottenuto risultati positivi in quanto i prodotti oggetto di segnalazione sono stati prontamente ritirati dal mercato, grazie anche alla collaborazione delle corrispondenti autorità di controllo estere.
  Segnalo, infine, che la Commissione europea ha inviato una richiesta di informazione all'Italia, nel quadro del sistema Eu Pilot (5938/13/SNCO), avente per oggetto una denuncia per presunta violazione del diritto europeo, risultante da una prassi amministrativa posta in essere da autorità italiane preposte ai controlli alimentari e la presunta incompatibilità di determinate disposizioni legislative italiane.
  Al riguardo, faccio presente che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dopo una riunione con le Amministrazioni coinvolte, ha inviato una memoria in proposito. La questione è al momento al vaglio della Commissione europea.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaliMaurizio Martina.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2003 0350

EUROVOC :

protezione del consumatore

denominazione di origine

Campania

eliminazione dei rifiuti

prodotto agricolo

produzione nazionale

azienda agricola

diritto alla salute

ispezione degli alimenti