ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02962

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 139 del 17/12/2013
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/12/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 17/12/2013
Stato iter:
24/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/02/2014
Fasi iter:

SOLLECITO IL 08/01/2014

SOLLECITO IL 05/02/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/02/2014

CONCLUSO IL 24/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02962
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Martedì 17 dicembre 2013, seduta n. 139

   REALACCI. — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   è notizia apparsa su quasi tutti i quotidiani nazionali e sui media online che l'Italia fornirà appoggio logistico per il trasbordo dell'arsenale chimico siriano su una nave della Marina militare statunitense e, una volta in acque internazionali, queste sostanze verranno materialmente distrutte. Non è certo se in acque internazionali;
   la notizia viene confermata anche da fonti della Farnesina;
   Danimarca e Norvegia forniranno le navi e le unità da guerra di scorta per prelevare i cosiddetti precursori chimici dal porto siriano di Latakia. Si viene a conoscenza poi che la miniflotta attraccherà in un porto italiano, probabilmente una base militare, per effettuare il trasferimento dei container in cui saranno sigillate le sostanze alla Mc Cape Ray, la predetta unità navale della US Navy –:
   con la necessaria urgenza quali iniziative, per quanto di competenza, intendano predisporre i Ministri interrogati per conoscere le modalità di trasbordo del materiale bellico e altamente tossico dalle navi scandinave all'unità Mc Cape Ray in acque territoriali italiane; se sia possibile conoscere in quale porto avverranno le predette operazioni; da ultimo, se i Ministri intendano chiarire dove avverrà la distruzione delle armi chimiche siriane se all'interno della base di Norfolk negli Stati Uniti o in acque internazionali, come paventano fonti di stampa, ovvero all'interno della zona di protezione ecologica italiana. (4-02962)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 178
4-02962
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — Il Governo, anche in virtù degli impegni assunti in Parlamento 1'11 settembre 2013 a seguito dell'approvazione alla Camera della mozione 1-00178 (nella quale era contenuto l'impegno «a sostenere l'iniziativa volta a far emergere, a mettere sotto controllo internazionale e a neutralizzare l'arsenale chimico siriano, con l'obiettivo irrinunciabile che non possa essere nuovamente usato, confidando che una risoluzione in tal senso sia presto adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite») e della risoluzione 6-00026 (nella quale era contenuto l'impegno «a partecipare alla definizione di una cornice politica e diplomatica che abbia il fine di avviare un processo democratico volto al riconoscimento dei diritti umani e all'eliminazione definitiva dell'arsenale chimico siriano, affinché non si abbiano a ripetere mai più in futuro simili atrocità»), è da sempre fortemente impegnato a favorire – nell'ambito della ricerca di una soluzione pacifica della crisi siriana – l'eliminazione delle armi chimiche a disposizione del regime. Armi che, si ricorda, sono state utilizzate nel corso del conflitto causando delle atrocità ai danni delle popolazioni civili inermi, come testimoniato dal terribile attacco di Al Ghouta dell'agosto 2013, rimasto impresso nella memoria comune.
  Tale impegno viene naturalmente esercitato nei contesti multilaterali appropriati dell'ONU e dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), organizzazione che per la sua azione in favore di un mondo privo da armi chimiche ha vinto nel dicembre 2013 il premio Nobel per la pace.
  Come noto la risoluzione 2118 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la decisione del consiglio esecutivo dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche sulla distruzione delle armi chimiche in Siria del 27 settembre 2013 hanno disposto un chiaro mandato per giungere in tempi rapidi allo smantellamento dell'arsenale chimico di Damasco. Il 15 novembre il consiglio esecutivo dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha quindi approvato una nuova decisione, che ha fissato precise scadenze per lo smantellamento dell'intero arsenale, da completare entro il primo semestre del 2014. Il 17 dicembre il direttore generale dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha presentato al consiglio esecutivo il piano dettagliato per la distruzione delle armi chimiche siriane all'estero. Questo piano naturalmente richiede per la sua esecuzione la fattiva collaborazione degli Stati parte dell'organizzazione.
  Su queste basi, l'Italia ha deciso, in maniera convinta, di fornire un contributo all'organizzazione di tale operazione, mettendo innanzitutto a disposizione un velivolo dell'aeronautica militare per il trasporto degli ispettori e, successivamente, dei contributi finanziari e materiali alle Nazioni Unite e all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Ha inoltre messo a disposizione, come da richiesta dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche per dare esecuzione al piano, un porto, successivamente identificato dalle competenti autorità nazionali a Gioia Tauro, per un'operazione di trasbordo degli agenti chimici. La decisione sull'identificazione del porto è stata prerogativa italiana ed è stata adottata, a seguito di attenta concertazione interministeriale, al massimo livello politico. Il processo di selezione ha tenuto conto dell'esigenza di garantire le massime condizioni di sicurezza e di tutela ambientale. Il porto di Gioia Tauro effettua già normalmente operazioni di trasbordo di materiali chimici analoghi a quelli di provenienza dalla Siria. Dette operazioni sono pienamente alla portata degli impianti portuali considerati, ivi compresa la gestione dei rischi connessi ad operazioni di questo tipo.
  Il piano per la distruzione delle armi chimiche siriane – come ampiamente illustrato il 16 gennaio 2014 dal direttore generale dell'Opac nel corso di un'audizione tenuta innanzi alle Commissioni esteri e difesa di Camera e Senato – prevede infatti il trasferimento all'estero degli agenti di maggiore pericolosità (cosiddetta di priorità 1) e la loro distruzione per idrolisi mediante apparecchiature mobili installate a bordo della nave americana Cape Ray.
  Le sostanze, inizialmente trasportate verso il porto siriano di Latakia, verranno infatti trasportate a bordo di una nave danese al porto di Gioia Tauro, dove, come noto, saranno condotte le operazioni di trasbordo sulla Cape Ray. Una volta caricata, la Cape Ray – nel pieno rispetto delle normative ambientali e dei requisiti di sicurezza – uscirà dalle acque territoriali italiane per collocarsi in acque internazionali, dove svolgerà le attività di distruzione. Il trattamento con idrolisi a bordo della Cape Ray avverrà in ogni caso al di fuori della zona di protezione ecologica marina italiana. La data dell'operazione verrà determinata in funzione dell'andamento delle attività di carico in Siria. Quanto alle tempistiche, nei contatti con i siriani in corso in ambito Opac è emersa una profonda distanza fra quanto ipotizzato da parte della Siria – per cui per ragioni di sicurezza sarebbero necessari almeno altri tre mesi per completare il carico – e quanto indicato dall'Opac, per la quale si potrebbe riuscire a completare l'operazione in questione già entro la fine di marzo e non all'inizio di giugno. L'Opac – anche tramite del suo consiglio esecutivo, di cui l'Italia fa parte – continuerà naturalmente a seguire con la massima attenzione l'andamento delle attività di carico. I residui della distruzione, che rimarranno a bordo della Cape Ray, verranno quindi trasferiti all'estero perché possano essere convertiti in sostanze utilizzabili dalle due industrie negli Stati Uniti e in Finlandia che hanno vinto la gara internazionale bandita dall'Opac.
  L'intera operazione – condotta sotto l'egida delle Nazioni unite e dell'Opac – vede impegnati in uno sforzo internazionale, oltre all'Italia, gli Stati Uniti, Russia, Cina, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Germania e Regno Unito. L'operazione costituisce la più importante iniziativa di disarmo degli ultimi anni e le modalità di trasbordo presso il porto italiano sono state concordate con gli altri Stati partecipanti, in modo da garantire il rispetto sia delle Convenzioni internazionali sia della legislazione nazionale in materia di protezione ambientale.
  Si segnala che il 21 gennaio 2014 il Presidente del Consiglio ha ricevuto – insieme al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, e ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, e dell'ambiente e del mare, Andrea Orlando – i sindaci di Gioia Tauro e di San Ferdinando, il presidente della regione Calabria, il presidente dell'autorità portuale di Gioia Tauro, i membri del Comando generale delle Capitanerie di porto, l'amministratore delegato di Medcenter container terminal e il vicepresidente terminal marittimi del gruppo Contship. In tal circostanza il Governo si è impegnato a predisporre iniziative puntuali di informazione allo scopo di aggiornare la popolazione.
  Infine, si precisa che i costi del piano di distruzione dell'arsenale chimico siriano sono finanziati attraverso l'istituzione da parte dell'Onu e dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche di fondi fiduciari cui gli Stati possono partecipare mediante contributi finanziari o in natura. In particolare, il consiglio esecutivo dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha istituito un fondo
ad hoc per la distruzione, che l'Italia ha già finanziato con 1 milione di euro a valere sul decreto missioni 2013. Da parte italiana saranno versati 2 milioni di euro sullo stesso fondo e sono state offerte due autoambulanze blindate, immagini satellitari di siti italiani siriani e servizi di trasporto per il trasferimento in Siria degli ispettori dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. I costi dell'intero piano di distruzione saranno dunque coperti per la maggior parte con le risorse versate dagli Stati sul fondo dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche su base volontaria.
Il Viceministro degli affari esteriLapo Pistelli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

arma chimica

protezione dell'ambiente

Siria

Stati Uniti

acque territoriali

nave

impianto portuale