ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02875

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 133 del 06/12/2013
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 06/12/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/12/2013
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/12/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 11/12/2013
Stato iter:
21/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/12/2013
DASSU' MARTA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/12/2013

CONCLUSO IL 21/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02875
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Venerdì 6 dicembre 2013, seduta n. 133

   CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   è di pochi giorni fa la preoccupante notizia del fermo di numerosi cittadini italiani in occasione della partita di calcio Legia Varsavia-Lazio, disputata a Varsavia il 28 novembre 2013;
   in particolare, secondo quanto riportato dai principali quotidiani nazionali, tra mercoledì 27 e giovedì 28 novembre 2013 sarebbero stati fermati dalla polizia di Varsavia 149 connazionali, che si erano recati nella capitale polacca per assistere all'incontro di calcio;
   secondo le testimonianze dei ragazzi coinvolti nel fermo, nella retata sarebbero finiti non solo i tifosi della Lazio, ma anche turisti, anziani e donne, come nel caso di due ragazze toscane portate in questura solo perché italiane;
   in merito agli eventi che hanno portato agli arresti dei nostri connazionali su scala così vasta, gli organi di stampa nazionali hanno, in questi giorni, riportato notizie di ogni genere: si parla di intimidazioni, di soprusi, di violenze, di capi di imputazione pretestuosi, di donne e di minori, addirittura di disabili, arrestati e tutti imprigionati, senza che vi fosse alcuna distinzione tra i soggetti che avevano eventualmente commesso fatti criminosi e tutti gli altri;
   pur condannando la violenza in occasione di eventi sportivi, certamente non è possibile condividere la decisione a giudizio dell'interrogante del tutto arbitraria della polizia locale di fermare preventivamente i tifosi per evitare disordini;
   l'85 per cento circa delle persone coinvolte, infatti, sarebbe risultato totalmente estraneo ai fatti, come riconosciuto dal primo consigliere dell'ambasciata italiana a Varsavia, Luca Lepore, che ha parlato di «quella che è stata eufemisticamente definita una azione preventiva»;
   sempre secondo le frammentate notizie che giungono, in un primo momento, sarebbe stato detto ai tifosi fermati che li avrebbero accompagnati allo stadio, ma invece sarebbero stati condotti in commissariato, dove sarebbero stati sottoposti all'alcol test e al droga test; successivamente, avrebbero fatto firmare agli stessi dei fogli in lingua polacca e portati in carcere, negando loro la possibilità di avvisare la famiglia, di chiamare un legale o di contattare l'ambasciata;
   lo stesso ambasciatore italiano avrebbe altresì riferito che nella maggior parte dei casi i concittadini, tra cui molti minorenni, sarebbero stati trattati malissimo dalle autorità competenti, con pochissimo cibo e poca acqua; la possibilità di andare al bagno sarebbe stata addirittura lasciata alla discrezionalità delle guardie carcerarie che a volte avrebbero ignorato totalmente le richieste;
   i ventidue tifosi, trattenuti con l'accusa di adunata sediziosa e aggressione a pubblico ufficiale, sarebbero stati poi processati per direttissima e condannati a pene non definitive di alcuni mesi o sottoposti ad indagini preliminari con due mesi di custodia cautelare;
   si sarebbe trattato di un processo avvenuto senza la presenza di un difensore, senza la rappresentanza dell'ambasciata; un processo dove i ragazzi, tutti giovanissimi, sarebbero stati costretti a dichiararsi colpevoli, alcuni pagando una multa pari a circa 100 euro, per poter essere immediatamente rilasciati;
   numerosi sono gli interrogativi sull'azione della polizia polacca che emergono dalle testimonianze dei fermati, secondo i quali – come confermato dallo stesso ambasciatore italiano in Polonia – solo un limitato gruppo di tifosi avrebbe usato comportamenti ostili contro le forze dell'ordine polacche;
   questi ragazzi, infatti, non avrebbero fatto nulla, ma, anche qualora risultassero colpevoli, niente giustifica la negazione dei più elementari diritti, a cominciare da quello di essere difeso da un avvocato di fiducia;
   la cosa più grave è che la polizia polacca avrebbe dichiarato di essersi comportata in modo conforme alle procedure legali in vigore. Ossia, sarebbe stato tutto lecito: il fermo, la mancanza di acqua e di cibo, i maltrattamenti, l’iter processuale;
   nonostante le generiche rassicurazioni rese dal Sottosegretario agli affari esteri nel corso dell'informativa svoltasi in Parlamento, a tutt'oggi non è chiaro cosa stia facendo il Governo, che, ancora una volta, ha dimostrato secondo l'interrogante la sua totale assenza e, soprattutto, di non avere alcun peso specifico all'estero;
   sarebbe auspicabile che il Presidente del Consiglio Letta, che si è recato a Varsavia per un vertice bilaterale con il Primo ministro polacco, chieda conto del trattamento inaccettabile che è stato riservato ai cittadini italiani, privati dei principali diritti civili;
   tale increscioso episodio, dai contorni ancora dubbi, non può essere certamente giustificato alla luce del vasto numero di connazionali fermati (149), come, invece, ha dichiarato il Governo in aula, soprattutto considerato che è accaduto in un Paese dell'Unione europea dove, fino a prova contraria, dovrebbe esistere ed essere garantito uno Stato di diritto –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali iniziative ritenga opportuno adottare per consentire una rapida e definitiva soluzione di questa grave vicenda, chiarendo le modalità e la tempistica degli eventi che hanno portato agli arresti dei nostri connazionali su scala così vasta e individuando eventuali responsabilità nel mancato tempestivo intervento della ambasciata italiana in Polonia.
(4-02875)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Sabato 21 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 143
4-02875
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — In relazione alla nota vicenda del fermo dei tifosi italiani in Polonia in occasione della partita di calcio Legia Varsavia – Lazio, fornisco gli aggiornamenti richiesti sulla situazione già descritta nel corso dell'informativa svolta alla Camera dei deputati martedì 3 dicembre 2013.
  L'evoluzione della situazione è stata seguita con grande attenzione dall'ambasciata, dalla Farnesina e dalla Ministro Bonino personalmente.
  Si è già avuto occasione di illustrare, nel corso dell'informativa citata, i principali interventi compiuti in favore dei nostri connazionali dalla signora Ministro – che ha avuto più di un colloquio telefonico con il suo omologo Sikorski chiedendo che si potesse pervenire a una soluzione positiva per i connazionali ancora trattenuti e che fosse fatta chiarezza sulla dinamica e vastità degli arresti iniziali. Ricordo che la signora Ministro ha altresì sensibilizzato il Vice Ministro degli Esteri polacco a margine della ministeriale NATO dello scorso 3 dicembre.
  Come si è rilevato in Parlamento, uno sforzo organizzativo molto rilevante è stato messo in atto dal Ministero, dall'ambasciata e dall'ambasciatore Guariglia in prima persona, per fornire assistenza ai fermati e rappresentare al massimo livello l'attesa italiana di risolvere rapidamente i casi. Prosegue in queste ore lo sforzo teso a favorire il rilascio di quanti sono ancora detenuti e il chiarimento delle circostanze in cui sono stati adottati i provvedimenti di fermo da parte delle autorità di polizia nella capitale polacca.
  Si desidera inoltre mettere in luce che, a margine del vertice bilaterale italo-polacco svoltosi a Varsavia, il Presidente del Consiglio Letta ha avuto un colloquio con il Primo Ministro polacco, Donald Tusk. In particolare, il Presidente Letta ha fatto stato della grandissima sensibilità che l'intera vicenda sta suscitando presso l'opinione pubblica italiana, presso il Parlamento e presso il Governo. Egli ha quindi chiesto al suo interlocutore, nel rispetto della legislazione polacca e della separazione dei poteri dello Stato, ogni possibile intervento volto a rendere più rapidi i procedimenti giudiziari in corso in modo da pervenire, il più celermente possibile, ad una soluzione positiva.
  Il Primo Ministro Tusk, per parte sua, ha condiviso la preoccupazione dei familiari e dell'opinione pubblica italiana e ha assicurato che avrebbe fatto tutto il possibile a favore di procedure più spedite.
  Il Presidente del Consiglio, al termine del vertice, ha incontrato nella sede dell'ambasciata due rappresentanti dei genitori. Il Presidente Letta ha confermato l'impegno del Governo e ha informato i nostri connazionali delle assicurazioni ricevute dal Primo Ministro polacco.
  L'ambasciatore Guariglia nei giorni scorsi ha incontrato il procuratore generale, Seremek – già precedentemente sensibilizzato – e gli ha espresso la nostra richiesta, nel rispetto delle leggi polacche, per una rapida trattazione di tutte le istanze presentate dagli avvocati al fine di pervenire alla scarcerazione dei nostri connazionali. Egli ha avuto analogo incontro con il Presidente del tribunale circoscrizionale di Varsavia, Kluziak. L'ambasciata ha mantenuto costanti, discreti contatti sia con i procuratori che con i giudici implicati nella trattazione dei dossiers dei nostri connazionali.
  Per ciò che concerne i punti sollevati in merito alla presunta «inerzia» iniziale dell'ambasciata e della Farnesina, si fa presente che si è assicurato tutto il possibile supporto: naturalmente, il numero di fermati era tale da rendere materialmente impossibile per i funzionari dell'ambasciata essere contemporaneamente presente a tutti i processi o potere assistere direttamente ognuno dei fermati. Segnalo che l'ambasciata a Varsavia, nell'istituire un'apposita «unità di crisi», ha pubblicato sul proprio sito internet numeri di telefono fissi e mobili da contattare, assicurando, attraverso questo canale, una costante reperibilità.
  In tutti questi giorni è continuato l'afflusso in ambasciata di parenti ed amici dei connazionali detenuti, cui è stato offerto ogni possibile aiuto. Le famiglie dei detenuti stanno valutando insieme agli avvocati la linea da tenere nei procedimenti giudiziari in corso, che vedono – ad oggi – quattro persone sottoposte a supplemento di indagini e dieci già processate per direttissima, Otto persone che erano state sottoposte a supplemento di indagini, infatti, sono state liberate tra ieri e oggi a seguito di patteggiamento. Ulteriori patteggiamenti sono previsti martedì prossimo, per i restanti quattro connazionali sottoposti a supplemento di indagini.
  Si ricorda che il Ministero dell'interno polacco dispone di documentazione fotografica dalla quale si evince che alcuni dei fermati erano effettivamente in possesso di armi improprie.
  Con riferimento, da ultimo, all'assistenza legale ed alle condizioni detentive dei connazionali, si rappresenta quanto segue: i connazionali sono assistiti da un legale e gli stessi, in occasione delle varie visite consolari effettuate da personale dell'ambasciata, sono apparsi in buono stato psico-fisico. Il funzionario del Ministero dell'interno italiano appositamente inviato a Varsavia ha redatto una relazione secondo cui il comportamento della polizia polacca sarebbe stato conforme alle norme dell'ordinamento locale, norme che tuttavia sono diverse rispetto a quelle italiane applicabili in circostanze analoghe. Lamentele sono state riferite relativamente alle condizione in alcuni dei diversi commissariati in cui erano stati inizialmente trattenuti i 149 fermati. Le autorità italiane hanno in proposito preteso chiarimenti.
  La Farnesina, su istruzione del Ministro Bonino, continuerà a prestare ogni possibile assistenza ai connazionali e ai loro familiari, in stretto contatto con le autorità polacche, con l'obiettivo di una rapida e definitiva soluzione della vicenda.

Il Viceministro degli affari esteriMarta Dassù.

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