Legislatura: 17Seduta di annuncio: 133 del 06/12/2013
Primo firmatario: SCALFAROTTO IVAN
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/12/2013
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 06/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 07/02/2014 DASSU' MARTA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/02/2014
CONCLUSO IL 07/02/2014
SCALFAROTTO. —
Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
gli organi di stampa hanno dato notizia che domenica 1o dicembre si è tenuto in Croazia un referendum sull'emendamento costituzionale che intende limitare l'istituto giuridico del matrimonio alle coppie eterosessuali;
sempre da organi di stampa si apprende che alle urne si è recato solo il 37,86 per cento degli elettori. La maggioranza dei votanti, il 65,77 per cento si è espressa a favore del «sì» al quesito in cui si chiedeva: «Vuoi definire il matrimonio come l'unione tra un uomo e una donna ?». Contro questa modifica costituzionale si è schierato invece il 33,62 per cento dei votanti;
il 24 giugno 2013 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato il documento n. 11492/13 recante «Gli orientamenti per la promozione e la tutela dell'esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI)»;
sia l'Italia sia la Croazia sono membri del Consiglio d'Europa e sottoscrittori della Convenzione europea dei diritti umani. Da ultimo con la raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Consiglio dei ministri agli Stati membri è stata avanzata la richiesta di adottare misure per combattere la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere –:
quali azioni intenda intraprendere per conto dell'Italia o di quali iniziative intenda farsi promotore presso altri Paesi al fine di verificare e garantire che i diritti umani in Croazia siano pienamente tutelati e che il referendum in questione, per quanto formalmente insindacabile da parte dell'Unione europea, non risulti essere un espediente che nella sostanza mira ad aggirare gli standard democratici, di rispetto e di inclusione di tutti i cittadini – indipendentemente dal loro orientamento sessuale – che devono inderogabilmente caratterizzare tutti gli Stati membri. (4-02859)
Risposta. — In riscontro all'interrogazione in esame, il nostro Paese mantiene una posizione di sostegno nei confronti di tutte le iniziative multilaterali volte a prevenire o a contrastare ogni forma di discriminazione basata sull'identità di genere e l'orientamento sessuale.
In ambito europeo abbiamo contribuito alla stesura delle linee guida operative europee per la tutela dei diritti delle persone LGBTI (lesbian, gay, bisexual, transgender, intersexual). Le linee guida sono destinate a fornire indicazioni sulla tutela della categoria LGBTI alle delegazioni dell'Unione e alle missioni diplomatiche dei Paesi membri e sono state approvate dal Consiglio affari esteri del 24 giugno 2013.
L'Unione europea ha inoltre incluso i diritti LGBTI tra le proprie priorità, assieme all'abolizione della pena di morte, alla promozione della libertà di religione, all'abbandono della pratica delle mutilazioni genitali femminili, della tortura, del razzismo e la protezione dei diritti delle popolazioni indigene e dei disabili.
Non vanno, tuttavia, taciute anche alcune ritrosie sull'argomento, manifestate da alcuni partners dell'Unione in sede di negoziato sulle menzionate linee guida europee. Si tratta segnatamente di Bulgaria, Lituania, Polonia e Slovacchia, che non sembrano avere il sostegno dell'opinione pubblica nazionale, attestata su una linea più conservatrice.
L'Italia partecipa al gruppo di Paesi più impegnati sull'argomento. Abbiamo cofirmato, il 17 maggio 2013, un appello contro la discriminazione in occasione della giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia. L'appello chiede fra l'altro un'azione più incisiva e coerente dell'Unione europea.
Siamo anche attivamente impegnati sul versante della discriminazione contro la categoria LGBTI, in connessione con la tutela della libertà di espressione anche in forma collettiva, con azioni di tipo bilaterale, nonché sostenendo le principali iniziative multilaterali, sia in ambito Nazioni unite che Consiglio d'Europa.
In merito all'estensione dell'istituto matrimoniale alle coppie formate da persone dello stesso sesso oggetto dell'interrogazione in esame, si fa presente che il dibattito ed i negoziati multilaterali attualmente in corso in ambito Nazioni unite, Unione europea e Consiglio d'Europa non riguardano almeno per ora tale problematica.
Il Viceministro degli affari esteri: Marta Dassù.
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