ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02619

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 123 del 21/11/2013
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/01289
Firmatari
Primo firmatario: BASILIO TATIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 21/11/2013
Stato iter:
17/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/02/2014
MAURO MARIO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 17/02/2014

CONCLUSO IL 17/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02619
presentato da
BASILIO Tatiana
testo di
Giovedì 21 novembre 2013, seduta n. 123

   BASILIO, ALBERTI, ARTINI, PAOLO BERNINI, CORDA, FRUSONE e RIZZO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   da un avviso pubblicato dall’Aviation Information Publication dell'Ente nazionale per l'assistenza al volo (Enav) si apprende delle esercitazioni nucleari che si stanno svolgendo sul territorio e nei cieli italiani;
   dal 22 ottobre 2013 alla fine del mese ad Aviano e Ghedi piloti e tecnici delle aeronautiche italiana e di alcuni Paesi Nato si addestrano per prepararsi all'evenienza di una guerra nucleare;
   Steadfast Noon (letteralmente «mezzogiorno risoluto»): è un'esercitazione di cosiddetto cross-servicing, serve cioè a verificare l'interoperabilità dei mezzi e delle procedure dei reparti aerei dotati di capacità nucleare. Le regole per la manipolazione e la gestione delle armi nucleari sono ovviamente rigorosissime e trattandosi di asset strategici che fanno ultimamente capo agli statunitensi sono sottoposte a continue verifiche sul campo;
   il gruppo del M5S della Camera dei deputati è ancora in attesa della risposta ad una articolata interrogazione – la n. 4-01188 – nella quale si chiedono lumi sulla presenza ad Aviano di una cinquantina di bombe nucleari del tipo B61-4 in caverne blindate sotterranee WS3 poste in corrispondenza dei ricoveri degli aerei che le dovrebbero usare;
   quelle di Aviano sarebbero destinate ai caccia statunitensi del 31st Fighter Wing di stanza nella base. Altre bombe sarebbero a Ghedi, in provincia di Brescia, per l'uso da parte dei Tornado italiani del 6o Stormo. Pare tuttavia – sono informazioni di stampa perché dal Governo italiano il Parlamento della Repubblica non ha ancora saputo niente – che attualmente non vi siano fisicamente ordigni in permanenza nei vault corazzati di questo aeroporto che sarebbero invece conservati per ragioni di sicurezza ad Aviano, anche se sulla base bresciana c’è comunque il personale statunitense del 704th Munss (Munitions Support Squadron) che ha la responsabilità di custodirle e di consegnarle ai piloti italiani in caso di impiego;
   la Steadfast Noon è una esercitazione che viene effettuata a rotazione nei Paesi europei che ospitano armi nucleari. L'anno scorso si erano effettuate in Germania (aeroporto di Buchel), l'anno prima a Volkel, in Olanda. E nel 2010 di nuovo ad Aviano. Alle esercitazioni partecipano anche militari turchi, ma non si ha notizia di Steadfast Noon svolte sul loro territorio in anni recenti (nella base turca di Incirkl si troverebbero bombe nucleari). Tuttavia, aerei turchi partecipano all'esercitazione nucleare di questi giorni, come dimostrano le foto pubblicate sul forum italy-spotterdtolit.forumfree.it;
   insieme alla Steadfast Noon 2013 si svolge anche un'altra esercitazione denominata Cold Igloo. Probabilmente più importante della prima. In questo caso si tratta infatti di una cosiddetta Tac-Eval, valutazione tattica della Nato. Serve a «dare i voti» ai reparti coinvolti, accertarsi se siano o meno idonei a svolgere la missione affidata loro, in questo caso a colpire con bombe nucleari obiettivi nemici;
   le basi coinvolte da queste esercitazioni sono Aviano, Ghedi e Piacenza, gli spazi aerei percorsi dai caccia sono soprattutto quelli della costa adriatica (lo scorso gennaio un F-16 statunitense partito da Aviano precipitò al largo di Rimini) e dell'Italia centrale. Superare la Tac-Eval serve per confermare o meno ai reparti l'abilitazione all'uso delle bombe nucleari;
   delle due, la Cold Igloo dunque è quasi certamente l'attività più significativa dal punto di vista politico-militare perché mira a verificare la capacità delle unità aeree coinvolte a condurre con successo la missione assegnata. Tale esercitazione conferma la permanenza dello strike nucleare tattico quale tuttora vigente e attualissima opzione militare che la Nato intende mantenere e sviluppare. Che sta anzi potenziando e ammodernando visto l'annunciato arrivo – anche qui senza alcuna comunicazione al Parlamento italiano – delle nuove bombe B61-12 la versione migliorata e potenziata di quelle attualmente in servizio, grazie a un programma di ammodernamento del valore di oltre 10 miliardi di dollari autorizzato dal Presidente Obama. Bombe che, secondo gli esperti, sarebbero state studiate per gli F-35. Anche quelli italiani –:
   se le informazioni riportate in premessa corrispondano al vero e quali siano le ragioni per le quali non sia stato ancora adeguatamente informato il Parlamento;
   come il Governo ritenga compatibile la partecipazione dell'Italia al Trattato di non proliferazione nucleare, con lo stoccaggio di bombe atomiche sul proprio territorio e la messa a disposizione del territorio e dello spazio aereo nazionale per esercitazioni studiate volutamente per portare un attacco nucleare ad una non definita potenza ostile;
   se non reputi necessario rendere edotto il Parlamento sulla presenza in Italia di armamento atomico e quali velivoli – per esempio gli F35 – sarebbero in grado di utilizzarle. (4-02619)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 17 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 175
4-02619
presentata da
BASILIO Tatiana

  Risposta. — In premessa, si rammenta che ormai da tempo è stata avviata una stagione internazionale di dialogo positivo sul tema del disarmo, a partire proprio dalle due principali potenze nucleari che hanno contribuito fattivamente alla conclusione del Trattato di non proliferazione del 1968 e che hanno poi proceduto a ridurre drasticamente i rispettivi arsenali.
  Anche l'Alleanza atlantica ha aggiornato periodicamente la propria politica di difesa, inclusa la componente nucleare.
  Il processo di revisione è iniziato nel 2010 a Lisbona e ha portato all'approvazione, nel 2012, della Revisione della difesa e della deterrenza dell'Alleanza Atlantica (
Defence and deterrence posture review – Ddpr), la quale delinea il mix ottimale («appropriate mix») di forze nucleari, convenzionali e di difesa missilistica necessarie per garantire la sicurezza e la difesa dell'Alleanza e per perseguire gli impegni annunciati nel nuovo concetto strategico relativi alla difesa collettiva, alla gestione delle crisi e alla sicurezza cooperativa.
  La Defence and deterrence posture review, nel ribadire che finché esisteranno armi nucleari la deterrenza nucleare rappresenterà un elemento indispensabile per la sicurezza dell'Alleanza e dei suoi stati membri, al contempo si inserisce nel solco di un trend evolutivo riguardo al ruolo e rilievo delle armi nucleari.
  Infatti, la Dichiarazione adottata sul punto a Chicago utilizza un linguaggio evolutivo, che tiene conto del noto discorso di Obama a Praga del 6 aprile 2009 e del rapporto con la Russia, paese che dispone di elevate dotazioni di armi nucleari substrategiche in Europa, con la prospettiva di una maggiore trasparenza e, se ci fossero le condizioni, di una ulteriore riduzione degli armamenti in questo settore.
  Con riferimento alla questione della presenza di armi nucleari in Europa, si fa rilevare che l'Alleanza, pur mantenendo un atteggiamento assolutamente trasparente sulla propria strategia nucleare e sulla natura del proprio dispositivo in Europa, non può agire, tuttavia, a discapito della sicurezza di questo dispositivo e della riservatezza che è indispensabile avere in relazione ai siti, la loro dislocazione, i quantitativi e la tipologia di armamento in essi contenuti.
  Una riservatezza che non può essere violata unilateralmente da un singolo paese dell'Alleanza, perché la deterrenza nucleare è un bene ed un onere collettivo che lega collegialmente tutti i paesi alleati.
  La tipologia e la qualità delle informazioni rilasciabili sugli armamenti nucleari è quindi una decisione politica collettiva ed unanime degli alleati, cui nessun Paese può sottrarsi, pena la violazione del patto di alleanza liberamente sottoscritto e del vincolo di riservatezza che da esso ne discende.
  In merito alla compatibilità giuridica fra i cosiddetti «
nuclear sharing agreements» in ambito Nato ed il Trattato di non proliferazione nucleare, si segnala che, quando alla fine degli anni ’60 il Trattato fu negoziato, i citati «agreements» per lo stoccaggio di armamento non convenzionale in Paesi europei non-nucleari già esistevano; essi furono comunque illustrati nuovamente, per la massima trasparenza, al resto dei paesi firmatari del Trattato. Nel 1969 il Governo italiano aderì al Trattato e, riferendosi proprio alla presenza di tali accordi, al punto 6 delle restrizioni nazionali (collettivamente accettate dal resto dei firmatari), precisò che «(l'Italia) note the full compatibility of the Treaty with the existing security agreements».
  Difatti, pur se collocati in Paesi europei non-nucleari, i dispositivi in parola restano sotto il controllo della potenza nucleare che li condivide con gli alleati ai fini della difesa collettiva, mentre per il loro utilizzo è necessario il pieno consenso di tutti i Paesi interessati.
  Pertanto, gli accordi in essere e, più in generale, i contenuti della politica nucleare della Nato sono coerenti con il dettato del Trattato di non proliferazione giacché non si realizza alcun trasferimento del controllo di armi nucleari a Stati non-nucleari.
  In merito all'ultimo quesito dell'interrogazione a risposta scritta n. 4-01188, si evidenzia che tutte le attività connesse con la predisposizione e la comunicazione dei piani di difesa della popolazione civile in caso di emergenza nucleare, biologica, chimica o radiologica sono condotte dalle competenti Autorità in aderenza con le disposizioni vigenti.
  Infine, per quanto riguarda l'esercitazione «
steadfast noon» presso la base aerea di Aviano richiamata nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-02169, essa è definita quale esercitazione di «Cross servicing», ossia attività addestrativa multinazionale della capacità logistica della Nato, alla quale partecipa anche l'Aeronautica militare con alcuni assetti.
  Tale attività addestrativa viene svolta con la finalità di migliorare l'interoperabilità del personale navigante e di quello addetto alla manutenzione dei vari Paesi Nato partecipanti.
  Lo scenario addestrativo è classificato e prevede profili di missione relativi all'intero spettro delle operazioni aeree.
  L'impiego degli armamenti è comunque simulato, ed è escluso che i velivoli trasportino bombe reali.
  All'esercitazione è associata normalmente la verifica della capacità operativa (o valutazione tattica) del reparto schierato presso la base ospitante l'esercitazione, a cura degli organismi preposti presso i Comandi Nato, attività certificativa a cui sono periodicamente soggette tutte le forze aeree dell'Alleanza.
  In merito al programma di ammodernamento dell'armamento nucleare tattico Usa esso è, per quanto noto, sotto la totale responsabilità e oneri a carico degli Usa e, a similitudine dell'armamento convenzionale, non è legato al vettore che dovrebbe essere eventualmente utilizzato per il trasporto.

Il Ministro della difesaMario Mauro.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

ENTE NAZIONALE ASSISTENZA AL VOLO ( ENAV )

EUROVOC :

arma nucleare

circolazione aerea

regolamentazione dei trasporti

spazio aereo

aeroporto

NATO

aereo