ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02608

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 122 del 20/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/11/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 20/11/2013
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/11/2013
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 20/11/2013
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 20/11/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02608
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Mercoledì 20 novembre 2013, seduta n. 122

   GAGNARLI, LUPO, MASSIMILIANO BERNINI, L'ABBATE, GALLINELLA e PARENTELA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   la commissione del consiglio regionale della Toscana ha cominciato a discutere della proposta di aprire la caccia al lupo, come risoluzione del problema dei danni provocati alla zootecnia regionale;
   la legge regionale che in Toscana regola la materia è la n. 26 del 4 febbraio 2005 (tutela del patrimonio zootecnico soggetto a predazione), che prevede il finanziamento di opere di prevenzione a tutela del patrimonio zootecnico, ed incentiva la stipula di contratti assicurativi per i danni causati al patrimonio zootecnico dall'attacco di animali predatori;
   ad oggi in Toscana qualsiasi analisi, verifica e messa in opera puntuale e monitorata di possibili attività di prevenzione non è stata effettuata e la legge regionale sopra indicata risulta ancora inapplicata;
   in Italia – spiega l'associazione ambientalista WWF nell'articolo pubblicato da greenreport.it – i danni da lupo (cioè quelli effettivamente provocati da questo predatore) corrispondono a poche centinaia di migliaia di euro all'anno, che dovrebbero correttamente essere rimborsati ai nostri allevatori;
   in Italia ad oggi, neanche grazie ai dati ISPRA, è possibile conoscere la puntuale distribuzione nazionale dei danni da fauna selvatica, quanti di questi sono ascrivibili ai lupi e quanti invece ad altre specie, tra cui gli «ibridi» lupo-cane ed i cani rinselvatichiti;
   sarebbe opportuno che le politiche locali incentivassero l'applicazione della legge n. 281 del 1991, che punta alla limitazione del randagismo e dell'abbandono dei cani padronali, e quindi dei danni commessi dai cosiddetti «ibridi» lupo-cane e dai cani rinselvatichiti; in questo contesto il Wwf è attivo con il progetto «Life Ibriwolf» per fronteggiare il problema dell'ibridazione cane-lupo, proprio in Toscana con la provincia di Grosseto;
   la convivenza tra la animali da allevamento e predatori è possibile – come dichiara Dante Caserta, presidente del Wwf Italia sulla base di dati scientifici e conoscenze puntuali – e deve basarsi su prevenzione, gestione adeguata della zootecnia e gestione dei cani randagi e vaganti, per eliminare il problema delle ibridazioni lupo-cane, piuttosto che affidarsi a soluzioni semplicistiche come quella di rendere cacciabile la specie;
   in data 29 maggio 2013, il M5S ha presentato una risoluzione n. 7-00024 in Commissione agricoltura della Camera dei deputati, ad esito del dibattito sulla quale è stata approvata il 19 giugno 2013 la risoluzione 8-00003, con la quale il Governo si è impegnato, tra le altre cose: «a proseguire iniziative di monitoraggio, di studio e di ricerca, coinvolgendo tutti i soggetti istituzionali preposti e le associazioni interessate, per individuare una strategia di sistema su scala nazionale per gestire i problemi esposti in premessa;
   ad affidare all'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) il compito di definire un protocollo operativo e una banca dati per la raccolta a livello nazionale dei dati sui danni attribuiti alla fauna selvatica o inselvatichita riguardanti le attività agricole e zootecniche ed i relativi indennizzi;
   a concordare con le regioni le modalità di gestione operativa da seguire sulla base del protocollo operativo, al fine di portare l'entità dei danni diretti e indotti al di sotto di una soglia di sopportazione fisiologica, riconducendoli nei limiti del normale rischio di impresa e garantendo, da un lato, gli introiti economici di chi lavora nel settore e, dall'altro, il regolare funzionamento degli ecosistemi;
   a promuovere, pertanto, nell'ambito della programmazione – nazionale e regionale – dello sviluppo rurale, quelle misure di prevenzione e di sostegno per i danni diretti e indotti causati dalle specie protette, promuovendo specifici bandi nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale per investimenti non produttivi destinati ad interventi strutturali da parte delle aziende agricole per la prevenzione dei danni da fauna selvatica;
   ad adoperarsi al fine di favorire, nell'ambito della prossima programmazione della PAC 2014-2020, nei programmi di sviluppo rurale regionali una specifica misura per la prevenzione dei danni e per il cofinanziamento di strumenti di gestione del rischio (assicurazioni) anche per i danni causati all'agricoltura dalla fauna selvatica;
   a predisporre una adeguata procedura di verifica e di quantificazione del danno fondata su un protocollo basato su: una procedura standardizzata e rigorosa per la raccolta dati; personale tecnico specializzato, sottoposto a specifica formazione, incaricato dell'accertamento del danno da effettuare entro poche ore dalla predazione; a valutare l'opportunità di favorire lo sviluppo di un programma di erogazione di fondi per la conservazione dei grandi carnivori che riguardi anche l'aspetto dei danni diretti e indotti da questa eventualmente causati;
   con particolare riferimento alle iniziative di conservazione del lupo, ad assicurare l'integrità della specie e la salvaguardia della sua identità genetica dal pericolo di ibridazione e contestualmente la tutela delle attività agricole, mediante una gestione e pianificazione delle attività di pascolo che determini un contenimento del fenomeno degli attacchi al patrimonio zootecnico; a tal fine, si dia seguito ai piani di gestione già messi a punto dall'ISPRA – riportanti l'analisi dei danni, le misure di prevenzione, la regolamentazione del pascolo ed il risarcimento dei danni – da recepire e formalizzare con apposito atto;
   ad intervenire con urgenza presso le competenti istituzioni locali per approntare una efficace strategia per ridurre il fenomeno del randagismo e, stanziando le opportune risorse, per l'ormai improcrastinabile applicazione della legge n. 281 del 1991 recante «Norme per la tutela degli animali di affezione e la prevenzione del randagismo», la cui inadempienza è la causa del fenomeno dei cani inselvatichiti ovvero a procedere, laddove necessario, all'esercizio dei poteri sostituitivi, nonché al commissariamento delle regioni e dei comuni che persistano nella inadempienza alla stessa legge n. 281 del 1991;
   ad assumere in sede europea, previa verifica delle misure adottate da altri Paesi europei per fronteggiare problemi analoghi, le iniziative eventualmente necessarie per adeguare il quadro normativo vigente alle esigenze dell'agricoltura italiana, al fine di assicurare la sostenibilità delle attività agricole e zootecniche nel rispetto delle esigenza di tutela delle specie animali» –:
   cosa intende fare il Ministro interrogato, nell'ambito delle sue prerogative, per dare concreta attuazione agli impegni presi con la risoluzione sopracitata, in particolare a quelli citati in premessa e con quale tempistica di programmazione. (4-02608)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

protezione degli animali

Toscana

zootecnia

sviluppo regionale

settore agricolo

protezione della fauna