ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02517

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 118 del 14/11/2013
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/01332
Firmatari
Primo firmatario: GALLINELLA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 14/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 14/11/2013
Stato iter:
02/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/12/2013
ZANONATO FLAVIO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/12/2013

CONCLUSO IL 02/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02517
presentato da
GALLINELLA Filippo
testo di
Giovedì 14 novembre 2013, seduta n. 118

   GALLINELLA, CIPRINI, TERZONI, CECCONI, AGOSTINELLI, VACCA, COLLETTI, DEL GROSSO, GAGNARLI e TOFALO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   nel gennaio 2005 la Snam Rete gas spa ha presentato, attraverso una serie di valutazioni di impatto ambientale (VIA) parziali, un progetto per la realizzazione di un gasdotto denominato «Rete Adriatica», di 687 chilometri, suddiviso in cinque lotti funzionali: Massacra-Biccari; Biccari-Campochiaro; Sulmona-Foligno (a Sulmona è prevista anche la centrale di compressione); Foligno-Sestino e Sestino-Minerbio;
   la società proponente Snam, nel suddividere l'opera nei suddetti 5 lotti funzionali, non ha affatto considerato la direttiva n. 85/337/CEE e n. 97/11/CE e la giurisprudenza comunitaria (Corte di giustizia dell'Unione europea, sezione II, 28 febbraio 2008, causa C-2/07) concernenti l'obbligo di una valutazione di impatto ambientale di tipo complessivo, che tenga conto dell'effetto cumulativo dei progetti frazionati, non ha tenuto conto della direttiva n. 42/2001/CE disciplinante l'obbligo di applicazione della procedura di valutazione ambientale strategica e della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali;
   inizialmente l'opera era prevista lungo la fascia adriatica, costituendo il consequenziale raddoppio dell'infrastruttura già esistente, ma all'altezza di Biccari, è stata dirottata verso l'interno;
   dall'analisi del tracciato, si evince che si tratta di un'unica struttura per il trasporto del gas metano che va ad interessare aree di particolare pregio ambientale e ad elevato rischio sismico;
   in merito ai costi ambientali, appare evidente quanto devastante e, quindi, sconsiderata, sia la scelta di un tracciato che coincide con il progetto «A.P.E.» (Appennino Parco d'Europa), il più importante progetto di sistema avviato nel nostro Paese, finalizzato alla conservazione della natura e allo sviluppo ecosostenibile con l'ambizione strategica della valorizzazione delle risorse naturali e culturali;
   per quanto attiene al rischio sismico, esso rappresenta, tra le criticità del progetto, uno degli aspetti più macroscopici: deviando l'opera, la Snam sceglie incredibilmente, un tracciato che si snoda lungo le depressioni tettoniche interne dell'Appennino centrale;
   sovrapponendo il percorso del gasdotto alle carte sismiche delle regioni interessate, balza infatti in tutta la sua evidenza che la condotta corre in parallelo e talvolta interseca le linee di taglia attive di territori caratterizzati da un notevole tasso di sismicità che si manifesta, non di rado, attraverso eventi di magnitudo elevata;
   la mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale mette in evidenza, attraverso l'intensità della colorazione viola, le aree che sono a più elevato rischio dell'intera penisola. Sono le stesse aree che, secondo la Snam, dovrebbero essere attraversate dal mega-gasdotto Brindisi-Minerbio e tra queste, esattamente le località più tragicamente colpite dal terremoto del 6 aprile 2009, quelle del cratere sismico dell'Aquila e provincia, nonché le località del sisma che ha colpito l'Umbria e le Marche il 26 settembre 1997;
   nel settembre del 2010, si è costituito, tra le regioni Abruzzo, Marche ed Umbria, un coordinamento interregionale antigasdotto con capofila il comune dell'Aquila;
   è la stessa Snam a definire il Sulmona-Foligno ed il Foligno-Sestino «uno dei tratti più critici dell'intero progetto». Tutte le località interessate dal tracciato del gasdotto sono in zona sismica di 1o e 2o grado; anche la centrale di compressione, prevista a Sulmona, insiste su una zona sismica di 1o grado: il sito scelto per la centrale è nei pressi della faglia attiva del Monte Morrone ed i sismologi pongono l'attenzione, oltre che sulla particolare origine geologica della Conca Peligna (caratterizzata da depositi alluvionali come la piana dell'Aquila) che, in caso di terremoto, amplifica notevolmente gli effetti dell'onda sismica a causa del fenomeno dell'accelerazione, anche sulla faglia stessa, «dormiente» da oltre 1.900 anni; senza trascurare che la particolare conformazione orografica della Valle, non consentirebbe la dispersione delle sostanze inquinanti emesse dalla centrale con notevoli ripercussioni sulla salute umana e sulla catena alimentare;
   all'elevato rischio sismico che metterebbe a repentaglio l'incolumità dei cittadini ai quali viene ad avviso degli interroganti negata e sottratta l'applicazione del principio di precauzione, si sommano gli ingenti danni anche irreversibili all'ambiente ed i danni economici sia per le popolazioni colpite dal sisma che a stento cercano di risollevarsi, che per i cittadini residenti che hanno scelto per i loro territori, un modello di sviluppo eco-sostenibile che nulla ha a che vedere con infrastrutture pericolose ed impattanti imposte dall'alto;
   i consumi di gas sono in netto calo secondo i dati forniti dalla stessa Snam: 75,78 miliardi di metri cubi immessi in rete nel 2012, contro gli 84 miliardi circa del 2008, mentre le infrastrutture esistenti hanno una capacità di trasporto di 107 miliardi di metri cubi. La realizzazione di nuove infrastrutture è quindi motivata dalla volontà della Snam di rafforzare il ruolo di hub dell'Italia: rivendere il gas acquistato dal nord Africa ai Paesi del centro-nord Europa, gravando i cittadini ed i territori attraversati di pesanti servitù, rischi, danni ambientali, economici senza alcun beneficio;
   molti sono gli enti istituzionali che attraverso i loro deliberati, tutti con voto unanime, hanno espresso contrarietà all'opera come: la regione Abruzzo, la regione Marche, la regione Umbria, la provincia di Perugia, la provincia dell'Aquila, la provincia di Pesaro e Urbino, il comune di Pietralunga, il comune di Gubbio, il comune di Foligno, il comune di Cascia, il comune dell'Aquila, il comune di Sulmona, il comune di Pratola Peligna, il comune di Pacentro, il comune di Corfinio, il comune di Navelli, il comune di Introdacqua;
   l'VIII Commissione Ambiente della Camera dei deputati il 26 ottobre 2011 ha approvato all'unanimità una risoluzione che impegna il Governo a disporre la modifica del tracciato sia per gli alti costi ambientali che per l'elevato rischio sismico;
   i provvedimenti di valutazioni di impatto ambientale sono oggetto di contenzioso ancora in essere e il tracciato del metanodotto in progetto è stato oggetto di azioni legali in sede nazionale e comunitaria da parte di enti locali, comitati e associazioni ecologiste per l'assenza di procedure di valutazioni di impatto ambientale o di valutazione ambientale strategica uniche;
   il 26 giugno 2010 la provincia di Pesaro-Urbino, la provincia di Perugia, il comune di Gubbio, nel dicembre 2011 il comune di l'Aquila, la comunità montana del Catria e del Nerone, il comitato umbro-marchigiano «No Tubo», i comitati cittadini per l'ambiente di Sulmona, il comitato civico «Norcia per l'Ambiente», il gruppo d'intervento giuridico onlus, l'associazione La Lupus in Fabula onlus, la Federazione nazionale Pro Natura, il WWF Italia, Mountain Wilderness Italia, Italia Nostra, l'ARCI caccia della provincia di Perugia hanno inoltrato un ricorso alla Commissione europea affinché valuti (articolo 258 Trattato CE) la rispondenza alle normative comunitarie in materia di valutazione ambientale strategica – VAS e di valutazione di impatto ambientale – VIA del gasdotto denominato «Rete Adriatica», progettato dalla Snam Rete Gas spa (avente come partner per la distribuzione la Società British Gas);
   l'8 agosto 2011 sono stati presentati tre ricorsi straordinari al Capo dello Stato contro il progetto del gasdotto appenninico «Rete Adriatica» della Snam Rete Gas spa da parte delle associazioni ecologiste Mountain Wilderness, Lega per l'Abolizione della Caccia e Federazione nazionale Pro Natura, da parte della provincia di Perugia e da parte del comune di Gubbio, curati dall'avvocato Rosalia Pacifico, del foro di Cagliari;
   nei primi giorni del mese di luglio 2011 è stato presentato ricorso al TAR Lazio contro il decreto di compatibilità ambientale dal comune di l'Aquila;
   appare agli interroganti inutile sottoporre ad oggettivi rischi i cittadini delle aree interessate nel realizzare la nuova infrastruttura, considerando che quella attuale già soddisfa la domanda interna –:
   se non ritengano necessario assumere tutte le iniziative di propria competenza al fine di escludere che il progetto di realizzazione dell'opera coinvolga la fascia appenninica in linea con i contenuti della risoluzione approvata all'unanimità dall'VIII Commissione Ambiente nella seduta n. 553 del 26 ottobre 2011;
   se ritengano necessario considerare tutte le deliberazioni di contrarietà adottate dai vari enti istituzionali a tutti i livelli;
   quale sia l'orientamento generale del Governo nei confronti del progetto denominato «Rete Adriatica» e se, alla luce delle numerose criticità riportate in premessa, non ritenga che sia opportuno sospendere le procedure di autorizzazione attualmente in corso ed impedire la realizzazione di quest'opera così come progettata. (4-02517)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 2 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 129
4-02517
presentata da
GALLINELLA Filippo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame si rappresenta quanto segue. Il progetto di gasdotto «Rete Adriatica» è composto da tratti di metanodotto che perseguono finalità parziali, e nel contempo locali, venendo a costituire lotti funzionali del progetto che conservano una loro autonomia tecnica ed economica. In particolare, i singoli lotti consentono di potenziare localmente le reti esistenti, costituendo importanti magliature delle reti medesime e potenziando la capacità di compressione sulle strutture già in esercizio, in modo da conferire maggiore flessibilità ed affidabilità al sistema di trasporto. Pertanto, la scelta di dividere la Rete Adriatica in lotti funzionali non è il frutto di un'arbitraria scelta del proponente ma risponde a concrete esigenze di ordine tecnico ed economico. Tale scelta, inoltre, ha consentito alle amministrazioni competenti una più penetrante e puntuale valutazione dei singoli tratti.
  A ciò si aggiunga la risposta in data 16 agosto 2012 della Commissione europea ad una interrogazione presentata da un deputato europeo al Parlamento, a supporto di un ricorso alla Commissione presentato da amministrazioni pubbliche (Provincia di Pesaro Urbino, Comune di Norcia, Comunità Montana Catria e Nerone) nonché da varie associazioni ambientaliste tra cui WWF, Italia Nostra, Comitato cittadino di Sulmona, che per chiarezza si riporta di seguito:
  «Il progetto di gasdotto “Rete Adriatica” della società Snam Rete Gas è stato oggetto di un'indagine che la Commissione ha avviato nel 2010 e chiuso nel maggio del 2011. In base alle informazioni fornite sia dagli autori della denuncia sia dalle autorità italiane, la Commissione non ha trovato prove di violazione della direttiva 85/337/CEE sulla valutazione dell'impatto ambientale (Via), ora codificata come direttiva 2011/92/UE né della direttiva Habitat 92/43/CEE. In base alle informazioni disponibili risulta, tra l'altro, quanto segue: La Commissione non ha dati concreti attestanti che la suddivisione del progetto nelle suddette sezioni abbia comportato una violazione della direttiva Via. Nella fattispecie risulta che si è proceduto alla valutazione dell'impatto ambientale per ciascuna sezione e che ciascuna procedura di Via ha fatto riferimento all'intero progetto. Gli effetti cumulativi sono stati pertanto valutati. Le autorità regionali e locali sono state coinvolte nelle varie procedure di Via. La direttiva 2001/42/CE sulla valutazione ambientale strategica (Vas) e la direttiva Via, non contengono riferimenti espliciti ai rischi sismici. Nel contesto della direttiva Via, si è ravvisata la necessità di una valutazione adeguata degli effetti connessi ai rischi di catastrofe. Tuttavia la versione vigente delle direttive comprende già il rischio di incidenti tra i criteri da prendere in considerazione nel vagliare la necessità di una valutazione ambientale. Inoltre, quando si procede ad una valutazione ambientale, occorre individuare e valutare tutti gli effetti di rilievo sull'ambiente».

  In merito, viceversa, alla valutazione ambientale strategica, il decreto legislativo 16 gennaio 2008 recante «Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, ed in particolare l'articolo 5 (definizione), comma 1, lettera e) chiarisce che sono soggetti a Vas: piani e programmi: gli atti e i provvedimenti di pianificazione e di programmazione comunque denominati, compresi quelli cofinanziati dalla Comunità europea, nonché le loro modifiche: 1) che sono elaborati e/o adottati da un'autorità a livello nazionale, regionale o locale oppure predisposti da un'autorità per essere approvati, mediante una procedura legislativa, amministrativa o negoziale e 2) siano previsti da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative».
  Nello specifico Snam Rete Gas spa, che non ha affatto come partner di distribuzione la società British Gas, non è titolare di piani o programmi assoggettati a Vas secondo quanto stabilito dalla direttiva 42/2001/CE e dal decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152; infatti, Snam Rete Gas non sottopone, e non ha l'obbligo normativo di sottoporre, alcun piano alla adozione di un'autorità. Essa non deve attendere la conclusione di alcun iter formale di adozione prima di poter considerare definitivi ed immodificabili i propri programmi. Ne deriva la sostanziale inapplicabilità della Vas, non solo alla «Rete Adriatica» ma anche a tutti i gasdotti che Snam Rete Gas ha in corso di progettazione.
  Per quanto concerne la scelta del tracciato e l'ubicazione dell'impianto di compressione a Sulmona, la ricerca di un corridoio idoneo ad ospitare la «Rete Adriatica» è stata in prima battuta indirizzata in prossimità della linea di costa adriatica. Una volta, però, constatata la preclusione di questa fascia territoriale, per cause ambientali e/o geologiche e/o urbanistiche, la ricerca del tracciato si è progressivamente spostata nell'entroterra, fino ad individuare, in prossimità dello spartiacque appenninico, la direttrice migliore in termini di continuità, sicurezza e compatibilità ambientale.
  Per quanto riguarda la parte sud della «Rete Adriatica», il posizionamento del tracciato non ha incontrato ostacoli fino a Biccari (Fg). Successivamente, la scelta del corridoio è stata condizionata dall'impossibilità di trovare una via percorribile, che da Biccari (Fg) si spingesse in prossimità della fascia costiera, risalendo verso nord, in direzione di Pescara. Ciò a causa delle criticità geologiche presenti, soprattutto nel tratto Biccari-San Salvo, e per l'elevato grado di urbanizzazione che caratterizza tutta la linea di costa.
  Per i suddetti motivi, in corrispondenza di Biccari (Fg), si è dovuta abbandonare l'ipotesi di un tracciato prossimo alla costa e puntare verso l'interno, in direzione di Campochiaro (Cb). Qui, la presenza di un altro metanodotto e quindi un corridoio allo stesso collegato ha, di fatto, obbligato la prosecuzione del nuovo tracciato, lungo questa direttrice, fino a Sulmona (Aq). Questo tratto di metanodotto (denominato Campochiaro Sulmona) è già stato realizzato ed è in esercizio.
  La Rete in progetto è frutto di una attenta analisi eco-sistemica di dettaglio che ha portato alla scelta di un tracciato che assicura la maggiore compatibilità ambientale possibile. Tale assunto si basa sul presupposto fondamentale che l'opera è totalmente interrata e al termine dei lavori le aree interessate saranno oggetto di accurate opere di ripristino, sia relativamente alle aree agricole, che alle aree incolte, alle aree boschive e in generale in tutte le aree naturali.
  In particolare il tracciato del metanodotto «Sulmona — Foligno» è stato individuato dopo una dettagliata analisi di campo, di geologia, geomorfologia e idrogeologia del territorio, con particolare attenzione ai bacini fluviali principali ed a tutti i corsi d'acqua, anche minori, interferiti, alla natura dei terreni ed alle stratigrafie, elaborando specifiche schede per ogni corso d'acqua progettando le più opportune modalità di attraversamento fluviale e di ripristino morfologico.
  Sono stati analizzati i piani paesistici delle regioni Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche ed è stata posta particolare attenzione a dispositivi di legge a carattere regionale previsti per la tutela dell'assetto idrogeologico.
  Il tracciato del metanodotto in progetto è stato quindi individuato secondo una direttrice che riduce il più possibile le interferenze con aree sottoposte a vincolo idrogeologico e fenomeni gravitativi.
  Un altro dei motivi di preoccupazione sollevato dagli interroganti riguarda l'interferenza con parchi nazionali e regionali.
  Tale interferenza si riscontra effettivamente nel lotto funzionale relativo al metanodotto «Sulmona-Foligno»: quest'ultimo, nella prima ipotesi di progetto, prevedeva l'attraversamento di due parchi nazionali e di uno regionale.
  A seguito di alcune varianti di progetto, la condotta non attraversa più il Parco Nazionale dei Sibillini, originariamente intersecato in corrispondenza della piana di Norcia, e il parco regionale Sirente-Velino, inizialmente interessato nei pressi del Comune di Prata D'Ansidonia. Il metanodotto interesserà territorialmente il Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga, ma in misura molto limitata, circa 1 chilometro e, comunque, nei settori più antropizzati.
  Ulteriore motivo di preoccupazione più volte richiamato dagli oppositori al progetto afferisce al rischio sismico delle aree della aree attraversate dal metanodotto. Per vero, il tracciato dei metanodotti è stato definito scegliendo i lineamenti morfologici e geologici più sicuri (fondovalle, terrazzi, dorsali, ecc.) e comunque lontani dalle aree interessate, anche solo potenzialmente, da dissesti idrogeologici. Nello specifico, le principali strutture sismogenetiche, quali per esempio quelle presenti nel territorio aquilano attivatesi in occasione dell'evento sismico del 6 aprile 2009, non vengono mai interessate dall'opera in progetto.
  In sede progettuale, inoltre, sono stati presi in considerazione dalla società proponente gli effetti diretti di un sisma potenziale sulle tubazioni interrate, sottoponendo il metanodotto in progetto a verifica strutturale allo scuotimento a sismico (shaking) seguendo le indicazioni della normativa americana Asce (American society of civil engineers) Guidelines for the Seismic Design of Oil and Gas Pipeline Systems 1984.
  Da essa si evince che, nelle aree ad elevata sismicità, le dimensioni di progetto adottate per la trincea di posa della condotta, unitamente alle caratteristiche di duttilità e flessibilità delle tubazioni in acciaio permettono alla tubazione di sopportare agevolmente le eventuali deformazioni indotte dal sisma. I risultati di tali verifiche hanno, di fatto, evidenziato l'idoneità dello spessore della tubazione a sopportare le sollecitazioni trasmesse dal movimento transitorio del terreno durante l'evento sismico.
  Conferma della sostanziale correttezza di quanto emerso dalle verifiche condotte dalla società proponente, è data da una valutazione di tipo storicistico. Infatti, nell'ambito della casistica italiana sul comportamento sismico delle condotte interrate, si ricorda l'evento sismico del Friuli, ove esisteva nell'area epicentrale una condotta importante già operativa: il gasdotto «Sergnano-Tarvisio DN 900 (36") per l'importazione di gas naturale dalla Russia.
  Nel periodo che va da maggio ad ottobre del 1976, il Friuli fu colpito da un'intensa sequenza sismica culminata in due scosse di elevata intensità: la scossa principale di magnitudo 6,4 ed una successiva di 6,1. Il gasdotto attraversa l'area epicentrale e ha quindi subito lo scuotimento sismico massimo prodotto dal terremoto; come prevedibile, non si sono avute conseguenze ed effetti sulla tubazione, senza interruzioni di esercizio.
  In concomitanza della sequenza sismica del territorio aquilano (l'evento più forte è del 6 aprile 2009, con magnitudo valutata 6,3), non è stato rilevato alcun tipo di danno né interruzione nelle forniture né perdite di gas dai metanodotti di Snam Rete Gas, tra i quali il «Vasto-Rieti» che attraversa le aree più intensamente colpite dal terremoto.
  Più recentemente, in data 20 maggio 2012, il Distretto Sismico «Pianura Padana Emiliana» è stato interessato da oltre 100 scosse di terremoto. L'epicentro della scossa più significativa è stato individuato nell'area ubicata tra Finale Emilia e Mirandola.
  Nel territorio interessato dal sisma sono presenti infrastrutture di trasporto della rete nazionale della Snam Rete Gas, ma dopo aver effettuato i dovuti controlli, i tecnici del pronto intervento non hanno segnalato anomalie.

  La rete di trasporto gas, compresi l'impianto di compressione di Poggio Renatico e gli altri impianti, hanno garantito il regolare esercizio senza interruzioni di servizio. Quanto sopra si è confermato a seguito degli eventi sismici successivi, compreso quanto verificatosi in data 29/05/2012.
  Anche in letteratura tecnica internazionale non sono riportati casi di danni a tubazioni integre in acciaio, saldate e controllate con le attuali tecniche, per effetto dello scuotimento sismico del terreno.
  Le condotte sono comunque periodicamente controllate dalla Società Gestore della Rete Nazionale Gas dall'interno, con apparecchiature automatiche che rilevano qualsiasi variazione di spessore dell'acciaio e fenomeni corrosivi eventualmente in atto.
  Per quanto attiene alla presunta concentrazione di «sostanze inquinanti» emesse dall'impianto di compressione (erroneamente chiamato centrale), in ragione della particolare conformazione orografica della valle su cui verrebbe ad insistere l'impianto, si fa presente che le emissioni prodotte sono costituite dagli ossidi di azoto (NOx) e dal monossido di carbonio (CO) e provengono sostanzialmente dal processo di combustione del gas naturale nelle turbine a gas; nello studio di impatto ambientale la Snam Rete Gas ha effettuato idonee simulazioni sulla dispersione di codeste emissioni in atmosfera.
  Le simulazioni, che hanno tenuto in considerazione la conformazione del territorio e le caratteristiche meteoelitnatiche dell'area (compresi i ristagni dell'aria), hanno confermato che i livelli di concentrazione delle emissioni sono molto bassi e comunque circoscritti alle immediate vicinanze dell'impianto. I risultati delle simulazioni sono da considerarsi conservativi in quanto è stato ipotizzato l'esercizio più gravoso dell'impianto con un funzionamento contemporaneo di due unità di compressione alla massima potenza.
  Al riguardo giova ricordare inoltre che il funzionamento dell'impianto di Sulmona, così come per tutti gli altri 11 impianti di compressione di Snam Rete Gas in esercizio, sarà a carico variabile e di tipo intermittente in funzione dell'assetto di trasporto, determinando pertanto quantitativi emessi inferiori ai risultati delle simulazioni.
  In particolare, sono garantiti valori limite di emissione di 50 mg/Nm3di NOx e di 100 mg/Nm3di CO. Tali livelli di concentrazione rispettano ampiamente i valori limite prescritti dalla normativa vigente (25 volte inferiore per NOx e 100 volte inferiore per CO).
  In ogni caso, l'esercizio dell'impianto presuppone il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale di competenza della Regione Abruzzo, attraverso la quale l'autorità amministrativa vicina alle popolazioni delle aree interessate dall'impianto di compressione, verifica la compatibilità dell'attività con i limiti di tutela e salvaguardia, prescrivendo misure puntuali a tutela dei corpi ricettori.
  La «Rete Adriatica» è un'iniziativa di potenziamento del sistema di trasporto del gas dal Sud Italia verso il Nord, progettata in base ai programmi di utilizzo dei punti di entrata esistenti ed alle iniziative in atto o previste dagli operatori del settore gas per crearne di nuovi (ad esempio TAF e nuovi impianti di GNL).
  Tale Rete ha, indubbiamente, una valenza strategica per il sistema di trasporto nazionale per diverse ragioni:
   1. l'incremento delle capacità dei punti di entrata della rete italiana garantirà la copertura del fabbisogno energetico del Paese nel medio-lungo termine;
   2. permetterà la realizzazione di capacità in esportazione dai punti di uscita del Nord Italia verso l'Europa settentrionale ed orientale, consentendo una reale integrazione delle reti di trasporto dei diversi Paesi europei;.
   3. consentirà di diversificare i corridoi di attraversamento del Paese, conferendo maggiore sicurezza e affidabilità al sistema di trasporto del gas.

  Inoltre, in aggiunta alle finalità generali descritte, i diversi tratti consentono di raggiungere anche una serie di obiettivi parziali, in particolare, il potenziamento delle reti regionali esistenti, l'aumento della flessibilità e della affidabilità del sistema locale di trasporto.
  In merito alle opposizioni al progetto «Rete Adriatica» occorre evidenziare che delle dieci Regioni coinvolte dal progetto ben otto hanno rilasciato il proprio parere favorevole circa la compatibilità ambientale dell'infrastruttura: Puglia, Molise, Basilicata, Campania, Marche, Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna. Non si sono espresse la Regione Lazio e la Regione Abruzzo.
  Dal 2004 al 2011 si sono svolte presso le suddette regioni riunioni e conferenze di servizi specifiche. In questo lasso di tempo Snam Rete Gas ha incontrato tutte le amministrazioni locali, sia per presentare l'opera nel suo insieme sia per recepire le eventuali richieste di ottimizzazioni del tracciato. Nel complesso le osservazioni formulate sono state tese ad evitare soprattutto l'interferenza con progetti, iniziative o interessi di natura locale, in larga parte accolte o accoglibili. Ne è prova il fatto che il tasso di adesione agli accordi di asservimento bonari tra i proprietari dei terreni interessati e Snam Rete Gas è superiore al 66 per cento delle ditte proprietarie interessate alla realizzazione dell'opera.
  I gruppi istruttori della immissione VIA del Ministero dell'ambiente, competenti per ciascun tratto funzionale della «Rete Adriatica», hanno effettuato numerosi sopralluoghi nelle aree interessate dai tracciati dei metanodotti, con particolare riguardo ai siti più sensibili dal punto di vista ambientale (SIC, ZPS aree limitrofe ai parchi) e all'area dell’«Impianto di compressione del gas di Sulmona».
  Ai suddetti sopralluoghi hanno partecipato anche i funzionari del Ministero per i beni e le attività culturali e delle regioni interessate. Da tali incontri sono scaturite varianti e ottimizzazioni apportate ai tracciati dei gasdotti.
  In questi anni la società titolare del progetto ha altresì compiuto un'adeguata e capillare informazione circa i progetti presentati e le variazioni agli stessi effettuati durante tutto l’iter amministrativo.
  Si può, quindi, affermare che nel corso di 7 anni, tanto è durato l’iter amministrativo relativo ai gasdotti in parola, non è mai mancata da parte delle Istituzioni centrali e della società titolare del progetto la disponibilità al confronto con le Regioni, con gli enti locali ed anche con gruppi di cittadini organizzati (ne sono un esempio le varianti di Norcia e Cascia in Provincia di Perugia) per giungere alla definizione di un'opera condivisa dal territorio.
  Il 10 maggio 2012 è stato convocato, dal Ministero dello sviluppo economico, un primo tavolo tecnico-istituzionale relativo al procedimento di autorizzazione dell'impianto di spinta di Sulmona per esaminare le problematiche inerenti l'impianto; ad esso hanno partecipato, i rappresentanti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della commissione Via-Vas, della Regione Abruzzo, della Provincia de l'Aquila, del Comune di Sulmona, e di Snam Rete Gas.
  Il tavolo è stato convocato in riferimento agli impegni assunti dal precedente Governo nella seduta del 26 ottobre 2011 (Vili Commissione Ambiente), con l'approvazione della risoluzione n. 7-00518, che impegnava il Governo a costituire un tavolo di concertazione con le Amministrazioni interessate e valutare una alternativa del tracciato del metanodotto.
  Nel corso dell'incontro, coordinato dal Sottosegretario Claudio De Vincenti del Ministero sono stati attentamente valutate le osservazioni ed i contributi dei partecipanti. La società Snam Rete Gas ha illustrato lo scopo dell'opera nonché gli studi specialistici sia relativi alla sismicità che alle emissioni dell'impianto di Sulmona.
  I rappresentanti del Ministero dell'ambiente hanno confermato che la Commissione Via-Vas ha effettuato un lavoro dettagliato, prova ne sono le 74 prescrizioni emesse nel decreto di Via del 7 marzo 2011, evidenziando che gli studi effettuati hanno dimostrato che il sito individuato dalla società proponente è quello più idoneo anche sotto al rischio sismico. Stesse considerazioni sono state svolte in relazione al tracciato dell'intera infrastruttura.
  Il tavolo tecnico si è concluso con l'intervento del Sottosegretario di Stato che ha evidenziato l'importanza strategica dell'infrastruttura e ha rinviato la discussione sul solo tratto di gasdotto «Sulmona-Foligno» ad un apposito tavolo.
  L'importanza strategica dell'infrastruttura «Rete Adriatica» ribadita nel corso del tavolo tecnico-istituzionale può essere riassunta nei seguenti punti:
   1) copertura del fabbisogno energetico del Paese nel medio-lungo termine attraverso l'incremento delle capacità dei punti di entrata da sud delle rete italiana;
   2) realizzazione di capacità in esportazione dai punti di uscita del Nord Italia verso l'Europa settentrionale ed orientale (
reverse flow), con una reale integrazione delle reti di trasporto dei diversi Paesi europei;
   3) aumento della capacità di erogazione da parte dello stoccaggio di gas di Fiume Trieste, con aumento della sicurezza di funzionamento del sistema nazionale del gas;
   4) l'opera consentendo anche il potenziamento delle reti regionali esistenti ed aumentando la flessibilità e l'affidabilità del trasporto assicurerà agli abitanti ed alle attività produttive dei territori attraversati maggiori disponibilità di gas naturale in sostituzione dei tradizionali combustibili fossili, maggiormente inquinanti rispetto al gas naturale.

  Per quanto attiene, infine, alla richiesta di tenere nella necessaria considerazione tutte le deliberazioni di contrarietà alla infrastruttura, adottate dai vari enti istituzionali, si rammenta che la determinazione conclusiva del procedimento sarà assunta nel rispetto dell'articolo 14-ter, comma 6-bis, della legge n. 241 del 1990, a mente del quale, l'amministrazione procedente, all'esito dei lavori della conferenza dei servizi, adotta la determinazione motivata di conclusione del procedimento, valutate le specifiche risultanze della Conferenza e tenendo conto delle posizioni prevalenti espresse in quella sede.
Il Ministro dello sviluppo economicoFlavio Zanonato.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

MARE ADRIATICO

EUROVOC :

protezione dell'ambiente

imposta ambientale

sisma

distribuzione d'energia

inquinamento industriale

gasdotto