ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02446

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 113 del 07/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 07/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 07/11/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02446
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Giovedì 7 novembre 2013, seduta n. 113

   RICCIATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   si apprende da un libro-inchiesta di Gianluca Di Feo «Veleni di Stato» (Edizioni Rizzoli 2009) che nel luglio 1944, 1316 tonnellate di iprite sono finiti nei fondali davanti alle coste marchigiane, in particolare davanti alle baie di Fano, Pesaro e Gabicce all'interno di 4300 bombe d'aereo C500T catturate dalla Luftwaffe in una base di Urbino;
   tali materiali sono altamente tossici e con l'erosione degli involucri metallici degli ordigni, dovuti alla ossidazione causata dall'acqua marina, è altamente probabile che tali veleni siano rilasciati nell'ambiente marino, con grave pregiudizio per l'ambiente, la fauna e le persone; il testo citato è ampiamente documentato;
   dopo la pubblicazione di tale inchiesta, un gruppo di cittadini appartenenti a vario titolo ad associazioni e partiti politici, di Pesaro, hanno iniziato un lungo percorso di analisi, propedeutico a comprendere il fenomeno;
   tale attività di ricerca ha contribuito alla pubblicazione del rapporto «Armi chimiche, una eredità ancora pericolosa. Mappatura, monitoraggio e bonifica dei siti inquinati dagli ordigni della seconda guerra mondiale» a cura di Legambiente del Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche (C.N.B.A.C.), presentato nel febbraio 2012;
   il testo citato e il rapporto, riportano la circostanza che, durante il secondo conflitto mondiale, l'unità comandata dal maggiore Meyer nascose nel deposito di Urbino notevoli quantità di ordigni, ma il 19 dicembre 1943 su ordine di Hitler, tali materiali dovevano essere spostati in Germania. L'immediata evacuazione del deposito di Urbino ebbe avvio con dei camion diretti a Fano e a Pesaro. Tuttavia, essendo prossima l'offensiva sulla Linea Gotica da parte delle forze Alleate, per evitare che gli ordigni finissero nelle mani di questi ultimi, i camion contenenti gli ordigni chimici furono svuotati in mare da squadre speciali;
   da allora si stima che 84 tonnellate di armi chimiche mortali, conservate da involucri difettosi, abbiano poi rilasciato lentamente nelle acque dell'Adriatico le sostanze tossiche;
   nella seduta della Camera dei deputati del 20 novembre 1951, in risposta a una interrogazione dell'onorevole Capalozza, il Sottosegretario alla Marina mercantile, Onorevole Tambroni, confermava la presenza di tale arsenale nei fondali e individuava anche le coordinate dei siti ove si sarebbero trovate almeno una parte delle bombe, ma da allora nulla si è fatto per la bonifica dell'area, né tantomeno è stato oggetto di discussione in ambito parlamentare;
   il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, in data 10 marzo e 30 aprile 2010 ha inviato al Ministro della difesa due lettere per sollecitare spiegazioni e provvedimenti sopra in oggetto;
   in data 21 giugno 2010 l'allora sottosegretario alla difesa, Onorevole, Giuseppe Cossiga, rispose al sindaco sostenendo che il dicastero aveva «promosso i pertinenti approfondimenti» e che le ricerche e le bonifiche dell'area sono state portate a termine tra il 1945 e il 1950;
   il 12 aprile 2011 un deputato della XVI legislatura, l'onorevole Oriano Giovannelli, depositava interrogazione a risposta scritta (4-11571) per chiedere se i Ministri della difesa e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ritenessero di dover monitorare con urgenza la situazione descritta;
   in data 7 agosto 2012 nella sua risposta (allegato B della seduta 678) il Ministro della difesa pro tempore Di Paola, dichiarava la competenza del suo Dicastero sono in via concorsuale rispetto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, rinnovando la disponibilità della difesa a valutare le eventuali richieste di concorsi che perverranno dalle autorità competenti;
   nella risposta all'interrogazione citata, lo stesso Ministro della difesa, da conto di una nota dell'Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale (ISPRA) – trasmessa dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – nella quale si dava evidenza di come la bonifica delle aree di affondamento sia una ipotesi di difficile attuazione, sia dal punto di vista tecnico che economico;
   nella stessa nota l'ISPRA avrebbe preso in considerazione la costituzione di un gruppo di esperti ad hoc con il compito di stabilire priorità e modalità di intervento (prospezione, indagini ambientali e bonifica necessarie) per affrontare la problematica –:
   se sia stato costituito il gruppo di esperti e se siano state individuate priorità e modalità di intervento;
   qualora ciò non fosse avvenuto, se il Ministro interrogato non ritenga di più rapida soluzione individuare, all'interno del Ministero o nelle Agenzie ad esso sottoposte, professionalità idonee ad esperire le valutazioni indicate nella citata nota dell'ISPRA;
   se non ritenga di dover indicare un termine entro il quale le attività di bonifica, qualunque sia lo strumento individuato dagli esperti e scelto dal Ministro, debbono avere inizio. (4-02446)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE (ISPRA)

EUROVOC :

protezione dell'ambiente

Marche

ambiente marino

sostanza tossica

flotta mercantile

inquinamento chimico