ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02261

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 103 del 23/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/10/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 23/10/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 09/10/2014

SOLLECITO IL 11/12/2014

SOLLECITO IL 18/02/2015

SOLLECITO IL 11/06/2015

SOLLECITO IL 31/07/2015

SOLLECITO IL 30/09/2015

SOLLECITO IL 30/11/2015

SOLLECITO IL 29/01/2016

SOLLECITO IL 29/03/2016

SOLLECITO IL 15/06/2016

SOLLECITO IL 29/07/2016

SOLLECITO IL 28/10/2016

SOLLECITO IL 09/01/2017

SOLLECITO IL 30/03/2017

SOLLECITO IL 30/05/2017

SOLLECITO IL 28/07/2017

SOLLECITO IL 30/10/2017

SOLLECITO IL 18/12/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02261
presentato da
DI MAIO Luigi
testo di
Mercoledì 23 ottobre 2013, seduta n. 103

   LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   l'11 agosto 2012 in via Aurora alle spalle del cimitero nuovo presso il comune di Pomigliano d'Arco i cittadini hanno avvistato una colonna densa di fumo nero levarsi verso il cielo, in poco tempo la polizia municipale è risalita all'origine dell'incendio: un cumulo di rifiuti dato alle fiamme, composto prevalentemente da guaine bituminose, tubi fluorescenti, materiale plastico e da imballaggio, miscelati fra loro e costituenti nel complesso sostanze pericolose. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco per lo spegnimento del rogo al fine di evitare che le fiamme si propagassero agli altri cumuli di rifiuti presenti sul posto;
   l'ormai tragicamente diffusa pratica di incendiare i cumuli di rifiuti compromette irrimediabilmente l'ambiente e la salute delle persone, specialmente se si tratta, come nel caso di specie, di rifiuti pericolosi: infatti, durante la combustione vengono immessi nell'aria fumi tossici e, con le piogge, le scorie depositate sul suolo vengono assorbite dai terreni, entrando così nella catena alimentare;
   a tal proposito, si sottolinea che, come noto, con la combustione della plastica e dei suoi derivati contenuti nei rifiuti si generano diossina e tanti altri elementi chimici nocivi che si disperdono nell'ambiente;
   peraltro, tale pratica integra altresì alcune fattispecie di reato sotto diversi profili concernenti, in particolare: l'incendio di rifiuti (secondo quanto previsto dall'articolo 6 del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, così come convertito dalla legge 30 dicembre 2008, n. 210 con il quale si è introdotto il reato di «incendio di rifiuti» per il quale è prevista la medesima pena che viene comminata per i reati di abbandono, scarico o deposito di rifiuti pericolosi, speciali o ingombranti. La sanzione penale scatta già in presenza di un fatto di pericolo, in modo da rendere maggiormente effettiva la tutela dei soggetti potenzialmente suscettibili di essere lesi); l'attività di gestione di rifiuti non autorizzata (secondo quanto disposto dall'articolo 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006, cosiddetto «Codice dell'ambiente», con pene che arrivano fino a due anni di reclusione e ammende fino a ventiseimila euro, soprattutto nel caso dello smaltimento illecito di rifiuti pericolosi); l'abbandono di rifiuti (secondo quanto disposto dall'articolo 255 del decreto legislativo n. 152 del 2006);
   in data 13 settembre 2012, circa 210 cittadini di Pomigliano d'Arco hanno sottoscritto una istanza redatta da un legale e indirizzata: al sindaco del comune di Pomigliano, al comandante della Polizia municipale della città stessa, al presidente della provincia di Napoli, all'assessore al territorio e ambiente della provincia di Napoli, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola e per conoscenza, al Prefetto di Napoli. In tale istanza, veniva denunciata la preoccupazione della cittadinanza e descrivendo in maniera piuttosto dettagliata il tipo di rifiuti, le dimensioni del cumulo, al fine di agevolare l'identificazione dei rifiuti; in particolare si specifica che all'interno si trovano: lastre di eternit; guaine bituminose utilizzate per l'impermeabilizzazione dei tetti, scarti di lavorazione edili, poliuretano, lana di vetro, carcasse di automobili, sacchi e bidoni di plastica. Tutto ciò insisterebbe su un'area di circa 1000 metri quadrati per un'altezza che varia dai 2 ai 3,5 metri. Gli istanti hanno allegato anche una serie di fotografie comprovanti la gravità della situazione;
   la finalità di tale istanza era chiedere «all'Autorità locale, quale il Sindaco nelle vesti di pubblico ufficiale, vista la contingenza e l'urgente necessità di dover tutelare il primario interesse pubblico di natura ambientale-igienico-sanitario, di voler emettere le ordinanze (ex articolo 191 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) e/o quelle classiche di sgombro per pericolo all'incolumità pubblica, per i terreni luogo del reato. Pari richiesta viene reiterata al presidente della provincia, quale autorità pubblica, di voler emettere le ordinanze (ex articolo 191 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) e/o quelle classiche di sgombro per pericolo all'incolumità pubblica, per i terreni luogo del reato, nel caso in cui si trattasse di oggetto di sua competenza»;
   nell'istanza si chiedeva altresì «di voler raccomandare all'Autorità di pubblica sicurezza del rispettivo Ente di appartenenza di monitorare ed irrogare le sanzioni previste dal legislatore in materia ambientale, poiché gli eventi in argomento stanno divampando sul territorio, con il serio pericolo di generare ulteriori danni ambientali, con refluenze sempre più invasive, anche al fine di ottenere un deterrente al mal costume di cittadini che abbandonano rifiuti, ovunque, nel nostro amato territorio». Gli istanti chiedevano, infine, di «irrogare almeno una dei due tipi di ordinanze in oggetto, al fine di arginare il fenomeno inquinante proveniente dai terreni citati, entro e non oltre 30 giorni dal ricevimento della presente, onde evitare in mancanza una querela per omissione di atti d'ufficio ex articolo 328 del codice penale». Al momento, tuttavia, nessuna querela è stata presentata;
   a tutt'oggi l'unico riscontro fornito a tale istanza è stata la recinzione dell'area interessata. Tale provvedimento avrebbe arginato lo sversamento massiccio di rifiuti, che in precedenza sarebbe stato effettuato nell'area addirittura mediante camion ribaltabili che entravano nell'area per lasciare il loro carico di rifiuti. Tuttavia, non impedisce il proseguire di «microsversamenti» che possono essere effettuati da singoli scavalcando detta recinzione, la quale peraltro non ha minimamente risolto la problematica concernente la contaminazione ambientale che detta discarica abusiva continua a produrre quotidianamente –:
   quali informazioni siano in possesso dei Ministri interrogati circa i gravissimi fatti sopra esposti;
   se i Ministri interrogati non ritengano doveroso, nel rispetto dei diversi livelli di competenza territoriale inviare un'ispezione del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente in situ attivandosi, altresì, quando ne ricorrano i presupposti, al fine di procedere alla bonifica del sito;
   se, in relazione ai fatti rappresentati in premessa, siano state avviate indagini finalizzate ad accertare chi siano i soggetti responsabili del deposito abusivo dei rifiuti con le conseguenze riferite in premessa, che sono comunque sotto gli occhi di tutti. (4-02261)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

POMIGLIANO D'ARCO,NAPOLI - Prov,CAMPANIA

EUROVOC :

eliminazione dei rifiuti

deposito dei rifiuti

incendio

protezione dell'ambiente

inquinamento

responsabilita' per i danni ambientali