ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02251

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 102 del 22/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: AGOSTINELLI DONATELLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/10/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 22/10/2013
Stato iter:
20/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/02/2014
LUPI MAURIZIO MINISTRO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/02/2014

CONCLUSO IL 20/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02251
presentato da
AGOSTINELLI Donatella
testo di
Martedì 22 ottobre 2013, seduta n. 102

   AGOSTINELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   durante la riunione della III commissione consiliare del consiglio comunale di Ancona del 4 ottobre 2013 è emerso che la regione Marche, nell'ambito delle proprie competenze, ha incluso nell'ambito del perimetro della cosiddetta «grande frana di Ancona» alcune aree, comprese nel tracciato del «collegamento viario del porto di Ancona con la grande viabilità» (cioè il collegamento tra il porto di Ancona, l'A14 e la strada statale 16) che presentano rilevanti profili di criticità dal punto di vista del rischio idrogeologico;
   si tratta di una sopravvenienza potenzialmente in grado di incidere sul progetto definitivo della suddetta opera infrastrutturale, potendo dare luogo a varianti in corso d'opera con conseguente lievitazione del costo finale della stessa (attualmente stimato intorno ai 500 milioni di euro);
   a quanto consta all'interrogante tuttavia né il comune di Ancona, né la regione Marche, hanno finora fornito informazioni al Ministro interrogato su tali sopravvenute problematiche di ordine logistico che, come detto, sono potenzialmente in grado di incidere oltreché sui costi anche sulla tempistica dell'opera infrastrutturale in questione –:
   di quali elementi disponga il Governo in merito alle circostanze esposte in premessa affinché siano eseguiti i necessari approfondimenti adottando se del caso le iniziative più opportune. (4-02251)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 177
4-02251
presentata da
AGOSTINELLI Donatella

  Risposta. — Come è noto, il collegamento stradale tra il porto di Ancona e l'Autostrada A14, con bretella di collegamento alla variante alla strada statale 16, è compreso nel primo Programma delle infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale di cui alla delibera Cipe n. 121 del 2001 e confermato dal documento «infrastrutture prioritarie» redatto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel novembre 2006.
  Il promotore del progetto è l'Ati Impregilo-Astaldi-Pizzarotti-Itinera la cui proposta, approvata dal Cipe definisce un valore complessivo dell'opera pari a 479.773.046,10 euro oltre iva ed è prevista in autofinanziamento senza alcun contributo pubblico.
  Più in particolare, con delibera 34 del 2010 il Cipe ha approvato il progetto preliminare «Collegamento tra il Porto di Ancona e la grande viabilità».
  Hanno espresso parere favorevole con prescrizioni e raccomandazioni:
   il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con parere n. 323 del 28 luglio 2009;
   il Ministero per i beni e le attività culturali con nota n. DG-PBAAC-S04/420, dell'8 gennaio 2010;
   la regione Marche con delibera di giunta 3 agosto 2009, n. 1308, ha espresso motivato parere negativo ai fini della conformità urbanistica, chiedendo l'istituzione del collegio tecnico previsto dall'articolo 165, comma 6, punto b), del decreto legislativo n. 163 del 2006;
   il collegio tecnico, istituito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con la partecipazione dei rappresentanti regionali e di quelli del comune di Ancona, ha tenuto riunioni il 21 settembre 2009, l'8 ottobre 2009 e da ultimo il 22 ottobre 2009 con cui si è conclusa positivamente l'attività del summenzionato collegio; né i rappresentanti regionali né quelli comunali hanno mai sollevato problematiche relative allo sbocco della galleria nell'area della «grande frana di Ancona».

  Ad esito del collegio tecnico, la regione Marche, con successiva delibera n. 1919 del 16 novembre 2009 ha condiviso le conclusioni raggiunte dal predetto collegio tecnico e si è dichiarata favorevole all'intesa Stato-Regione per la localizzazione dell'intervento.
  Tra le prescrizioni emesse dal Cipe, la n. 11 e la n. 12 riguardano i criteri e le campagne di indagine da effettuare in corso di redazione del progetto definitivo per definire i parametri geotecnici e geomeccanici atti a delimitare il corpo (o i corpi) della grande frana di Ancona, interessati dallo sbocco della galleria e dai viadotti di approccio.
  Come delibera 9 del 2011 il Cipe ha approvato definitivamente la convenzione di concessione e il piano economico e finanziario, adeguati al relativo parere espresso dal Nucleo di consulenza per l'attuazione e la regolazione dei servizi di pubblica utilità.
  Lo scorso 18 dicembre 2013 il raggruppamento temporaneo di imprese, con Impregilo Spa mandataria, costituitosi in società di progetto, ha sottoscritto la convenzione di concessione, riguardante la progettazione (definitiva ed esecutiva), la costruzione e la gestione dell'intervento.
  Il progetto definitivo dell'intervento, che sarà predisposto a cura del concessionario, non appena ultimato sarà oggetto di conferenza dei servizi propedeutica per l'inoltro al Cipe ai fini dell'approvazione dello stesso.
  In sede di conferenza di servizi il comune di Ancona, dopo aver analizzato il progetto, esprimerà il suo parere sull'intervento e potrà dettare prescrizioni e/o raccomandazioni cui dovrà attenersi il concessionario nella predisposizione del progetto esecutivo.
  Per quanto riguarda le criticità relative al rischio idrogeologico evidenziate nell'interrogazione n. 4-02251, sono state chieste dettagliate informazioni al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che ha comunicato quanto segue.
  L'area in questione, denominata «la grande frana di Ancona», risulta ubicata nel comune di Ancona – località Palombella, Posatora e Torrette – ed è contraddistinta con il codice F-13-0154 (P3, R4), nella tavola RI 22 del piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico (pai) dei bacini di rilievo regionale, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 116 del 21 gennaio 2004.
  Al riguardo, l'area contraddistinta con il codice F-13-0154 risulta classificata come frana complessa attiva, con livello di pericolosità elevato (P3) e gradi di rischio molto elevato (R4).
  Di recente, con decreto del segretario generale dell'Autorità di bacino regionale n. 30/SABN del 22 ottobre 2013 e n. 31/SABN del 18 novembre 2013 (quest'ultimo per correzione di errore materiale), si è proceduto a modificare il perimetro del dissesto individuando due nuove aree di versante in dissesto, poste ai lati della frana F-13-0154 (cosiddetta grande frana di Ancona), identificati rispettivamente con il codice F-13-0201 (località Torrette) e con il codice F-13-0202 (località Palombella), classificando entrambe le due nuove aree come frana attiva, con livello di pericolosità elevato (P3) e grado di rischio molto elevato (R4), analogamente al perimetro originario F-13-0154.
  Le suddette aree in dissesto sono sottoposte alle prescrizioni di cui alle «norme di attuazione» del citato piano stralcio di bacino per l'assetto idrologico (pai) dei bacini di rilievo regionale, approvato con deliberazione del consiglio regionale n. 116 del 21 gennaio 2004.
  In particolare, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per il caso in specie, fa presente che va considerato quanto riportato all'articolo 12 (disciplina delle aree di versante in dissesto), comma 3, lettera j), in base al quale, nelle aree di versante a rischio frane con livello di pericolosità elevate AVD-P3, sono consentiti esclusivamente, nel rispetto delle vigenti normative tecniche, la realizzazione e l'ampliamento di infrastrutture tecnologiche o viarie, pubbliche o di interesse pubblico, nonché delle relative strutture accessorie; tali opere sono condizionate ad uno studio da parte del soggetto attuatore in cui siano valutate eventuali soluzioni alternative, la compatibilità con la pericolosità delle aree e l'esigenza di realizzare interventi per la mitigazione della pericolosità, previo parere vincolante dell'autorità di bacino.
  Inoltre, l'articolo 12, comma 5 prevede che tutti gli interventi consentiti dal medesimo articolo sono subordinati ad una verifica tecnica, condotta anche in ottemperanza alle prescrizioni di cui al decreto ministeriale 11 marzo 1988, volto a dimostrare la compatibilità tra l'intervento, le condizioni di dissesto ed il livello di rischio esistente. Tale verifica, redatta e firmata da un tecnico abilitato, deve essere allegata al progetto di intervento.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasportiMaurizio Lupi.

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GEO-POLITICO:

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