ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02244

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 102 del 22/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: PASTORINO LUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2013
GANDOLFI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2013
GUERINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/10/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 28/10/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02244
presentato da
PASTORINO Luca
testo di
Martedì 22 ottobre 2013, seduta n. 102

   PASTORINO, CIVATI, GANDOLFI e GIUSEPPE GUERINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea tutela, all'articolo 1, la dignità umana, agli articoli 6 e 15, il diritto alla libertà e di lavorare e, all'articolo 34, il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale;
   la Costituzione tutela, all'articolo 2, i diritti inviolabili delle persone, tra cui deve includersi il diritto a disporre di mezzi sufficienti a condurre una vita libera e dignitosa, all'articolo 3, il principio di uguaglianza, impegnando la Repubblica ad azioni concrete per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese, all'articolo 4, il diritto al lavoro, impegnando la Repubblica a promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto, all'articolo 38, il diritto alla protezione sociale;
   la raccomandazione n. 92/441/CEE del Consiglio, del 24 giugno 1992, in cui si definiscono i criteri comuni in materia di risorse e prestazioni sufficienti nei sistemi di protezione sociale, invita gli Stati membri ad istituire, adeguando per quanto occorra i loro sistemi di protezione sociale secondo una serie di precise indicazioni, dispositivi globali e coerenti di lotta all'emarginazione sociale, al fine di riconoscere il diritto fondamentale delle persone a risorse e prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana;
   la raccomandazione n. 92/442/CEE del Consiglio, del 27 luglio 1992, relativa alla convergenza degli obiettivi e delle politiche della protezione sociale, invita gli Stati membri a garantire alle persone un livello di risorse conforme alla dignità umana, secondo principi di parità di trattamento ed equità e a criteri di efficienza ed efficacia;
   la decisione n. 1098/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2008, riguardante l'anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010), si proponeva d'ispirare un dibattito e l'adozione di misure concrete contro la povertà e l'esclusione sociale e a favore della coesione;
   le risoluzioni del Parlamento europeo del 6 settembre 2006, su un modello sociale europeo per il futuro, del 9 ottobre 2008, sulla promozione dell'inclusione sociale e la lotta contro la povertà, inclusa la povertà infantile, nell'Unione europea, del 6 maggio 2009, sull'agenda sociale rinnovata, del 6 maggio 2009, sul coinvolgimento attivo delle persone escluse dal mercato del lavoro, e del 20 ottobre 2010, sul ruolo del reddito minimo nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa, chiedono l'adozione di regimi adeguati di reddito minimo garantito, nel quadro di misure concrete volte a contrastare la povertà ed esclusione sociale, rilanciare l'occupazione, favorire l'equità sociale e nella distribuzione dei redditi e assicurare a ciascuno la possibilità di condurre una vita dignitosa;
   la raccomandazione n. 2008/867/CE della Commissione, del 3 ottobre 2008, relativa all'inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro, invita gli Stati membri ad applicare strategie globali e integrate a favore dell'inclusione attiva delle persone escluse dal mercato dal lavoro, che siano efficaci e s'informino a taluni criteri comuni, le quali, a mercati del lavoro accessibili e servizi di qualità, combinino forme adeguate di sostegno al reddito tali da consentire alle persone di vivere conformemente alla dignità umana;
   la comunicazione n. COM(2010)2020 della Commissione, del 3 marzo 2010, Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, delinea una strategia per la crescita inclusiva e la coesione sociale che include la garanzia di un sufficiente sostegno al reddito, affinché i benefìci della crescita e i posti di lavoro siano equamente distribuiti e tutti possano vivere in condizioni dignitose e partecipare attivamente alla società;
   la decisione n. 2013/208/UE del Consiglio, del 22 aprile 2013, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione, conferma, per il 2013, gli orientamenti contenuti nell'allegato della decisione 2010/707/UE, incluso il numero 10, Promuovere l'inclusione sociale e lottare contro la povertà, il quale prevede, per favorire la coesione sociale e la partecipazione alla società e al mercato del lavoro, che i sistemi di protezione sociale siano modernizzati e resi capaci, restando finanziariamente sostenibili e ispirandosi a princìpi di parità, di fornire un sostegno al reddito adeguato, in particolare di garantire la sicurezza del reddito ai lavoratori durante le transizioni e ridurre la povertà in gruppi a rischio, quali le famiglie monoparentali, le minoranze, i disabili, i bambini e i giovani, gli anziani, gli immigrati regolari e i senzatetto;
   la situazione sociale in Italia è grave, con parte della popolazione che versa in difficili condizioni di vita:
    il tasso di occupazione si attesta sul 61,0 per cento contro il 68,5 per cento dell'Unione europea, e più precisamente è del 71,6 per cento per gli uomini (contro il 74,6 per cento) e appena del 50,5 per cento per le donne (contro il 62,4 per cento), a fronte dell'obiettivo del 75,0 per cento fissato dalla strategia Europa 2020 (dati Eurostat 2012);
    il tasso di persone con un impiego temporaneo è del 13,8 per cento (dato Eurostat 2012);
    il tasso di disoccupazione è del 10,7 per cento, (9,9 per cento per gli uomini e 11,9 per cento per le donne), e quello di disoccupazione di lungo periodo si attesta sul 5,7 per cento (dati Eurostat 2012);
    il tasso di disoccupazione dei giovani sotto i 25 anni è del 35,5 per cento (contro il 22,8 per cento dell'Unione europea), di cui circa la metà sono disoccupati di lungo periodo (dati Eurostat 2012);
    il tasso di giovani sotto i 25 anni che non ha un'occupazione, né segue percorsi d'istruzione o formazione (cosiddetti NEET, «Not in Education, Employment or Training») è del 19,8 per cento (dato Eurostat 2011);
    il rapporto del reddito complessivo del 20 per cento più ricco della popolazione e di quello del 20 per cento più povero è tra i più alti nell'Unione europea, pari a 5,6, contro un livello europeo di 5,1 (dato Eurostat 2011);
    il coefficiente di Gini, che misura la disuguaglianza nella distribuzione del reddito a parità di potere d'acquisto, è pari a 31,9, superiore al livello dell'Unione europea che si attesta sul 30,7 (dato Eurostat 2011);
    il tasso di persone occupate che percepiscono un reddito sotto la soglia del rischio di povertà è del 10,7 per cento (dati Eurostat 2011);
    oltre 17 milioni di donne e uomini sono a rischio di povertà o esclusione sociale – un tasso del 28,2 per cento, che sale al 34,3 per cento tra i giovani – e quasi 7 milioni si trovano in condizioni di gravi privazioni materiali (dati Eurostat 2011);
   a ulteriore riprova del peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, una nota dell'Eurispes del 5-IV-2013, nel divulgare le ultime ricerche socio-economiche dell'istituto, rileva che: «7 italiani su 10 hanno visto peggiorare la situazione economica personale (per il 40,2 per cento di molto, per il 33,3 per cento in parte), il 60,6 per cento, 3 su 5, è costretto a intaccare i propri risparmi per arrivare alla fine del mese; il 62,8 per cento ha grandi difficoltà ad affrontare la quarta (quando non la terza) settimana; il 79,2 per cento non riesce a risparmiare, questo vuol dire che solo 1 su 5 riesce a mettere qualcosa da parte. La perdita del proprio potere d'acquisto è invece una realtà per il 73,4 per cento degli italiani che nel corso dell'ultimo anno ne hanno constatato una diminuzione (il 31 per cento molto, il 42,4 per cento abbastanza)»;
   la crisi sociale ed economica colpisce in un contesto di progressivo smantellamento degli strumenti di protezione sociale, in particolare a livello comunale, che è avvenuto nell'ultimo quinquennio a causa d'ingenti tagli ai finanziamenti e dell'eccessivo rigore di bilancio imposto dalle regole del patto di stabilità interno;
   il quadro attuale degli strumenti di protezione sociale persegue differenti fini meritevoli e giusti, ma senza omogeneità e universalità – ad esempio, per quanto riguarda la cassa integrazione, che non interessa tutte le categorie di lavoratori, o le varie forme di detrazioni fiscali, che sono in parte vanificate dal fenomeno dell'incapienza –, così anche prestandosi a sprechi e abusi e perdendo di efficacia; 
   l'Italia è l'unico Stato membro, oltre alla Grecia, a non aver dato seguito agli indirizzi dell'Unione europea in materia di reddito minimo garantito, pur a oltre vent'anni dall'adozione della raccomandazione 92/441/CEE;
   è stata presentata, il 15 aprile 2013, una proposta di legge d'iniziativa popolare volta all'istituzione del reddito minimo garantito (A.C. 751);
   è necessario un intervento tempestivo, incisivo e strutturale volto a riformare gli strumenti di protezione sociale, secondo criteri di ragionevolezza, efficienza, prevenzione degli sprechi e degli abusi ed equità, al fine di assicurare una garanzia universale ed equa, non incondizionata, contro la povertà e l'esclusione sociale, per il sostegno al reddito e per l'aiuto all'accesso al lavoro;
   la riforma degli strumenti di protezione sociale e l'introduzione del reddito minimo garantito devono avvenire nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e degli obblighi e impegni cui l'Italia è chiamata dall'ordinamento europeo e dare luogo a un sistema finanziariamente sostenibile –:
   se il Governo intenda assumere, al fine di sostenere l'occupazione e l'uguaglianza, contrastare la povertà e l'esclusione sociale, promuovere la coesione sociale, garantire la dignità delle persone e favorire la partecipazione di tutti alla vita della società, in conformità della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, articoli 1, 6, 15 e 34, e della Costituzione, articoli 2, 3, 4 e 38, un'iniziativa normativa volta a introdurre in Italia l'istituto del reddito minimo garantito, secondo i numerosi indirizzi dettati dall'Unione europea, segnatamente la raccomandazione 92/441/CEE, e tale che, in particolare:
    a) costituisca uno strumento universale di tutela, essendone beneficiatario chiunque risieda regolarmente in Italia da un tempo minimo, idoneo a garantire un legame col territorio, e, come singolo o appartenente a un nucleo familiare, percepisca redditi e goda di un patrimonio, mobiliare o immobiliare, per un valore inferiore a una determinata soglia, sufficiente a condurre una vita libera e dignitosa;
    b) preveda un'età minima di accesso, idonea ad aiutare i giovani nell'inserimento nel mondo del lavoro, offrirgli un'adeguata tutela contro i fenomeni di precarizzazione e sostenerli nel dar vita alle loro famiglie;
    c) si caratterizzi come un diritto soggettivo individuale;
    d) preveda maggiorazioni nei casi di genitori con figli a carico, secondo l'età e il numero, inclusi i genitori senza coniuge o compagno, e familiari di persone con disabilità o non autosufficienti;
    e) preveda, per i beneficiari che non abbiano raggiunto l'età della pensione, l'obbligo di essere iscritti presso le liste di collocamento e partecipare a percorsi di formazione e inserimento lavorativo volti a svilupparne sia le passate esperienze, sia le competenze, nonché l'immediata decadenza dal diritto qualora rifiutino l'iscrizione nelle liste o la partecipazione ai corsi oppure proposte d'impiego congrue alle loro competenze;
    f) sia affiancato, ai fini del collocamento e della formazione dei lavoratori indicati dalla lettera e) – che sono condizioni necessarie per la reale efficacia dello strumento –, da un'adeguata riforma dei sistemi di collocamento e formazione professionale;
    g) includa un efficace e benevole meccanismo di adornamento periodico tale da garantire la sostenibilità economica globale dello strumento e l'adeguatezza del reddito corrisposto a ciascuna persona interessata;
    h) preveda un sistema di accesso allo strumento semplice ed efficiente anche mediante procedure informatizzate, e basato su criteri omogenei in tutto il territorio nazionale e una prova rigorosa e adeguata del possesso effettivo dei requisiti per la titolarità del diritto;
    i) includa meccanismi effettivi, anche monetari, per incentivare le pubbliche amministrazioni alla più efficace ed efficiente attuazione dello strumento, con riferimento sia alle strategie di attivazione e gestione, sia alla prevenzione degli errori e abusi nell'individuazione dei beneficiari e nell'erogazione;
    l) preveda rigorose clausole contro gli abusi, incluse verifiche periodiche e comunque annuali dei requisiti per la titolarità e la decadenza dal diritto per chi cessi dagli stessi o ne abbia dichiarati di falsi, sanzioni efficaci e dissuasive, nonché forme adeguate di controllo, in particolare mediante il ricordo a strumenti informatici;
    m) si regga sul finanziamento dello Stato con la compartecipazione di regioni e comuni;
    n) sostituisca gli attuali strumenti di protezione sociale, quali la cassa integrazione guadagni, l'indennità di disoccupazione e mobilità, le pensioni sociali, gli assegni sociali, le integrazioni al trattamento minimo, gli assegni di assistenza, le indennità di frequenza, le pensioni di inabilità, le indennità di accompagnamento e anche, laddove opportuno, le varie forme di detrazioni fiscali;
    o) sia introdotto nella più stretta cooperazione con regioni ed enti locali, in modo da non causare ingestibili oneri amministrativi e finanziari a carico delle pubbliche amministrazioni;
    p) sia introdotto con la debita gradualità e attenzione, in modo da non causare peggioramenti delle condizioni per le persone le quali ricevono alcuni dei benefici attuali e, in particolare con riferimento alla cassa integrazione guadagni, tenendo conto del contesto economico;
    q) sia introdotto a un livello inizialmente ridotto, destinato a incrementare in funzione del miglioramento dell'efficacia e amministrazione dello strumento;
    r) sia introdotto assieme alla prescrizione di un salario minimo orario, che trovi applicazione a ogni prestazione di lavoro. (4-02244)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

sicurezza sociale

integrazione sociale

reddito minimo di sussistenza

disoccupazione

situazione sociale