ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01998

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 86 del 27/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: MONGIELLO COLOMBA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/09/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 27/09/2013
Stato iter:
07/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/02/2014
BRAY MASSIMO MINISTRO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/02/2014

CONCLUSO IL 07/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01998
presentato da
MONGIELLO Colomba
testo di
Venerdì 27 settembre 2013, seduta n. 86

   MONGIELLO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   il territorio settentrionale della Puglia è storicamente noto anche con la designazione di «Daunia», una vasta area geografica che nel primo Millennio a.c. si estendeva dal fiume Tiferno (l'odierno Biferno) all'Ofanto;
   secondo la mitologia, infatti, le popolazioni indigene di questa area geografica discenderebbero dal dio Dauno, figlio di Licaone, re dell'Arcadia;
   attualmente l'area geografica in questione, appartenente alla provincia di Foggia, ospita numerosi siti archeologici, tra cui quello di Arpi, un esteso insediamento dauno risalente al III-II Millennio a.c. All'interno del sito di Arpi è presente l'Ipogeo della Medusa ed in esso è ospitata l'omonima tomba della Medusa;
   si tratta di un'opera funeraria a camera di tipo ipogeico, ricca di valore storico e simbolo della immensa ricchezza archeologica della città di Arpi. Essa è interrata a più di 5 metri ed era abbellita da decorazioni pittoriche di straordinaria bellezza;
   la tomba della Medusa nel corso degli anni è stata oggetto di gravi atti vandalici e di furti. Fin dal 1980, quando fu individuata dai «tombaroli», venne completamente saccheggiata dei suoi reperti e del suo corredo e successivamente, nel 1984, sempre i predetti tombaroli la deturparono con un escavatore meccanico, distruggendone la copertura del vestibolo e trafugandone il frontone che raffigurava la Medusa. Di tutto il materiale fino ad allora trafugato, solo i capitelli figurati e lo stesso frontone furono ritrovati e riportati nel sito;
   nel 1998 la regione Puglia, nell'ambito dei programmi operativi europei «pop 94/99», ha assegnato specifici fondi (3 miliardi di lire) al comune di Foggia (anche quest'ultimo ha contribuito al finanziamento con 555 milioni di lire), per la realizzazione del parco archeologico della Medusa. L'ipotesi progettuale prevedeva, tra l'altro, la realizzazione di un percorso museale lungo la rete autostradale della A14;
   nel corso dei successivi tre anni, a causa di complicazioni amministrative e di contenziosi nella gestione degli appalti relativi alla realizzazione del sito museale, i lavori di recupero e di restauro della Tomba hanno subito gravi rallentamenti e numerose sospensioni, per poi riprendere nuovamente nell'aprile del 2001, a seguito di una perizia tecnica suppletiva chiesta dalla competente Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia. Tuttavia, nel luglio del 2002 i lavori furono nuovamente interrotti in ragione di problematiche connesse alla revisione dei prezzi di appalto;
   da ultimo, per consentire la prosecuzione dei predetti lavori, sono stati assegnati al parco archeologico della Medusa oltre un milione e mezzo di euro nell'ambito dell'accordo di programma tra regione Puglia e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
   a seguito dei lavori di restauro, la tomba della Medusa è stata quindi racchiusa in una infrastruttura di cemento armato, dotata di cupole in vetro, di zone di accesso, di ampie aree per accogliere il pubblico e per erogare servizi di informazione e approfondimento culturale, con all'esterno un'area a verde e locali per gli addetti alla sorveglianza;
   purtroppo, allo stato attuale, la tomba della Medusa versa nel più totale stato di incuria, con le strutture di protezione e di arredo rimosse, i servizi e gli impianti elettrici danneggiati e le vetrature distrutte. Inoltre, a causa del deterioramento delle strutture, essa è soggetta a infiltrazioni di acqua che ne mettono a rischio il prezioso patrimonio archeologico e artistico, già seriamente compromesso a causa dei continui atti vandalici;
   in tale contesto di abbandono sono anche riprese le azioni di furto e di saccheggio dei reperti archeologici da mite dei «tombaroli». Si è calcolato che il numero dei reperti trafugati dagli anni ’80 a oggi nella tomba della Medusa, ammonti a oltre 200.000;
   va infine fatto presente che questo sito, ove fosse gestito e valorizzato in maniera adeguata, potrebbe rappresentare uno tra i più importanti beni archeologici del nostro Paese, capace di richiamare milioni di appassionati e di studiosi da tutto il mondo, trasformandosi in prezioso volano economico e di occupazione per un territorio del Sud che ancora oggi è considerato nell'ambito «obiettivo convergenza» dell'Unione europea –:
   se sia a conoscenza dello stato di degrado e di abbandono in cui versa la tomba della Medusa, come meglio descritto in premessa;
   se non intenda intraprendere iniziative urgenti volte al recupero, alla protezione e alla valorizzazione del parco archeologico della Medusa e della tomba della Medusa;
   quali ulteriori provvedimenti e iniziative di competenza intenda adottare per salvaguardare il valore del sito in questione, nonché per promuoverlo e renderlo ancora più noto a livello nazionale e internazionale. (4-01998)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 7 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 169
4-01998
presentata da
MONGIELLO Colomba

  Risposta. — In riferimento all'interrogazione in esame, con il quale l'interrogante chiede quali iniziative questa Amministrazione intenda assumere al fine di recuperare e valorizzare il parco archeologico della Medusa e della tomba della Medusa del sito di Arpi si comunica quanto segue.
  La tomba della Medusa, che insiste nella vasta area della metropoli daunia di Arpi, purtroppo nota per la sistematicità degli scavi clandestini e l'impatto catastrofico di tali attività illegali sul patrimonio archeologico, costituisce una delle principali testimonianze dell'edilizia funeraria delle aristocrazie daune, caratterizzata dalla ricchezza degli apparati architettonici e decorativi.
  Il monumento, noto in seguito al saccheggio da parte di scavatori clandestini alla metà degli anni ottanta, fu recuperato e restaurato dalla soprintendenza per i beni archeologici, in collaborazione con l'istituto superiore per la conservazione e il restauro, con fondi ordinari del ministero, tra il 1989 e il 1990. Parti delle membrature architettoniche furono rimosse e esposte presso il museo civico di Foggia.
  La strategia di intervento per la copertura e la musealizzazione del sito archeologico ha, di fatto, creato un «recinto archeologico» con un breve percorso che immette nell'area coperta, in cui insistono le strutture ipogee. Il sistema di protezione, la cui realizzazione si è conclusa nel 2007, ha di fatto isolato il monumento dall'ambiente circostante, con soluzioni costruttive che, per dimensioni e invasività degli elementi portanti e delle copertura in cemento, nonché le eccessive dimensioni dell'area coperta, riflettono una metodologia progettuale risultata, fin da subito, problematica per il completamento delle opere e la fruibilità del sito archeologico.
  Va anche ricordato che per il completamento dei lavori, rimasti incompiuti, nell'ambito dell'Accordo di programma quadro, sottoscritto tra la regione Puglia e la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici pugliese, furono stanziati ulteriori euro 1.500.000,00. Il comune di Foggia, individuato quale soggetto attuatore, non ha mai trasmesso il progetto alle competenti Soprintendenze e i lavori non sono mai stati avviati.
  Allo stato attuale, il progetto denuncia la scarsa validità del modello adottato, privo di connessione visiva con le memorie della città antica e con scelte non calibrate nell'ideazione degli spazi fruibili. Si tratta di un'opera non finita per il protrarsi delle fasi attuative di intervento e il venir meno delle risorse finanziarie, oltre che per contenziosi amministrativi che vanno riferiti alla stazione appaltante rappresentata dal comune di Foggia.
  Ciò ha avuto gravi ripercussioni sul sito archeologico per il convergere di attività sistematiche di saccheggio e manomissione delle strutture già realizzate.
  Occorre evidenziare come abbia influito negativamente, nel tempo, l'assenza di un piano condiviso che individuasse, con il concorso di tutti gli Enti competenti, un modello di gestione dell'area posta in un territorio rurale caratterizzato da orticoltura e da produzioni agro-alimentari, privo di reti infrastrutturali che possano definire percorsi razionali di accesso e visita a un sito archeologico.
  Da quanto detto sopra, emerge chiaramente come le problematiche relative alla tromba della Medusa siano ben chiare all'amministrazioni dei beni culturali. Nel 2012, su sollecitazione della Soprintendenza competente, la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia, al fine di risolvere le problematiche di natura tecnica e amministrativa e attuare un progetto di bonifica e recupero (anche di natura architettonica e ambientale) riferito alla struttura di moderna realizzazione, profondamente degradata, e, soprattutto, di affrontare le prospettive di gestione dell'area, ha istituito un tavolo tecnico di cui fanno parte anche la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Bari, Foggia, Barletta, Andria e Trani, la regione Puglia e il comune di Foggia.
  Il predetto tavolo tecnico ha svolto già alcune riunioni (l'ultima risale al 25 ottobre 2013) ed in esse sono state avanzate ipotesi progettuali a cui la regione Puglia ha garantito sostegno finanziario.
  È opinione condivisa del tavolo tecnico, tuttavia, riesaminati gli elementi di criticità già a suo tempo riscontrati in ordine al problematico rapporto relazionale tra la forma architettonica ed il contesto paesaggistico-ambientale ed alle condizioni di precaria accessibilità ad un'area destinata alla musealizzazione ma decentrata rispetto alla rete della viabilità principale, che la formulazione di proposte progettuali migliorative non possa prescindere dalla preliminare definizione di un piano di gestione che, accanto alle forme della cooperazione tra i soggetti a vario titolo coinvolti nei processi di ricerca, fruizione e valorizzazione culturale del sito, individui una priorità d'interventi sostenibili sotto il profilo economico-finanziario, seguendo un percorso metodologico ispirato dalle linee guida in materia di costituzione dei parchi archeologici, di cui al decreto del Ministro per i beni e le attività culturali 18 aprile 2012, e dalla normativa regionale di riferimento.
  Risulta, inoltre, necessario, sempre secondo il predetto tavolo tecnico, porre in condizioni di sicurezza la principale emergenza archeologica, l'ipogeo della Medusa, il cui stato di conservazione risulta progressivamente compromesso dalle cospicue infiltrazioni di acqua piovana provenienti dal manufatto di copertura in cemento armato, in condizioni di grave degrado a causa della mancata esecuzione di opere di completamento e dei continui atti vandalici perpetrati in assenza di qualsiasi forma di sorveglianza attiva e/o passiva dei luoghi; pertanto, si devono attuare, in tempi brevi, inderogabili interventi che assicurino nell'immediato la conservazione di una delle più significative testimonianze dell'architettura funeraria daunia, in attesa della messa a punto di un piano coordinato di azioni volti alla tutela ed alla valorizzazione integrata del sito.
  A tal proposito, si deve ricordare che, con nota prot. 40402 del 7 novembre 2013 della direzione generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale dello scrivente Ministero, è stato attribuito alla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia un finanziamento pari ad euro 150.000,00 per interventi di tutela e messa in sicurezza della tomba della Medusa e, a tal fine, la predetta Soprintendenza sta provvedendo all'elaborazione di un progetto che prevede interventi urgenti di restauro, consolidamento, rilievo anche tridimensionale ed elaborazione di un supporto multimediale, in collaborazione con l'università di Foggia, che sarà avviato all'inizio del 2014.
Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismoMassimo Bray.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

furto

Puglia

opera d'arte

sito storico

protezione del patrimonio