ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01996

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 86 del 27/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 27/09/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/09/2013
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/09/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 03/10/2013
Stato iter:
07/08/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2014
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/08/2014

CONCLUSO IL 07/08/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01996
presentato da
CATANOSO Basilio
testo di
Venerdì 27 settembre 2013, seduta n. 86

   CATANOSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il 22 settembre 2013, la rivista «Tempi» ha pubblicato un articolo sulla presenza di residenti italiani, cittadini e non, fra le fila della resistenza siriana al Governo di Bashar al Assad;
   questo articolo che interrogante condivide in toto descrive ed analizza la presenza di jihadisti italiani, cittadini e/o immigrati di religione islamica;
   l'articolo merita di essere riportato fedelmente nella presente interrogazione: «Quando, parecchi mesi fa, sulla stampa venne fuori la foto di Haisam Sakhanh e di Ammar Bacha, due siriani residenti da lungo tempo in provincia di Milano, in tenuta da combattimento in un'imprecisata località del loro paese d'origine, le reazioni del Coordinamento siriani liberi di Milano, di cui i due sono esponenti, furono spavalde. “Non abbiamo nulla da nascondere”, risposero dall'organizzazione. “Combattiamo per la libertà”. Un imbarazzato silenzio ha invece fatto seguito, una decina di giorni fa, alla diffusione della notizia secondo cui uno dei sette ribelli che in un filmato proposto dal sito del New York Times sparano alla schiena (coperta di lividi ed ematomi) di sette soldati nudi inginocchiati con la testa al suolo sarebbe proprio Haisam Sakhanh, ora noto col nome di battaglia di Abu Omar. Un conto è presentarsi come coraggiosi partigiani che combattono una dittatura accusata di gravi crimini, un altro violare sotto gli occhi delle telecamere le convenzioni internazionali sui prigionieri di guerra. Soprattutto in un momento in cui il regime di Damasco è sotto processo a livello internazionale per l'uso, di armi chimiche, ma anche i ribelli sono nel mirino della critica per il moltiplicarsi di testimonianze relative a violazioni dei diritti umani da parte loro e al loro estremismo politico-ideologico. Inoltre Ammar Bacha, compagno d'armi e amico fraterno di Haisam Sakhanh, non è uno qualunque: notoriamente è il fidanzato di una delle figlie di Nour Dachan, presidente emerito dell'Ucoii, l'organizzazione dei musulmani italiani e residenti in Italia legata ideologicamente e organizzativamente ai Fratelli Musulmani. A tre mesi dalla notizia della morte di Ibrahim Giuliano Delnevo, il 23enne genovese divenuto estremista islamico e ucciso in Siria mentre combatteva con jihadisti ceceni, la questione dei volontari – siriani residenti in Italia e italiani convertiti all'islam – che partono dal nostro paese per dare manforte ai ribelli è ancora avvolta nel mistero. Foad Aodi, palestinese presidente della Comunità del mondo arabo in Italia, in un'intervista aveva parlato di una cinquantina di elementi, pochissimi dei quali nativi italiani. Fonti investigative lasciano trapelare l'esistenza di almeno due jihadisti italiani in azione in Siria, uno originario di Bologna e l'altro di una non specificata località della Toscana. Per mettere insieme qualche notizia e qualche nome sui ribelli siriani di provenienza italiana e sulla radicalizzazione della loro ideologia politico-religiosa è sufficiente navigare sulle pagine Facebook di Haisam detto Abu Omar (la pagina si chiama Haisam Siria) e di Amar Bacha. Il primo è ritratto con armi sempre diverse: fucili lanciagranate, kalashnikov, Fai belgi, Dragunov russi. E gli slogan che appaiono in bacheca non lasciano dubbi sull'orientamento ideologico del soggetto e dei suoi sostenitori: “La democrazia è nata in Francia, è morta in Egitto (allusione alla nascita dell'islamismo attraverso i Fratelli Musulmani, ndr) e sarà riseppellita in Siria”; “Aleppo sarà il cimitero degli alawiti, nipoti delle scimmie” (il regime di Assad è considerato alawita, e l'insulto li parifica agli ebrei, in un detto di Maometto definiti “fratelli delle scimmie”); “Il mio piede schiaccia gli alawiti – Dobbiamo bruciare gli alawiti”. Alcuni dei messaggi sono contrassegnati da due bandiere incrociate, una bianca e una nera, con la scritta “Per il califfato secondo la via di Maometto”: un simbolo usato da gruppi affiliati ad al Qaeda. Una foto mostra altri 2 siriani residenti in Italia che hanno combattuto in Siria. L'immagine ritrae, insieme ad Abu Omar e Ammar Bacha, i fratelli Manaf e Anter Chaddad. Tutti e 4 residenti a Cologno Monzese (MI) che ora rischia di apparire come la capitale dei jihadisti siriani in Italia. Che pare usino riunirsi in un bar gestito da cinesi in corso Roma»;
   a giudizio dell'interrogante un serio intervento dei nostri servizi e delle nostre forze di polizia è urgente ed indifferibile –:
   quali iniziative intenda adottare il Governo per risolvere le problematiche esposte in premessa. (4-01996)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 agosto 2014
nell'allegato B della seduta n. 281
4-01996
presentata da
CATANOSO Basilio

  Risposta. — I fatti riferiti nell'interrogazione in esame rientrano nell'ambito delle indagini, tuttora in corso, condotte dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione nei confronti di estremisti attivi nel contesto della cosiddetta «dissidenza siriana».
  In particolare, i cittadini siriani Sakhanh Haisam, Issa Bacha Ammar e Chaddad Anter sono stati arrestati nel febbraio del 2012 a Roma in seguito a un'irruzione nella sede dell'Ambasciata siriana; nell'aprile 2012, sono poi tornati in Siria per combattere contro il regime di Assad.
  Attualmente, l'unico cittadino italiano che risulta aver preso parte ai combattimenti in Siria è Giuliano Delnevo, convertitosi all'islam con il nome di Ibrahim e rimasto ucciso nel giugno 2014 nei pressi di Aleppo, durante uno scontro con le forze lealiste.
  Per quanto concerne invece il video diffuso dal sito
on line del New York Times – precedentemente postato su un profilo facebook riconducibile a Sakhanh – la Polizia postale e delle comunicazioni ha individuato alcune formazioni che si avvalgono della rete per rivendicare attacchi terroristici o per propagandarne l'ideologia. In tale ambito, va tuttavia osservato che la visibilità degli spazi web, in taluni casi, è consentita solo a utenti opportunamente «accreditati».
  Più in generale, nel quadro delle strategie di contrasto del terrorismo islamico, si segnala il progetto «Check the web», inserito in ambito
Europol, che consente di condividere a livello internazionale una banca dati sull'integralismo islamico – con particolare riferimento all'organizzazione terroristica «Al Qaeda» – in cui vengono raccolti i risultati ottenuti dall'attività di monitoraggio della rete svolta dai diversi Paesi europei.
  Infine, in merito alla problematica evidenziata dall'interrogante, si assicura che – pur non essendo emersi finora elementi che confermino l'attuale presenza in Italia di reti strutturate attive nel reclutamento di militanti
jihadisti – la questione degli aspiranti combattenti partiti dall'Italia verso la Siria, o verso altri teatri di conflitto, è all'attenzione di questa Amministrazione e viene seguita con il massimo impegno sia dalle Forze di polizia che dalla magistratura inquirente.
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

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