ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01812

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 76 del 12/09/2013
Trasformazioni
Trasformato il 25/03/2014 in 5/02450
Firmatari
Primo firmatario: GALLO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/09/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2013
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2013
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2013
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2013
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2013
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 12/09/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/09/2013
Stato iter:
25/03/2014
Fasi iter:

TRASFORMA IL 25/03/2014

TRASFORMATO IL 25/03/2014

CONCLUSO IL 25/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01812
presentato da
GALLO Luigi
testo di
Giovedì 12 settembre 2013, seduta n. 76

   LUIGI GALLO, D'AMBROSIO, DE LORENZIS, COZZOLINO, CECCONI, LOREFICE e NICOLA BIANCHI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   il decreto n. 49 del 27 settembre 2010 emesso dal presidente della giunta regionale Campana, quale commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro del settore sanitario regionale (pubblicato sul BURC il 28 settembre 2010), al quale fa riferimento l'articolo 1, comma 35, della legge regionale n. 14 del 4 agosto 2011, che ha introdotto il comma 237-bis all'articolo 1 della legge regionale n. 4 del 2011, ha annullato e sostituito integralmente i documenti approvati con i decreti commissariali 29/2010, 42/2010, 46/2010, con conseguente rimozione della legge regionale n. 16 del 2008, nella parte in cui disciplina la ristrutturazione ospedaliera e di tutti i provvedimenti in contrasto con il decreto stesso;
   l'obiettivo prefigurato col richiamato decreto n. 49 del 2010, con le conseguenti delibere attuative emanate nel corso dei mesi successivi dalla regione Campania e con il decreto n. 34 del 27 maggio 2011 che ha approvato il piano attuativo dell'ASL NA3 Sud, è quello di procedere ad un riassetto della rete ospedaliera e territoriale, prescrivendo interventi per la dismissione/riconversione/riorganizzazione dei presidi non in grado di assicurare profili di efficienza e di efficacia, individuati secondo criteri prestabiliti nello stesso decreto; in buona sostanza, la necessaria riorganizzazione dell'offerta sanitaria ospedaliera regionale è finalizzata al contenimento dei costi ed all'ottimizzazione, in termini di efficacia ed efficienza, del servizio complessivamente considerato;
   il piano di rientro allegato alla legge regionale n. 16 del 2008 riportava numerose tabelle che indicavano il numero «attuale» dei posti letto (P.L.) delle aziende sanitarie ed ospedaliere e delle strutture private di tutta regione Campania (all'anno 2008). Con i piani allegati ai richiamati decreti n. 42/10 e n. 49/10, vengono riportate tabelle con il numero dei posti letto «attuali» inspiegabilmente discordanti rispetto a quelli della legge regionale n. 16 del 2008, sia per disciplina che per numero totale, relativamente ad ogni presidio ospedaliero. Alla luce di detta oggettiva discrasia, in effetti del tutto inspiegabile, appare davvero incomprensibile perché la regione Campania abbia presentato per lo stesso anno 2008 tabelle diverse nel numero dei posti letto totale e per disciplina degli stessi;
   dalle predette tabelle messe a confronto si evince che sono stati indicati, nei piani di rientro allegati alla legge regionale n. 16 del 2008 (prima) ed al decreto n. 49/10 (successivamente), come «esistenti», rispettivamente 268 e 237 posti letto in più, contrariamente a quanto indicato nelle deliberazioni dell'ASL NA3 SUD; in buona sostanza, con il decreto n. 49/010 compaiono 237 posti letto in più, contrariamente a 760 posti letto in precedenza registrati dalla stessa regione in pregressi atti determinativi. Detti dati vengono espressamente riportati nelle deliberazioni regionali n. 1053/10, n. 128/11 («Piano Attuativo Aziendale») e n. 347/2013 che confermano l'esistenza attuale di 763 posti letto, a fronte di una previsione del decreto 49/10 di 879 posti letto per acuti;
   in termini più strettamente economici, a detta alterazione dei dati numerici di partenza conseguirà una certa dichiarazione di «realizzato il rientro» del disavanzo sanitario regionale a cui l'alterazione dei dati di partenza è evidentemente strumentale; E difatti, tenendo per buoni gli stessi dati indicati nel decreto 49/10, se un posto letto per acuti richiede un costo medio di gestione annuo di 200.000 euro (decreto 49/10 pagina 76), con il numero dei posti letto in più riportati per la sola ASL NA3 Sud si avrebbe un risparmio (fittizio) di 237 x 200.000 = euro 47.400.000, che però non è un dato veritiero, ma prefigurato nell'ambito di risultati evidentemente predeterminati;
   i criteri di valutazione adottati per approntare il piano di rientro e per definire le sue modalità di attuazione (in particolare, nel decreto del commissario ad acta n. 42 del 14 luglio 2010, nel successivo decreto n. 49 del 29 settembre 2010 e della delibera del direttore generale n. 347 del 26 giugno 2013 che ha approvato, l'atto aziendale dell'ASL NA3 Sud) risultano fondati su dati incerti e non oggettivamente riscontrabili, incentrati su improbabili calcoli numerici inerenti alla valutazione delle schede di dimissioni ospedaliere (SDO) che non tengono però conto di oggettive realtà di fatto e che hanno portato ad una errata determinazione dei costi relativi ai raggruppamenti omogenei di diagnosi e che appaiono strumentali alla ridefinizione della rete ospedaliera;
   dal contenuto prescrittivo dello stesso decreto 49/2010 emergono evidenti dubbi e perplessità in ordine alla effettiva perseguibilità degli obiettivi annunciati, ed in particolare appare del tutto indefinito l'impatto economico-finanziario che effettivamente produrrà il riassetto ivi prescritto una volta che il sistema prefigurato verrà portato a regime e ciò anche volendo prescindere dalla naturale considerazione che la riorganizzazione del sistema sanitario debba essere determinata in funzione unicamente della salvaguardia della salute e del soddisfacimento dei LEA;
   ciò che emerge dalle disposizioni in parola è che il sistema sanitario che si sta approntando per la lascia costiera vesuviana risulta improntato al pedissequo rispetto dei parametri prescritti nel piano di rientro sanitario richiamato quale suo presupposto nell'ambito del decreto 49/2010, che a sua volta si fonda su dati errati e/o malamente interpretati, oltre che contrastanti con elementi di fatto precedentemente individuati ed indicati dalla stessa regione in propri atti deliberativi;
   alla luce di quanto sopra, resta del tutto teorico e concretamente non realizzabile l'obiettivo esplicitato del decreto di procedere ad un risparmio relativo attraverso la trasformazione di 907 posti letto per acuti in altrettanti posti di riabilitazione/lungodegenza e la dismissione di complessivi 1100 posti letto (760 pubblici e 350 privati), da cui dovrebbe ricavarsi una riduzione dei costi di circa 150 milioni di euro nei limiti temporali fissati dal cronoprogramma;
   detti dati non tengono in alcun conto il costo per i nuovi posti letto da istituire per riabilitazione ed al relativo conseguente rientro di spesa dal privato convenzionato;
   ancora, oltre che a risultare illogico e contrastante con dati oggettivi, il sistema che si sta approntando a giudizio dell'interrogante contrasta con i limiti normativi in ordine al numero dei posti, attestando l'offerta sanitaria per l'area costiera vesuviana ben al di sotto del limite di 1 posto letto per mille abitanti prescritto su tutto il territorio della nostra ASL NA3 Sud ed in buona parte della provincia di Napoli, di gran lunga inferiore al fabbisogno previsto dal «patto per la salute 2010-2012» e sin'anche inferiore ai limiti prescritti a livello nazionale dal decreto sulla definizione degli standard qualitativi redatto per il triennio 2013-2015 dal Ministro pro tempore Balduzzi durante il Governo Monti;
   pertanto, appare evidente che il piano di «rientro» viene approntato ad esclusivo discapito della qualità dell'offerta sanitaria per i cittadini campani, evidentemente penalizzati rispetto alle altre regioni ed in spregio dei principi di eguaglianza e pari dignità e del diritto alla salute costituzionalmente garantito e destinato ad incrementare il penoso fenomeno delle migrazioni sanitarie alla ricerca di un'assistenza sanitaria adeguata;
   nell'ambito di queste linee programmatiche e strumentalmente al perseguimento dei predetti obiettivi di riduzione di costi e rientro dal disavanzo, economico, col decreto n. 49, la regione ha prescritto tra l'altro, il declassamento del presidio ospedaliero Maresca di Torre del Greco (Napoli) a struttura riabilitativa e di lungodegenza, decidendo di utilizzare il presidio ospedaliero S. Anna di Boscotrecase come contenitore principale, ossia come ospedale di II livello emergenza-urgenza, e l'ospedale Maresca a contenitore secondario, ossia come ospedale di lungodegenza e riabilitazione, facendo confluire nel primo tutti i reparti dell'ospedale torrese, pur essendo quest'ultimo più grande in termini di metratura e cubatura, nonché in termini di posti letto e dall'accessibilità viaria sicuramente più agevole e diretta (basti pensare che il tenimento di Boscotrecase non ha nemmeno un accesso diretto all'autostrada A3 da cui si accede attraversando il comune di Torre Annunziata);
   il predetto presidio ospedaliero Maresca è una struttura ospedaliera situata in una posizione strategica per il servizio sanitario/ospedaliero di tutta l'area pedemontana vesuviana dall'altissima densità abitativa, con un bacino di utenza oltre 300.000 cittadini stanziali, ed a servizio di città numerosamente e densamente popolate, quali S. Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Portici, Ercolano, oltre che la stessa Torre del Greco;
   la struttura edile del presidio ospedaliero di Boscotrecase è ancora in fase di completamento, con reparti non ancora destinati alle sedi previste ed evidenti inadeguatezze sia delle aree ambulatoriali, sia degli spazi destinati alla degenza e di quelli destinati alla fruizione quotidiana di un'utenza che, a regime, dovrebbe essere quadrupla rispetto a quella attualmente servita dal nosocomio boschese;
   risulta fondata su presupposti di fatto travisati e/o alterati la decisione di far confluire sul nosocomio di Boscotrecase, privo di adeguate infrastrutture di collegamento e non perfettamente funzionante, tenuto altresì conto che è venuto meno un ulteriore presupposto sostanziale del decreto 49/2010, ovvero l'apertura del nuovo ospedale del mare;
   a detta carenza di presupposti va aggiunto che sono evidenti la inadeguatezza e l'antieconomicità delle scelte effettuate con il piano di rientro, la disparità di trattamento rispetto alla salvezza dei piccoli nosocomi allocati sulle isole regionali e di altre strutture tra loro accorpate e l'illegittimità di fondo che connota determinazioni fondate su ragioni di mera economia contenute nel piano di riassetto, che nulla prevede in riferimento alla rete della emergenza-urgenze, nulla motiva in ordine ai criteri di individuazione del numero di 100 posti letto individuati come soglia minima di congruità dimensionale e non tiene conto che la riduzione a 98 posti letto dell'ospedale Maresca è dovuta alla dismissione dei reparti, determinata con la legge regionale campana n. 16/08 senza che si sia contestualmente provveduto all'incremento dei posti letto per altri reparti, pure previsto dalla medesima legge regionale;
   la trasformazione del presidio ospedaliero Maresca in struttura polifunzionale per la salute comporterebbe di fatto la cessazione di ogni funzione ospedaliera di primo soccorso, con esclusione del nosocomio in parola dalla rete delle emergenza ed avverrebbe a dispetto proprio di quanto espressamente prescritto nella legge regionale n. 16 del 28 novembre 2008 che aveva previsto una ridotta diminuzione del numero complessivo di posti letto per trasferimento di alcune unità operative e del punto di nascita, neonatologia e pediatria e il successivo potenziamento di altre che avrebbe riportato il numero dei posti letto al di sopra della richiamata soglia limite (100 posti letto) individuata per discriminare le strutture pubbliche di ricovero per acuti tra quelle che assicurano adeguati profili di efficienza ed efficacia e quelle che non assicurando tali profili minimi sono sottoposte a procedure di ridimensionamento;
   pertanto, il completamento della dismissione del presidio ospedaliero Maresca a vantaggio della struttura di Boscotrecase implicherà la sostanziale scopertura, per tutta la citata fascia costiera vesuviana, di un presidio di emergenza-urgenza e ciò impone una sostanziale revisione delle determinazioni prescritte nel decreto n. 49 alla luce delle esperienze maturate dalla sua elaborazione alla sua effettiva attuazione;
   dette macroscopiche incongruenze risultano ancor più risaltate, se non addirittura accentuate, dalle disposizioni contenute nell'atto aziendale dell'ASL NA3 Sud, approvato con la delibera n. 347 del 26 giugno 2013, laddove vengono smentite le previsioni del piano ospedaliero e si prescrive la permanenza presso l'ospedale Maresca del pronto soccorso (ma la chirurgia dovrebbe essere assicurata da soli tre medici e la medicina da due); per converso, sempre l'atto aziendale prevede che all'ospedale di Boscotrecase, dove manca del tutto la diagnostica, resterebbe l'emergenza per cui i pazienti in urgenza dovranno prima andare a Torre del Greco per una Tac e poi tornare a Boscotrecase per la degenza;
   ciò che in realtà pare emergere da questo complessivo quadro di incongruenze ed oggettive contraddittorietà è un ben prefigurato piano di smantellamento della sanità campana che ad avviso dell'interrogante più che essere prodromico al rientro del disavanzo, non consente di far emergere le precipue responsabilità politiche e dirigenziali in ordine all'enorme buco economico già esistente prima della presidenza Caldoro e confermato con quest'ultimo –:
   se e quali iniziative abbia intrapreso, ovvero intenda intraprendere al fine di verificare se il riassetto dei presidi ospedalieri in Campania pregiudichi irrimediabilmente i livelli essenziali di assistenza (LEA) per i cittadini della fascia costiera vesuviana ed il loro diritto di ricevere prestazioni sanitarie in egual misura con gli altri cittadini;
   se intenda riscontrare, per quanto sopra esposto, se siano effettivamente perseguiti gli indirizzi di contenimento della spesa sanitaria fissati in sede di definizione dei piani di rientro dal disavanzo sanitario verificando se i criteri di nuova classificazione di riorganizzazione dei presidi ospedalieri territoriali siano effettivamente rispondenti agli obiettivi di contenimento della spesa, salvaguardando l'offerta di prestazioni sanitarie di sufficiente qualità e fruibilità per i cittadini vesuviani. (4-01812)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Campania

spese sanitarie

istituto ospedaliero

sistema sanitario

risparmio

terapeutica

servizio sanitario

diritto alla salute