ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01799

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 75 del 11/09/2013
Trasformazioni
Trasformato il 19/11/2013 in 5/01501
Firmatari
Primo firmatario: CIPRINI TIZIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/09/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 11/09/2013
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/09/2013
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 11/09/2013
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 11/09/2013
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 11/09/2013
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 11/09/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 11/09/2013
Stato iter:
19/11/2013
Fasi iter:

TRASFORMA IL 19/11/2013

TRASFORMATO IL 19/11/2013

CONCLUSO IL 19/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01799
presentato da
CIPRINI Tiziana
testo di
Mercoledì 11 settembre 2013, seduta n. 75

   CIPRINI, GALLINELLA, MARZANA, LUIGI GALLO, D'UVA, SIMONE VALENTE e DI BENEDETTO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   nelle graduatorie docenti di ogni ordine e grado, sia di istituto che ad esaurimento, la legge prevede la possibilità per il docente di inserire il conseguimento di titoli culturali ai quali corrisponde l'assegnazione di un determinato punteggio. È noto che il conseguimento di tali titoli culturali consente al docente di migliorare la propria posizione nelle suddette graduatorie al fine di ottenere un punteggio più alto e dunque la possibilità di ricevere un incarico per supplenze «brevi o saltuarie» od anche annuali;
   anche nei concorsi a cattedre, in particolare nell'ultimo bandito, questi titoli vengono conteggiati e rendono possibile la «scalata» da parte dei docenti nella graduatoria di merito finale: di fatto accade che il docente che ha accumulato più titoli ha maggiori possibilità di mantenere una posizione «alta» rispetto ad altri docenti che, paradossalmente, hanno conseguito votazioni migliori nelle prove concorsuali ma che sono privi di tali titoli culturali;
   titoli culturali valutabili nelle graduatorie docenti sono il dottorato di ricerca (punti 12), il diploma di specializzazione pluriennale (anche solo biennale, 6 punti), diploma di perfezionamento e/o master universitario di primo e secondo livello di durata annuale, corrispondenti a 1.500 ore e 60 crediti, con esame finale, coerenti con gli insegnamenti, ai quali si riferisce la graduatoria o eventualmente di natura trasversale purché attinente alla didattica (punti 3), corso universitario di perfezionamento di durata almeno annuale coerente con gli insegnamenti cui si riferisce la graduatoria o eventualmente di natura trasversale purché attinente alla didattica (punti 1);
   mentre ai dottorati di ricerca si accede tramite il superamento di un concorso pubblico, bandito e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e dunque previa pubblica valutazione delle conoscenze e competenze dei candidati, ciò non accade invece per la maggior parte dei corsi di perfezionamento e master ai quali si accede semplicemente previo pagamento della tassa d'iscrizione e delle rette previste per la frequenza e il conseguimento del titolo;
   non solo gli atenei pubblici hanno la possibilità di organizzare ed concedere tali titoli culturali bensì anche gli atenei «telematici» privati (ma equiparati) ed altri enti (istituti, enti privati associazioni volte alla formazione degli insegnanti) comunque accreditati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (direttiva n. 90/2003); ciò di fatto ha indotto la classe docente – segnata da una grave condizione di precarietà cronica – a prendere parte a quella che in ambito scolastico viene definita come una vera e propria «raccolta punti» utile a migliorare la propria posizione nelle graduatorie delle scuole statali. Il costo di tali corsi e/o master è pari a 500, 800 o 1.200 euro annui richiesti generalmente da tali soggetti privati e/o università telematiche che erogano i titoli;
   è facilmente immaginabile che non tutti i docenti hanno le possibilità economiche per poter sostenere il costo di tali corsi, e conseguire il titolo culturale offerto da tali soggetti accreditati e/o università telematiche;
   la maggior parte dei corsi proposti non richiedono una frequenza obbligatoria in presenza ma solo online (tramite accesso da un computer e lasciando scorrere delle video-lezioni, senza alcuna interazione valutabile) e prevedono al loro termine, quale «esame finale», un semplice test a «crocette» e/o un elaborato di poche pagine;
   accade che il requisito della «durata annuale» del corso, richiesto dalle tabelle di valutazione delle graduatorie docenti, spesso viene interpretato con una certa elasticità: l'immatricolazione al corso può avvenire anche fine ottobre ed il corso può concludersi con un esame anche già ad aprile;
   è noto come non accada mai che ad uno di questi corsi o master il candidato venga bocciato. È facile comprendere come ne sia derivato un vero e proprio «business dei titoli»: università telematiche e soggetti accreditati propongono annualmente la propria offerta formativa pensata con l'unica finalità di far acquisire/comprare punteggio certamente non attraverso criteri di merito e di eccellenza;
   il fenomeno è talmente diffuso che basta guardare qualsiasi sito internet che si occupa di scuola per vedere la pubblicità di tali corsi e/o master online offerti da soggetti il cui unico fine è rappresentato dal vendere tali corsi a scapito della classe docente e del criterio del merito che dovrebbe presiedere l'inserimento e l'aggiornamento di tali titoli nelle graduatorie;
   recentemente sarebbe emerso il fenomeno, in vista del prossimo aggiornamento delle graduatorie del 2014, dell'organizzazione di «corsi di specializzazione biennale» da parti di soggetti che consentirebbero il conseguimento del titolo culturale con l'attribuzione del valore di punti 6;
   in realtà la proliferazione di tali corsi, lungi dal potenziare la preparazione della classe docente, rappresenta un vulnus alla qualità del sistema nazionale d'istruzione, dequalifica la professione docente, favorisce – di fatto – non il merito bensì coloro che possono permettersi in termini economici il costo per il conseguimento di tali titoli –:
   se il Ministro sia a conoscenza della suddetta situazione;
   quali misure o provvedimenti il Ministro intenda intraprendere per intensificare i controlli, la vigilanza e il monitoraggio in ordine alle modalità di immatricolazione e allo svolgimento dei corsi e/o master organizzati da soggetti, cosiddetti accreditati, nonché in ordine al rispetto del livello di preparazione e competenza del personale utilizzato dai suddetti soggetti che hanno il compito di organizzare i corsi e verificare i test finali dei corsi e master, secondo quanto previsto dalla legislazione vigente e in particolare dalla direttiva ministeriale n. 90 del 2003 in tema di accreditamento di soggetti per la formazione del personale della scuola;
   quali misure intenda adottare – anche di tipo regolamentare/normativo – per «ridurre» il peso di tali titoli culturali nelle graduatorie dei docenti ed evitare la proliferazioni di tali titoli rilasciati da enti accreditati e valorizzare il merito e la qualità del sistema nazionale d'istruzione con la promozione della effettiva preparazione dei docenti. (4-01799)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

insegnante

formazione degli insegnanti

formazione professionale

esame

istruzione

insegnamento

qualificazione professionale