ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01751

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 73 del 09/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 09/09/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 09/09/2013
Stato iter:
02/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/12/2013
DASSU' MARTA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/12/2013

CONCLUSO IL 02/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01751
presentato da
MELONI Giorgia
testo di
Lunedì 9 settembre 2013, seduta n. 73

   GIORGIA MELONI. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   in base a quanto riportato dal sito istituzionale del Ministero degli affari esteri, le sedi consolari all'estero hanno il compito «di assicurare la tutela degli interessi italiani fuori dai confini nazionali»;
   in quest'ottica l'Italia mantiene aperte, oltre alle ambasciate nelle capitali, le rappresentanze consolari, specialmente in quei Paesi nei quali vi è una forte presenza di connazionali;
   in Slovenia ed in Croazia risiedono comunità italiane fortemente radicate, posto che non costituiscono il frutto di un processo di emigrazione/immigrazione ma sono comunità autoctone, in quanto le terre d'Istria, del Quarnaro e della Dalmazia sono da sempre terre coabitate da sloveni, croati ed italiani;
   nonostante il fatto che dopo la seconda guerra mondiale circa trecentocinquantamila persone hanno dovuto abbandonare le proprie case e fuggire dal regime jugoslavo, ancora oggi gli italiani in quella zona sono decine di migliaia, e ad essi si aggiunge quel dieci per cento della popolazione dell'Istria che si definisce «istriana», rifiutando le categorie nazionali e riconoscendo così il carattere multiculturale della regione (censimento 2011);
   la lingua italiana è diffusa in tutta la regione anche più dell'inglese, e il dialetto istro-veneto è parlato diffusamente anche da coloro che si definiscono croati;
   in questo quadro i consolati italiani hanno fin qui svolto un ruolo di fondamentale importanza, rappresentando in queste zone un punto di riferimento importante nella diffusione e nella difesa della nostra cultura, attraverso un'attività riconosciuta e apprezzata non solo dalla comunità italiana residente in queste terre, ma anche dalle comunità slovene e croate;
   attualmente, in Slovenia esiste il solo consolato di Capodistria, mentre in Croazia i consolati aperti risultano essere il consolato generale di Fiume, il consolato di Spalato, i consolati onorari di Pola e Ragusa, e il viceconsolato onorario di Buie;
   nell'ambito di un procedimento di razionalizzazione della spesa il Ministero degli affari esteri ha annunciato dapprima la chiusura dei consolati di Capodistria e di Spalato, ma di fronte alle polemiche il viceministro Dassù ha annunciato il ritiro della decisione di chiusura del consolato di Capodistria, confermando, invece, quella relativa a quello di Spalato;
   la locale comunità degli italiani ha dato il via a una raccolta di firme durante il mese di agosto 2013, che ha totalizzato diverse centinaia di consensi fra i quali quello del sindaco della città, e il «Comitato 10 Febbraio», parallelamente, ha lanciato una petizione online che ha raccolto ad oggi 1.023 firme a sostegno del mantenimento in funzione del consolato di Spalato;
   non va dimenticato, inoltre, che l'Italia ha in quella regione grandi interessi economici, e che l'ingresso della Croazia nell'Unione europea può rappresentare, anche grazie alla forte minoranza italiana della popolazione, un'occasione per l'Italia per tornare a svolgere il suo ruolo naturale nell'Alto Adriatico, ruolo che sembra attualmente interessare più i croati che gli italiani stessi;
   pur comprendendo la necessità di una razionalizzazione della spesa del Ministero non si ritiene che essa debba avvenire a scapito della presenza italiana in aree così rilevanti sotto il profilo dei legami storici, culturali ed economici con l'Italia, ma piuttosto attraverso la riduzione di capitoli di spesa di diversa natura, nonché attraverso la riduzione di sprechi e duplicazioni e l'implementazione dei programmi di rinnovamento tecnologico –:
   se non ritenga opportuno rivedere la decisione relativa alla chiusura del consolato di Spalato, preservando il ruolo delle comunità italiane in loco, se del caso, realizzando, agli stessi fini della razionalizzazione della spesa, un contenimento dei costi a carico di altre voci del bilancio del Ministero. (4-01751)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 2 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 129
4-01751
presentata da
MELONI Giorgia

  Risposta. — 1. Come si è avuto modo di sottolineare diffusamente in occasione delle audizioni parlamentari tenute sull'argomento, il piano di riorientamento della rete estera è ispirato ad una pluralità di esigenze fondamentali per la funzionalità della Farnesina nell'attuale contesto interno ed internazionale, ma esso non sottende in alcun modo ad una nostra volontà di arretramento sulle politiche di assistenza verso le collettività all'estero, che sono sempre state e continueranno ad essere un impegno basilare della politica estera del Paese.
  2. La ristrutturazione costituisce innanzitutto un obbligo per il Ministero degli affari esteri in forza di atti di legge, da ultimo, il decreto-legge n. 95 del 2012 sulla
spending review che – nel quadro delle attuali difficoltà congiunturali del nostro Paese – impone una precisa accelerazione alla Farnesina sotto questo profilo. Le voci del bilancio della Farnesina sono da tempo al centro di processi di forte contrazione per esigenze di contenimento della spesa pubblica.
  3. Alla base del progetto si colloca inoltre lo stato di notevole criticità delle risorse umane di cui il Ministero degli affari esteri può disporre, da anni ormai fortemente decrescenti e di cui è dunque imprescindibile un'allocazione sempre più mirata in funzione delle diverse esigenze sulla rete. Una rete che, è bene ricordarlo, è la quarta al mondo in termini di estensione. A seguito delle riduzioni di organico susseguitesi a partire dal 2006, i diplomatici sono passati da 994 a 896 unità (–10 per cento), mentre il personale delle aree funzionali è diminuito da 4118 a 3180 unità, ossia ben del 23 per cento. Per fare solo un breve ma significativo esempio, l'Italia ha un terzo dei diplomatici francesi ed un quarto dei britannici, pur gestendo una rete di estensione complessiva non certo inferiore.
  4. Il terzo fattore che spinge fortemente per un rimodellamento della complessiva struttura della rete estera del Ministero degli affari esteri è la necessità di liberare risorse da investire nei nuovi mercati emergenti e nei Paesi di nuova priorità. Rientra in tale ambito la decisione di aprire, nel quadro del medesimo processo, un'Ambasciata d'Italia in Turkmenistan (Ashgabat) e due Sedi consolari, con il rango di Consolato Generale, in Chonquing (Cina) e Ho Chi Minh City (Vietnam). Tale processo si sintonizza peraltro con quelli in corso presso i principali
partners europei dell'Italia, impegnati da tempo ad attualizzare le rispettive reti estere in modo da rafforzarne le componenti extraeuropee. L'obiettivo è di riuscire a dotare il nostro Paese di uno strumento diplomatico che, a risorse vigenti, sia in grado di dare un contributo importante a l'essenziale politica della crescita cui il Governo è fortemente impegnato e che presuppone la capacità di assecondare il Sistema Paese – in tutte le sue componenti fondamentali: politiche, strategiche, economiche e culturali – nelle esigenze di proiezione verso le nuove aree emergenti e competitive dell'attuale scacchiere internazionale. Nata in contesti storici profondamente diversi dall'attuale, soprattutto con riferimento allo straordinario cammino dell'Unione europea, la nostra rete degli uffici all'estero – specialmente per quanto riguarda gli uffici consolari – non può d'altronde non assoggettarsi a quegli adeguamenti resi necessari anche dal rapido mutare degli scenari geopolitici. Abbiamo il dovere di operare affinché la rete diplomatico-consolare si porga quale strumento moderno ed efficace al servizio della competitività internazionale e dunque della crescita del Paese. Siamo consapevoli dei sacrifici che chiediamo con l'attuazione del piano chiusure ma altrettanto convinti dei complessivi benefìci che tali iniziative di aggiornamento della rete, peraltro destinate a proseguire nei prossimi anni, apporteranno all'azione di politica estera dell'Italia.
  5. Con riguardo ai casi specifici delle sedi consolari in Croazia e Slovenia, mentre l'inclusione del Consolato in Spalato nel piano chiusure è già a tutti gli effetti operativa, la decisione sul Consolato generale in Capodistria è stata riconsiderata. Il Ministero degli affari esteri ha individuato le sedi consolari in soppressione valutando attentamente una serie di parametri obiettivi, non ultimo quello concernente il volume complessivo dei servizi consolari erogati e la consistenza dei connazionali residenti. Il Consolato di Spalato, ad esempio, rilascia circa 40 passaporti l'anno ed ha in anagrafe poco più di 1.000 connazionali residenti nella sua circoscrizione. Le associazioni di italiani sono due. I dati sembrano dunque confermare nitidamente l'opportunità di concentrare il polo consolare italiano in Croazia (oltre che nella Cancelleria consolare dell'Ambasciata a Zagabria) nel Consolato generale in Fiume, che ha «numeri» ben più consistenti, ad esempio più di 11.000 connazionali residenti e ben 40 associazioni di italiani. Le esigenze generali alla base della riorganizzazione non permettono di lasciare in piedi strutture consolari di carriera con utenze ed attività così limitate, rendendo obbligati processi di accorpamento.
  6. La decisione di chiudere il Consolato di Spalato, nell'ambito del più ampio processo di riorientamento della rete estera della Farnesina, è dettata esclusivamente da motivazioni amministrativo-funzionali, che non possono mettere in dubbio la qualità e l'intensità delle relazioni bilaterali tra Italia e Croazia, nonché la nostra tradizionale politica di attenzione verso le nostre collettività storiche lì residenti.
  7. Come evidenziato anche in sede di audizione, per quanto concerne i servizi ai nostri connazionali, il Ministero degli affari esteri – come avvenuto in precedenti fasi del processo di ristrutturazione della rete – si impegna comunque a prevedere l'attivazione nelle sedi in soppressione di agili strutture sostitutive che andranno modulate di caso in caso a seconda della composizione della collettività, del suo grado di integrazione e della distanza dalla sede principale. Per la sede di Spalato ipotizziamo l'istituzione di un Ufficio consolare onorario che, affidato ad una guida autorevole, possa garantire anche un veicolo di continuata interlocuzione con le autorità locali, oltre che di assistenza ai connazionali (con riferimento anche ai turisti che si recano in Dalmazia nel periodo estivo). Si provvederà altresì al potenziamento della sede ricevente, come detto il Consolato generale in Fiume, sia in termini di risorse umane che di tecnologia informatica, proprio per continuare a garantire i predetti servizi alle nostre comunità. A tale ultimo proposito, giova segnalare che la piattaforma per i servizi consolari
on-line (S.E.C.O.L.I), già operativa in Belgio con buoni risultati, sarà estesa progressivamente alla rete in aderenza al percorso di riorientamento. Si conti di renderla disponibile nei Paesi toccati da tale percorso, tra cui le Sedi croate, entro il primo semestre del 2014. Tale esercizio ha l'obiettivo di consentire la fruizione di numerosi servizi consolari senza la necessaria presenza fisica del connazionale.
Il Viceministro degli affari esteriMarta Dassù.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

EUROVOC :

consolato

Croazia

minoranza nazionale

rappresentanza politica