ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01716

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 71 del 05/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: NASTRI GAETANO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 05/09/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/09/2013
Stato iter:
28/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/07/2015
GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 14/11/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/07/2015

CONCLUSO IL 28/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01716
presentato da
NASTRI Gaetano
testo di
Giovedì 5 settembre 2013, seduta n. 71

   NASTRI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto risulta da un rapporto dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dello scorso luglio e pubblicato dal quotidiano Il Corriere della Sera il 22 agosto, nel nostro Paese il 37,2 per cento degli utenti non ha mai potuto connettersi ad internet, contro una media europea del 22,4 per cento, mentre per coloro che riescono a collegarsi, secondo i dati Akamai, (società sui cui server informatici, transitano quotidianamente dal 20 al 30 per cento del traffico mondiale), l'Italia risulta all'ultimo posto in Europa per velocità media delle connessioni ad internet, con appena 4,4 megabit al secondo, contro i 5,2 di Francia e Spagna, i 6,9 della Germania, i 7,9 del Regno Unito, fino ai 10,1 della Svizzera;
   l'articolo pubblicato dal quotidiano suesposto, attribuisce i ritardi dell'Italia, nella velocità di connessione ad internet, rispetto agli altri Paesi europei, al divario digitale interno, ovvero alla differenza esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale;
   il Ministero dello sviluppo economico, riporta il medesimo articolo, avrebbe inoltre individuato in 2,8 milioni gli italiani che attualmente non potrebbero attivare una connessione a banda larga (satellite escluso) e che degli oltre 8 mila comuni, per quasi un quarto (1.700), soltanto il 3 per cento della popolazione può accedere all'adsl ovvero la linea telefonica libera anche durante la connessione ad internet;
   l'interrogante rileva che in considerazione di quanto precedentemente esposto, i recenti provvedimenti legislativi, introdotti nell'ambito del potenziamento delle fibre ottiche e dell'agenda digitale, sia dal precedente Governo che da quello in carica, siano stati complessivamente insufficienti e superficiali dal punto di vista del potenziamento effettivo dei servizi di connessione ad internet ed in particolare nella velocità di collegamento;
   la riduzione dei fondi da 150 a 130 milioni di euro, avvenuta recentemente, per favorire il cosiddetto digital divide, conferma a giudizio dell'interrogante, come il dossier pubblicato dal quotidiano Il Corriere della Sera, sia condivisibile e necessiti adeguati interventi –:
   quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
   se intenda confermare i rilievi critici ed i ritardi, che caratterizzano negativamente il nostro Paese nell'ambito della connessione ad internet e del mancato sviluppo delle cosiddette «autostrade digitali»;
   quali iniziative infine intenda intraprendere al fine di potenziare l'intero sistema di connessione ad internet e della banda larga a livello nazionale, le cui insufficienze ed i ritardi, determinano inevitabili conseguenze anche sul livello di competitività del sistema-Paese. (4-01716)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 28 luglio 2015
nell'allegato B della seduta n. 470
4-01716
presentata da
NASTRI Gaetano

  Risposta. — Numerosi investimenti sono stati fatti per azzerare il divario digitale del Paese, implementando le reti a banda larga nelle aree a fallimento di mercato.
  Come è noto, in ottemperanza a quanto disposto con legge n. 69, del 18 giugno 2009, è stato definito un piano nazionale banda larga che è stato autorizzato dalla Commissione europea e finanziato con le risorse nazionali, e le risorse provenienti dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.
  Quanto alla decurtazione dei fondi destinati al piano banda larga di circa 20 milioni di euro, cui fa cenno l'interrogante, si evidenzia che tale riduzione era stata disposta dall'articolo 61 comma 1 lettera c) del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013 n. 98.
  Successivamente, la legge 27 dicembre 2013, n. 147 ha disposto, all'articolo 1 comma 97, che «per il completamento del Piano nazionale banda larga, definito dal Ministero dello sviluppo economico – Dipartimento per le comunicazioni e autorizzato dalla Commissione europea [aiuto di Stato n. SA. 33807(2011/N) – Italia], è autorizzata la spesa di 20,75 milioni di euro per l'anno 2014».
  Ciò consentirà il corretto e rapido completamento del piano.
  Si evidenzia, inoltre, che il Ministero dello sviluppo economico, oltre ad essere impegnato nel raggiungimento del primo obiettivo fissato dalla comunicazione della Commissione europea (COM-(2010)245) relativo all'attuazione di «un'agenda digitale europea», ha altresì definito, ai sensi dell'articolo 30 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, il «Progetto Strategico Agenda Digitale Italiana», consistente nell'implementazione delle infrastrutture di rete.
  Il citato progetto, approvato dalla Commissione europea con decisione C(2012)9833 del 18 dicembre 2012, si pone come obbiettivo quello di massimizzare la diffusione delle reti di nuova generazione NGA, assicurando una copertura capillare sul territorio italiano per offrire a tutte le famiglie entro il 2020 una connettività a banda ultra-larga. Il progetto è già in fase di attuazione in Calabria, Campania, Molise, Sicilia, Puglia, Abruzzo, Lombardia e Toscana. Lo stesso sarà realizzato in tutte le regioni italiane che potranno attuarlo autonomamente o con il supporto del Ministero dello sviluppo economico, così come previsto nell'accordo di partenariato con la Commissione europea per l'utilizzo dei fondi comunitari 2014-20.
  Oltre a ciò si evidenziano ulteriori misure che il Governo ha posto in essere per velocizzare ulteriormente lo sviluppo della banda larga e ultralarga al fine di raggiungere con certezza gli obiettivi dell'Agenda digitale europea concernenti il diritto di accesso a internet per tutti i cittadini «ad una velocità di connessione superiore a 30 Mb/s» e, per almeno il 50 per cento della popolazione, «al di sopra di 100 Mb/s». In particolare lo scorso 3 marzo sono state approvate due strategie nazionali una per la banda ultra larga ed una per la digitalizzazione del sistema paese entrambe al fine di assicurare il necessario coordinamento tra gli interventi nazionali e locali nel rispetto delle norme nazionali ed europee per lo sviluppo dei servizi e delle infrastrutture a banda ultralarga.
  La strategia messa in campo dal Governo ha individuato in 12,3 miliardi di euro il fabbisogno complessivo per raggiungere gli obiettivi dell'agenda digitale europea. Di questi circa 5 miliardi saranno messi in campo dal Governo a livello nazionale attraverso il fondo sviluppo e coesione mentre le regioni con i propri fondi europei di sviluppo assegnati concorreranno per circa 2 miliardi.
  Il piano operativo nazionale imprese e competitività inoltre concorrerà per circa 230 milioni di euro per la digitalizzazione e lo sviluppo tecnologico del tessuto industriale.
  Il Governo inoltre sta lavorando ad un ulteriore pacchetto di norme agevolative per la diffusione della banda ultralarga fissa e mobile che si andranno ad aggiungere a quanto già emanato lo scorso 12 settembre 2014 con il decreto-legge n. 133 (Gazzetta Ufficiale 11 novembre 2014) altresì noto con il nome di Sblocca Italia.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoAntonello Giacomelli.

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