ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01665

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 68 del 08/08/2013
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 08/08/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/08/2013
PILOZZI NAZZARENO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/08/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/08/2013
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/08/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 28/08/2013
Stato iter:
30/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/07/2014
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 13/11/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/07/2014

CONCLUSO IL 30/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01665
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Giovedì 8 agosto 2013, seduta n. 68

   PALAZZOTTO, FRATOIANNI e PILOZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per l'integrazione. — Per sapere – premesso che:
   il CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo è stato inaugurato il 18 marzo 2011 a seguito della proclamazione dello stato di emergenza nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini stranieri provenienti dalle regioni del Nord Africa con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 aprile 2011;
   lo stato di emergenza cessava – a norma dello stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 aprile 2011 – in data 31 dicembre 2012; tale termine è stato posticipato al 31 dicembre 2012 con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 ottobre 2011 e, successivamente, con circolari del Ministero dell'interno, al 28 febbraio 2013 e poi al 31 marzo 2013;
   il CARA è ospitato presso il «Villaggio della Solidarietà» di Mineo (unica struttura del genere per dimensioni e destinazione d'uso), ovvero nelle 403 villette di quello che era il residence «Villaggio degli aranci», dismesso nel 2011 dai militari statunitensi allo scadere del contratto con la Pizzarotti spa di Parma, proprietaria della struttura; il residence è diventato il «Villaggio della Solidarietà», non in virtù di un contratto d'affitto, ma di un decreto di requisizione (esattamente il n. 16455 del 2 marzo 2011);
   il costo stimato di indennizzo che è stato pagato dallo Stato alla Pizzarotti spa è pari a circa 6 milioni di euro all'anno;
   la struttura è affidata al Consorzio siciliano di cooperative sociali Sisifo (LegaCoop), capofila di un raggruppamento composto da Sol.Calatino Caltagirone (aderente al Consorzio Sol.Co. Catania, rete di imprese sociali siciliane operante a Mineo dal 28 dicembre 2009), la coop-azienda di ristorazione Cascina di Roma, la Senis Hospes e la Domus Caritatis;
   il soggetto attuatore del CARA è la provincia di Catania, e precisamente nella figura del suo presidente, ed oggi sottosegretario onorevole Giuseppe Castiglione;
   i comuni di Mineo, San Michele di Ganzaria e Ramacca si sono costituiti in consorzio con la precisa intenzione di subentrare alla provincia di Catania quale soggetto attuatore della gestione del CARA;
   a pochi chilometri da Mineo si trova una struttura simile di proprietà pubblica, ovvero gli alloggi della ormai dismessa base militare di Comiso, già utilizzati in passato per ospitare i rifugiati durante «l'emergenza Kosovo» del 1999;
   l'accordo raggiunto con l'ente gestore prevedeva un costo di 46 euro per ogni rifugiato ospitato dal centro;
   la struttura di Mineo attualmente ospita circa 3400 migranti, a fronte di una capienza stimata di 2000 unità; a tal proposito, si rileva come l'incremento degli ospiti nella struttura sia riferibile al periodo in cui terminava lo stato d'emergenza e contestualmente il pagamento diretto dello stato dell'indennizzo alla Pizzarotti spa; l'ubicazione della struttura, lontana oltre 11 chilometri dal più vicino centro abitato, risulta essere un ostacolo per i richiedenti asilo nell'esercizio dei diritti propri del loro status. L'isolamento del Cara non permette ai migranti di circolare liberamente, anche al fine di integrarsi nel tessuto sociale. Gli spostamenti, a piedi o in bici, dei migranti espongono gli stessi a gravi pericoli e numerosi sono stati gli incidenti. L'unico pullman messo a disposizione per raggiungere Mineo è del tutto insufficiente;
   i tempi di evasione delle richieste di asilo sono estremamente lunghi e, nel corso di una visita, l'interrogante ha potuto constatare che nella struttura sono presenti richiedenti asilo che aspettano risposta alla loro richiesta da oltre 24 mesi, e ciò in contrasto con le disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 303 del 2004 e al decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, che fissano in 20 e 35 giorni il limite massimo di permanenza;
   fino a fine luglio 2011 le commissioni di valutazione delle richieste erano due: una a Siracusa e una sub-commissione a Catania; l'unica commissione attiva oggi è quella di Siracusa che, a detta degli operatori del centro, valuta una media di 8/10 richieste d'asilo al giorno;
   sono, quindi, costantemente disattesi i termini legali che richiedono la valutazione delle richieste entro quarantacinque giorni;
   il sovraffollamento, l'isolamento, i lunghi tempi di attesa unitamente alle pessime condizioni igienico sanitario generano emarginazione e, spesso, episodi di violenza, anche autolesionistica, all'interno della struttura, come dimostrato dai recenti accadimenti del 15 giugno 2013 e del 2 agosto 2013;
   i medici stabilmente presenti nella struttura sono solo due e gli ospiti lamentano gravi carenze nell'assistenza sanitaria –:
   quali siano i motivi per i quali sia stato deciso di ubicare il CARA di Mineo presso una struttura privata e situata in località del tutto inidonea allo scopo, anziché utilizzare eventualmente strutture pubbliche, quale la base dismessa di Comiso, come riferito in premessa;
   se non si ritenga di dover attivare al più presto strutture che possano garantire ai richiedenti asilo il pieno esercizio dei diritti connessi al loro status ed una maggiore integrazione nella società italiana, di minori dimensioni, più vicine e meglio collegate a centri abitati, evitando nel contempo l'ulteriore sperpero di risorse pubbliche in affitti infruttiferi, nonché il protrarsi dell'attività del CARA di Mineo, che si è rivelata fallimentare;
   quali siano, ad oggi, i costi di affitto della struttura, i termini, le scadenze contrattuali e le relative spese di gestione;
   se vi sia una rendicontazione delle spese sostenute dal consorzio che ha gestito la struttura dal marzo 2011 a fronte dei servizi offerti;
   se, alla luce delle evidenti inadempienze da parte del consorzio in termini di servizi offerti, il Ministro interrogato non ritenga di dover valutare azioni di rivalsa nei confronti dello stesso consorzio, in forza delle ingenti risorse di cui è stato destinatario dal marzo 2011, data dell'apertura del centro;
   non ritengano – come spesso affermato dai predecessori – di dover aumentare il numero delle commissioni di valutazione delle richieste d'asilo. (4-01665)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 30 luglio 2014
nell'allegato B della seduta n. 275
4-01665
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo

  Risposta. — Le presenze all'interno del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo sono costantemente aumentate, dal momento della sua apertura, in relazione al crescente afflusso di migranti sul territorio nazionale, che è strettamente connesso alla grave instabilità politica dei Paesi africani del Mediterraneo e dell'area sub-sahariana nonché della Siria, Questa situazione di affollamento ha determinato alcuni degli episodi citati nel documento parlamentare. Il 14 giugno 2013, in seguito all'arresto di un cittadino proveniente dal Mali, un centinaio di migranti di etnia francofona hanno provocato violenti scontri con le forze dell'ordine, lanciando sassi e incendiando diversi cassonetti dei rifiuti; le forze di polizia hanno immediatamente disperso i responsabili e, grazie a un'intensa attività di mediazione, hanno ristabilito l'ordine all'interno del centro. L'episodio verificatosi la mattina del 1o agosto, riconducibile a un'aggressione che ha coinvolto cittadini nazionalità nigeriana e ghanese, si è concluso con l'arresto di due migranti, ritenuti responsabili degli scontri.
  Sulla base di una convenzione stipulata l'8 marzo 2013, dal prefetto di Catania, la gestione della struttura è stata affidata, fino al 31 dicembre 2013, al consorzio «Terra di accoglienza», costituito da alcuni comuni del comprensorio Calatino. Un successivo accordo, siglato il 20 dicembre 2013, ha attribuito la gestione del centro allo stesso consorzio per tre anni, a partire dal 1o gennaio 2014. Il Ministero dell'interno, tramite la locale prefettura, corrisponde al consorzio la somma di trentacinque euro al giorno per ogni migrante presente nella struttura; tale importo è comprensivo degli oneri per la locazione del complesso immobiliare e per il suo mantenimento, nonché per la gestione dei servizi socio-assistenziali a favore degli ospiti.
  La necessità di abbreviare i tempi di permanenza all'interno dei cara presuppone l'accelerazione dell'esame delle stanze di protezione internazionale. Tale esigenza appare ineludibile a causa dell'aumento delle istanze: nel corso dell'intero 2013 le domande di asilo presentate sono state circa 27 mila, mentre nel primo trimestre di quest'anno ne sono già state avanzate più di 13 mila, con un incremento di circa il 140 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Nel 2013, le commissioni hanno deciso l'esito di oltre 24 mila richieste e, nei primi mesi del 2014, quello di circa 9 mila ulteriori istanze. La bassa percentuale dei dinieghi – inferiore a un terzo – dimostra che si tratta prevalentemente di migranti non economici.
  Di conseguenza, le commissioni territoriali sono state progressivamente incrementate: attualmente ne sono attive venti, ma l'obiettivo del Governo è di aumentarne ulteriormente il numero, rendendo il sistema allo stesso tempo più ampio, sul piano dell'operatività territoriale, e più flessibile, cioè capace di adattarsi meglio alle necessità contingenti.
  Inoltre, il Governo sta lavorando per migliorare il funzionamento del sistema di accoglienza, integrando la rete dei centri governativi e il circuito dell'assistenza diffusa gestito dagli enti locali. In questa prospettiva, è stato programmato l'ampliamento del sistema Sprar, che da 9.440 posti è già salito a 12 mila e verrà progressivamente incrementato fino ad assicurare l'assistenza di 19 mila persone.
  In attesa che venga raggiunta la piena capacità ricettiva, a fronte della necessità di dover garantire, nel pieno dell'emergenza, la sistemazione dei migranti arrivati in Italia con gli ultimi sbarchi, il Ministero dell'interno ha chiesto ai prefetti di promuovere tutte le iniziative necessarie per un'espansione straordinaria dei Piano nazionale di distribuzione, dando in tal modo sistemazione a circa 8 mila persone.
  L'accoglienza diffusa richiede una
governance pienamente condivisa con le regioni e gli enti territoriali: a questo scopo, presso il Viminale opera il tavolo di coordinamento nazionale che ha definito linee-guida secondo le quali i prefetti dovranno attivare, nella stessa logica di concertazione, analoghe cabine di regia sul territorio.
  Ripensare il sistema di accoglienza in una chiave non emergenziale richiede anche il ricorso a forme organizzative più razionali e meno dispersive. Di conseguenza, il Governo è attento anche alla qualità della spesa erogata per il funzionamento dei centri governativi. In quest'ottica, si sta sperimentando un'inedita tipologia di struttura – una sorta di
hub – concepita come base logistica ampia, di primo ingresso, nella quale effettuare, tra le altre attività, l'identificazione, il fotosegnalamento, il triage sanitario e l'informazione legale del migrante. Queste nuove strutture potranno progressivamente sostituire i cara, favorendo, sin dal momento della prima accoglienza, l'individuazione del profilo migratorio del cittadino straniero al fine della sua successiva collocazione nelle strutture dello Sprar, a vantaggio della qualità del sistema di accoglienza.
  Sempre nella direzione di un miglioramento dei servizi, è in corso di ridefinizione il capitolato generale d'appalto relativo alle prestazioni da erogare, nell'ottica di una costante attenzione alle condizioni di vulnerabilità del migrante. In questo senso verranno messe a punto ulteriori iniziative per migliorare le condizioni di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e il loro accesso alle procedure di asilo.
  Inoltre, proseguirà l'attività di monitoraggio sul rispetto degli standard di accoglienza in tutti i centri per immigrati, ivi compresi quelli che si è reso necessario istituire in via temporanea, grazie al rinnovo per l'anno in corso della convenzione con le organizzazioni umanitarie aderenti al «Progetto Praesidium», Unhcr, Oim, Croce rossa italiana e Save the children.
  Infine, poiché l'Italia è uno dei Paesi europei maggiormente esposti alla pressione migratoria, il Governo ha chiesto all'Europa di dimostrare maggiore attenzione su questo tema, anche tramite una revisione della Convenzione di Dublino: infatti, è necessario modificare il principio sul quale l'Europa regola la competenza ad accogliere chi richiede e ottiene protezione, permettendo al richiedente asilo o al rifugiato di spostarsi all'interno dell'Europa secondo la propria volontà e in adesione al proprio progetto di vita.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

MINEO,CATANIA - Prov,SICILIA

EUROVOC :

asilo politico

diritto d'asilo

migrante

cittadino straniero

societa' consortili