ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01623

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 67 del 07/08/2013
Firmatari
Primo firmatario: CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 07/08/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 07/08/2013
Stato iter:
22/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/02/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/02/2017

CONCLUSO IL 22/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01623
presentato da
CHIARELLI Gianfranco Giovanni
testo di
Mercoledì 7 agosto 2013, seduta n. 67

   CHIARELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   l'emergenza ambientale che interessa la provincia di Taranto, con particolare riferimento alla vicenda Ilva, ma con riguardo a tutti gli insediamenti industriali, è nota per la sua gravità;
   il Governo, con il pieno sostegno del Parlamento, ha varato più provvedimenti nel tempo che definiscono percorsi mirati alla ambientalizzazione del siderurgico tarantino e alle bonifiche del territorio;
   di recente è emersa, tra le tante questioni oggetto di attenzione, la questione discariche e smaltimento rifiuti speciali provenienti dallo stabilimento Ilva;
   in merito a tale problematica è in corso una indagine della magistratura che ha prodotto già esiti rilevanti con l'adozione di misure cautelari che hanno colpito esponenti della politica e delle istituzioni locali;
   un recente servizio giornalistico comparso sul settimanale L'espresso avanza ipotesi di pressioni che sarebbero state attivate dal presidente della giunta regionale pugliese per l'utilizzo di tre discariche private insistenti sul territorio ionico;
   l'assessore regionale alle politiche ambientali della regione Puglia ha smentito tali ipotesi, senza però fornire puntuali informazioni sulla reale destinazione dei rifiuti speciali industriali;
   è di tutta evidenza la necessità di mantenere alta la guardia ed evitare che si determinino condizioni per un ulteriore aggravarsi della situazione ambientale a Taranto e nella sua provincia –:
   se sia informato di tale problematica, e se ritenga di dover approfondire attraverso gli organi di controllo ministeriali lo stato dei fatti;
   quali interventi intenda promuovere, nell'ambito della più complessiva azione di ambientalizzazione e bonifica dell'area, a riguardo dello smaltimento dei rifiuti speciali industriali. (4-01623)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 febbraio 2017
nell'allegato B della seduta n. 746
4-01623
presentata da
CHIARELLI Gianfranco Giovanni

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Occorre innanzitutto premettere che l'esercizio dello stabilimento siderurgico ILVA S.p.A. di Taranto è disciplinato dal decreto AIA dell'agosto 2011, che è stato parzialmente riesaminato ad ottobre 2012 per le emissioni in atmosfera delle aree di produzione e dei parchi di materie prime, ovvero le aree sequestrate dalla magistratura ad agosto 2012. Le prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale del 2011 e del 2012 sono state ulteriormente integrate e modificate con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 marzo 2014, che approva il Piano delle misure e delle attività per la tutela ambientale e sanitaria (cosiddetto Piano ambientale), il quale contiene anche ulteriori prescrizioni per il rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti.
  Oltre l'autorizzazione integrata ambientale e il piano ambientale, l'esercizio dello stabilimento siderurgico (alcune aree del quale sono a tutt'oggi sotto sequestro con facoltà d'uso) è disciplinato dalla normativa speciale che dal dicembre 2012 ad oggi consta di ben 8 decreti-legge, a loro volta oggetto di conversione.
  Le scadenze temporali previste dal piano ambientale per l'attuazione di interventi ambientali, fermo restando il rispetto dei limiti emissivi stabiliti dall'autorizzazione integrata ambientale, sono state procrastinate una prima volta ai sensi dell'articolo 2, comma 3-
ter, del decreto-legge del 4 giugno 2013, n. 61, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2013, n. 89. Tale disposizione – oggetto di modifica ad opera del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, convertito con modificazioni dalla legge 4 marzo 2015, n. 20 – prevedeva per tutte le prescrizioni del piano esclusivamente due scadenze: il 31 luglio 2015 per l'attuazione dell'80 per cento del numero delle prescrizioni in scadenza a quella data, e il 4 agosto 2016 per tutte le rimanenti.
  Successivamente, con decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136 (convertito con legge 6 febbraio 2014, n. 6) sono stati rafforzati gli obiettivi ambientali dell'autorizzazione integrata ambientale dell'ILVA di Taranto, anche per mezzo dell'introduzione di strumenti per garantire una durata certa e limitata alla progressiva attuazione delle misure di adeguamento in essa previste, tramite l'approvazione del nuovo Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria.
  Si fa presente, altresì, che con decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito con legge 11 agosto 2014, n. 116, sono stati introdotti nuovi strumenti e procedure per il reperimento dei fondi necessari all'adeguamento ambientale e per rafforzare l'attività commissariale nell'attuazione degli interventi previsti dal Piano ambientale, considerati indifferibili, urgenti e di pubblica utilità.
  Con il decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191 (ed in particolare con il suo articolo 1, comma 7), convertito con modificazioni dalla legge 1o febbraio 2016, n. 13, il termine ultimo per l'attuazione di tutte le restanti prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale 2012 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 marzo 2014 è stato fissato al 30 giugno 2017.
  Ad ogni modo, nel luglio 2015 ILVA S.p.A. in A.S. ha comunque provveduto a garantire il rispetto della soglia prevista dell'80 per cento del numero di prescrizioni del piano ambientale, come certificato da Ispra a valle dell'ispezione che ha avuto luogo a luglio 2015 e dai VVF per le prescrizioni di pertinenza.
  Con riferimento allo stato di attuazione delle rimanenti prescrizioni, si segnala che il 7 settembre 2016 è stato registrato il decreto interministeriale di stanziamento di 300 milioni all'amministrazione dell'Ilva per la continuazione della realizzazione del piano ambientale.
  Si evidenzia, altresì, che nell'anno 2016, a seguito del piano ambientale e delle intervenute innovazioni normative, gli ispettori ambientali Ispra, con la collaborazione di Arpa Puglia, hanno effettuato tre ispezioni ordinarie nei giorni 27-28 gennaio, 20-27 aprile e 19-21 luglio nonché due ispezioni straordinarie in data 10 marzo e 12 maggio. La valutazione sull'esito del controllo dell'ultima ispezione di luglio 2016 è al momento in corso.
  Durante questi controlli sono state riscontrate talune criticità per le quali si stanno svolgendo ulteriori approfondimenti in relazione agli specifici atti autorizzativi.
  Si evidenzia, in proposito, che le prescrizioni non ancora completamente attuate non riguardano il rispetto dei valori limite di emissione prescritti dall'autorizzazione integrata ambientale, ma la conclusione di interventi per i quali il termine ultimo è stato fissato per legge al 30 giugno 2017, «prorogabile su istanza dell'aggiudicatario della procedura di cessione per un periodo non superiore a 18 mesi» (31 dicembre 2018).
  Dal 2012 al 2016 sono stati inoltre autorizzati dal Ministero interventi importanti che discendono dall'autorizzazione integrata ambientale e dal piano ambientale, quali gli interventi per la copertura del parco minerali e dal parco fossile, nonché interventi di regimazione delle acque meteoriche nelle aree discariche e parco calcare.
  Sono inoltre attualmente in corso i lavori istruttori della Commissione AIA-IPPC per il riesame delle prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale riguardanti le aree di stabilimento che non erano oggetto del riesame del 2012 (sostanzialmente le emissioni in atmosfera delle aree delle lavorazioni), nonché le prescrizioni riguardanti gli scarichi di sostanze pericolose degli impianti produttivi dell'intero stabilimento e l'efficienza energetica e i lavori istruttori da parte di ISPRA per il riesame del Piano di monitoraggio e controllo (PMC).
  Tanto premesso, si riporta di seguito lo stato di attuazione degli interventi relativi alla procedura di bonifica effettuati ai sensi dell'articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006:

   a) piano di caratterizzazione: approvato in sede di conferenza di servizi decisoria del 17 dicembre 2003;
   b) risultati della caratterizzazione: discussi in sede di conferenza di servizi del 19 ottobre 2006;
   c) analisi di rischio (area di stabilimento): richiesta dalla conferenza di servizi del 19 ottobre 2006 e non ancora trasmessa;
   d) piano di caratterizzazione integrativo (area Parchi): approvato in sede di conferenza di servizi decisoria del 18 dicembre 2013;
   e) risultati delle indagini integrative (area parchi) ed analisi di rischio (area di stabilimento): in fase di istruttoria per la prossima conferenza di servizi del 16 marzo 2016.

  Per quanto riguarda le emissioni nocive in atmosfera si segnala quanto segue.
  ARPA Puglia (con nota del 26 febbraio 2016 n. 12878, pervenuta il 29 febbraio 2016), comunicava tra gli altri al Ministero dell'ambiente che, sulla base di documentazione ricevuta nelle vie brevi da Ilva, «nella tabella contenente i risultati delle determinazioni deposimetriche di diossine si riscontrano valori altissimi nella centralina di via Orsini, quindi fuori dai confini dello stabilimento Ilva, per i mesi di novembre 2014 e febbraio 2015, rispetto ai valori di riferimento della letteratura».
  Contestualmente perveniva al Ministero, da parte del presidente della regione Puglia, la nota prot. n. 933 indirizzata all'Arpa Puglia e alla ASL di Taranto, con la quale si leggeva quanto segue: «In data odierna mi è stato consegnato per le vie brevi dalla direzione di ARPA Puglia il documento “Ilva – stabilimento di Taranto – attività di monitoraggio ambientale relativo alle analisi dei risultati delle misure di deposizione di PCDD/F a firma del Prof. Ing. Maurilio Onofrio” comunicando che dall'analisi del medesimo documento risultavano “valori deposimetrici di ordini di grandezza pericolosamente superiori ai limiti normalmente considerati come valori soglia sul suolo”».
  In conclusione la nota chiedeva ad Arpa e Ispra rispettivamente di:
   «ad ARPA Puglia di procedere ad una indagine diretta in sito, precisamente nelle aree esterne del quartiere Tamburi prossime al plinto campionato dal Politecnico di Torino per conto di ILVA, effettuando campionamenti sul suolo e relative analisi di micro inquinanti organici (PCDD/F, PCB,
Dioxin like);
   ad ARPA Puglia di produrre i dati più recenti relativi ai monitoraggi e controlli delle emissioni in atmosfera (SME, Rapporti di prova relativi alle indagini a camino, Monitoraggi ambientali);
   al Dipartimento di prevenzione ed allo SPESAL dell'ASL di Taranto di verificare le condizioni di igiene e sicurezza in ambienti di lavoro, di attuare idonee campagne di monitoraggio e controllo avvalendosi di ARPA Puglia, tese ad accertare il livello di micro inquinanti organici (PCDD/F, PCB,
Dioxin like) e di Benzo(a)pirene;
   al Dipartimento di prevenzione dell'ASL di Taranto di accertare la eventuale presenta di aziende produttrici di generi alimentari e, nel caso, di procedere al campionamento e successive analisi presso i laboratori competenti».

  Alla luce delle citate note, il Ministero tempestivamente procedeva a sollecitare l'invio da parte di Ilva della documentazione citata dal Presidente della regione Puglia, documentazione che veniva trasmessa nella medesima data del 29 febbraio da Ilva alla competente direzione e ad Ispra.
  Acquisiti gli atti, la direzione per le valutazioni e autorizzazioni ambientali provvedeva, nella medesima giornata del 29 febbraio, a richiedere formalmente ad Ispra, con l'urgenza che il caso richiedeva e richiede, un approfondimento specifico sulla questione ed in particolare sulla possibile relazione tra i dati rilevati e le attività industriali dell'aria.
  Delle note di Arpa Puglia e dell'Ilva, il giorno stesso del ricevimento è stata data compiuta pubblicità nel sito del Ministero.
  Si segnala, infine, il finanziamento di diversi interventi previsti nella provincia di Taranto, in particolare oltre 8 milioni di euro per la riqualificazione di 5 scuole nel rione Tamburi, più 80 mila euro per studi di caratterizzazione e analisi di rischio e bonifica sia per tre scuole del quartiere Tamburi che per il cimitero di San Brunone. Altri 7 milioni di euro saranno destinati al dragaggio dei sedimenti per la realizzazione del primo lotto della cassa di colmata per l'ampliamento del porto di Taranto.
  Della questione sono comunque interessate anche altre amministrazioni, pertanto, qualora dovessero pervenire ulteriori elementi, si provvederà ad un aggiornamento.
  In ogni caso, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a monitorare le attività in corso anche al fine di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

TARANTO - Prov,PUGLIA

EUROVOC :

protezione dell'ambiente

disastro naturale

deposito dei rifiuti