ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01590

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 65 del 05/08/2013
Firmatari
Primo firmatario: MONGIELLO COLOMBA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/08/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 05/08/2013
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 05/08/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 05/08/2013
Stato iter:
17/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/12/2013
FADDA PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 17/12/2013

CONCLUSO IL 17/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01590
presentato da
MONGIELLO Colomba
testo di
Lunedì 5 agosto 2013, seduta n. 65

   MONGIELLO, ANTEZZA e OLIVERIO. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   nel mese di settembre del 2012 si è verificato un innalzamento anomalo di casi di malattia da epatite A con il raggiungimento del picco massimo nel trimestre febbraio-marzo-aprile di quest'anno;
   il sistema di sorveglianza Seieva (sistema epidemiologico integrato dell'epatite virale acuta) ha rilevato in questo periodo 417 casi di epatite A acuta, contro i 167 casi notificati nel corrispondente intervallo di tempo dell'anno precedente. Nello stesso periodo anche i sistemi di allerta europei epidemic intelligence di informazione per le malattie trasmesse da alimenti e acqua (Epis-Fwd) e il Centro europeo per il controllo delle malattie istituito dalla Commissione europea (Ewrs) hanno focalizzato l'attenzione su due focolai;
   l'incremento di casi di epatite A sono stati inizialmente correlati, come ipotesi, al consumo di frutti di bosco surgelati di importazione extra-UE;
   in tali circostanze, nel mese di maggio 2013, il Ministero della salute ha convocato un gruppo multidisciplinare cui sono affidati diversi compiti: dall'individuazione della fonte dell'infezione al controllo della diffusione della malattia;
   anche a seguito del verificarsi di alcuni casi di infezione con incriminazione dei frutti di bosco, il Ministero della salute ha attivato il sistema di allerta europeo diffondendo la notizia in rete dei casi riscontrati e dei prodotti incriminati. Risultava infatti che i frutti di bosco confezionati in Italia erano preparati con materia prima proveniente dalla Bulgaria, Polonia, Serbia e Canada;
   dai dati disponibili attualmente, secondo notizie riportate dai mezzi di comunicazione, tra cui «Il fatto alimentare» l'allerta per l'epidemia di epatite A causata dall'ingestione di frutti di bosco surgelati contaminati avrebbe coinvolto altri Paesi oltre l'Italia dove sono state distribuite le confezioni contaminate, si tratta del Belgio, della Svizzera, della Gran Bretagna, dell'Olanda, della Spagna e della Svizzera. Ciò emergerebbe dal sistema di allerta europeo Rasff che ha diramato un aggiornamento dell'avviso pubblicato in rete il 26 giugno 2013 relativi ai quattro dossier (2013.0880 - 2013.0756 - 2013-0757 - 2013.0694);
   la vicenda sembra ancora assai controversa e lontana dall'essere risolta, non essendo ancora state identificate le cause del focolaio;
   il Ministro della salute, anche a seguito delle sollecitazioni poste dal citato Il Fatto Alimentare, ha diramato un elenco di prodotti, preparati con frutti di bosco surgelati, e ritirati dal mercato consigliando di non consumare frutti di bosco surgelati crudi –:
   di quali informazioni aggiornate dispongano, ciascuno per le proprie competenze, in ordine alla presunta causa della contaminazione dei frutti di bosco surgelati provenienti da Paesi esteri, all'origine della diffusione del virus dell'epatite A;
   quali urgenti iniziative di competenza intendano adottare affinché siano resi evidenti ai consumatori, sia il pericolo cui vanno incontro in caso di contrazione del virus dell'epatite A sia l'elenco dei prodotti ritirati dal mercato, in quanto contenenti frutti di bosco surgelati presunto vettore del virus dell'epatite A. (4-01590)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 17 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 139
4-01590
presentata da
MONGIELLO Colomba

  Risposta. — L'epatite A è una malattia infettiva acuta virale che colpisce il fegato, a trasmissione prevalentemente oro-fecale.
  In Italia si verificano epidemie o casi sporadici, legati al consumo di alimenti (ad esempio, frutti di mare crudi o poco cotti, vegetali e frutta) o acqua (ad esempio di pozzo) contaminati. Tale malattia è endemica soprattutto nelle regioni meridionali, dove è più diffusa la pratica di consumare frutti di mare crudi.
  In Italia, l'epatite A è una malattia soggetta a notifica obbligatoria con le modalità di classe II, secondo quanto previsto dal decreto ministeriale 15 dicembre 1990.
  Nel mese di aprile 2013 sono state segnalate, tramite il Sistema europeo di epidemic intelligence per le malattie trasmesse da alimenti e acqua (EPIS-FWD) ed il Sistema di allerta rapida della Commissione europea (EWRS), due «cluster» internazionali di epatite A: il primo in pazienti dei paesi nord-europei («cluster» legato al consumo di fragole surgelate, di importazione extra-U.E.-virus HAV genotipo IB); il secondo in turisti di rientro dall'Egitto (virus HAV genotipo IB diverso da quello coinvolto nel primo «cluster»).
  All'inizio di maggio, attraverso gli stessi Sistemi di vigilanza, sono stati segnalati 15 casi di epatite A in turisti stranieri, residenti in Germania, Olanda e Polonia, che avevano soggiornato nelle province autonome di Trento e Bolzano tra marzo ed aprile, periodo compatibile con l'incubazione della malattia.
  I due sopra citati focolai epidemici di epatite A, risultano essere privi di collegamento con il focolaio italiano, essendo provocati da virus di genotipo IB:
   1. nel primo focolaio, tra ottobre 2012 e aprile 2013, sono stati segnalati 71 casi, di cui 28 confermati (ceppo HAV genotipo IB) in 4 paesi del Nord Europa (Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia). La fonte di infezione è stata individuata epidemiologicamente in fragole surgelate di importazione extra-Ue;
   2. nel secondo focolaio, da novembre 2012 ad aprile 2013, si sono verificati 80 casi di epatite A, di cui 15 confermati (ceppo HAV genotipo IB, diverso da quello isolato nel focolaio precedente) in 6 paesi (Danimarca, Inghilterra, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia) in turisti di rientro dall'Egitto. Nessuna fonte di infezione specifica è stata ancora individuata, ma tutti i pazienti hanno viaggiato in Egitto nel periodo di esposizione.

  Sulla base di tali risultanze, è stata costituita a fine maggio 2013 la task force interdisciplinare composta da personale del Ministero della salute, dell'Istituto superiore di sanità e dell'istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) della Lombardia e dell'Emilia Romagna, a cui sono stati affidati i seguenti compiti:
   1. indagine epidemiologica sui casi umani (studio dell'epidemia e studio caso-controllo per valutare i possibili veicoli di infezione);
   2. analisi di laboratorio sui campioni umani per genotipizzare e sequenziare i virus, isolati dai casi, nel territorio nazionale, valutando la presenza di più fonti indipendenti di infezione;
   3. identificazione delle marche e lotti di frutti di bosco contaminati con HAV e/o potenzialmente associati a casi di epatite A ed indagini di tracciabilità sugli alimenti sospetti, in collaborazione con le regioni e con paesi terzi;
   4. analisi di laboratorio sui campioni di alimenti per l'identificazione della presenza del HAV, la sua genotipizzazione e sequenziamento, in collaborazione con gli IIZZSS situati nelle varie regioni italiane;
   5. ispezioni negli stabilimenti che confezionano frutti di bosco congelati che sono stati trovati positivi alla ricerca del HAV, al fine di identificare eventuali criticità nella catena produttiva e raccogliere informazioni fondamentali in merito alla formulazione di ipotesi sulla possibile contaminazione primaria;
   6. elaborazione e disseminazione di protocolli di campionamento delle matrici alimentari di origine vegetale, in particolare dei frutti di bosco;
   7. validazione e disseminazione del metodo ISO/TS 15216 per la ricerca del virus HAV nelle matrici alimentari.

  In applicazione dei citati punti 2 e 4, sono stati confrontati, mediante genotipizzazione e sequenziamento, i virus individuati negli alimenti e nei pazienti.
  Complessivamente è emerso che di 106 casi sequenziati, 49 presentano la stessa sequenza virale (definita sequenza «
outbreak»), di genotipo 1A.
  Tale sequenza è risultata identica a quella ottenuta da un campione di frutti di bosco positivo al rilevamento del virus dell'epatite A, suggerendo fortemente che tale alimento possa essere la fonte di infezione. Inoltre, 19 casi presentano una sequenza fortemente correlata alla sequenza «
outbreak». Pertanto, il 64 per cento dei casi analizzati (68/106) presentano una sequenza virale che indica fortemente una fonte comune di infezione.
  In applicazione del citato punto 3, le indagini condotte indicano come fonte più probabile della contaminazione i ribes rossi di provenienza polacca. Gli esiti delle indagini sono stati comunicati al punto di contatto dell'allerta in Polonia ed alla commissione Ue con la richiesta di effettuare le ulteriori indagini
in loco.
  In data 29 luglio 2013, questo Ministero ha inviato agli assessorati regionali alla sanità ed agli uffici ministeriali di sanità marittima e di frontiera una nota con cui sono state fornite informazioni ed indicazioni per il prelievo ai fini di controllo ufficiale di campioni presso gli stabilimenti che trattano frutti di bosco e presso la frontiera, con preghiera di diffusione della nota stessa alle associazioni di categoria ed agli altri enti interessati. Tali misure, proporzionali al livello di rischio evidenziato, risultano idonee ad individuare eventuali ulteriori lotti di prodotto non conforme. Le indicazioni rivolte agli operatori del settore alimentare sono utili alla predisposizione/revisione di programmi di autocontrollo aziendale, basati sull'analisi dei pericoli e punti critici di controllo.
  Le indagini sino ad oggi condotte nel nostro Paese hanno evidenziato un incremento di casi, prevalentemente concentrato in 7 regioni del nord Italia (province autonome di Trento e Bolzano, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto), dove si registra il 57 per cento dei casi del 2013. Un incremento importante è stato rilevato anche in Puglia dove, peraltro, regolarmente si verificano focolai epidemici, in genere associati al consumo di frutti di mare. Dal mese di giugno 2013 si rileva un progressivo decremento del numero dei casi rispetto ai mesi precedenti (il picco dell'epidemia si è avuto nel mese di maggio).
  Sui 752 casi di epatite A notificati dal 1o gennaio al 31 agosto 2013, hanno dichiarato di aver mangiato frutti di bosco 229 pazienti (30,4 per cento dei casi); di questi, 51 hanno mangiato anche frutti di mare.
  Al fine di descrivere meglio l'epidemia in corso ed individuare la fonte comune dell'infezione, l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha condotto uno studio epidemiologico analitico in alcune regioni particolarmente interessate dall'incremento dei casi (Friuli Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento, provincia autonoma di Bolzano, Emilia Romagna, Puglia), che ha permesso di evidenziare che i frutti di bosco rappresentano il fattore di rischio più associato alla malattia durante l'epidemia. Il consumo di frutti di mare crudi ed i viaggi sono, invece, riconosciuti come fattori di rischio normalmente associati alla malattia in Italia.
  Inoltre, l'analisi dei campioni clinici di casi confermati di epatite A, inviati all'ISS dal 28 maggio 2013 all'8 agosto 2013, ha permesso di evidenziare che 103/150 (69 per cento dei casi) presentano la sequenza virale «
outbreak» o una sequenza altamente correlata, di genotipo IA. Ciò indica una fonte comune di infezione. La sequenza del virus isolato da un campione di frutti di bosco surgelati, identica a quella dei casi, suggerisce fortemente che tale alimento possa essere la fonte di infezione. Nei rimanenti 47/150 (31 per cento dei casi) si osserva la presenza di ceppi non correlati alla sequenza «outbreak» di genotipo IA e IB.
  Per quanto riguarda le indagini condotte sugli alimenti, in particolare sui frutti di bosco, in quanto risultano la più probabile fonte d'infezione, si è proceduto al ritiro dal mercato nazionale dei lotti di frutti di bosco contaminati ed al richiamo, a mezzo stampa e media, di quelli già acquistati, al fine di tutelare la popolazione ed informarla del rischio connesso al loro consumo.
  Infatti, allo scopo di minimizzare il rischio per il consumatore, dall'inizio di giugno 2013 sul sito internet del Ministero della salute sono state pubblicate pagine informative con le raccomandazioni per il consumo dei frutti di bosco e le informazioni riguardanti le caratteristiche del virus dell'epatite A, le modalità di trasmissione ed il decorso della malattia.
  Inoltre, per consentire un efficace richiamo delle confezioni eventualmente acquistate e ancora conservate nei congelatori domestici, è stato pubblicato nelle sezioni «avvisi di sicurezza» e «
News e Media» l'elenco dei prodotti oggetto di allerta, ritirati e richiamati dal mercato, identificati da: nome commerciale, ditta produttrice, numero di notifica, motivo delle misure di richiamo, lotto e termine minimo di conservazione. La pagina è costantemente aggiornata secondo i progressi delle indagini.
Il Sottosegretario di Stato per la salutePaolo Fadda.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

protezione del consumatore

sicurezza del prodotto

malattia

commercializzazione

consumo alimentare

importazione comunitaria

epidemia