ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01526

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 62 del 31/07/2013
Trasformazioni
Trasformato il 22/04/2015 in 5/05412
Firmatari
Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 31/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 31/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 31/07/2013
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 31/07/2013
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 05/08/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 09/12/2013
Stato iter:
22/04/2015
Fasi iter:

TRASFORMAZIONE EX-ART.134 IL 22/04/2015

TRASFORMATO EX-ART. 134 IL 22/04/2015

CONCLUSO IL 22/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01526
presentato da
SEGONI Samuele
testo di
Mercoledì 31 luglio 2013, seduta n. 62

   SEGONI, DAGA, BUSTO, TERZONI, TOFALO, ZOLEZZI, DE ROSA, MANNINO, GAGNARLI, BALDASSARRE, ARTINI e BONAFEDE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   negli ultimi anni, si stanno sempre più cercando di progettare, sperimentare, costruire e vendere «medi» e/o «mini» impianti di incenerimento per lo smaltimento di rifiuti ricorrendo a varie tecnologie;
   la pericolosità e l'inutilità dell'incenerimento di rifiuti in generale è nota e documentata da 7 autorevoli fonti scientifiche;
   ad oggi non esiste un controllo sulla provenienza dei «materiali da smaltire», utilizzati per la produzione di energia e non sono previsti studi preliminari per determinare il livello di approvvigionamento, pertanto è possibile che tali impianti possano in maniera non del tutto corretta essere utilizzati per lo smaltimento e la distruzione di rifiuti considerati «scomodi»;
   tali impianti vengono impiegati direttamente soprattutto da aziende private per lo smaltimento dei rifiuti anche presso le loro sedi logistiche;
   la macro diffusione di simili impianti rende più difficoltoso il controllo;
   si evidenzia sia l'assenza di una normativa completa ed esaustiva che disciplini l'utilizzo di tali tecnologie, sia la necessità di un ente per il controllo del loro corretto utilizzo; conseguentemente un'azione del genere comporterebbe un impiego di mezzi e risorse molto superiore al «beneficio economico» che eventualmente potrebbero produrre tali impianti;
   un «cattivo utilizzo» (non certo, ma sicuramente non improbabile) comporterebbe danni alla salute e all'ambiente rilevanti, non immediatamente rilevabili, e che il solo monitoraggio delle immissioni potrebbe non essere esaustivo e sufficiente ad escludere il loro forte impatto inquinante considerando il meritevole principio precauzionale che la stessa legislazione Europea cerca di radicare negli Stati membri;
   nel recente passato è risultato difficile far funzionare correttamente pochi e grandi impianti, e che la proliferazione di piccoli impianti potrebbe rendere più difficoltoso un adeguato controllo sul loro funzionamento;
   le aziende di grandi, medie e piccole dimensioni vengono indotte ad usare tali tecnologie per lo smaltimento finale dei propri materiali di risulta piuttosto che essere incoraggiate alla prevenzione, alla preparazione al riuso e al riciclo in modo da ridurre costi (soprattutto di manodopera e smaltimento);
   emblematico il caso nel comune di Castelfranco di Sotto in provincia di Pisa, dove conseguentemente alla richiesta di un'azienda privata si sta sperimentando un impianto di incenerimento di rifiuti speciali «non pericolosi». Il suddetto impianto può trattare fino ad un massimo di 12.000 tonnellate annue pari al 0,38 per cento dei rifiuti speciali della sola provincia di Pisa. Ciò nonostante la giunta della regione Toscana ha considerato tale progetto «un'opera pubblica di interesse strategico regionale» e per tanto meritevole di beneficiare delle semplificazioni introdotte dalla legge regionale 35 del 2011 che disciplina le «Misure di accelerazione per la realizzazione delle opere pubbliche di interesse strategico regionale e per la realizzazione di opere private». Per tale impianto, in quanto considerato «piccolo», la normativa non prevede restrizioni nella messa in esercizio. Inoltre, l'impianto in questione eserciterebbe la propria attività in una zona già altamente sottoposta ad un carico inquinante (Comprensorio del Cuoio), che gli stessi enti preposti al controllo dell'ambiente definiscono «zona meritevole di attenzione» –:
   quali iniziative, anche normative, il Governo intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, in relazione a simili impianti e quale sia l'orientamento del Governo in merito al loro utilizzo, e ai controlli ai quali devono essere assoggettati. (4-01526)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

eliminazione dei rifiuti

rifiuti

produzione d'energia