ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01506

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 61 del 30/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 30/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/07/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01506
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Martedì 30 luglio 2013, seduta n. 61

   RICCIATTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   nel 2006, con l'approvazione di tre regolamenti europei, anche il settore dello zucchero è stato interessato da una riforma comunitaria finalizzata alla riconversione del comparto bieticolo-saccarifero;
   in particolare, il regolamento n. 319/2006 ha previsto una specifica forma di aiuto temporaneo nazionale ai produttori di barbabietole da zucchero rimasti attivi, per un massimo di cinque anni consecutivi, destinata ad ammortizzare gli effetti del processo di ristrutturazione negli Stati membri che hanno rinunciato ad almeno il 50 per cento della propria quota produttiva;
   l'Italia ha posto in atto un processo di ristrutturazione a seguito dell'accordo dell'8 febbraio 2006, con il quale sono stati definiti gli impegni alla riconversione degli stabilimenti, e si è giunti alla dimissione di 15 dei precedenti 19 impianti attivi, con una riduzione della produzione nazionale del 70 per cento. Una riduzione in gran parte rivolta alla produzione di energia;
   al fine di accelerare la riconversione di tale comparto, è intervenuto, più recentemente, l'articolo 29 del decreto-legge n. 5 del 2012, il cui comma 2 è stato dichiarato illegittimo dalla Consulta in quanto non rispettoso della ripartizione costituzionale delle competenze tra Stato e regioni;
   sempre in questo ambito interviene anche il comma 4-bis dell'articolo 6 del decreto legge n. 69 del 2013 per il rilancio dell'economia, il cui disegno di legge di conversione, è attualmente all'esame del Senato;
   tra gli zuccherifici interessati dalla riconversione in impianti per la produzione di energia elettrica da biomasse, è compreso anche l'impianto di Campiglione nel comune di Fermo;
   come negli altri siti della Eridania-Sadam, e cioè Castiglion Fiorentino, Russi, Avezzano, Iesi, Villasor, anche a Fermo venne prospettato qualche anno fa un progetto che prevede la bonifica e la successiva costruzione di una centrale a biomasse da parte della ditta Powercrop una società nata nel 2006 da una joint venture tra il gruppo Maccaferri ed il gruppo Falck;
   la centrale di Fermo soddisferà l'1,5 per cento del fabbisogno energetico regionale, utilizzerà solo l'energia elettrica, e «sprecherà» tutta quella termica in quanto non è previsto alcun sistema di teleriscaldamento;
   peraltro, come risulta anche dai progetti, l'approvvigionamento delle biomasse, proverrà dall'est europeo, e anche se si riuscisse ad avviare la filiera corta per la produzione di colture locali, ciò comporterebbe togliere terreni dedicati alla produzione alimentare di qualità per destinarli alla produzione di combustibile (olio di girasole o legname);
   il polo energetico di Fermo, in realtà risulta costituito da due centrali a biomasse una ad olio vegetale e l'altra a cippato di legno. La prima utilizzerà l'olio prodotto dalla spremitura di 50.000 tonnellate annue di girasoli da cui ottenere 19.000 tonnellate annue di olio. In tutto occorrerebbero, secondo quanto riportato nel progetto, 20.000 ettari di terreno da coltivare a girasoli. L'altra centrale è invece a cippato di legno ed utilizzerebbe le 30.000 tonnellate di panello (residuo della spremitura di girasoli) e 18.000 tonnellate di legno ricavato dalla coltura di pioppi;
   a differenza di altri paesi come il Brasile o gli Stati Uniti esportatori di prodotti agricoli, l'Italia nonostante le sue potenzialità, è ad oggi un importatore. Pertanto il rischio più che concreto è quello dell'utilizzo di terreni agricoli per produrre combustibile, nella vana speranza di raggiungere un autosufficienza energetica, a discapito di aree agricole da destinare alla produzione alimentare;
   va peraltro ricordato che l'Italia è inoltre tenuta al rispetto delle normative comunitarie in termini di qualità dell'aria. Lo scorso dicembre la comunità europea ha quindi sanzionato il nostro paese per il mancato recepimento dei nuovi limiti di inquinamento imposti dall'Unione europea; un simile impianto, e le sue conseguenti emissioni in atmosfera, inserito in un contesto antropizzato peggiorerebbe quindi una situazione già gravemente compromessa da altri fattori come il traffico, e non consentirebbe il rispetto dei limiti che siamo tenuti ad osservare;
   a tutela della salute pubblica, l'amministrazione comunale e i cittadini di Fermo stanno contrastando con tutte le forze il posizionamento di un impianto di tale portata in un contesto fortemente urbanizzato. Il quartiere dove si colloca l'impianto, è infatti un quartiere densamente abitato, pieno di recettori sensibili, tra cui strutture commerciali e scuole, e che sarà sede del nuovo ospedale provinciale;
   peraltro l'impianto non rispetterebbe il regolamento d'igiene comunale di Fermo, che impone una distanza minima di 600 metri da queste attività;
   la stessa azienda sanitaria unica regionale (ASUR), chiamata a dare il suo parere ha sempre espresso dei dubbi circa la vicinanza al quartiere e all'ospedale;
   la provincia di Fermo nel giugno 2012, ha concluso il procedimento di Via con parere negativo, supportato dai pareri negativi del comune di Fermo e di tutti i comuni limitrofi e soprattutto dal parere negativo dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale Marche (ARPAM);
   lo scorso ottobre la ditta ha impugnato la sentenza di fronte al TAR ottenendo una sospensiva che ha concesso alla ditta la possibilità del riesame in provincia attraverso delle conferenze dei servizi con l'annessa possibilità di presentare ulteriori integrazioni e documenti;
   detto secondo riesame si e concluso con una seconda determina negativa della provincia, impugnata dalla ditta al TAR;
   la sentenza del TAR Marche ha quindi consentito di poter proseguire l’iter autorizzativi in regione senza avere un giudizio di merito sulla validità della Via negativa provinciale;
   dopo detta sentenza del TAR i cittadini hanno formalmente diffidato la regione dall'autorizzare questa attività senza una valutazione di impatto ambientale positiva;
   va altresì evidenziato come in un momento di crisi come quello che il Paese sta vivendo invece di ridare respiro alle piccole e medie imprese e agli artigiani, unica vera ossatura dell'economia del paese, si considerano «strategiche e prioritarie» opere che trovano sostenibilità economica solo nei contributi statali e che nulla hanno a che vedere con l'agricoltura o l'energia –:
   se, nell'ambito dei progetti di riconversione di cui in premessa, a tutela delle attività agricole, non si intendano assumere iniziative normative per incentivare gli impianti effettivamente sostenibili, alimentati da biomassa da scarto della produzione agricola forestale e non provenienti da terreni destinati a colture appositamente dedicate a finalità, energetiche;
   quali siano le valutazioni dei ministri interrogati, sulla realizzazione e la compatibilità dell'impianto di Fermo di cui in premessa con delle linee guida per la costruzione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. (4-01506)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

FERMO,ASCOLI PICENO - Prov,MARCHE

EUROVOC :

produzione d'energia

energia rinnovabile

produzione agricola

prodotto agricolo

aiuto alla produzione

rilancio economico