ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01489

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 61 del 30/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: FARINA GIANNI
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 30/07/2013
Stato iter:
15/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/11/2013
DASSU' MARTA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/11/2013

CONCLUSO IL 15/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01489
presentato da
FARINA Gianni
testo di
Martedì 30 luglio 2013, seduta n. 61

   GIANNI FARINA. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   sono state deliberate altre tredici chiusure di sedi consolari italiane all'estero. Non è noto come si possa definire tale intervento e d'altronde non c’è sorpresa eccessiva visti gli antefatti dell'ultimo decennio;
   continua lo smantellamento ad avviso dell'interrogante scriteriato della rete consolare senza che gli organismi elettivi dell'emigrazione vengano debitamente e preventivamente consultati come da legge istitutiva del Consiglio generale degli italiani all'estero;
   all'assemblea ordinaria del Parlamentino dell'emigrazione del giugno 2013 nessuno osò ipotizzare una simile decisione di piena estate;
   il Ministro degli affari esteri Bonino portò il saluto al Consiglio di cui è presidente, e affrontò il tema delle istituzioni italiane nel mondo ipotizzando un complessivo riordino della presenza istituzionale repubblicana all'estero;
   riordinare, ridisegnare, rivedere, aggiornare, ammodernare, i verbi della speranza per milioni di nostri cittadini che vivono il mondo portando ovunque il loro sapere e la loro professionalità;
   tra loro gli emigrati di un sessantennio di storia dell'emigrazione italiana del dopoguerra di cui l'Italia ha perso, spesso e ignobilmente, le tracce e le migliaia di nuovi arrivati che hanno alzato lo sguardo oltre le Alpi e il Mediterraneo per costruire altrove il loro avvenire;
   più che un riordino l'interrogante rileva solo uno smantellamento perseguito negli anni senza che fosse possibile analizzare e discutere assieme provvedimenti e prospettive con i rappresentanti della collettività italiana;
   la preannunciata chiusura delle sedi consolari di Neuchatel, Sion e Wettingen, nella Confederazione Elvetica, senza alcun serio correttivo, non è che l'ultimo atto di una politica miope. Fu preceduto dallo smantellamento delle sedi di Losanna e Coira nei Grigioni, attuato dal Governo Berlusconi;
   Losanna, capitale olimpica, massimo centro economico e commerciale dell'area francofona della Confederazione arricchita dalla presenza di oltre centomila cittadini italiani, fu privata, con una decisione dell'allora Sottosegretario Mantica, della sede consolare. E il tutto fu trasferito alla sede decentrata di Ginevra fra lo sconcerto del mondo italiano e delle autorità e istituzioni locali;
   le responsabilità più complessive di una scelta sciagurata, non sono mai state chiarite; così come la chiusura di Coira, capitale dei Grigioni, perla del turismo internazionale, di interesse di tanti nostri cittadini;
   riordinare, ridisegnare è l'opposto di smantellare, è necessario riaprire le sedi di Losanna e Coira indebitamente chiuse;
   sarebbe un atto di forte impatto negli interessi della Nazione e dei suoi cittadini;
   sanerebbe i guasti di una decisione irresponsabile del passato, creerebbe il clima di fiducia indispensabile per un civile rapporto tra lo Stato e i suoi cittadini, giustificando, oltretutto, anche le dolorose e preannunciate chiusure;
   così si può affermare per Tolosa, la città europea che guarda alle stelle con tanti nostri ricercatori impegnati a realizzare il protagonismo europeo nel campo dell'aeronautica e dello spazio;
   o Mons, in quella terra belga ove l'emigrazione italiana ha vissuto l'epopea più drammatica e funesta;
   è necessario che si sospenda ogni decisione, e si riapra il confronto con i rappresentanti della collettività italiana e con i suoi eletti nel Parlamento Repubblicano;
   sarebbe il segnale di un nuovo rapporto, di un clima positivo, di una Italia, finalmente, vicina ai suoi cittadini in Europa e nel mondo –:
   se intenda riconsiderare le decisioni assunte e se intenda procedere alla riapertura delle sedi consolari secondo quanto auspicato in premessa. (4-01489)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 novembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 119
4-01489
presentata da
FARINA Gianni

  Risposta. — Come ho avuto modo di esporre più diffusamente nel corso delle mie recenti audizioni dinnanzi alle Commissioni affari esteri della Camera e del Senato, la riorganizzazione della rete diplomatico-consolare italiana non è un'opzione, ma una necessità dettata da esigenze geopolitiche, economiche e legate al processo di «spending review».
  In prima istanza, la riorganizzazione della rete è un obbligo di legge. La legge finanziaria 2007 impone al Ministero degli affari esteri di avviare la «ristrutturazione della rete diplomatica, consolare e degli istituti di cultura in considerazione del mutato contesto geopolitico, soprattutto in Europa». Successivamente, la legge n. 148 del 14 settembre 2011 sulla stabilizzazione finanziaria e lo sviluppo ha stabilito che la «riorganizzazione della rete diplomatico-consolare» rientra tra le misure essenziali per la «revisione integrale della spesa pubblica», riconducendo quindi tale esercizio nel più ampio contesto della cosiddetta «spending review». Il decreto-legge n. 95 del 2012 (la nuova legge di «spending review»), ha inoltre rafforzato l'obbligo per la Farnesina di riorganizzare la propria rete, imponendo un impegno più rapido sotto questo profilo. In tale contesto, quindi, nell'annunciare misure di riorganizzazione della rete, il Governo opera in maniera coerente a preesistenti obblighi di legge e alle decisioni sospese nel 2011.
  Le attuali esigenze geopolitiche spingono nella stessa direzione. La rete diplomatica italiana è una delle più estese al mondo ed ha effettivamente bisogno di una riorganizzazione per meglio rispondere alle sfide di oggi. Tale necessità, peraltro, è avvertita anche dai partner europei del nostro Paese, che già da diversi anni sono impegnati – anche più intensamente di noi — in analoghi processi di riorientamento delle loro risorse verso i mercati emergenti, dove gli investimenti per una politica estera per la crescita non possono più essere rinviati.
  Le proposte di riorganizzazione della rete diplomatico-consolare, elaborate dal Ministero degli affari esteri nell'autunno del 2011, furono già presentate al comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all'estero nelle sedute del 22 e 23 novembre 2011 e successivamente illustrate alle organizzazioni sindacali il 23 novembre 2011. In occasione della sua audizione programmatica innanzi alle Commissioni esteri in seduta congiunta di Camera e Senato il 7 maggio 20163, il Ministro degli affari esteri Emma Bonino ebbe modo di soffermarsi sul «riorientamento» della rete.
  In questo contesto, i tagli resi necessari dal contenimento della spesa pubblica saranno applicati con criterio: l'obiettivo è dotare il nostro Paese di uno strumento diplomatico che, a risorse vigenti, dia un contributo determinante all'essenziale politica della crescita, a cui siamo impegnati come Governo.
  Sul fronte dei servizi alle collettività italiane — questione che è già stata oggetto di un dialogo approfondito con il Parlamento e per il Ministero degli affari esteri comunque prioritaria – programmiamo l'attivazione in loco di agili strutture sostitutive (sportelli consolari, consolati onorari, missioni periodiche), che andranno modulate di caso in caso a seconda della composizione della collettività, del suo grado di integrazione e della distanza dalla sede principale. Si provvederà inoltre al potenziamento delle Sedi riceventi sia in termini di risorse umane che di tecnologia informatica, proprio per continuare a garantire i servizi alle nostre comunità. Non saranno trascurate peraltro le opportunità che potranno derivare, nel prossimo futuro, dalle sinergie con il servizio europeo per l'azione esterna e con la sua rete di delegazioni nel mondo.
Il Viceministro degli affari esteriMarta Dassù.

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