ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01468

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 59 del 24/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: CARRA MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 26/07/2013
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 26/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 26/07/2013
Stato iter:
04/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/02/2014
PATRONI GRIFFI FILIPPO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/02/2014

CONCLUSO IL 04/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01468
presentato da
CARRA Marco
testo di
Mercoledì 24 luglio 2013, seduta n. 59

   CARRA, GRASSI e BORGHI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il 29 giugno 2013 l'agenzia di stampa Ansa ha pubblicato una inchiesta condotta in collaborazione con il sito www.vuotoaperdere.org nella quale si dà conto di alcune novità legate al caso Moro;
   in particolare, una testimonianza molto importante di Vitantonio Raso, il giovane antisabotatore che arrivò per primo in via Caetani, consente di rivedere gli orari dei fatti accaduti la mattina del 9 maggio, prima della telefonata delle Brigate rosse, giunta alla 12.13 a casa del collaboratore del presidente della DC, Nicola Tritto, con la quale Valerio Morucci avvertiva che il cadavere di Aldo Moro era stato lasciato all'interno dell'auto parcheggiata in quella via situata nel centro storico della capitale;
   Vitantonio Raso rivela oggi che la sua opera fu richiesta ben prima dell'ora di quella telefonata, divenuta poi tristemente famosa, e cioè alle ore 11 di quella mattina, e che lui arrivò davanti alla R4 amaranto in via Caetani poco dopo quell'ora;
   in un suo recente libro («La bomba umana») Raso aveva lasciato indeterminata la questione degli orari che ora, tuttavia, chiarisce dopo 35 anni con il giornalista Paolo Cucchiarelli e lo scrittore Manlio Castronuovo, spiegando anche che l'allora Ministro dell'interno, Francesco Cossiga, e un certo numero di alti funzionari assistettero, ben prima delle famose riprese televisive di Gbr, girate a cavallo delle 14, alla prima identificazione del corpo fatta proprio da Raso;
   l'inchiesta riferisce anche di una testimonianza dell'esponente socialista Claudio Signorile il quale si trovava nello studio del Ministro dell'interno Cossiga proprio la mattina del 9 maggio e lì arrivò una telefonata dal capo della polizia Parlato che annunciò a Cossiga l'uccisione di Aldo Moro, secondo Signorile l'episodio si verificò tra le 10 e le 11, ben prima della telefonata brigatista;
   dopo la pubblicazione dell'inchiesta, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per valutare il valore investigativo della testimonianza di Raso;
   esistono tuttora molti documenti relativi al Caso Moro non disponibili perché secretati. In particolare quattro di essi – appunto: foglio manoscritto con note informative e mappa della zona di via Caetani, 11 maggio 1978; lettera: primo distretto di polizia al questore di Roma, 11 maggio 1978; fonogramma: ispettorato generale di pubblica sicurezza presso il Quirinale al Capo di Gabinetto del Ministero dell'interno, al capo della Polizia, al prefetto e al questore di Roma, 12 maggio 1978; appunto: informativa su una telefonata anonima ricevuta dal capo della Polizia, 12 maggio 1978 – potrebbero essere utili agli inquirenti romani per lo svolgimento dell'inchiesta in corso;
   il presidente della Commissione stragi, Giovanni Pellegrino, in una famosa intervista al settimanale Panorama (13 marzo 2008), parlò dell'esistenza di 27 faldoni relativi al caso Moro custoditi presso la «Segreteria speciale del Ministero dell'interno», di 60 faldoni che, pur non riferendosi direttamente al caso Moro, potrebbero tuttavia contenere atti di interesse: 22 faldoni sono riferiti a «Brigate rosse», 9 ad attentati, risoluzioni e sequestri di carteggio nei loro covi, 22 ad «Autonomia operaia», 7 a «Unione comunisti combattenti» e «Partito comunista combattente», e di altri 24 faldoni inerenti il rapimento e l'uccisione di Moro archiviati dal Servizio segreto civile (l'allora Sisde) –:
   se non intenda contribuire alla ricostruzione della verità con una grande operazione di trasparenza provvedendo a desecretare, per quanto di competenza, tutti gli atti esistenti relativi al caso Moro.
(4-01468)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 4 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 166
4-01468
presentata da
CARRA Marco

  Risposta. — In relazione all'atto di sindacato ispettivo indicato in oggetto, concernente la desecretazione di tutti gli atti relativi al «caso Moro», si trasmette la risposta elaborata in conformità a quanto comunicato dall'ufficio del segretariato generale – segreteria speciale.
  Il dipartimento delle informazioni per la sicurezza ha rappresentato che nel 2008, il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, con direttiva dell'8 aprile, sollecitò i vertici politici delle Amministrazioni detentrici della documentazione relativa alla vicenda del rapimento e dell'uccisione del Presidente della democrazia Cristiana a «dar luogo alla declassifica degli atti classificati».
  Successivamente, l'autorità delegata per la sicurezza della Repubblica pro tempore, con una direttiva del 24 aprile 2008, ha ravvisato l'opportunità che il corpus documentario fosse integralmente custodito presso un unico istituto di conservazione, al fine di rispondere tanto alle esigenze degli studiosi, quanto a quelle dei soggetti aventi titolo all'accesso. Nel 2010, concluse le complesse operazioni di declassifica della documentazione, la suddetta autorità delegata per la sicurezza della Repubblica pro tempore ha individuato, in data 22 settembre, nell'archivio centrale dello Stato, istituzionalmente deputato alla consultazione di documenti per fini storici, il luogo ove concentrare le «carte Moro» conservate presso gli archivi degli organismi di informazione per la sicurezza e dei dicasteri interessati e ne ha sollecitato il versamento, con netto anticipo rispetto ai termini cronologici stabiliti dal codice dei beni culturali (decreto legislativo n. 42 del 2004).
  Tra il maggio e l'agosto 2011 sono stati versati – a cura dell'ufficio centrale degli archivi del DIS – in originale e integralmente all'archivio centrale dello Stato n. 57 fascicoli (1978-1995) tratti dagli archivi del DIS (cessata segreteria generale del CESIS), n. 140 fascicoli tratti dagli archivi dell'AISE (cessato SISMI) nonché gli atti relativi al sequestro Moro, contenuti in 52 «volumi», tratti dagli archivi dell'Aisi – agenzia informazioni e sicurezza interna (cessato SISDe).
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministriFilippo Patroni Griffi.

Classificazione EUROVOC:
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servizio segreto

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omicidio

terrorismo