ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01331

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 56 del 19/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: LA MARCA FRANCESCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 18/07/2013
Stato iter:
10/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/04/2015
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 10/04/2015

CONCLUSO IL 10/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01331
presentato da
LA MARCA Francesca
testo di
Venerdì 19 luglio 2013, seduta n. 56

   LA MARCA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   sono decine di migliaia le persone che ogni anno si recano per ragioni di turismo, lavoro o studio dall'Italia al Canada e viceversa ed in molti casi acquisiscono la residenza del nuovo Paese;
   tra gli Stati con i quali l'Italia ha concluso accordi di reciprocità in materia di conversione di patenti di guida non è compreso il Canada, Paese dove risiedono oltre un milione di persone di origine italiana i quali spesso rientrano in Italia anche per lunghi periodi di tempo;
   per conversione della patente si intende il rilascio, senza l'obbligo del superamento di esami teorici e pratici, di una patente dello Stato di nuova residenza corrispondente a quella di origine;
   in Canada attualmente possono tuttavia convertire la patente italiana in patente canadese solo i cittadini facenti parte del personale diplomatico e consolare italiano che si trasferiscono per motivi di servizio in quel Paese;
   purtroppo alla quasi totalità dei cittadini italiani che si recano in Canada e dei cittadini canadesi che si recano in Italia, e che per motivi di studio o di lavoro acquisiscono la nuova residenza, non viene riconosciuta né convertita la patente di guida italiana;
   con la patente italiana si può, di norma, guidare in Canada per tre mesi, successivamente a tale periodo è necessario munirsi di patente canadese a seguito di esame;
   in Italia invece per i titolari di una patente di guida non comunitaria è possibile guidare veicoli cui la patente abilita fino ad un anno dall'acquisizione della residenza; dopo un anno è necessario, per poter condurre veicoli sul territorio italiano, convertire la patente. Ciò è possibile ovviamente se lo Stato che ha rilasciato l'abilitazione alla guida ha sottoscritto accordi di reciprocità con l'Italia (non è il caso del Canada);
   sembra quindi ovvio che un accordo di reciprocità tra Italia e Canada per la conversione delle patenti di guida renderebbe molto più semplice la possibilità di guidare nello Stato dove si è acquisita la nuova residenza;
   la materia del rilascio delle patenti di guida in Canada non è prevista tra le competenze del Governo federale ma ciascuna delle province canadesi vi provvede secondo una normativa ad hoc approvata dai rispettivi Parlamenti;
   il Governo italiano, tramite l'ambasciata d'Italia in Canada, all'inizio degli anni 2000 aveva avviato un primo tentativo di negoziato con alcune province canadesi che avrebbe dovuto portare alla firma di un'intesa amministrativa tra il nostro Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e tali province per il riconoscimento reciproco delle patenti di guida;
   nel 2006 le autorità competenti canadesi avevano predisposto e inviato al Governo italiano una proposta di accordo quadro a livello federale che prevedeva la successiva stipula di protocolli tecnici attuativi a livello delle varie province canadesi e si era successivamente avviato a Roma un negoziato specifico tra esperti dei due Paesi per definire un testo comune la cui ultima versione è stata sottoposta nel luglio del 2011 ai negoziatori canadesi da parte della nostra ambasciata a Ottawa;
   da allora, nonostante i tentativi compiuti nella scorsa legislatura da parlamentari eletti nella Ripartizione America centrale e settentrionale con numerose iniziative politiche e legislative, e voci non confermate di un prossimo accordo, le trattative sembrano essersi arenate –:
   quali misure il Ministro interrogato intenda intraprendere per verificare lo stato dei negoziati e per eventualmente accelerarne l’iter, anche alla luce delle persistenti aspettative dei cittadini italiani e canadesi che si spostano da un Paese all'altro e che da anni attendono la stipula di un necessario accordo tra i due Paesi, e tra l'Italia e le province canadesi interessate, per la conversione delle patenti di guida. (4-01331)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 10 aprile 2015
nell'allegato B della seduta n. 406
4-01331
presentata da
LA MARCA Francesca

  Risposta. — In risposta al quesito posto dall'interrogante circa la definizione di un accordo in materia di conversione di patenti di guida tra l'Italia e il Canada, si ritiene di dover premettere che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha intrapreso da tempo tutte le azioni necessarie per un esito positivo del negoziato che, come è noto, presenta notevoli difficoltà dato l'ordinamento federale del Canada, suddiviso in province e territori.
  Infatti, l’
iter procedurale ha avuto inizio dal 2001, quando si pensava di realizzare un'intesa con le singole province canadesi (in particolare con il Quebec), in ossequio alle indicazioni fornite all'epoca sia dal Ministero degli affari esteri, che dal Governo centrale canadese.
  Tuttavia, nel 2003 il Dipartimento degli affari esteri canadese comunicava di voler realizzare un accordo quadro fra i governi centrali, per poi dare vita a delle intese fra le province e l'allora Ministero dei trasporti italiano.
  Successivamente, di concerto con il Ministero degli affari esteri, veniva valutata la possibilità di adottare un atto unilaterale amministrativo, sia da parte del Ministero dei trasporti italiano che da parte della singola provincia canadese interessata, per attuare la conversione reciproca delle patenti di guida.
  Alla fine del 2006, su richiesta delle autorità canadesi, le quali riproponevano l'utilizzo dello strumento dell'accordo quadro fra governi, veniva trasmesso un testo all'attenzione del governo centrale canadese.
  Dopo lunghi tempi di attesa per ricevere il riscontro da parte delle autorità estere, la procedura aveva un nuovo impulso su iniziativa del Ministero degli affari esteri che promuoveva un incontro, tenutosi in data 6 marzo 2012, fra i rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e due funzionari dell'ambasciata del Canada in Italia, con scambio di informazioni.
  Veniva, quindi, nuovamente proposto alle autorità canadesi un testo per concludere un accordo quadro fra i governi centrali.
  La controparte canadese presentava successivamente una bozza diversa da quella concordata e, nonostante la presenza di alcuni punti non pienamente condivisibili, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti esprimeva l'assenso, proprio nell'intento di porre fine alla lunga fase di confronto e di passare alla definizione del citato accordo quadro.
  Purtuttavia, nel dicembre del 2013 la parte canadese proponeva nuovamente una serie di modifiche al testo che lei stessa aveva suggerito nel 2012. Dopo un'intensa attività di contatti e scambio di comunicazioni, anche per il tramite del Ministero degli affari esteri, veniva individuato il testo finale, con l'impegno del predetto Ministero di acquisire il definitivo assenso formale da parte delle autorità canadesi.
  Ad ottobre 2014, l'ambasciata d'Italia a Ottawa comunicava di aver avuto un incontro con il direttore generale del Ministero degli esteri canadese competente per l'Europa, al quale è stato ribadito l'estremo interesse da parte italiana a concludere l'accordo in questione. In tale circostanza, però, la parte canadese ha nuovamente suggerito di apportare delle modifiche al testo, poiché la provincia del Quebec non condivide la previsione secondo cui dopo la conversione la patente estera va ritirata e restituita alle Autorità di rilascio.
  Al riguardo, i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti hanno rappresentato, con nota del 5 novembre 2014, che non è possibile concludere un accordo che non contempli il ritiro e la restituzione della patente estera convertita, poiché sarebbe contrario alle vigenti norme sia italiane che comunitarie.
  Da parte dello scrivente Dicastero si assicura, per il futuro come fino ad ora, la massima attenzione per la procedura in corso.

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasportiMaurizio Lupi.
(Risposta del Governo del 4 marzo 2015)

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