ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01177

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 48 del 08/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 08/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/07/2013
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/07/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/07/2013
Stato iter:
22/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/06/2016

CONCLUSO IL 22/06/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01177
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Lunedì 8 luglio 2013, seduta n. 48

   PRODANI e RIZZETTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per gli affari europei . — Per sapere – premesso che:
   la Repubblica di Slovenia e la Repubblica di Croazia sono comproprietarie della centrale nucleare di Krško distante circa 130 chilometri dal territorio italiano;
   l'ubicazione di questo impianto pone il nostro territorio «sottovento» perché in quelle zone nasce la bora che dal mare raggiunge la pianura del Friuli Venezia Giulia, ricca di allevamenti, coltivazioni e pregiati vigneti DOC e DOCG;
   da anni gli ambientalisti locali denunciano il pericolo costituito da questo vecchio impianto da 690 megawatt, costruito in una zona sismica certificata, che in più occasioni è stato al centro di sospette fuoriuscite di materiale radioattivo come quella registrata nel 2008;
   la Repubblica di Slovenia intende, come previsto dal piano energetico del 2011, costruire nella stessa zona una nuova centrale da 1.600 megawatt (Krško 2);
   la società Gen Energija incaricata dei lavori e della gestione del nuovo impianto, ha commissionato uno studio all'Istituto francese sulla sicurezza nucleare (IRSN) sul rischio sismico e sull'eventuale fattibilità dell'impianto, finora mai pubblicato;
   secondo alcune fonti, l'indagine dell'IRSN era giunta a conclusioni negative per l'elevata sismicità dell'area, bocciando la costruzione del reattore Krško 2;
   il 22 maggio 2013 il Ministero sloveno delle infrastrutture, dopo numerose sollecitazioni delle associazioni ambientaliste WWF e Legambiente, oltre alla pressione internazionale rappresentata dalla presentazione alla Camera dell'interrogazione n. 4-00417 dell'interrogante, ha pubblicato online i risultati dello studio;
   WWF e Legambiente hanno segnalato la documentazione all'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica, al servizio geologico e alla protezione civile della Regione Friuli Venezia Giulia, chiedendone un'analisi da divulgare poi al pubblico –:
   se il Governo intenda verificare, insieme agli enti competenti, lo studio francese sul rischio sismico e sulla fattibilità dell'impianto di Krško 2, al fine di attivarsi per ottenere risposte certe ed immediate da parte dei Governi sloveno e croato in merito allo status della centrale esistente e all'eventuale realizzazione del nuovo impianto. (4-01177)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 giugno 2016
nell'allegato B della seduta n. 640
4-01177
presentata da
PRODANI Aris

  Risposta. — Con riferimento alle interrogazioni in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché dagli altri soggetti preposti, si rappresenta quanto segue.
  La centrale di Krško è uno degli impianti nucleari, tra quelli in esercizio nei Paesi oltre confine, presi a riferimento dal piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche che ha lo scopo di proteggere la popolazione, in particolare delle regioni del centro-nord dell'Italia, maggiormente esposta al rischio di un eventuale incidente.
  Il Ministero degli affari esteri, appositamente interpellato, ha evidenziato che per quanto concerne il livello di sicurezza della centrale di Krško valgono le attività di monitoraggio e consultazione condotte con la Slovenia, sia in ambito Euratom che nel corso delle principali iniziative multilaterali di cui fanno parte sia l'Italia che la stessa Slovenia.
  Il riferimento, in particolare, è alla convenzione internazionale del 1991 sulla valutazione di impatto ambientale in un contesto transfrontaliere (ESPOO), che prevede in capo agli Stati membri l'obbligo di notifica e consultazione con le altre Parti aderenti all'accordo stesso, nonché alle convenzioni in materia di sicurezza nucleare concluse nell'ambito dell'agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA).
  Ed è proprio quest'ultima che, su espressa richiesta di Lubiana, ha provveduto ad inoltrare ai governi d'Italia, Austria, Croazia e Ungheria le informazioni ricevute da parte slovena in merito agli incidenti avvenuti alla centrale di Krško negli ultimi anni.
  Ad ulteriore chiarimento della situazione, lo stesso Ministero degli affari esteri ha evidenziato che il 4 ottobre 2012 sono stati condotti alcuni stress test dalla Commissione europea su 145 centrali nucleari in 15 Stati membri dell'Unione Europea. In particolare per la centrale nucleare di Krško sono state formulate tre raccomandazioni: la prima fa riferimento alla necessità di prendere in considerazione gli esiti dell'ultima valutazione del rischio sismico – che evidenzia minori margini di sicurezza – in vista dei futuri interventi già programmati, volti ad elevare gli standard di sicurezza.
  Secondo l'Agenzia slovena per la sicurezza nucleare, gli stress test confermano che la centrale di Krško è tra le più sicure d'Europa e che le misure adottate sono già adeguate per fronteggiare la maggior parte dei possibili disastri naturali, ivi inclusi quelli più improbabili.
  Infatti, al fine di rafforzare il livello di sicurezza, la centrale di Krško sta sviluppando il «Post fukushima national action plan», approvato nel dicembre 2012. Tale Piano ha previsto la realizzazione di interventi per 200 milioni di euro per incrementare il livello di sicurezza in caso di terremoti, alluvioni e altri eventi straordinari, quali, ad esempio, incidenti aerei. La centrale nucleare è stata inoltre dotata di un nuovo generatore elettrico diesel capace di alimentare il reattore per una settimana in caso di assenza di alimentazione elettrica di rete.
  Più in particolare, si evidenzia che la proposta del programma energetico nazionale della Repubblica di Slovenia (2010 – 2030) della fine del 2011 prevedeva il prolungamento della vita utile dell'attuale centrale nucleare di Krško fino al 2043 e la costruzione nello stesso sito, entro il 2022, di un secondo reattore di «terza generazione» il cosiddetto Krško 2, con una potenza di 1.000/1.600 MW.
  In esito alla attivazione della procedura di consultazione transfrontaliera sulla Valutazione ambientale strategica (VAS) del predetto programma energetico nazionale della Slovenia, la competente struttura di questo dicastero già il 14 marzo 2012 aveva trasmesso alla autorità slovena, ai sensi dell'articolo 7 della direttiva 2001/42/ Comunità Europea, le proprie osservazioni sul rapporto ambientale, sui sottoprogrammi del programma, nonché sulle valutazioni dei relativi impatti.
  Per quanto attiene la problematica relativa alla centrale nucleare di Krško, descritta nel sottoprogramma 7 – produzione di energia elettrica e sottoprogramma 8 – trasmissione dell'energia elettrica (concernenti: prolungamento fino al 2043 dell'attività della centrale nucleare di Krsko, costruzione di una nuova centrale nucleare di terza generazione nella stessa località di 1.000/1.6000 MW, realizzazione di uno stoccaggio permanente delle scorie a bassa e media radioattività a Vrbina nel comune di Krško) questo Ministero esprimeva determinate considerazioni e osservazioni.
  In particolare, si riferiva che il piano e il rapporto ambientale sottoposti a valutazione non fornivano informazioni su caratteristiche tecniche delle centrali e dei depositi e sul rischio sismico, argomento questo, oggi, quanto mai delicato anche alla luce delle risultanze dello studio sull'argomento svolto dall'istituto francese sulla sicurezza nucleare (Irsn).
  Per poter completare l'analisi degli impatti ambientali transfrontalieri e formulare osservazioni più puntuali, era stato chiesto alla autorità slovena di completare l'analisi degli impatti ambientali come sopra indicato e in conformità a quanto richiesto dall'allegato 1 e alla già richiamata direttiva 2001 /42/ Comunità Europea.
  A seguito di ripetute richieste volte a conoscere gli esiti delle osservazioni formulate da questo dicastero, il ministero dell'ambiente della Repubblica di Slovenia in data 19 giugno 2013 ha fatto conoscere che, sino ad allora, nessuna decisione era stata adottata in merito al programma energetico nazionale e che le considerazioni e le osservazioni formulate dallo Stato Italiano sarebbero state debitamente valutate nell'ambito di adozione di qualsiasi provvedimento concernente la questione in esame.
  Per quanto attiene alla realizzazione del secondo reattore (cosiddetto Krško 2), per un conto stimato di 5 miliardi di euro, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sottolinea che la decisione in tal senso non è stata ancora presa dal pertinente Governo sloveno.
  L'autorità slovena ha infatti informato che il piano di costruzione della seconda unità di Krško è allo stato sospeso, in attesa di decisioni politiche in merito. Al momento non è possibile stabilire la tempistica delle decisioni che risentono, fra l'altro, dell'attuale grave crisi economica.
  Come sopra descritto, la proposta del programma energetico nazionale della Repubblica di Slovenia (2010-2030) della fine del 2011 prevedeva il prolungamento della vita utile dell'attuale centrale nucleare di Krško fino al 2043 e la costruzione nello stesso sito, entro il 2022, di un secondo reattore di «terza generazione», il cosiddetto, Krško 2, con una potenza di 1.000/1.600 MW. Pertanto, Fattuale Governo sloveno dovrà valutare se confermare la proposta di programma di cui sopra o se, in alternativa, presentarne uno nuovo, determinando, con riferimento al settore nucleare, il numero di anni residui per la gestione dell'attuale centrale di Krško e la decisione in merito all'eventuale costruzione di un nuovo reattore.
  Proprio al fine di monitorare al meglio l'evoluzione della vicenda, è stata intensificata l'attività di cooperazione sui temi della sicurezza nucleare previste dall'accordo bilaterale in atto tra l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), autorità nazionale di regolamentazione competente in materia, e la slovenian nuclear safety administration, (Snsa), analoga organizzazione slovena.
  Nell'ambito dell'attività di cooperazione, nei giorni 26 e 27 novembre 2014 l'Ispra ha partecipato all'esercitazione di emergenza nucleare che la Slovenia ha condotto simulando un incidente alla centrale di Krško.
  In tale ambito, l'esercitazione ha rappresentato una importante opportunità di verifica dei sistemi e delle procedure previste dall'accordo per il pronto allarme in caso di un evento incidentale a carico della centrale slovena.
  Alla esercitazione, che ha visto la partecipazione anche di una rappresentanza della Croazia, del incident and emergency centre dell'Iaea (Agenzia internazionale per l'energia atomica) di Vienna, nonché la presenza di osservatori della nuclear regulatory commission (NRC) degli Stati Uniti, l'Ispra ha partecipato attivando il proprio centro emergenze nucleari.
  Nel corso dell'evento sismico verificatosi il 1o novembre 2015 in Slovenia, che ha interessato la centrale di Krško, l'Ispra, in qualità di autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e radioprotezione, ha monitorato sin dalle prime ore la situazione, in collaborazione con l'Arpa FVG. In particolare, l'istituto ha contattato la Slovenian nuclear safety administration, (Snsa), Autorità di sicurezza nucleare slovena. La stessa autorità slovena ha confermato un evento sismico verificatosi alle ore 8:22 nelle vicinanze della centrale, con una magnitudo 4.2 della scala richter. La scossa non ha determinato l'arresto automatico dell'impianto. Sono state comunque avviate dall'esercente le procedure di allerta previste in tali casi, le quali sono tuttavia rimaste in atto soltanto per 30 minuti. Non essendo stata rilevata alcuna anomalia, la centrale ha continuato ad operare regolarmente.
  L'Ispra, come previsto dalle procedure nel caso di particolari situazioni che possano interessare impianti nucleari oltre confine, ha mantenuto informato della situazione il dipartimento della protezione civile. Analogamente, è stato tenuto informato il Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del mare.
  Si segnala, da ultimo, che la direzione generale per le valutazioni e autorizzazioni ambientali ha provveduto nuovamente a richiedere alla Repubblica di Slovenia aggiornamenti in merito all'adozione ed attuazione del programma energetico nazionale che prevede, al sottoprogramma 7, l'estensione da 40 a 60 anni dell'attività delle centrale nucleare di KršKo, lo stoccaggio permanente delle scorie a bassa e media radioattività a Vrbinia nel comune di Krško e una nuova centrale da 1000 a 1600 Mw. Sul punto non appena acquisiti altri elementi verranno fornite ulteriori informazioni.
  Quanto riferito, testimonia che la problematica rappresentata dagli interroganti è tenuta in debita considerazione da parte di questo Ministero, il quale ha provveduto, e provvederà per il futuro, alle valutazioni di competenza previste dai vigenti accordi internazionali e comunitari con il massimo grado di attenzione, tenuto conto dei possibili rischi nei confronti delle popolazioni e del territorio derivanti dalla complessa gestione di una centrale nucleare.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero continuerà a tenersi informato anche al fine di un'eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Croazia

Slovenia

protezione dell'ambiente

sicurezza nucleare

incidente nucleare

sisma

centrale nucleare