ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01110

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 44 del 02/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 02/07/2013
MANFREDI MASSIMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 02/07/2013
Stato iter:
11/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/03/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 03/07/2013

SOLLECITO IL 06/08/2013

SOLLECITO IL 02/09/2013

SOLLECITO IL 02/10/2013

SOLLECITO IL 18/11/2013

SOLLECITO IL 10/12/2013

SOLLECITO IL 23/12/2013

SOLLECITO IL 08/01/2014

SOLLECITO IL 05/02/2014

SOLLECITO IL 24/03/2014

SOLLECITO IL 05/05/2014

SOLLECITO IL 05/06/2014

SOLLECITO IL 02/07/2014

SOLLECITO IL 01/08/2014

SOLLECITO IL 01/09/2014

SOLLECITO IL 03/10/2014

SOLLECITO IL 05/11/2014

SOLLECITO IL 05/12/2014

SOLLECITO IL 08/01/2015

SOLLECITO IL 02/02/2015

SOLLECITO IL 05/03/2015

SOLLECITO IL 01/04/2015

SOLLECITO IL 05/05/2015

SOLLECITO IL 11/06/2015

SOLLECITO IL 09/07/2015

SOLLECITO IL 03/08/2015

SOLLECITO IL 07/09/2015

SOLLECITO IL 01/10/2015

SOLLECITO IL 02/11/2015

SOLLECITO IL 01/12/2015

SOLLECITO IL 11/01/2016

SOLLECITO IL 03/03/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/03/2016

CONCLUSO IL 11/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01110
presentato da
REALACCI Ermete
testo presentato
Martedì 2 luglio 2013
modificato
Mercoledì 3 luglio 2013, seduta n. 45

   REALACCI, PALMA, MANFREDI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato sul quotidiano Avvenire a firma di Antonio Maria Mira, il 30 giugno 2013, tra il disinteresse dell'opinione pubblica, nell'esteso comune di Giugliano (Napoli) un incendio, sicuramente doloso, è scoppiato all'intero della discarica Novambiente, già sequestrata nel 2009 all'imprenditore Gaetano Vassallo, uno dei «re» delle ecomafie, oggi collaboratore di giustizia;
per ore nella predetta area, interessata da decine di discariche abusive e/o non a norma di legge, si è alzata una nera e densa colonna di fumo tossico che poi, spinta dal vento di mare, si è sparsa su tutti i comuni vicini e sui campi coltivati, pescheti e fragole attorno alla discarica. Solo l'intervento di ben quattro squadre dei vigili del fuoco, molto preparati per questo tipo di incendi, ha evitato un dramma ancora maggiore, bloccando le fiamme prima che raggiungessero l'impianto di captazione di biogas della Gesem, evitando così uno scoppio di gas le cui conseguenze avrebbero potuto essere catastrofiche;
a bruciare, come risulta sempre dal reportage pubblicato sull’Avvenire, sono stati la copertura in teloni di plastica pesante e i tubi di captazione del percolato, anch'essi in plastica. Ecco il motivo del fumo nero e tossico, sicuramente carico di diossine;
i teloni in questione servono soprattutto per evitare che la pioggia penetri tra i rifiuti, miscelandosi coi metalli pesanti e gli altri inquinanti, accelerando la fermentazione e facendo così penetrare il percolato velenoso nella falda acquifera sottostante. Anche perché lo stesso «pentito» Vassallo ha ammesso di non aver fatto l'obbligatoria impermeabilizzazione al di sotto della discarica. Le precipitazioni piovose delle ultime ore, con piogge torrenziali che nella serata di venerdì 28 giugno hanno inondato la discarica ormai senza protezione, hanno aggravato una situazione già molto critica, come confermato dal Raffaele Del Giudice, presidente di ASIA S.p.A., azienda del comune di Napoli per i rifiuti;
pur trattandosi di una delle aree più inquinate d'Italia, già dichiarata sito di interesse nazionale dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, interessata, anche in passato, da numerosissimi incendi di matrice dolosa e da siti sotto sequestro da parte della magistratura, non risultano nelle zone colpite impianti antincendio, nemmeno bocchette per l'acqua a disposizione dei vigili del fuoco, impianti di videosorveglianza o recinzioni;
a questo paesaggio apocalittico va poi aggiunto che a brevissima distanza dal sito incendiato da mano quasi certamente criminale, oltre ad un campo rom, si trova un altro simbolo del disastro ambientale campano, l'estesissimo sito di Taverna del Re, cinque milioni di eco-balle, dal peso di una tonnellata ciascuna, impilate in piramidi che cominciano a dare segni di cedimento. Si tratta di materiale altamente infiammabile. Anche qui la sorveglianza e la prevenzione sono inesistenti –:
quali iniziative urgenti intendano mettere in campo i Ministri interrogati per mettere in sicurezza dai roghi il predetto sito «SIN» di Giugliano in Campania e tutta la tristemente nota «terra dei fuochi»;
se non ritengano utile istituire, da subito, un presidio di sorveglianza di pubblica sicurezza ad hoc per le discariche sotto sequestro e non, al fine di prevenire l'aggravarsi della situazione ambientale e di salute pubblica dell'area a nord di Napoli;
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare disponga di elementi dettagliati sullo stato degli interventi di bonifica ambientale in tutta la Campania, anche nell'ottica di un superamento del regime emergenziale di gestione dei rifiuti nella regione, come da impegno del Governo di fronte al Parlamento assunto con l'ordine del giorno 9/01197/019. (4-01110)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 11 marzo 2016
nell'allegato B della seduta n. 588
4-01110
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base delle informazioni acquisite anche presso gli enti territoriali competenti, si rappresenta quanto segue.
  Si fa presente, in via preliminare, che il problema dei roghi nella cosiddetta «terra dei fuochi» è stato oggetto dell'attenzione del Governo fin dall'emanazione del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, convertito, con modificazioni dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6. Con tale provvedimento sono state introdotte norme specifiche volte ad affrontare le criticità ambientali, agricole, socio-economiche e sanitarie legate all'illecito smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, con specifiche disposizioni riguardanti lo smaltimento illegale di rifiuti mediante combustione e, al contempo, è stato individuato l'incaricato del Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania e delle problematiche connesse.
  Inoltre, in via di ordine generale, tra le iniziative messe in campo anche in attuazione del «patto per la terra dei fuochi» si segnalano le seguenti:
   protocolli di cooperazione con la regione, le prefetture, gli enti locali per la promozione e il raccordo di iniziative di prevenzione delle condotte illecite e di riqualificazione e telesorveglianza dei siti comunali oggetto di abbandono e rogo di rifiuti;
   collaborazione con le associazioni ambientaliste e civiche (rete degli osservatori civici in attuazione del programma europa per i cittadini);
   controlli in materia ambientale con le forze dell'ordine, le polizie municipali, i vigili del fuoco e le forze armate;
   collaborazione con le procure della Repubblica di Napoli, Nola, Aversa e Santa Maria Capua Vetere, con l'obiettivo di rendere maggiormente efficace l'azione repressiva e più incisiva l'applicazione della fattispecie incriminatrice dell'incendio doloso di rifiuti, introdotta dall'articolo 3 del decreto-legge n. 136 del 2013;
   pubblicazione e gestione dei dati e delle informazioni provenienti da comuni, forze dell'ordine, militari, vigili del fuoco e cittadini, al fine di misurare – attraverso un meccanismo di aggiornamento costante – il fenomeno e l'efficacia della risposta, nell'ottica di una banca dati aperta all'accesso (
open data), anche dall'esterno, come il portale Prometeo;
   formazione delle polizie municipali e dei responsabili dei competenti uffici in materia ambientale con i comuni, la regione e altre istituzioni e organismi centrali, regionali e locali, d'intesa con l'Associazione nazionale comunisti italiani e regione Campania;
   elaborazione di linee-guida per gli interventi di rimozione in sicurezza dei rifiuti abbandonati e bruciati, d'intesa con l'Agenzia nazionale per la protezione ambientale;
   studio della possibilità di introduzione di disposizioni che consentono ai comuni di accedere a mutui ventennali a tasso agevolato della Cassa depositi e prestiti per progetti e attività di recupero del territorio degradato (da concordare con il Ministero dell'economia e delle finanze);
   avvio di procedure di mobilità per dipendenti delle province (da concordare con la Presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento della funzione pubblica).

  I risultati di tale attività, già illustrati dall'incaricato di Governo anche nel corso dell'audizione del 21 ottobre 2015 presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, hanno messo in evidenza che, a partire dal 2013, grazie al potenziamento delle attività di contrasto e prevenzione, gli interventi dei vigili del fuoco hanno registrato una notevole diminuzione. In particolare, è da segnalare come nei primi otto mesi del 2015, dunque da gennaio ad agosto, nella provincia di Caserta gli incendi si siano ridotti di un terzo: 353 nel 2015, contro i 1.089 del 2012. Guardando i dati relativi al solo mese di agosto, noto per essere il periodo in cui si registra il picco del fenomeno, si nota come nella provincia di Caserta si è passati da 201 interventi nel 2012, a 100 nel 2014, e 41 nel 2015. Per quanto concerne la provincia di Napoli, invece, sono stati registrati 248 interventi nel solo mese di agosto 2012, a fronte dei 197 del 2014 e 124 del 2015, dunque, esattamente la metà rispetto al 2012.
  In questa direzione, al fine di rafforzare le misure di vigilanza sul territorio in questione, si collocano le attività svolte dal comitato interministeriale istituito con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 settembre 2014, istituito ai sensi del citato articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 136 del 2010. Si segnala, altresì, che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 dicembre 2015, ai sensi dell'articolo 2, comma 2 del medesimo decreto legge, è stata istituita un'apposita Commissione con il compito di «individuare o potenziare azioni e interventi di monitoraggio e tutela nei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi della Regione Campania», diventando così l'organo tecnico-operativo del comitato interministeriale.
  Si segnalano, tra le diverse criticità riscontrate nell'area, quelle relative al ritiro degli pneumatici fuori uso (PFU) abbandonati sul territorio. A tal fine, si fa presente che è stato firmato uno specifico protocollo d'intesa, sulla cui attuazione sovrintende un comitato di vigilanza presieduto e coordinato da questo Ministero, di cui fanno parte i comuni delle province di Napoli e Caserta, le relative prefetture, il consorzio di gestione dei PFU «Ecopneus», l'incaricato del Ministro dell'interno ed il Ministero dell'ambiente stesso; complessivamente, per l'attività di gestione degli pneumatici fuori uso abbandonati ed altre complementari come quelle informative della cittadinanza, il protocollo mette a disposizione circa 4 milioni di euro. Ai sensi del predetto protocollo, i comuni della «terra dei fuochi» raccolgono gli pneumatici abbandonati sul loro territorio e li conferiscono alle isole ecologiche, dalle quali «Ecopneus», con fondi del protocollo, li preleva per gestirli secondo le tecniche usuali. Alla data del 31 dicembre 2015 sono state raccolte circa 817,88 tonnellate di PFU abbandonati per una spesa complessiva finalizzata alla corretta gestione degli stessi per un importo pari a circa 191.050,36 euro.
  Sempre nell'ambito della complessiva operazione di gestione di pneumatici fuori uso è in progetto, previo consenso della magistratura, data la loro attuale condizione di sequestro, lo svuotamento dei siti di Napoli – via Gianturco – e di Marcianise dove sono stoccate rispettivamente circa 6.000 e oltre 10.000 tonnellate di pneumatici fuori uso.
  Altresì, con fondi extra-protocollo, sono state rimosse dalla discarica di Scisciano (NA) circa 8.000 tonnellate di pneumatici.
  Parallelamente alla citata attività di prelievo degli PFU dal territorio, è stata promossa e messa in atto un'attività di sensibilizzazione della popolazione con l'intento di dare impulso alle corrette pratiche di gestione degli PFU, anche da parte di ogni singolo cittadino; concretamente è stata avviata una campagna informativa anche attraverso la diffusione di volantini ed opuscoli, sono stati inoltre realizzati filmati veicolati tramite le televisioni locali, nonché promosse manifestazioni pubbliche con il coinvolgimento della cittadinanza e, specialmente, delle scuole. Altresì, i comuni possono chiedere forniture gratis del cosiddetto polverino al fine della realizzazione di strade, piste ciclabili ed arredo urbano vario.
  Con riferimento alla necessità di istituire un presidio di sorveglianza di pubblica sicurezza
ad hoc per le discariche sotto sequestro e non, si fa presente che il sistema di controllo e vigilanza previsto dal richiamato decreto-legge n. 136 del 10 dicembre 2013 prevede misure e interventi anche per l'area interessata dalla presenza di discariche sotto sequestro. In ogni caso, il comitato interministeriale e la commissione per l'individuazione e il potenziamento delle azioni e degli interventi di monitoraggio per la tutela dei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi della regione Campania individueranno gli interventi idonei a rafforzare ed integrare, ove necessario, le misure attuali.
  Inoltre, si segnala che per l'attuazione di quanto previsto dal «Patto per la Terra dei Fuochi» di cui alla delibera di giunta regionale n. 169 del 2013, la regione Campania ha programmato di destinare un importo di euro 7.000.000,00, a valere sui Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC) 2007/2013 di cui alla legge n. 1 del 2011, a progetti di investimento per attività di controllo e tutela ambientale presentati dagli enti firmatari del patto, tra cui il comune di Giugliano in Campania.
  Con decreto dirigenziale n. 6 del 30 settembre 2013, l'amministrazione regionale ha emanato l'avviso pubblico per l'assegnazione di finanziamenti ai comuni delle province di Napoli e Caserta per attività di controllo e tutela ambientale atte a contrastare il fenomeno dei roghi.
  Tale bando ha previsto la finanziabilità di due possibili linee di intervento:
a) acquisizione, implementazione/potenziamento e gestione di dispositivi per la videosorveglianza di siti; b) riqualificazione di aree precedentemente interessate da abbandoni e/o roghi di rifiuti già ripulite, finalizzata a prevenire ulteriori fenomeni di abbandono.
  La maggior parte dei siti individuati dai comuni per gli interventi risultano già segnalati alla prefettura e censiti nell'ambito della banca dati Prometeo implementata dall'incaricato del Ministro degli interni per il monitoraggio del fenomeno dei roghi.
  In esito alla verifica di regolarità dei lavori istruttori con decreto dirigenziale 1 del 13 maggio 2014, è stata definita la graduatoria finale delle istanze ammissibili (n. 34) e non ammissibili (n. 5), subordinando l'ammissione al finanziamento alla stipula e all'approvazione di un apposito Accordo di programma quadro, in corso di definizione, tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e l'Agenzia per la coesione territoriale e la regione Campania.
  In particolare l'associazione di comuni quali Giugliano in Campania (NA), Melito di Napoli (NA), Parete (NA) e Villaricca (NA), con soggetto capofila il comune di Giugliano in Campania, risulta beneficiario di un importo di euro 1.000.000,00 per il «Video controllo del territorio e della tutela ambientale nell'ambito delle iniziative previste dal “patto terra dei fuochi”». In particolare nel comune di Giugliano in Campania sono previsti n. 24 siti da monitorare nonché la riqualificazione di un'area di 1500 mq, adiacente la scuola di Giugliano, attraverso operazioni di pulizia, piantumazione alberi e manto erboso, perimetrazione a verde, recinzione, ecc. Tale intervento rientra tra quelli non immediatamente cantierabili. La regione, in ordine agli stessi, garantisce contestualmente la sostenibilità finanziaria per un ammontare sufficiente a garantirne la completa realizzazione, nonché la sostenibilità gestionale dell'intervento, relativamente alla capacità del soggetto preposto a garantirne la piena e corretta utilizzazione, una volta ultimati.
  Con riferimento allo stato degli interventi di bonifica ambientale nella regione Campania, si forniscono elementi informativi circa l'area vasta di Giugliano e Laghetti di Castelvolturno, i siti di interesse Nazionale (SIN) di Bagnoli Coroglio e Napoli Orientale e le aree oggetto di interventi di compensazione ambientale. A tale proposito, si richiamano di seguito alcuni elementi già forniti nel corso della mia audizione del 26 gennaio 2015 tenuta presso la commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, oltre che sui Siti di bonifica di Interesse nazionale (SIN), è impegnato nell'attuazione di interventi di messa in sicurezza e bonifica in territori della regione Campania, nell'ambito dell'accordo di «Programma strategico per le compensazioni ambientali nella Regione Campania», del 18 luglio 2008 e atto modificativo dell'8 aprile 2009, del valore complessivo di euro 282.000.000,00, cofinanziato dal Ministero dell'ambiente per un importo pari a euro 141.000.000,00 e dalla regione Campania (euro 141.000.000,00).
  L'accordo è finalizzato alla realizzazione di interventi a titolo di compensazione ambientale in quei comuni campani (in totale sono 39) che sono stati coinvolti dalla realizzazione o dall'esercizio degli impianti a vario titolo destinati alla gestione e al superamento dell'emergenza rifiuti. Nell'ambito di tale accordo – che prevede interventi nei settori delle bonifiche, idrico-fognario-depurativo, della difesa del suolo e della riqualificazione urbana – il Ministero dell'ambiente finanzia interventi di messa in sicurezza/bonifica di discariche e siti di stoccaggio rifiuti e rimozione di rifiuti abbandonati, per circa euro 60 milioni. Tali interventi, tuttora in corso di attuazione, sono progettati e realizzati tramite società
in house del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – Sogesid S.p.A.

  Area Vasta di Giugliano e Laghetti di Castelvolturno.

  Il «Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano» (comprensivo dell'Area Vasta del comune di Giugliano) con decreto ministeriale dell'11 gennaio 2013, in attuazione della legge n. 134 del 2012, è stato cancellato come SIN e, per effetto di tale abolizione, la titolarità del procedimento ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 è in capo alla regione Campania.
  Al riguardo, si segnala che sono in corso attività di messa in sicurezza e bonifica dell'Area Vasta di Giugliano in Campania (NA) e dei Laghetti di Castelvolturno (CE) che, fino al 31 dicembre 2015, sono state condotte dal Commissario delegato, mediante l'avvalimento della società Sogesid S.p.A – società
in house del Ministero. Ciò in forza di una specifica convenzione, stipulata in data 07 ottobre 2010 tra il Ministero, la regione Campania, il Commissario delegato e la stessa Sogesid S.p.A. Al riguardo, si precisa che le risorse finanziate ammontano ad un importo pari a euro 39.500.000,00 e riguardano risorse residue derivanti da precedenti gestioni commissariali.
  Le attività previste, in particolare, riguardano la caratterizzazione, la progettazione e la realizzazione di interventi di messa in sicurezza e bonifica sulle aree nel territorio del comune di Giugliano in Campania identificate come ex-RESIT, area vasta in località Masseria del Pozzo-Schiavi, area Novambiente, nonché l'area dei laghetti di Castelvolturno.
  Come già evidenziato, i poteri del Commissario delegato sono cessati il 31 dicembre 2015; conseguentemente, il Commissario ha provveduto a trasmettere una relazione di fine mandato, esplicativa delle attività svolte, in corso e programmate e, parimenti, la Sogesid S.p.A. ha fornito una relazione delle attività convenzionali a dicembre 2015. Ad ogni modo, si fa presente che il termine finale delle attività previste dalla Convenzione è fissato al 31 dicembre 2016.
  Pertanto, il dipartimento della protezione civile ha avviato la necessaria interlocuzione con la regione Campania per l'emanazione di una ordinanza di protezione civile, al fine di regolare il subentro dell'Agenzia regionale campana per la difesa del suolo (ARCADIS) nelle iniziative in questione.

  SIN di Napoli Bagnoli-Coroglio.

  Come è noto, l'articolo 33 del decreto-legge n. 133 del 2014 (cosiddetto «Sblocca Italia») ha individuato il SIN di Napoli Bagnoli-Coroglio quale area di rilevante interesse nazionale, prevedendo, al contempo la nomina di un Commissario straordinario e di un soggetto attuatore (Invitalia S.p.a) cui sono attribuiti i compiti per il risanamento ambientale e la rigenerazione urbana del SIN in questione. A settembre 2015 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 settembre 2015) è stato nominato il Commissario straordinario. A ottobre 2015 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 ottobre 2015) è stata istituita la prevista cabina di regia che si è insediata il 1o dicembre 2015, coordinata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Prof. De Vincenti. A riguardo, si segnala che l'articolo 1 del decreto-legge 25 novembre 2015 n. 185, convertito dalla legge n. 9 del 2016, recante misure urgenti per interventi nel territorio, ai fini dell'attuazione di una prima fase del programma di bonifica ambientale e di rigenerazione urbana dell'area di rilevante interesse nazionale nel comprensorio di Bagnoli-Coroglio, ha disposto l'immediato trasferimento al Soggetto attuatore di euro 50 milioni per l'anno 2015.
  Con riferimento allo stato di avanzamento del procedimento in questione, si fornisce, infine, qualche dato percentuale in merito agli interventi effettuati a Bagnoli sulle aree a terra oggetto di caratterizzazione, di messa in sicurezza e sulla relativa approvazione dei progetti di bonifica: la percentuale delle aree caratterizzate è pari al 94 per cento; la percentuale delle aree con progetto di messa in sicurezza/bonifica (approvato in Conferenza di servizi decisoria) è pari al 94 per cento, e la percentuale delle aree con progetto di messa in sicurezza/bonifica (approvato con decreto) è pari al 94 per cento.

  SIN «Napoli Orientale».

  Con riferimento alle iniziative assunte dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per la bonifica del SIN in questione, si rappresenta che il 15 novembre 2007 è stato sottoscritto un «Accordo di Programma per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nella perimetrazione del SIN “Napoli Orientale”» tra il Ministero dell'ambiente, il Commissario di Governo per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque, la regione Campania, la provincia di Napoli, il comune di Napoli e l'autorità portuale di Napoli.
  Le finalità dell'accordo, sono:
a) la progettazione della messa in sicurezza delle acque di falda; b) la bonifica dei suoli e delle falde delle aree pubbliche; c) la bonifica dei suoli e delle falde delle aree private in sostituzione e in danno dei soggetti privati inadempienti; d) la bonifica degli arenili e dei sedimenti delle acque marino costiere.
  Nell'ambito di tale accordo di programma e della convenzione stipulata in data 9 aprile 2008 tra Ministero dell'ambiente, regione Campania, Commissario di Governo per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque e Sogesid SpA, quest'ultima è stata incaricata di effettuare la progettazione degli interventi relativi alla falda acquifera del SIN di Napoli Orientale, con un progetto unitario che tenga conto anche degli interventi di messa in sicurezza già in atto o da attuare, predisposti dalle aziende insediate nel SIN.

  Il «Progetto definitivo degli interventi di messa in sicurezza d'emergenza e bonifica della falda acquifera» è stato quindi trasmesso dalla Sogesid nel settembre 2015 e discusso nella Conferenza di servizi istruttoria del successivo 7 ottobre e nella riunione tecnica del 2 novembre 2015. Si resta in attesa delle integrazioni richieste in tali sedi, ai fini della approvazione del progetto nella prossima Conferenza di servizi decisoria utile.
  Per quanto concerne la partecipazione di tutti i dati relativi al SIN «Napoli Orientale» si informa che sul sito del Ministero dell'ambiente, nella sezione appositamente dedicata alle attività della Divisione bonifiche e risanamento (
www.bonifiche.minambiente.it) sono disponibili, per il sito in questione: i verbali delle Conferenze di servizi istruttorie e decisorie, i verbali delle riunioni tecniche, i decreti di bonifica redatti, nonché l'Accordo di programma quadro e le Convenzioni stipulate.
  Con l'Accordo di programma del 15 novembre 2007, sono stati previsti lo stanziamento delle seguenti risorse, a copertura degli interventi prioritari ivi previsti:
a) 7 milioni di euro a valere sul Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale (decreto ministeriale n. 468/01); b) 3 milioni di euro a valere sul «Fondo Unico Investimenti».
  I 10 milioni citati, interamente trasferiti al Commissario di Governo per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque, risultano parzialmente utilizzati per la sottoscrizione di due distinte convenzioni attuative, rispettivamente in data 21 dicembre 2007 con l'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (ora Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per un importo di euro 560.000,00 e in data 9 aprile 2008 con Sogesid SpA per un importo di euro 3.000.000,00. Dalle informazioni in possesso del Ministero dell'ambiente, consta che le risorse previste nella Convenzione con ISPRA sono state interamente erogate all'istituto, mentre quelle previste nella Convenzione con Sogesid sono state erogate per un importo di circa 1,2 milioni di euro.
  Ulteriori risorse stanziate con l'accordo citato sono:
   25 milioni di euro a valere sulle risorse della regione Campania (programmazione unitaria POR FESR 2007/2013); tali risorse non sono più disponibili in quanto il comune di Napoli non ha impegnato e speso tali risorse entro il termine di scadenza previsto del 31 dicembre 2015;
   35 milioni di euro, a valere su risorse del Ministero dell'ambiente – transazioni/danno ambientale. Allo stato sono disponibili euro 12.067.721,62 interamente trasferiti in quota parte alla regione Campania per euro 573.000,00 e al comune di Napoli euro 11.494.716,98.

  Con riferimento all'area della società Kuwait Petroleum Italia SpA, si riferisce che con decreto n. 314 del 2015 è stato approvato il progetto definitivo di bonifica dei suoli, mentre la stessa Kuwait Petroleum ha aderito, in via transattiva, al progetto di bonifica della falda interessante l'intero SIN Napoli Orientale. Per la gestione dei rifiuti presenti nei serbatoi installati nei depositi della società predetta, la competente Direzione generale del Ministero dell'ambiente ha chiesto di comunicare tempestivamente ogni informazione in relazione ad eventuali impatti sulle matrici suoli ed acque di falda coinvolte, nonché le misure di prevenzione del rischio sanitario e ambientale adottate.
  La titolarità del Ministero dell'ambiente per il procedimento di bonifica
ex articolo 242 del testo unico Ambiente consente di garantire un coordinamento di tutti i soggetti obbligati ricadenti in area SIN. Tale coordinamento si è concretizzato nell'Accordo di programma sottoscritto per il SIN di Napoli orientale che ha individuato tra le priorità di intervento la progettazione unitaria degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque sotterranee. In ogni caso, si deve rilevare che la corretta applicazione dei principi di responsabilità per gli interventi di bonifica, di derivazione comunitaria (principio «chi inquina paga», stabilito dalla direttiva n. 35 del 2004 CE), comporta la necessità di porre gli interventi a carico dei singoli soggetti responsabili identificati, pertanto una qualche «frammentazione», soprattutto per la bonifica del suolo, può risultare inevitabile.
  Infine, circa la necessità di attivare uno
screening sanitario nell'area di San Giovanni a Teduccio, si comunica che l'istituto superiore di sanità, nell'ambito del decreto sulla «Terra dei Fuochi» del 2014 ha fornito alla regione Campania i «criteri» con cui dovrebbero essere effettuati detti screening, l'attivazione degli stessi, tuttavia, è di competenza regionale.
  Con riferimento, infine, alle compensazioni ambientali nella regione Campania, il Ministero dell'ambiente e della tutela e del territorio e del mare, oltre che sui SIN, è impegnato nell'attuazione di interventi di messa in sicurezza e bonifica in territori della regione Campania, nell'ambito dell'Accordo di «Programma strategico per le compensazioni ambientali nella Regione Campania», del 18 luglio 2008 e Atto modificativo dell'8 aprile 2009, del valore complessivo di euro 282.000.000,00, cofinanziato dal Ministero dell'ambiente per un importo pari a euro 141.000.000,00 e dalla regione Campania per i rimanenti (euro 141.000.000,00).
  L'Accordo è finalizzato alla realizzazione di interventi a titolo di compensazione ambientale in quei comuni campani (in totale sono 39) che sono stati coinvolti dalla realizzazione o dall'esercizio degli impianti a vario titolo destinati alla gestione e al superamento dell'emergenza rifiuti. Nell'ambito di tale Accordo – che prevede interventi nei settori delle bonifiche, idrico-fognario-depurativo, della difesa del suolo e della riqualificazione urbana – il Ministero dell'ambiente finanzia interventi di messa in sicurezza/bonifica di discariche e siti di stoccaggio rifiuti e rimozione di rifiuti abbandonati, per circa euro 60 milioni. Tali interventi, tuttora in corso di attuazione, sono progettati e realizzati tramite società
in house del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – Sogesid S.p.A.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Campania

deposito dei rifiuti

sanita' pubblica

disastro naturale

inquinamento dei corsi d'acqua

inquinamento idrico

protezione civile

impatto ambientale