ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01010

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 41 del 26/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: RUOCCO CARLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 26/06/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 20/08/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01010
presentato da
RUOCCO Carla
testo di
Mercoledì 26 giugno 2013, seduta n. 41

   RUOCCO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   il gruppo Gepin è stato fin dalla nascita di proprietà della famiglia Zavaroni ed è costituito da diverse società di informatica e call center;
   da anni è protagonista di numerose e continue procedure di cassa integrazione e mobilità secondo metodologie che lasciano supporre che in molti casi tali provvedimenti siano risultanti non tanto da una contrazione dell'attività produttiva, quanto dall'intento del vertice aziendale di espellere dipendenti con contratto a tempo indeterminato per sostituirli con contratti di lavoro più flessibili;
   sfruttando fasi di contrazione di commesse, peraltro puntualmente seguite da una robusta ripresa, il vertice Gepin ha beneficiato dell'aiuto pubblico, mettendo a carico dello Stato i lavoratori regolari sospesi, e ricorrendo a manodopera temporanea e precaria, più sfruttata, indifesa e ricattabile;
   ciò che più rileva, tuttavia, ai fini dell'esame del Governo circa la posizione del gruppo Gepin è che tali processi di ristrutturazione non hanno coinvolto soltanto i dipendenti, ma anche l'assetto societario;
   la prima azienda, Gepin generale per l'informatica spa, ammiraglia del gruppo, ha dapprima ceduto un ramo d'azienda a una nuova impresa creata nel luglio 2007, ha quindi cambiato nome in «GETEK» e infine ha ridotto il capitale sociale a 100.000 euro ed è diventata una srl;
   il ramo d'azienda che venne staccato dall'attuale GETEK ha immediatamente assunto il nome di GEPIN spa, in modo da continuare a rappresentare il marchio storico del gruppo;
   Getek, invece, ha proceduto a massicci trasferimenti individuali dei contratti di lavoro e intestazione di commesse attive verso la «new co.»;
   Getek deteneva il pacchetto azionario di Gepin spa, 5 milioni di euro, risultandone la proprietaria ma risultava a bilancio un debito tributario pari a circa 70 milioni di euro;
   all'indomani della cessione delle attività e di gran parte del personale da Getek alla nuova Gepin spa, è sorta una ulteriore nuova azienda, la Gepin Management, il cui capitale sociale assomma a 100 mila euro, in mano alla famiglia Zavaroni;
   Gepin Management assunse immediatamente il controllo di Gepin spa per il settore software, e di Gepin Contact spa, un altra controllata del gruppo, per il settore call center;
   dalla fine del 2009 la Getek non presentava alcun legame con il gruppo Gepin/Gepin Management: il vertice proprietario di Getek passò integralmente alla guida del «nuovo» Gruppo Gepin, rescindendo ogni legame con l'azienda detenuta fino a poco prima, la quale risultava invece intestata, per un capitale sociale meramente simbolico, 100.000 euro, ad un nuovo titolare formale, «Kelsen Servicos e Investimentos Lda», una società off shore con sede a Madeira nelle Isole Azzorre, regione autonoma del Portogallo;
   è per questo motivo che della Getek si conoscono poche notizie tra cui il nome dell'amministratore unico, tale Lorenzo D'Ormea che, essendo nato il 13 giugno 1913 conta ormai la ragguardevole età di anni 100 e che da notizie di stampa è stato già oggetto di condanne in primo grado nel 2005 per bancarotta fraudolenta;
   Getek è stata dunque separata dal gruppo portando apparentemente con sè in dote, qualche decina di dipendenti e un debito tributario di 70 milioni di euro;
   trovandosi in questa insostenibile situazione finanziaria, Getek, che appare all'interrogante vera e propria bad company, nel corso del 2012 ha chiuso le sedi di Roma e Napoli, ha licenziato il personale collocandolo in mobilità, e dopo pochi mesi è fallita senza lasciare alcun referente su cui i dipendenti, che ancora vantavano i trattamenti di fine rapporto, competenze arretrate e mancato preavviso, o il fisco avrebbero potuto rivalersi;
   la stessa Gepin spa, nonostante l'operazione messa in atto abbia fruttato qualche risultato sul piano finanziario, non sembra attualmente fuori da rischi di tenuta, essendo rimasta appiattita secondo l'interrogante su una gestione che appare puramente speculativa e avendo continuato ad appoggiarsi su gli ammortizzatori sociali e sui licenziamenti facili: delle cinque sedi presenti sul territorio nazionale ben quattro negli ultimi tre anni hanno dovuto ricorrere a procedure di cassa integrazione ordinaria e straordinaria (Roma, Torino, Mestre, e Napoli), che hanno coinvolto circa 200 persone;
   per quanto risulta all'interrogante, nell'aprile 2012, in seguito all'apertura di una procedura di mobilità, si è giunti a licenziare ulteriori cinquanta unità nella sola sede di Roma;
   successivamente ai licenziamenti, si è scatenata un'altra fase di contenzioso con i dipendenti;
   sono state contestualmente create altre due realtà, Gepin PA («pubblica amministrazione») e Gepin IT («Information Technology»), entrambe società per azioni, in cui transiteranno le residue attività e oltre al personale che ancora può essere impiegato;
   non è da escludere, visti i precedenti, il rischio concreto che Gepin srl segua la sorte di Getek, non essendo intercorsi atti o fatti tali da impedire che il management provveda a disattendere gli obblighi della società nei confronti dei dipendenti e del fisco che vanta attualmente attorno ai dieci milioni di euro di crediti fiscali;
   su iniziativa delle principali organizzazioni sindacali, il gruppo Gepin è stato peraltro ripetutamente interpellato e convocato dal Ministero dello sviluppo economico per monitorare e verificare le condizioni di effettiva crisi e di possibile ripresa, ma il titolare d'impresa, dottor Enzo Zavaroni, a quanto consta all'interrogante di fatto si sarebbe sottratto alla possibilità di un confronto e non avrebbe mai presentato, a detta dei lavoratori, un piano industriale realistico a fronte dei licenziamenti;
   mentre il management dimostra secondo l'interrogante una scarsa attenzione verso logiche di trasparenza e correttezza, indulgendo a comportamenti quanto meno discutibili a livello nazionale, le aziende del gruppo impiegano oggi meno di 500 dipendenti mentre solo quattro anni fa la vecchia Gepin generale per l'informatica contava più di mille addetti –:
   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali azioni di propria competenza intendano intraprendere per tutelare i livelli occupazionali del gruppo Gepin;
   come intenda agire per assicurare la riscossione dell'iniziale debito fiscale di 70 milioni di euro lasciato in carico a Getek srl prima che venisse scorporata dal gruppo Gepin;
   quali siano gli strumenti che, in base alla disciplina vigente, possono impedire operazioni finanziarie come quella relativa alla creazione di Getek srl e alla cessione a detta società, con un capitale sociale a giudizio dell'interrogante risibile, di una rilevantissima quota del debito fiscale di Gepin e di un numero consistente di risorse umane con modalità che destano forti perplessità sul rispetto della normativa sul lavoro e di quella fiscale. (4-01010)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

licenziamento

conservazione del posto di lavoro

debito

piano di finanziamento

politica industriale

cassa integrazione

informatica

societa' per azioni