ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00993

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 40 del 25/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: MURER DELIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 25/06/2013
Stato iter:
20/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/02/2014
GUERRA MARIA CECILIA VICE MINISTRO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/02/2014

CONCLUSO IL 20/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00993
presentato da
MURER Delia
testo di
Martedì 25 giugno 2013, seduta n. 40

   MURER e MIOTTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   il movimento di partecipazione civica «Cittadinanzattiva» ha appena pubblicato il primo Rapporto nazionale sull'invalidità civile, che compie un'approfondita indagine e disegna un quadro d'informazioni e dati sul procedimento di riconoscimento delle minorazioni civili (invalidità civile, accompagnamento), al fine di valutare lo stato di attuazione dell'articolo 38 della Costituzione che garantisce il diritto all'invalidità civile e all'assistenza sociale;
   in particolare il Rapporto è il frutto dell'Osservatorio sull'invalidità civile istituito da Cittadinanzattiva per mettere in luce le molteplici criticità nell'accesso ai benefìci collegati all'invalidità civile riscontrate dai cittadini;
   i dati pubblicati sono il risultato del lavoro svolto quotidianamente dalle sezioni del tribunale per i diritti del malato, dai servizi PiT Salute, dalle associazioni di pazienti che aderiscono al Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva;
   l'articolo 20 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito in legge con modificazioni dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, titolato «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile», attribuisce all'INPS nuove competenze per l'accertamento dell'invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità con l'intento di ottenere tempi più rapidi e modalità più chiare per il riconoscimento dei relativi benefici; la nuova normativa rivede profondamente le modalità di presentazione delle domande di accertamento, la valutazione sanitaria, la concessione delle prestazioni, il ricorso in giudizio. L'INPS, con determinazione n. 189 del 20 ottobre 2009, definisce il disegno organizzativo e procedurale per l'applicazione dell'articolo 20 della legge n. 102 del 2009 (msg. 24477 del 29 ottobre 2009);
   nei primi mesi del 2010, quando la nuova procedura di riconoscimento dell'invalidità civile è entrata in vigore, i cittadini hanno iniziato a segnalare in modo crescente numerosi ostacoli per il riconoscimento delle minorazioni civili. In molti casi, sulla base delle segnalazioni dei cittadini e delle associazioni di pazienti, sono stati riscontrati e si continuano a riscontrare azioni intraprese dallo Stato non del tutto aderenti al dettato normativo, in quanto comprimono i diritti dei cittadini realmente invalidi, soprattutto in riferimento alle modalità di svolgimento e comunicazione dei piani pluriennali di verifica straordinaria; riducono arbitrariamente i requisiti previsti dalla legge per l'assegnazione delle indennità correlate al riconoscimento delle minorazioni civili; appaiono volte al raggiungimento di un obiettivo non dichiarato, ovvero il massimo contenimento possibile della spesa assistenziale;
   il disagio maggiore segnalato dai cittadini nel report di Cittadinanzattiva è rappresentato dalla lentezza dell’iter burocratico; il valore percentuale del 2013 mostra un aumento impressionante delle segnalazioni che passano dal 28,4 per cento del 2011 al 45,6 per cento del 2012; in modo particolare vengono segnalate criticità rispetto alla difficoltà di presentare domanda, ai tempi di attesa per la convocazione per la prima visita, e per ottenere il verbale definitivo; in particolare si evidenzia che la prima visita è erogata in media dopo 8 mesi, la ricezione del verbale avviene dopo 11 mesi e l'erogazione dei benefici dopo un anno di attesa;
   altri disagi lamentati riguardano l'esito dell'accertamento sanitario, che raggiunge il 29,8 per cento delle segnalazioni; in sostanza più di un cittadino su quattro, ritiene la percentuale di invalidità o il grado di handicap riconosciuti assolutamente inadeguati rispetto alle loro reali condizioni di salute; in particolare, in questo senso, si segnalano problematiche legate alla mancata concessione dell'assegno di accompagnamento o revoca dello stesso a seguito di visita di rivedibilità o verifica straordinaria;
   il Rapporto, nel suo insieme, afferma sostanzialmente che le persone che accedono alla procedura di accertamento per l'invalidità civile ed handicap devono attendere tempi lunghissimi per lo più a causa dell'inefficienza delle procedure informatiche e per la moltiplicazione dei passaggi burocratici; sono obbligati ad ulteriori accertamenti sanitari (potenziamento visite dirette) in contrasto con gli obiettivi di semplificazione e di rispetto della dignità della persona; sono costretti ad attendere a lungo i verbali degli accertamenti ed i conseguenti benefici correlati ed a fare i conti con procedure di pagamento lente e non rispondenti alle necessità;
   le azioni intraprese dallo Stato e dall'INPS nell'ultimo periodo sembrano, quindi, comprimere i diritti dei cittadini realmente invalidi; riducono i requisiti previsti dalla legge per l'assegnazione delle indennità correlate al riconoscimento delle minorazioni civili ed appaiono oltremodo strumentalizzate al raggiungimento di un obiettivo ultimo, quello del massimo contenimento della spesa assistenziale;
   una conferma arriva anche dai dati della Corte dei conti secondo cui nel 2011 la spesa per gli invalidi civili si attesta a 13.671,860 mln di euro con una contrazione rispetto al 2010 pari al -0,8 per cento; analizzando anche il numero degli invalidi civili, che si attesta nel 2011 a 2.671.967 si nota una flessione del -1,5 per cento rispetto al 2010;
   il dato, quindi, sembra confermare gli effetti negativi che la nuova normativa e la sua modalità di implementazione hanno avuto sul diritto di accesso da parte dei cittadini alle indennità correlate all'invalidità civile (come emerge dalle stesse segnalazioni giunte); l'appesantimento dell’iter burocratico di riconoscimento e la restrizione dei requisiti sanitari per la concessione dei benefici rappresentano dunque le cause principali della riduzione della spesa pubblica per l'invalidità civile;
   dal Rapporto si evidenzia, inoltre, che l'aumento della burocrazia relativa all’iter di riconoscimento dell'invalidità civile, a seguito soprattutto delle disposizioni che lo stesso Istituto si è dato con propri atti interni, nonché la mole del numero delle verifiche straordinarie attuate dall'INPS tra il 2009 e il 2012 (in totale 800.000 posizioni controllate, di cui 200.000 nel 2009, 100.000 nel 2010, 250.000 sia nel 2011 che nel 2012) hanno influito negativamente in particolare su due aspetti molto importanti e che incidono sia sul diritto dei cittadini che sulle casse dello Stato: aumento tempi di attesa dell’iter di riconoscimento con relativi interessi passivi che l'INPS deve pagare in più ai cittadini e aumento della spesa per i medici convenzionati INPS, che svolgono attività medico-legali prevalentemente connesse all'invalidità civile. Un costo occulto ma ingente, sostenuto, prevalentemente per far fronte agli impegni dei piani straordinari di verifica;
   in merito a quest'ultimo va segnalato un dato su tutti: la spesa per i compensi dei medici convenzionati INPS nel 2011 è triplicata rispetto al 2010 (+ 220 per cento), raggiungendo i 34.325.679 euro; nonostante ciò, il tasso di presenza degli stessi medici INPS all'interno delle Commissioni ASL diminuisce molto rispetto al 2010, attestandosi al 37,7 per cento; stupisce verificare come all'aumentare dei costi diminuisca un adempimento prescritto dalla legge al quale non ci si dovrebbe sottrarre. La risposta a questa contraddizione va ricercata nel fatto che l'INPS ha deciso di utilizzare tali figure prevalentemente nei piani di verifica straordinaria, cioè nella cosiddetta «lotta ai falsi invalidi», anziché nell'attività ordinaria dell'Istituto; il dato della scarsa presenza del medico INPS nelle commissioni mediche ASL spiega quindi il perché dei ritardi e delle lungaggini nell’iter di riconoscimento dell'invalidità civile segnalati da tantissimi cittadini;
   secondo i dati della Corte dei conti (Relazione controllo INPS, esercizio 2011, Determinazione n. 91 del 2012), in media occorrono 278 giorni per l'invalidità civile, 325 giorni per la cecità civile e 344 giorni per la sordità, tempi ben lontani dall'obbiettivo del termine massimo di 120 giorni, con il conseguente maggiore onere per interessi; in particolare gli interessi passivi sulle prestazioni pensionistiche arretrate nel 2011 sono pari a 37,5 milioni in aumento rispetto ai 34 milioni del 2010. In tal senso merita di essere evidenziata l'incidenza, sul totale degli interessi, della quota relativa al settore dell'invalidità civile, pari al 63,3 per cento, ossia circa 24 milioni di euro, in aumento rispetto al 2010 (62,2 per cento);
   la Corte dei conti fa riferimento anche ad un numero di Commissioni mediche delle aziende sanitarie locali presenti su tutto il territorio nazionale pari a 726; prendendo invece a riferimento i dati presentati dall'INPS, nel corso dell'Indagine conoscitiva parlamentare sul tema invalidità, le Commissioni ASL risultano essere nel 2011 circa 2000. Una discrepanza che non si spiega e su cui andrebbe fatta chiarezza, partendo proprio dai risultati della detta Indagine conoscitiva parlamentare compiuta al Senato nella scorsa legislatura;
   i dati sinora riportati ci portano ad affermare che il peso della burocrazia, i ritardi dell’iter di riconoscimento e lo svolgimento del Piano straordinario di verifica, hanno un costo per lo Stato non inferiore a circa 58 mln di euro, dato che rappresenta la somma dei costi per interessi passivi e costi per i medici convenzionati INPS (unica tipologia di costi rispetto ai quali esistono dati certi);
   i dati del rapporto annuale 2012 della Guardia di finanza fornisce, per contro, il «vero numero dei falsi invalidi» accertati nel 2012: su circa 2.800.000 invalidi civili sono appena 1.047 quelli accertati dalla guardi di finanza come «falsi invalidi», cioè lo 0,04 per cento; è evidente quindi come il fenomeno sia davvero molto limitato e meno rilevante in termini numerici di quello che invece lo si vuole far apparire;
   il Rapporto di Cittadinanzattiva, oltre a riportare dati che fotografano la situazione, avanza pure alcune proposte; esse, nello specifico, sono:
    a) semplificare l'attuale iter amministrativo di riconoscimento dell'invalidità civile, da molteplici momenti accertativi e di validazione che incidono negativamente sui tempi di attesa per i cittadini e sulle casse dello Stato in termini di interessi passivi;
    b) garantire il tasso del 100 per cento di presenza dei medici INPS all'interno delle commissioni ASL riducendo al massimo la necessità di successive visite;
    c) velocizzare il processo d'informatizzazione da parte delle ASL anche al fine di facilitare l'attività dell'INPS;
    d) annullare la comunicazione interna del direttore generale INPS e le «linee guida operative» del 20 settembre 2010, con riguardo ai criteri di riconoscimento dell'indennità di accompagnamento, ripristinando così le vigenti previsioni di legge e approvare un nuovo limite reddituale per ottenere la provvidenza economica legata all'invalidità civile parziale o totale valutando solo ed esclusivamente il reddito personale, senza considerare il reddito dell'eventuale coniuge;
    e) istruire presso gli uffici Inps un tavolo permanente e paritetico di confronto volto a individuare le misure necessarie per superare le criticità del sistema e a formulare proposte di miglioramento condivise;
    f) avviare, contro il fenomeno delle assegnazioni indebite delle indennità, azioni ad hoc anche nei confronti dei propri funzionari che violano le norme e non soltanto attraverso controlli, in molti casi vessatori, nei confronti dei cittadini –:
   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali provvedimenti intenda assumere, per quanto di sua competenza, rispetto alla tematica in oggetto, con particolare riguardo alle proposte evidenziate in narrativa, anche in ragione del fatto che, fin dalla passata legislatura, sono stati prodotti numerosi atti ispettivi sul tema senza che sia mai maturata una modifica sostanziale di una procedura che, come evidenziato dai dati sopra riportati, non arreca alcun vantaggio ai cittadini. (4-00993)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 177
4-00993
presentata da
MURER Delia

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, con cui si chiede quali provvedimenti si intendano assumere in materia di invalidità civile, si rappresenta quanto segue.
  A seguito dell'entrata in vigore della legge 3 agosto 2009, n. 102, di conversione del decreto legge 1o luglio 2009, n. 78 (Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini) è stata prevista, a decorrere dal 1o gennaio 2010, l'esclusiva competenza dell'Inps in materia di accertamenti sanitari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile,
handicap e disabilità, prevedendo che in ogni caso l'accertamento definitivo per tali fattispecie è effettuato dall'Inps.
  Tuttavia, sin dal febbraio 2012, è stato istituito un tavolo tecnico composto da rappresentanti di questo Ministero, del Ministero della salute, delle regioni e dell'Inps con il compito di approfondire le diverse tematiche afferenti gli aspetti procedurali dell'accertamento dell'invalidità civile, al fine di assicurare la corretta gestione degli accertamenti socio-sanitari, inclusi i profili relativi alle visite straordinarie.
  I maggiori problemi riscontrati risultano peraltro imputabili all'utilizzo o meno della cooperazione applicativa in termini di reciproco accesso alle rispettive banche dati. Numerose Asl dispongono, infatti, di un proprio sistema informatico di gestione e hanno manifestato all'Inps la preferenza per procedure di integrazione tra il loro sistema informativo e quello dell'Istituto, piuttosto che utilizzare direttamente le funzioni della procedura telematica messa a punto dall'Inps, che ha, dunque, messo a disposizione delle Asl interessate un ambiente di cooperazione applicativa attraverso il quale è possibile scambiare i dati delle domande provenienti dai cittadini, dai patronati e dalle associazioni di categoria, e i dati dei verbali prodotti dalle commissioni mediche integrate.
  Su tali aspetti, tuttavia, l'Inps ha dato rassicurazioni relative ad un graduale miglioramento della situazione.
  Per quanto riguarda la promozione di una piena integrazione delle persone con ogni tipo di disabilità, si segnala che con la legge 3 marzo 2009, n. 18, è stata ratificata la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, istituendo contestualmente l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.
  Tra i compiti attribuiti all'Osservatorio dalla legge n. 18 del 2009, si segnala che si è conclusa la predisposizione di un Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, in attuazione della legislazione nazionale e internazionale. Tale programma, adottato con decreto del Presidente della Repubblica il 4 ottobre 2013, si articola in sette linee di intervento, e per ogni intervento tale programma individua l'obiettivo prefigurato e il tipo di azione necessaria a conseguirlo.
  In particolare la prima linea di intervento è specificamente dedicata al tema «Revisione del sistema di accesso, riconoscimento/certificazione della condizione di disabilità e modello di intervento del sistema socio-sanitario» che pone come suo obiettivo la semplificazione del sistema di valutazione/accertamento della condizione di disabilità e del sistema dell'accesso agli interventi e servizi sociali, sanitari e socio-sanitari nonché ai benefici economici, ai sostegni educativi e agli interventi di politica attiva del lavoro delle persone con disabilità.
  Relativamente alle linee guida Inps per l'accertamento degli stati invalidanti, si rappresenta che questa amministrazione, d'intesa con i competenti uffici del Ministero della salute, ha provveduto a contattare il suddetto Istituto evidenziando l'inopportunità della pubblicazione delle cosiddette linee guida e chiedendone quindi la rimozione.
  Si rappresenta infine, che il decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76 (Primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di imposta sul valore aggiunto (Iva) e altre misure finanziarie urgenti), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99, all'articolo 10, comma 5, prevede che «Il limite di reddito per il diritto alla pensione di inabilità in favore dei mutilati e degli invalidi civili, di cui all'articolo 12 della legge 30 marzo 1971, n. 118, è calcolato con riferimento al reddito agli effetti dell'IRPEF con esclusione del reddito percepito da altri componenti del nucleo familiare di cui il soggetto interessato fa parte». Da ciò consegue che il reddito di riferimento per la concessione della pensione per gli invalidi civili totali è quello riferibile al singolo individuo.
  Sia consentito, infine, richiamare due recenti interventi che confermano il grande interesse riposto dal Governo sulle tematiche segnalate.
  In primo luogo, si richiama la previsione della legge di stabilità che ha incrementato il fondo nazionale per le non autosufficienze nella misura di 275 milioni di euro per il 2014, inclusi gli interventi a sostegno delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica (sla) e che ha disposto, sempre per il 2014, un incremento del Fondo di ulteriori 75 milioni di euro, da destinare esclusivamente agli interventi di assistenza domiciliare per le persone affette da disabilità gravi e gravissime, ivi incluse quelle affette da sclerosi laterale amiotrofica (sla).
  In secondo luogo, si rammenta la recente adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di riforma dell'Isee ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge cosiddetto «Salva Italia». In particolare, con il nuovo Isee, per tenere conto dei costi sostenuti da persone con disabilità o non autosufficienti, si è scelto di non considerare in modo indistinto tutte le persone con disabilità, ma di riclassificare le diverse definizioni di disabilità, invalidità e non autosufficienza accorpandole in tre distinte classi: disabilità media, grave, e non autosufficienza. E riconosciuto, inoltre, un abbattimento diretto del reddito della famiglia in cui è presente una persona con disabilità, articolato in funzione del grado di disabilità.

Il Viceministro del lavoro e delle politiche socialiMaria Cecilia Guerra.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

diritto dell'individuo

pensionato

esame medico

formalita' amministrativa

servizio sanitario

assistenza sociale

aumento dei prezzi