ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00978

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 38 del 21/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI NICOLA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 21/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 21/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/06/2013
Stato iter:
30/09/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/09/2013
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/09/2013

CONCLUSO IL 30/09/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00978
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Venerdì 21 giugno 2013, seduta n. 38

   MOLTENI e MATTEO BRAGANTINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   notizie rilanciate dagli organi di informazione riferiscono che i flussi migratori verso il nostro Paese sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi mesi e gli sbarchi sulle coste italiane hanno raggiunto negli ultimi giorni un numero allarmante;
   benché ne possa ospitare fino a un massimo di 300 persone, il centro di prima accoglienza di Lampedusa versa ormai in stato di emergenza, avendo superato la quota di mille presenze, tra cui numerose donne e minori, anche non accompagnati;
   tale situazione è destinata ad aggravarsi in brevissimo tempo: anche il trasferimento di 80 profughi verso il centro per richiedenti asilo di Mineo si è rivelato un semplice palliativo perché sull'isola solo tra la notte del 17 giugno e il pomeriggio del 18 giugno 2013 sono sbarcati oltre 344 migranti;
   nello stesso stato versa il centro di Roccella Ionica, dove sono ospitati momentaneamente circa duecento immigrati, la gran parte dei quali siriani e pakistani, tanto che dopo uno sciopero della fame la situazione è degenerata a tal punto che numerosi immigrati, oltre un centinaio, hanno lasciato la struttura facendo così perdere le loro tracce;
   nei centri di accoglienza sono all'ordine del giorno tumulti e fughe da parte degli ospiti che mettono a repentaglio non solo la sicurezza pubblica ma anche l'incolumità degli operatori di polizia, come anche testimoniato dalla lettera che il segretario generale del Sap ha inviato al Ministro il 19 giugno 2013;
   il preoccupante flusso di arrivi è destinato ad aumentare notevolmente, se si considera l'attuale conflitto in Siria, e dunque potrebbe assumere l'aspetto di una vera e propria emergenza umanitaria che non può essere lasciata a se stessa, né riversata interamente sul nostro Paese, bensì richiede il necessario intervento anche delle istituzioni comunitarie, presso le quali l'attuale Governo deve immediatamente attivarsi per chiedere l'avvio della procedura di cui alla direttiva 55/2001;
   essendo il nostro un Paese europeo di confine, ove più difficile è il controllo delle frontiere, in gran parte marittime, e dunque più facile meta dei flussi migratori clandestini, non è pensabile che la gestione di tutto il problema dell'immigrazione, anche quando derivante da vere e proprie emergenze umanitarie a seguito di eventi bellici, sia a carico solo del nostro sistema;
   l'attuale situazione di grave emergenza va gestita immediatamente con estremo rigore e con l'avvio di procedure celeri per l'identificazione dei soggetti sbarcati sulle nostre coste, onde distinguere i casi di chi può avere titolo per richiedere una qualche forma di protezione internazionale rispetto a chi non ne ha;
   invece, a fronte delle citate notizie, degli allarmi lanciati anche dalle autorità locali e dell'incremento degli arrivi di extracomunitari, di fatto incentivati anche dalle dichiarazioni quotidiane di esponenti del Governo in direzione di una completa apertura dell'Italia all'immigrazione, non si registra a giudizio degli interroganti una significativa attenzione da parte del Ministro interrogato;
   l'alto numero di clandestini e la continuità degli sbarchi comportano costi assai elevati, anche sotto il profilo della penalizzazione della tradizionale vocazione turistica del nostro Paese –:
   quali siano gli strumenti e le modalità con cui il Governo intende gestire la grave situazione in atto, quali siano i reali intendimenti del Governo in materia di contrasto all'immigrazione clandestina e, in particolare, se il Ministro interrogato non intenda ridare impulso alla cooperazione bilaterale con gli Stati rivieraschi di partenza dei clandestini, finalizzati a pattugliamenti congiunti e all'addestramento delle locali forze di polizia, e quali iniziative intenda avviare anche in sede comunitaria. (4-00978)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 30 settembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 87
4-00978
presentata da
MOLTENI Nicola

  Risposta. — La recente ripresa dei flussi migratori verso l'Italia è strettamente connessa alla difficile situazione del Mediterraneo e ai conflitti in corso nei paesi del nord Africa, che spingono le persone a fuggire da guerre civili o carestie. La popolazione immigrata, dunque, è rappresentata prevalentemente da richiedenti asilo e da coloro che sono interessati al rilascio di permessi di protezione umanitaria, piuttosto che da persone partite per motivi puramente economici.
  Il Ministero dell'interno – che dedica la più elevata attenzione alla complessa gestione del fenomeno migratorio – ha saputo gestire i recenti sbarchi sulle nostre coste coniugando il dovere di accoglienza con il diritto alla sicurezza. La politica del Governo in materia di contrasto all'immigrazione irregolare si dispiega su due piani: da un lato, si inseriscono le iniziative di collaborazione e scambio di informazioni con le autorità di frontiera dei Paesi membri dell'Unione Europea; dall'altro lato, si colloca l'intensificazione dei rapporti di cooperazione con i Paesi terzi considerati strategici nel controllo e nella gestione coordinata dei flussi migratori.
  Come ha affermato recentemente il Ministro Alfano, Lampedusa «è la via d'accesso all'intera Europa» e quindi deve essere considerata come una frontiera europea. Perciò, a partire dalla consapevolezza che il nostro è un Paese di transito, piuttosto che di destinazione, e che l'immigrazione non è un tema esclusivamente italiano, l'impegno del Governo è finalizzato a coinvolgere l'Unione Europea nella gestione del problema.
  Proprio nell'ottica della collaborazione con i Paesi comunitari, è stata recentemente decisa l'implementazione del progetto Eurosur (
European Border Surveillance System), avviato nel 2008 per creare un sistema europeo di sorveglianza delle frontiere marittime meridionali. Tale sistema è finalizzato a dotare i Paesi membri che sono situati alle frontiere esterne dell'Unione europea – come l'Italia – di un quadro operativo e tecnico comune, che contribuirà a contrastare la criminalità transfrontaliera, a prevenire l'attraversamento non autorizzato delle frontiere e a diminuire i casi di morte di migranti in mare.
  Nella direzione della cooperazione con i Paesi terzi, si colloca il vertice con le autorità del governo libico tenutosi a palazzo Chigi il 4 luglio scorso. In quell'occasione, il vicepremier e Ministro dell'interno, Angelino Alfano, e il Ministro degli esteri e della Cooperazione internazionale, Mohamed Emhemmed Abdelaziz, hanno sottolineato l'importanza del livello di collaborazione già in atto e la comune volontà di rafforzare ulteriormente i rapporti bilaterali tra i due Paesi, per far fronte al fenomeno dell'immigrazione irregolare nel pieno rispetto dei diritti umani. In particolare, il Ministro Abdelaziz ha confermato la determinazione dell'autorità di Tripoli a un maggiore impegno nel controllo delle proprie coste, al fine di evitare il ripetersi delle tragedie del mare, mentre il Ministro Alfano ha assicurato la disponibilità a fornire corsi di addestramento per le forze di polizia libiche.
  Sono inoltre in programma ulteriori incontri con i leader politici di Paesi considerati altrettanto nevralgici per contrastare più efficacemente i flussi migratori illegali verso le nostre coste. Infatti, oltre alle intese raggiunte con la Libia, sono stati sottoscritti accordi bilaterali e
memorandum d'intesa con la maggior parte dei Paesi di provenienza dei migranti che giungono in Italia; si tratta in particolare di Algeria, Marocco, Tunisia, Egitto, Grecia, Gambia, Ghana, Niger, Nigeria, Senegal e Gibuti. Inoltre, sono attualmente in corso di negoziazione intese con Sudan, Afghanistan, Malta, Azerbaigian, Turchia, Burkina Faso, Eritrea, Guinea Conakry, Iraq e Repubblica Sudafricana.
  La cooperazione con i Paesi terzi si realizza mediante lo scambio di personale e il distacco temporaneo in Italia di funzionari dei paesi firmatari; il consolidamento delle capacità operative, con programmi di assistenza tecnica a favore dei paesi firmatari, corsi di formazione, cessione gratuita di mezzi e tecnologie; il potenziamento delle forze di sicurezza, affinché pattuglino il mare e controllino l'entroterra per prevenire le partenze verso l'Italia; l'attivazione di canali diretti per lo scambio di informazioni operative e investigative. È prevista anche la costituzione di apposite
task force formate da personale specializzato, per acquisire notizie utili nell'immediatezza degli sbarchi (ad esempio su rotte seguite, provenienza dei natanti, paesi di origine degli stranieri, gruppi criminali dediti al traffico di esseri umani).
Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

migrazione illegale

migrante

asilo politico

mare