ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00835

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 32 del 12/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: D'AMBROSIO GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 12/06/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00835
presentato da
D'AMBROSIO Giuseppe
testo di
Mercoledì 12 giugno 2013, seduta n. 32

D'AMBROSIO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   l'area costiera della Capitanata, e in particolare il golfo di Manfredonia, rappresenta uno dei beni italiani più preziosi per la tutela della biodiversità, in quanto sono presenti in questa zona importanti zone umide costiere ricomprese sia all'interno della rete natura 2000 (SIC zone umide della Capitanata IT9110005, ZPS paludi presso il golfo di Manfredonia IT9110038, SIC foce Ofanto lago Capacciotti IT9120011, SIC valle del Cervaro, bosco dell'Incoronata IT9110032), e parte di questi biotopi sono compresi in due istituti di tutela: il Parco nazionale del Gargano, e il Parco regionale del fiume Ofanto;
   le seguenti aree risultano essere riserva naturale statale di popolamento animale: Palude di Frattarolo, riserva naturale statale di popolamento animale Saline di Margherita di Savoia, riserva naturale statale di popolamento animale il Monte. Tra le tante zone umide del golfo una, le Saline di Margherita di Savoia è riconosciuta come zona Ramsar, (mentre per le altre si sta ancora spettando il riconoscimento). Tutto quanto detto fa si che questo polo di zone umide risulti tra i più importanti del bacino del Mediterraneo;
   questo formidabile sistema di zone umide in quanto legate all'apporto acqua da parte dei corpi superficiali, risulta particolarmente sensibile all'inquinamento proveniente dal non funzionamento dei depuratori ed in particolare del depuratore di Foggia;
   infatti, in riferimento alla qualità delle acque in uscita dai depuratori della provincia di Foggia si fa presente che in base ai dati rilevati dall'ARPA il principale torrente (il Candelaro) che alimenta l'area, presenta un giudizio di conformità non idonea alla vita dei pesci. In generale rispetto al livello di inquinamento da macrodescrittori la valutazione è la peggiore tra i corpi idrici superficiali della Puglia, ovvero presenta un giudizio pessimo;
   anche tutti gli altri corpi idrici superficiali presenti in provincia di Foggia si caratterizzano comunque per avere un quadro abbastanza simile al Candelaro;
   in seguito ad una interrogazione di un consigliere regionale circa il non funzionamento dei depuratori, l'ARPA ha così risposto: «come da protocollo stabilito con la Regione Puglia presso l'impianto di depurazione comunale di Foggia ARPA deve eseguire n. 24 prelievi annuali di reflui effluenti. Di questi 18 costituiscono controlli relativi al rispetto dei limiti della tab. 1 del decreto legislativo n. 152 del 2006 mentre gli altri 6 riguardano la tab. 3 dello stesso decreto. Al 31 ottobre risultano eseguiti n. 20 campionamenti, di cui 14 per tali, 1 e 6 per tab. 3. Tutti i 6 controlli relativi alla tab. 3 hanno rivelato la non conformità dello scarico, mentre una non conformità è stata rilevata per 10 dei 14 controlli relativi alla tab. 1. Tali risultati sono indubbiamente sintomo della presenza di criticità strutturali o funzionali presso l'impianto in questione. Tutte le non conformità rilevate (16 su 20) sono state trasmesse alla Provincia, al Sindaco, all'AQP, alla Pura Depurazione ed alla Regione Puglia, come da prassi. Il giudizio sull'eventuale «corretto funzionamento» dell'impianto, comunque, non è competenza di questa Agenzia, poiché implica un'analisi di dettaglio strutturale-gestionale del processo che essa non è titolata e qualificata svolgere autonomamente. L'uso agricolo degli effluenti, nel caso specifico, non è autorizzato, non esistendo un apposito impianto di affinamento e il sistema di gestione della distribuzione che necessiterebbero per rendere sicura e controllata tale pratica. Tale uso, pertanto, risulta illegittimo; sta agli organi di controllo territoriale e di PG rilevarlo e sanzionarlo. Eventuali rischi sanitari diretti possono derivare prevalentemente proprio da tale comportamento illegittimo;
   si sottolinea che questo dato appare ancora più grave tenuto conto delle modalità, con cui viene gestita l'attivazione delle centraline per l'auto-campionamento, che servono a monitorare la qualità delle acque trattate. Infatti sembrerebbe che l'attivazione delle stesse avvenga indistintamente sia dall'ARPA che dagli addetti di Pura (società SPA controllata dall'AQP, deputata alla gestione dei depuratori), ossia da controllati e dai controllori in maniera indistinta;
   è emerso dall'indagine giornalistica prodotta dagli attivisti del gruppo (www.foggia5stelle.eu), che gli enti territoriali competenti per il controllo non dialogano tra di loro e pertanto si assiste ad un mancato controllo ed a una modalità quantomeno discutibile di rilasciare autorizzazioni al prelievo per usi irrigui di acque che non possono a logica rientrare nei parametri stabiliti dal decreto legislativo n. 152 del 2006;
   si ricordano l'importanza strategica che ha la risorsa acqua e del valore biologico degli stessi torrenti; tale situazione appare come una delle criticità ambientali in riferimento al mantenimento di adeguati livelli di biodiversità più gravi che investono la nostra provincia. Tale situazione compromette la sopravvivenza di diverse specie d'interesse comunitari ai sensi della direttiva habitat 92/43/CEE, nonché presenti nella Red List delle specie minacciate come l'Alborella meridionale Alburnus albidus, il Nono Aphanius fasciatus, lo Spinarello Gasterosteus aculeatus, il Ghiozzetto di laguna Knipowitschia panizzae, l'Anguilla Anguilla anguilla, per non parlare delle centinaia di specie di uccelli, molte delle quali ritenute prioritarie ai sensi della direttiva Uccelli 79/409 CEE;
   è anche utile riflettere sul fatto che la Capitanata non si caratterizza per essere una delle province più industrializzate ed appare quindi evidente che il contributo dei depuratori al pessimo stato di salute dei torrenti e delle zone umide costiere nonché della situazione dei tratti di mare prospicienti, è da ritenersi rilevante –:
   quali siano i modi e i tempi necessari per un intervento definitivo e risolutivo dell'emergenza ambientale che affligge il golfo di Manfredonia e i corpi idrici superficiali della provincia di Foggia onde evitare l'apertura di una probabile infrazione comunitaria ai sensi delle numerose violazioni sia delle direttive comunitarie uccelli 79/409/CEE, direttiva habitat 92/43/CEE, direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE;
   se il Ministro in indirizzo ritenga di dover avviare una verifica anche per il tramite del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente in ordine alla mancata risoluzione dei problemi che affliggono il golfo di Manfredonia e i corpi idrici superficiali della provincia di Foggia anche attraverso la verifica dei seguenti ulteriori aspetti:
    valutare quanti camion di fanghi sono partiti dal depuratore (ad esempio di Foggia) negli ultimi anni, confrontando l'attuale gestione con le precedenti;
    verificare la coerenza tra lo stato di degrado dei corpi idrici superficiali e la certificazione della qualità delle acque in uscita dai depuratori;
    valutare con attenzione l'idoneità dei fanghi prodotti (per esempio dal depuratore di Foggia) e dagli altri depuratori per lo spandimento nei terreni;
    valutare il funzionamento della linea di trattamento che dovrebbe rendere idoneo il fango all'utilizzo in agricoltura per esempio nel depuratore di Foggia;
    verificare la composizione dei terreni in cui sono stati effettuati gli spandimenti per controllare se, come sicuramente sarà stato, i fanghi hanno effettivamente raggiunto i terreni;
    come sia possibile il prelievo di acque a fini irrigui (con apposite stazioni di pompaggio), a ridosso della recinzione dell'impianto di depurazione di Foggia;
    valutare se vi sia una correlazione tra piene dei torrenti e ritmo di smaltimento dei fanghi;
    valutare la cause del non funzionamento ottimale degli impianti, stante il fatto che i problemi relativi al depuratore di Foggia sono riscontrabili in tutti o quasi tutti i depuratori pugliesi;
    se all'interno del sedime del depuratore di Foggia, siano stati interrati fanghi durante le precedenti gestioni;
   se in virtù di quanto esposto e dei rischi su esposti, relativi al possibile avvio di una procedura d'infrazione comunitaria, non sia il caso di promuovere l'istituzione di una task force al fine di verificare e rimuovere i motivi che stanno provocando un tale scempio ambientale. (4-00835)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

FOGGIA,FOGGIA - Prov,PUGLIA

EUROVOC :

zona protetta

protezione dell'ambiente

trattamento dell'acqua

protezione delle acque