ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00777

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 31 del 11/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 10/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2013
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 12/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 10/06/2013
Stato iter:
30/09/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/09/2013
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/06/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/09/2013

CONCLUSO IL 30/09/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00777
presentato da
FERRARA Francesco detto Ciccio
testo presentato
Martedì 11 giugno 2013
modificato
Mercoledì 12 giugno 2013, seduta n. 32

   FERRARA, SCOTTO, RICCIATTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la Indesit è stata un'azienda italiana produttrice di elettrodomestici e di elettronica. Fu fondata nel 1953 a Torino con la denominazione Spirea e nel 1961 a Rivalta di Torino, assunse la ragione sociale definitiva. Nacque il marchio Indesit;
Indesit produceva quasi tutti gli elettrodomestici come lavatrici, frigoriferi, congelatori, lavastoviglie e cucine, mentre nel settore elettronico, produceva televisori e registratori di cassa. L'azienda conobbe un rapido sviluppo produttivo e commerciale nel periodo del boom economico, divenendo la terza del settore a livello nazionale. Conquistò ampie quote sia nel mercato nazionale che estero degli elettrodomestici;
negli anni sessanta e settanta, Indesit contava ben otto impianti produttivi, di cui cinque al Nord (sparsi tra Rivalta, None e Orbassano) e due al Sud (Teverola e Carinaro (CE)), dove vennero impiegati circa 12.000 addetti;
Indesit partecipò per il 6 per cento nella Sèleco di Pordenone all'epoca in cui vi era Giovanni Mario Rossignolo che ne deteneva il controllo, cedendo impianti in disuso di fabbricazione di televisori. Zanussi e Rel erano i maggiori azionisti in Sèleco in quell'epoca;
nel 1980, la Indesit andò in crisi e venne posta in amministrazione controllata, da cui uscì nel 1984, quando fu ricapitalizzata per 74 miliardi di lire e vi entrarono nuovi soci. Per l'azienda torinese la crisi continuava e la ripresa non avveniva, e perciò nel 1985 cedette la sua divisione elettronica alla Olivetti. Molte furono le trattative per trovare un partner industriale e finanziario, ma la situazione era talmente grave da portare, nello stesso anno, l'azienda all'amministrazione straordinaria in base alle legge Prodi e il tribunale di Torino nominò commissario il dottor Giacomo Zunino. Da tempo i posti di lavoro erano drasticamente diminuiti, ed erano ridotti a poco più di 7.000 addetti, la maggior parte dei quali in cassa integrazione;
nonostante fosse commissariata l'azienda migliorò gradualmente i conti, e nel 1987 fu acquistata all'asta dalla Merloni Elettrodomestici fino ad allora principale concorrente della Indesit stessa. Nell'operazione il gruppo marchigiano investì ben 50 miliardi nell'acquisizione della società, e altri 100 miliardi ne furono previsti per la ristrutturazione e il risanamento. Indesit divenne il primo marchio dell'azienda, e furono mantenuti soltanto gli stabilimenti di None, Carinaro e Teverola;
sotto la gestione Merloni, il marchio Indesit ritornò protagonista nel mercato degli elettrodomestici, tanto da permettergli, nel corso degli anni novanta, di divenire il secondo in Europa. Nel febbraio 2005 la Merloni Elettrodomestici viene rinominata Indesit Company. Oggi la Indesit Company usa i marchi: Ariston abbinato ad Hotpoint, assieme a Sholtes, e Indesit. Vi sono poi controllate e joint venture in Russia e Cina con marchi anche locali avendo effettuato nuove acquisizioni che hanno portato l'azienda ad essere tra i leader nei vari mercati;
dalle agenzie di stampa e da alcuni articoli di giornale si apprende che il 4 giugno 2013, Indesit ha presentato a Roma ai sindacati un piano di salvaguardia e razionalizzazione per gli anni 2013/2016 dell'assetto del gruppo in Italia, con un forte impatto sia sull'occupazione che sulle produzioni oggi realizzate nei siti italiani. Per rispondere alla difficile situazione di mercato infatti il gruppo di Fabriano punterebbe ad accorpare gli attuali stabilimenti italiani in tre siti (Comunanza, Caserta e Fabriano) attraverso la chiusura di ulteriori due stabilimenti (Melano e Teverola) per concentrare nei tre poli italiani le produzioni top ad alto contenuto di innovazione e tecnologia, e a portare invece in Polonia e Turchia le produzioni italiane non più sostenibili;
la riorganizzazione del gruppo, che attualmente impiega in Italia circa 4.300 addetti, coinvolge complessivamente oltre 1.400 persone tra dirigenti (25), impiegati delle sedi centrali (150) e operai e impiegati di fabbrica (1.250);
i posti di lavoro a rischio sarebbero 230 nel sito di Comunanza (AP), 480 a Fabriano (AN) e 540 tra Teverola e Carinaro, entrambi in provincia di Caserta. In questo ultimo caso, secondo alcune stime dei sindacati i posti di lavoro che verrebbero a mancare, tra lavoratori Indesit e indotto sarebbero almeno un migliaio, che si aggiungerebbero ai già 400 posti di lavoro persi negli ultimi 4/5 anni;
a detta della dirigenza del gruppo che fa capo alla famiglia Merloni una riorganizzazione sarebbe necessaria come risposta all'attuale scenario competitivo europeo, con un mercato ancora negativo rispetto ai volumi del 2007 (Europa Occidentale -10 per cento e Italia -25 per cento), e la pressione di nuovi competitor dai Paesi a miglior costo che con forte aggressività di prezzo e prodotto hanno portato al deterioramento di prezzi e margini e ad una sovraccapacità produttiva ormai strutturale;
a parere degli interroganti il piano Indesit ha conseguenze gravissime sui livelli occupazionali, infatti i 1.425 esuberi dichiarati si aggiungono agli oltre 330 esuberi oggi ancora presenti in Indesit in conseguenza della riorganizzazione effettuata nel 2010 e nel 2012 e che ha interessato gli stabilimenti di Brembate Refrontolo e None. Inoltre, il piano della Indesit renderebbe ancora più drammatica la situazione in cui versa il settore elettrodomestico in Italia –:
se non si ritenga necessario intervenire immediatamente coinvolgendo tutti i soggetti interessati e con il sostegno delle istituzioni locali, al fine di mettere in atto interventi di politica industriale atti a garantire in questo momento drammatico l'occupazione e a scongiurare il rischio della cancellazione del secondo settore produttivo per numero di addetti del nostro Paese, come quello elettrodomestico. (4-00777)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 30 settembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 87
4-00777
presentata da
FERRARA Francesco detto Ciccio

  Risposta. — In relazione all'interrogazione in esame, si rappresenta quanto segue.
  In seguito all'annuncio dell'azienda di procedere ad una riorganizzazione della Indesit Company con la conseguente riduzione dell'organico in Italia per 1450 unità, il Ministero dello sviluppo economico ha provveduto tempestivamente a prendere contatti con la direzione della società e con le segreterie nazionali delle principali organizzazioni sindacali, al fine di delineare un confronto sulle prospettive industriali del gruppo. Di conseguenza in data 11 giugno il Ministro ha incontrato i sindacati per un primo esame delle conseguenze produttive ed occupazionali scaturenti dal piano industriale della Indesit.
  A tale riunione erano anche presenti i rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'amministratore delegato della multinazionale, le istituzioni locali, i parlamentari delle regioni interessate (Marche e Campania) nonché le organizzazioni nazionali e territoriali dei metalmeccanici.
  Nel corso del confronto, il Ministro ha espresso la forte preoccupazione del Governo per il piano annunciato dall'azienda che, con i tagli previsti, finirebbe per acuire le sofferenze di aree già colpite da una pesante crisi industriale e dal fallimento della Merloni.
  Molti degli interventi hanno sottolineato, infatti, la situazione di criticità in cui si troverebbe il territorio, sia dal punto di vista occupazionale che sociale, se il piano dovesse essere attuato. In tale contesto, sentite le parti presenti e, in particolare, acquisita la volontà – manifestata dal management Indesit – di non voler abbandonare il Paese, il Ministro ha rivolto l'invito all'azienda a rivedere il piano di riassetto del gruppo, anche alla luce di elementi emersi durante il dibattito.
  Si è aperta così una nuova fase, grazie anche alla disponibilità del management della società e delle organizzazioni dei lavoratori che «hanno consentito di procedere nella discussione attraverso due tavoli tecnici e a metà settembre, si avrà un tavolo generale con il quale si tireranno le somme per verificare l'esistenza o meno delle condizioni per un accordo che salvaguardi produttività e occupazione».
  Il primo incontro del «tavolo tecnico» si è svolto il 23 luglio ed ha visto istituzioni e azienda affrontare il tema degli investimenti e di possibili interventi pubblici.
  In particolare si è stabilito di formare un gruppo di lavoro composto da Governo-Regioni per lo sviluppo di una piattaforma fisica di ricerca e innovazione capace di generare economie esterne e vantaggi competitivi di localizzazione per l'intero settore degli apparecchi domestici e professionali.
  Nel secondo tavolo tecnico tenutosi il 26 luglio 2013, in cui erano presenti anche il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le organizzazioni sindacali, si è discusso del tema degli investimenti e di possibili interventi pubblici a sostegno degli stessi. La Indesit ha confermato la volontà di voler investire 70 milioni di euro.
  Il 17 settembre 2013 il tavolo tornerà a riunirsi per valutare i risultati delle riunioni tecniche e sperando che con il contributo di tutti, si riesca a salvaguardare la produzione e l'occupazione.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoClaudio De Vincenti.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

INDESIT

EUROVOC :

industria elettronica

soppressione di posti di lavoro

mercato

cessazione d'attivita'

stabilimento

sindacato